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set 22

Alle urne. La politica si è trasformata in marketing: vende fustini di detersivo

PIOVONOPIETRECoraggio, ancora qualche giorno, poi una notte di passione, poi potremo tirare un po’ le somme e dare i voti ai maghi del marketing che hanno condotto la più bislacca campagna elettorale dai tempi di Numa Pompilio. Una campagna elettorale condotta tutta “contro” e non “pro”, come lamentano (uff!) alcuni commentatori con toni da “Signora mia, che degrado”.

Ecco, proprio il contrario. Nel senso che visioni del mondo pochine, e differenze pochine anche quelle. Piuttosto, se si vanno a leggere i giornali di due mesi fa, quando iniziò la rumba, certe differenze si vedono eccome, e non tra schieramenti avversari, ma nelle stesse forze politiche. Chi era partito in un modo è arrivato in un altro, molte visioni sono cambiate in corsa, molti aggiustamenti sono stati fatti strada facendo. E questo proprio perché quella che dovrebbe essere una battaglia politica si è trasformata in marketing, studi di posizionamento, calcoli sulla collocazione degli avversari, e quindi minuscoli scarti di lato sulla griglia delle convenienze. Non “come possiamo convincere i cittadini con le nostre idee”, ma “come possiamo fregare i voti a Tizio o Caio comunicando meglio le loro”? Sembra di vederle, le riunioni di profilazione e le discussioni sul target, eterne repliche dei brain storming sul packaging di merci quasi identiche (il fustino del detersivo, cilindrco o parallelepipedo? Ah, saperlo!).

La burbanzosa energia salviniana, per dirne una, quella guapperia da ministro dell’Interno in pectore che “quando c’era lui la Digos arrivava in orario” (a identificare gli avversari) si è un po’ sciolta sotto il timore della vittoria schiacciante di Giorgia e sotto il fuoco incrociato dei suoi stessi colonnelli, tanto che oggi Salvini è unanimemente considerato in discesa libera. Il Pd, partito lancia in resta con l’agenda Draghi sotto il braccio, ha visto quell’agenda assottigliarsi giorno dopo giorno, poi diventare quattro foglietti sparsi, poi sparire, tanto che di Draghi non parla più. Era partito sull’onda dell’emozione, strillando alti lai contro chi poneva questioni e problemi al governo più bello del mondo – mai più coi 5stelle, traditori di Supermario! – e arriva a pochi giorni dal voto ad augurarsi (a volte esplicitamente, come in Puglia e in Sicilia) che i vituperati 5stelle facciano un buon risultato. Un testacoda, insomma.

Per non dire dei due caratteristi del Quarto Polo, detto Terzo, che, dopo averci sfiancato per due mesi sul prossimo governo a guida Draghi, incassano da Draghi un “no” secco e definitivo, ma si consolano con il forte argomento: “Beh, ma cosa poteva dire?”. Surrealismo puro. Il tutto mentre Giorgia modula la terapia a seconda della platea e del contesto: europeista dopo colazione, ringhiosa sovranista dopo pranzo, di nuovo simil-ragionevole al talk show serale. E Silvio che fa ridere tutti, as usual. Tutto come previsto, quindi, anzi forse no. Perché negli ultimi giorni – sorpresa –  si fa strada l’assurdo timore che tutto il circo non si rivolga più solo e soltanto a un indistinto “certo medio”, ma che siano della partita anche i ceti popolari e meno favoriti, quei “descamisados” (milioni) che faticano ad arrivare alla fine del mese, quelli che fino a ieri “tanto non votano”, e forse invece oggi si scopre che sì, potrebbero votare anche loro, dannazione. Gente semplice, che non capisce le raffinatezze del marketing, che se ne sbatte della forma del fustino, e pensa più se quello che c’è dentro può servire a campare un po’ meglio. Maledizione, il marketing non l’aveva previsto.

