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mer
26
ott 22

I patrioti ideologici. I neo eletti fingono aperture: parole e fatti li smentiscono

PIOVONOPIETRERimbalza come d’abitudine nel flipper del nuovo governo – tra lingue mulinanti di apprezzamenti, piaggerie da mantenimento del posto, riposizionamenti studiati da mesi – la pallina solita del “non siamo ideologici”, sbandierata qui e là da questo o quel membro del nuovo esecutivo. Ultimo a pronunciarla in un’intervista (“non abbiamo mai avuto preclusioni ideologiche”), il ministro cognato dell’agricoltura (e sovranità alimentare! Wow!) Francesco Lollobrigida, che lo dice a proposito della consulenza di Roberto Cingolani. Ministro prima, consulente oggi, un uomo per tutte le stagioni: non si capisce quale preclusione ideologica si possa avere con uno che si adatta così facilmente.

Ma sia: quella dell’allontanare da sé i sospetti è una preoccupazione molto in voga e la presidente del Consiglio ci sta molto attenta, non vuole passare per figlia della lupa, così come alcuni dei suoi giannizzeri indossano la maschera dei moderati, ragionevoli, neo-atlantisti, pacati, guarda che bravi. Magari giocando facile nel ridurre a macchietta i piccoli reducismi balilla di un La Russa e camerati: folklore, collezionismo, uffa che barba, mentre loro pensano al bene della Nazione.

Ed eccola lì. L’ideologia cacciata dalla porta a parole, rientra dalla finestra proprio con le parole. E’ un profluvio di “Nazione”, che sostituisce “Paese” (brutto, di sinistra), così come “patrioti” ha sostituito l’impresentabile “camerati”. Camouflage. Mimetismo.

Il cambio di nome di alcuni ministeri, di cui si è molto parlato, denuncia – sempre le parole, maledette! – una densa sostanza ideologica, proprio quella che si vuol negare. Si è detto della natalità, della sovranità alimentare, del ministero del mare (a cui manca colpevolmente “Nostrum”, ma serviva per fregare a Salvini i porti, cosa che non sembra riuscita, per ora). E potentemente si infila – ideologia canaglia – nella carta intestata del nuovo ministero dell’Istruzione, che diventa anche “del merito”, quel glorioso trucchetto delle classi dominanti e dei nati meritati per difendere all’infinito privilegi e diseguaglianze. Esattamente – in barba a tutti i “non saremo ideologici” di questo mondo – un manifesto ideologico di classismo (infatti piace tanto a Calenda).  Anche il ministero “delle imprese e del made in Italy” gronda ideologia già nell’enunciato, e manifesta che l’economia del Paese (pardon, Nazione) sono le imprese. Non i lavoratori, le forze produttive, l’insieme di, no, le imprese. Bon. E quel che fa bene alle imprese fa bene alla Nazione, antico refrain oggi benedetto anche dal nome.

Ma se siete in cerca di ideologie a casa di quelli che “non saremo ideologici” (ahah), la lezione migliore viene da Guido Crosetto, tradizionalmente presentato come “moderato”, vezzeggiato e corteggiato dai media, dietro la cui maschera di buono si nasconde il vero tratto ideologico della destra vincente. Ed è un tratto minaccioso assai: Crosetto ammette che “C’è un rischio fortissimo di povertà e disoccupazione. Dunque, di rabbia…”. Ma poi, ecco la sostanza ideologica: “La rabbia cerca sempre colpevoli e le piazze arrabbiate non fanno male ai governi. Ma alle nazioni”. Et voilà, esplicitato per bene per chi ancora non lo vedesse: la piazza, la rabbia, la mobilitazione (eterodiretta, magari da Putin, lascia intendere Crosetto) non è antigovernativa, ma antinazionale. Governo e Stato, governo e Nazione, di fronte a un’eventuale opposizione di piazza, coincidono. La summa, spiegata bene, dell’ideologia sovranista, nazionalista (e un po’ fascista) che si tenta di negare a parole.

2 commenti »

2 Commenti a “I patrioti ideologici. I neo eletti fingono aperture: parole e fatti li smentiscono”

  1. Difficile quanti saranno gli anni “di passione” che ci accompagnerà l’ex soy giorgia, ha incassato il 28% dei consensi facendo opposizione, gridando tutto il contrario di ciò che è diventata ora, altrimenti l’establishment la liquiderebbe in pochissimo tempo.
    Con le solite facce ministeriali di quel che fu del caimano, più qualche altra, oltre Crosetto, il cognato pensi alla santadeche…
    seguiranno più che altro la via indicata da Draghi,atlantismo, nato e i parrucconi europei sono tranquilli.

    Peccato che tra alcuni mesi un esercito di famiglie e persone saranno alla fame, non basterà l’aver infiorettato con nomi demenziali alcuni ministeri, l’incazzatura diventerà un’onda gigantesca, altro che mettere in discussione l’rdc applaudito pure da quella vergognosa congrega di italomorti e pariolini…

    Incontrare Macron, forse l’unico a mettere in discussione l’influenza statunitense, costoro gli unici ad arricchirsi e impoverire il vecchio continente, grazie a un conflitto lungo e duraturo,pare che a soy giorgia gli sia entato da un orecchio e uscito dall’altro.

    Evviva la guerra e datemi del putiniano, coglioni!

    da Serentha Ivo   - mercoledì, 26 ottobre 2022 alle 11:43

  2. Ce ne faremo una ragione! Questo non è un paese di Masanielli o gilet gialli o forconi ; Un paese di pecore segue sempre il suo pastore ! Che ha cani da guardiania bene addestrati !

    da Elena   - giovedì, 27 ottobre 2022 alle 01:57

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