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mer
19
apr 23

Renzi e Calenda. Il wrestling nel fango al confronto sembra danza classica

PIOVONOPIETREDell’esilarante show andato in scena su tutte le reti, tutti i giornali, tutti i social e tutte le discussioni da bar, insomma, del grande derby tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, alla fine, resterà poco e nulla. L’effetto gag è già terminato, finito, uffa che noia, a meno che qualcuno non metta in piedi “Renzi e Calenda, il musical”, oppure commercializzi “Renzi e Calenda per PlayStation”, se ne parlerà sempre meno e tutto finirà come lacrime nella pioggia. Questo dipende essenzialmente dal fatto che la ricaduta dello spettacolino sulla vita degli italiani è pari a zero, cioè pari al peso che hanno questi due leader di due partitini sulle reali condizioni di vita della popolazione. Renzi e Calenda, come Totti e Illary, possono anche tenerci incollati alle cronache, e forse persino aumentare il consumo di popcorn, ma poi uno deve andare a lavorare, far la spesa, prendere i figli a scuola, prenotare una visita dal dottore, insomma fare la sua vita, che non cambierà una virgola chiunque trionfi o soccomba dei due statisti che si menano come fabbri.

Al massimo, la vicenda potrà confermare l’esistenza di mondi paralleli, universi alternativi. Uno è quello della vita reale, e un altro è quello dei social, dove il testacoda è esilarante: le truppe di Renzology dicono a Calenda cose che nemmeno il più estremista dei grillini avrebbe mai pensato; e i calenderos rimproverano a Renzi cose che nemmeno il più efferato comunista da centro sociale avrebbe mai osato elaborare. Entrambi usano argomenti che fino al giorno prima erano considerati volgare propaganda nemica, e che ora vanno benissimo per sostenere la battaglia a seconda del campo scelto. Il wrestling nel fango, al confronto sembra danza classica.

Resta sullo sfondo, e verrebbe da dire per fortuna, quello che dovrebbe essere il nodo centrale del problema, e cioè: cosa inseguono, cosa vogliono, cosa architettano per il Paese questi due esimi pensatori che oggi si comportano come capi gang durante l’ora d’aria? Mistero.

Vagamente, dietro gli sganassoni e gli sputi che volano, echeggiano parole lontane, una “forza liberale”, un “polo dei riformisti”, eccetera eccetera, molta fuffa e alcune parole d’ordine invecchiate prima ancora di nascere, senza contare che non esiste sul pianeta una forza che non si definisca “riformista”, perché qualche riforma la vogliono fare tutti e ovviamente il giudizio lo si darà semmai su “quale” riforma, non su un generico spirito riformista. Il jobs act, per dire, era una riforma, così come lo sarebbe la reintroduzione della pena capitale, dello ius primae noctis o del voto per censo: in assenza di monarchie assolute sono tutti riformisti, è come dire “bipedi” o “mammiferi”.

Dunque abbiamo due bipedi il cui programma per il paese – annunciato in millemila interviste, comparsate, ospitate, interventi davanti a un sistema mediatico capace quasi solo di annuire – è diventare bipedi ancora più grossi. Si vagheggiava di “doppia cifra” alle elezioni, e addirittura di “primo partito” per le europee, che è un po’ come se una tribù del Borneo ambisse a conquistare il pianeta. Ma cosa poi volessero fare una volta arrivati lì non si sa, a parte un generico “noi siamo più bravi degli altri” che i fatti hanno finora sonoramente smentito. E dunque sipario. Si torna a casa dopo i titoli di coda con la netta sensazione di aver buttato del tempo, che, a parte qualche risata, lo spettacolo era scadente, non valeva il prezzo del biglietto e faceva schifo pere la claque pagata per battere le mani.

4 commenti »

4 Commenti a “Renzi e Calenda. Il wrestling nel fango al confronto sembra danza classica”

  1. Molto prosaicamente stanno litigando su chi si prenderà i voti di Forza Italia, se e quando si renderanno disponibili; ma sono così poco credibili (eufemismo) che non ne prenderanno manco uno, temo. :-)

    da Beppe De Nardin   - mercoledì, 19 aprile 2023 alle 07:40

  2. È una storia squallida da tempo,due personaggi inaffidabili che tutti terranno alla larga,solo il pariolino avrà ancora qualche chances con i pidini,se così fosse diventerebbe impossibile una forza progressista competitiva.
    Solo due fenomeni del genere potevano pensare di creare un grande centro,quello non c’è più,o a dx o sx,oppure a casa con l’astensione.
    I pupazzetti social contano come il due di picche a briscola,rincorreranno altre realtà inguardabili.

    da Serentha Ivo   - mercoledì, 19 aprile 2023 alle 07:52

  3. Renzicalenda chi?

    da Aldo   - mercoledì, 19 aprile 2023 alle 18:23

  4. Mi piace sistema mediatico. (annuitore) si puo’dire?.Buon 25 Aprile a te Alessandro Robecchi,farmacista di buone parole.

    da Giuseppe   - lunedì, 24 aprile 2023 alle 16:55

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