8 commenti »

8 Commenti a “Alle urne. La politica si è trasformata in marketing: vende fustini di detersivo”

  1. Perfetto come al solito, io però ne approfitto per precisare che UP non fa parte di questo teatrino, il programma è restato lo stesso e non c’è stata nessuna modulazione in funzione dell’umore della gente, è una cosa normale ma non è poco

    da Aldo   - mercoledì, 21 settembre 2022 alle 09:08

  2. A proposito di detersivi…
    Suggerirei quelli da evitare: Ovviamente tutta la dx,quella che appare con la faccia nuova della sorrate d’italia,da trent’anni in parlamento e con i futuri ministri,perlopiù quelli che ci fecero andare in default nel 2011.

    Le gemelle kessler unite dopo gli insulti per sopravvivere in parlamento, si sa, trovare un vero lavoro è dura…a parte il rinascimento in Arabia Saudita con jet incorporato…

    Gli occhi di tigre diventato da triglia, un po’ colui che si taglia gli zebedei per filarsi le kessler ed evitare attentamente l’unica possibilità di poter competere contro la sorrate!
    Il resto fate un po’ voi, non è difficile scegliere evitando tutto ciò che ho descritto.

    Certamente lavarsene le mani è la soluzione peggiore.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 21 settembre 2022 alle 11:07

  3. Per una svista è saltato il paragrafetto con 2 paroline di critica alla campagna di Conte. Succede.

    da Carla Manzini   - mercoledì, 21 settembre 2022 alle 11:19

  4. Potrebbe non essere una svista, sa? Tra tutte le campagne, quella che dice “dalla parte giusta” sembra la meno cretina (e che Conte sarebbe andato al sud a dire: vogliono fregarvi il reddito di cittadinanza era piuttosto prevedibile, un po’ scemi gli altri ad aver basato la loro propaganda su quanto-è-bravo-Draghi). Comunque la rassicuro, non voterò lì, se è questo che la turba

    da Alessandro   - mercoledì, 21 settembre 2022 alle 11:22

  5. Però è imbarazzante per lei che da anni giudica e commenta la politica non dire per chi vota davvero. Ha una certa fama e c’è chi la stima, se dicesse chiaramente per chi vota qualche elettore a Conte lo toglierebbe. C’è un non votare per Conte che è come votare per Conte.

    da Carla Manzini   - mercoledì, 21 settembre 2022 alle 11:38

  6. Sarà imbarazzante per lei, ma non per me. Avendo parecchie primavere ho votato quasi sempre, a volte ho fatto i miei endorsement e a volte no, non credo sia obbligatorio. Intanto, la prima scelta da fare è se votare o no, che è un’opzione anche quella. E in più, glielo dico francamente, anche se non voterò Conte (per motivi che ho spiegato mille volte), non considero una mia missione non far votare Conte (credo ci sia molto di peggio, sul mercato)

    da Alessandro   - mercoledì, 21 settembre 2022 alle 11:43

  7. Caro Alessandro, questa volta hai fatto un centro pieno.
    Non tanto nell’analisi politica – che peraltro condivido – ma nell’individuare uno dei più sottovalutati mali della società contemporanea. Una malattia mortale, che ha sottilmente permeato tutti gli spazi, fisici e mentali. Financo la politica (!).
    Il Marketing.
    Questa disciplina sciagurata che ha trasformato ogni espressione umana, persino una riflessione ontologica, in prodotto da vendere, a qualunque costo.
    E noi che non accettiamo di essere degradati da Cittadini a consumatori siamo praticamente dei disadattati.
    Ad maiora.

    da Dedalus   - mercoledì, 21 settembre 2022 alle 16:36

  8. Il marketing, per riferirmi a dedalus, bisogna saperlo fare. E bisogna in modo serio scegliersi il target.
    Al centro c’è troppa concorrenza. Meglio la periferia (a sinistra).

    da marcella   - venerdì, 23 settembre 2022 alle 07:00

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