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lug 22

Emergenze. Dalla siccità alle valanghe “è colpa nostra” (ma mai dei politici)

E’ consigliata l’autofustigazione, possibilmente in pubblico, l’autodafé, l’espiazione solenne e silenziosa. Insomma, porca miseria, pentitevi, ognuno scelga la sua modalità (frustate sulle piante dei piedi, pinze e tenaglie, digiuni e penitenze) perché quel che emerge dal disastro della Marmolada è che “siamo tutti colpevoli”, anzi “è colpa nostra”, anzi “questo è ciò che stiamo facendo al pianeta”, eccetera eccetera. C’è del vero, ovviamente: se gran parte del riscaldamento globale dipende dall’Uomo (inteso come umanità, ma anche come guidatore di automobile, consumatore di risorse, utilizzatore di aria condizionata), la colpa sarà anche nostra, certo, e ben vengano appelli e preghiere a comportamenti più responsabili, ovvio. Eppure non se ne va la sensazione che la colpevolizzazione del cittadino, l’appello alla sua moderazione, faccia velo all’inanità della classe dirigente (quella che dirige, che decide). Per chiarire: siamo chiamati a riflettere sulle nostre colpe e a correggere i nostri comportamenti, a sentirci in colpa, giusto, ma questo avviene proprio mentre la politica mondiale riscopre il carbone, rinvia sine die la ricerca di nuovi modelli di sviluppo, moltiplica le spese in armamenti, si riunisce in enormi assise che decidono poco o niente (e questo al netto dei deficienti negazionisti che in gennaio titolano: “Riscaldamento globale? Ma se fa freddo!”). Insomma, è colpa nostra, ma le politiche del clima non le facciamo noi. E c’è anche una sindrome da spiazzamento costante: mentre a pagina sei si legge, contriti e pentiti, che non si può andare avanti così, a pagina otto ci si stracciano le vesti perché le immatricolazioni di auto rallentano, o perché l’industria ha fame di energia e in assenza di gas, vabbé, le daremo da mangiare carbone, che sarà mai.

Come si sa, si procede per emergenze, e in ogni emergenza si chiama a corresponsabile il cittadino, in molti casi additandolo come il vero colpevole del disastro corrente. Dopo il Covid, è diventato un classico: la sanità barcollava, i vaccini non c’erano ancora, la medicina di base agonizzava, i posti letto negli ospedali calavano (25.000 in meno negli ultimi dieci anni), ma si applaudiva l’elicottero dei Caramba che inseguiva un podista solitario sulla spiaggia, in diretta tv. Traduco: l’autorità non si discute (sacrilegio!), è il singolo che è stronzo.

La siccità ci offre un esempio illuminante in proposito. Non piove, non nevica d’inverno, i fiumi sono vuoti, gli invasi calano, i sindaci si scervellano per inventare soluzioni, razionamenti, regole. Di colpo si discute animatamente sull’uso che facciamo dell’acqua. Trenta litri per lavarsi i denti? Pazzesco. Cento per lavare la macchina? Cinquanta per farsi una doccia, ma siamo matti? E questa è una parte del problema, su cui molti riflettono. Poi c’è l’altra parte: su dieci litri d’acqua che entrano nella nostra rete di distribuzione, quattro vanno persi, oltre il quaranta per cento, perché la rete è un colabrodo, gli investimenti non si sono fatti, l’acqua piovana non viene sfruttata, gli sprechi sono enormi, la politica non fa il suo mestiere. Insomma, lo dico male: può risultare irritante l’accorato appello al risparmio e alla frugalità liquida se chi dovrebbe garantire l’approvvigionamento se ne fotte alla grande, non investe, non decide nuovi invasi, non sistema le condutture. E’ come se l’idraulico, chiamato per una perdita, invece che aggiustare il tubo logoro, ti dicesse: “Anche lei, però! Eccheccazo, si lavi un po’ meno!”.

