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mer
13
lug 22

I lavoratori poveri, poverissimi presi a ceffoni da un nuovo emendamento

PIOVONOPIETREE’ un uno-due che abbatterebbe un toro, il rapido susseguirsi di studi su quanto e come siamo un popolo povero, molto povero. Prima il rapporto Istat, poi il rapporto Inps, due sberle potenti e sonorissime. E poi via, di nuovo sull’ottovolante della politica del Palazzo, i buoni propositi, i roboanti annunci, i bonus, le esternazioni, gli ultimatum, gli anatemi, il solito spettacolino. Ma i numeri sono più forti: 5,6 milioni di italiani in povertà assoluta, nove milioni in povertà relativa, 4,3 milioni di italiani che guadagnano meno di 780 euro al mese (senza stare “seduti sul divano”), un lavoratore su tre che guadagna meno di mille euro al mese, lordi, 4,2 milioni di lavoratori precari (il 22 per cento del totale). Lavoratori poveri con un futuro da pensionati poveri, a combattere con le mani legate, e un’inflazione che galoppa dalle parti dell’8 per cento, cioè si mangia anche (soprattutto) i salari da fame.

La sensazione è quella di essere seduti su una polveriera, e il primo pensiero va proprio alla politica: da dove sgorga questo disastro? Quanti anni bisogna andare indietro per dire: ecco chi ha governato il mercato del lavoro? Sappiamo le risposte. Sì, ma il Covid, sì ma la guerra… un po’ deboli, perché tutto questo nasce molto prima, quando il Covid non esisteva e la guerra non c’era, e viene alla mente quella famosa tabella brutta e cattiva (fonte: Osce): mentre a partire dal 1990 in tutti i paesi europei sono aumentati i salari (dal più 6,20 della Spagna, l’incremento più basso, al più 33,70 della Germania), da noi sono calati (meno 2,9 per cento). Insomma, si vede a occhio nudo: la minaccia feroce che “Sennò arriva la Troika” non dovrebbe fare molta paura, dato che la Troika è arrivata da un pezzo.

Ora si assiste a un frenetico arrampicarsi sugli specchi insaponati: bisogna fare qualcosa, bisogna muoversi, si studiano bonus, correzioni di rotta, si annunciano impegni solenni. Si tenta di chiudere la stalla, insomma, con i buoi già scappati che fanno marameo dall’orizzonte. Si dirà: bene essersene accorti (alla buon’ora), e ora basta fare leggi che penalizzano i lavoratori! Urca!

E però, basta guardarsi un po’ intorno per capire che no, invece, che le leggi contro i lavoratori continuano a nascere senza che quasi nessuno se ne accorga. Ultimo caso, il pasticciaccio brutto della logistica, una modifica al Codice Civile contenuta (si può dire nascosta?) nel Decreto Pnrr2. Si tratta di una cosa piuttosto semplice: non c’è più la responsabilità del committente se una ditta fornitrice non paga i suoi dipendenti. Cioè io consegno merci per un grande distributore di commercio online, ma se non mi pagano, o ho un incidente, non posso più rivalermi sul committente, come potevo fare prima. Ad essere responsabili in solido saranno le migliaia e migliaia di aziendine, spesso cooperative, che ti mettono in regola per quattro ore anche se ne lavori dodici (il resto in nero), che muoiono spesso, chiudono, spariscono al primo problema, e i lavoratori sempre più ricattabili – scusate il francesismo – cazzi loro. Una sberla secca ai lavoratori di un settore, la logistica, già considerati tra i più disastrati, circa un milione di sberle, votate da tutti (fiducia il 28 giugno, 419 favorevoli, 50 contrari). L’emendamento è stato inserito nel decreto dall’onorevole Nazario Pagano (Forza Italia). Assologistica ha ringraziato con un comunicato: lui e i ministri Cartabia e Giorgetti. Un milione di lavoratori hanno meno garanzie e più paura. Grazie. Prego.

2 commenti »

2 Commenti a “I lavoratori poveri, poverissimi presi a ceffoni da un nuovo emendamento”

  1. Sono decenni che stiamo regredendo dal punto di vista salariale,nessuno in Europa,quella considerata occidentale, non ha avuto un trend del genere, gli stipendi altrove sono aumentati,da noi sono diminuiti quasi del 3%.
    Siamo un Paese dove una parte consistente di lavoratori percepiscono stipendi da Europa orientale, vivendo in un contesto da tenore di vita occidentale.
    Questa vita era difficile senza gli aumenti inflazionistici degli ultimi mesi,ora diventa impossibile sopravvivere.
    Purtroppo gli italiani che votano ancora,quelli che hanno problemi ovviamente, molti di loro si stanno rivolgendo all’estrema destra, ho idea che raccoglieranno un pugno di mosche.
    Chi si sta ribellando politicamente è sotto la luce di tutti, tutti gli altri fanno finta di nulla, la scelta del meno peggio è possibile, considerato che non si può avere la bacchetta magica dopo decenni di contrattazione selvaggia sul lavoro.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 13 luglio 2022 alle 08:52

  2. L’unico caso che conosco di applicazione della norma, riguarda il caso di un trasportatore che ha fatto causa al suo datore di lavoro nel frattempo fallito e il giudice ha fatto valere la rivalsa (decine di migliaia di euro) su un distributore di ricambi (quello più grosso della zona) verso il quale aveva fatto una sola consegna e del quale il distributore non sapeva nulla!! Forse va sistemato il diritto societario e non trovare volta per volta un fesso che deve pagare senza ragione 😉

    da Gabriele Costantino   - domenica, 17 luglio 2022 alle 15:07

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