9 commenti »

9 Commenti a “Emergenze. Dalla siccità alle valanghe “è colpa nostra” (ma mai dei politici)”

  1. Non so Alessandro (permettimi la confidenza), ho paura che in questo caso è veramente un problema di volontà individuale. Mi spiego: sì, nessun investimento è stato fatto per evitare sprechi idrici, fatto sta che in passato ciò non era un problema e ora lo è. Sicché il vero problema sono i cambiamenti climatici. Chi o cosa impedisce che li si combatta? Sicuramente le major energetiche, l’industria, la classe dirigente hanno molte colpe. Ma poi, alla fine, è il singolo che compra la benzina; che si mette a casa l’aria condizionata; che sceglie di comprarsi il SUV. Per motivi di lavoro seguo la stampa internazionale su questi argomenti e ho letto (Financial Times) che la crescita di vendite di SUV annullerà qualunque abbattimento di emissioni portato dalle auto elettriche; che i black out in India sono dovuti alla grande richiesta di energia dovuta all’uso dell’aria condizionata (sempre FT), ed è ovvio che se gli indiani (nel senso: così tanta gente) si mettono a vivere come i texani il mondo è spacciato. Ci sarebbero tanti altri episodi, ma chiudiamo qui. Secondo voi, un governo che avesse intenzione di lottare seriamente contro il cambiamento climatico, con tutta l’impopolarità che ciò comporta, quanti voti prenderebbe quando poi si tornerebbe a votare? Credo che ormai l’unica cosa da fare, soprattutto per chi ha una prospettiva di vita lunga, sia quella di scendere per strada e bloccare il traffico.

    da enrico   - mercoledì, 6 luglio 2022 alle 10:20

  2. Consumare meno, è imperativo.

    da Franca   - mercoledì, 6 luglio 2022 alle 11:34

  3. In tanti, soprattutto la politica locale e nazionale, sapeva delle tubature idriche colabrodo, evidentemente si preferisce lavorare in emergenza, i costi aumentano oltre la solita cresta italica tra mazzette e corruzioni varie.
    Per ciò che riguarda il disastro sulla Marmolada, chi conosce la montagna ha escluso che ci fosse un’emergenza tale da vietare il passaggio, quel sacrificio probabilmente porterà a divieti di passaggio con il caldo che c’è nei mesi estivi, ma quanti tra gli appassionati lo osserveranno?

    Per ciò che riguarda gli sprechi casalinghi idrici, nonostante i pochi o i tanti che li osservano, la situazione di siccità è talmente grave che non basteranno le attenzioni, dovremo abituarci ai razionamenti e chissà le prossime generazioni cosa dovranno subire a riguardo.

    Siamo in otto miliardi su questo globo, l’occidente ha inquinato e compromesso l’ambiente in un paio di secoli, specie negli ultimi decenni, ora le nuove economie orientali, Cina e India contano 3 miliardi e mezzo di abitanti non potevano che dare il colpo di grazia all’ecosistema.

    E c’è chi continua a chiamare Greta Tunberg “gretina”, facendo la figura di coloro che sul Titanic ballavano prima del drammatico naufragio.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 6 luglio 2022 alle 13:50

  4. È vero è dai tempi dei runner e del “dalli al no vax” che si dà la colpa al singolo dei casini del mondo.
    Consumiamo meno consumiamo più equamente

    da marcella   - mercoledì, 6 luglio 2022 alle 14:51

  5. Credo sia proprio un modello di crescita a dover essere rimesso globalmente in discussione e ribaltato come un calzino. Va benissimo che il cittadino incalzi il decisore, purché non si limiti alla sola denuncia, ma tenga costantemente il fiato sul collo a chi deve fare scelte da cui dipendono direttamente la vita dell’unico Pianeta che abbiamo. E per evitare che ogni Paese faccia un po’ come meglio gli pare, serve un coordinamento internazionale, una piattaforma comune, non manipolabile dalle potente lobby energetiche. Un coordinamento formato da giovani professionisti seriamente formati (si potrebbero andare a prendere direttamente nelle specifiche facoltà universitarie), che non abbiano le mani in pasta nelle questioni di gestione del potere, come avviene ora. Sogno? Forse, ma è l’unico modo – visionario e costruttivo – per uscire dall’incubo che sta stritolando il Pianeta Terra e condannando i suoi abitanti a una fine sempre più prossima.

    da Flora   - mercoledì, 6 luglio 2022 alle 15:23

  6. …noi inquineremmo: accendendo per qualche ora al giorno il condizionatore, facendo un certo numero di km all’anno per assistere a concerti/ teatro ecc, acquistando dischi e libri con Amazon (dal momento che hanno chiuso i relativi negozi e librerie non è che si ha quella gran scelta) giusto, certo, siamo da criminalizzare, sono consumi superflui, poi c’è chi pratica i cosiddetti voli spaziali che, sembra siano diventati necessari per qualche centinaio di migliaia di arricchiti alle spalle nostre, nooo loro non sono criminali, noi lo siamo.

    da Giampiero Croce   - mercoledì, 6 luglio 2022 alle 16:51

  7. Sono tutte ” Fole” come dicono in piemonte!

    da Elena   - mercoledì, 6 luglio 2022 alle 17:05

  8. Vorrei dire la mia opinione. Che il problema ecologico, come tutti, vada risolto con leggi strutturali, e non per iniziativa individuale, é vero. Che il governo non promuova le leggi necessarie, anzi le boicotti, é anche vero. Peró non si puó divorziare la responsabilitá dei politici da quella dei cittadini, visto che sono i cittadini ad eleggere i politici. Quelli poi che non votano, e sono tanti, non si chiamano certo in questo modo fuori dalla responsabilitá comune: sono conniventi che se ne lavano le mani.

    da Federico   - giovedì, 7 luglio 2022 alle 09:59

  9. @Elena, a chi ti riferisci?
    @ Ivo, i paesi in via di sviluppo però non credo debbano passare necessariamente per una lunga fase di energia fossile, se non direttamente, se gli si viene dato i mezzi, a quelle più ecologiche. Forse mi sbaglio, forse l’analogia ha un limite, ma è lo stesso motivo per cui non è necessario passare per l’era del vapore, anche se creerebbe una interessante estetica steampunk.
    Magari non bastano da subito, ma possono creare da subito le turbine eoliche e il fotovoltaico, e da quelli alimentare il più possibile la loro economia energetica, poi chiaro che non basta soprattutto per chi è in via di sviluppo, o forse no, magari non hanno neanche così tante infrastrutture già presenti da dismettere.
    E’ sempre lo stesso discorso però, non so, possiamo andare in tutte le subreddit a parlare del problema a spiegare di non farsi strumentalizzare dalla politica per non affrontare il problema.
    Affrontare i politici e dirgli che devono spiegare alla popolazione che i sacrifici evenutuali saranno condivisi e non sono poi così tanti come dicono.
    Lavoratori nelle miniere di carbone? Nell’industria della plastica? Convertirli in forestali, vigili del fuoco forestali, con tutti questi incendi.
    Sono idee, dobbiamo avere l’umiltà di capire, poi che siamo tutti potenziali vittime di Dunning Kruger, tali idee vanno affidate a chi ha competenza.
    Un approccio troppo liberal purtroppo è uno che lascia che il possibile calo di produttività per l’energia sostenibile, allevamenti sostenibile, si risolva in aumenti dei prezzi che colpiscono solo i poveri e molto meno i ricchi.
    Tuttavia abbiamo dei costi per l’energia puliti indicizzati ad altri che non c’entran nulla.
    “I produttori rinnovabili e nucleari quando vendono le loro partite di corrente alla borsa elettrica cercano di spuntare il miglior prezzo possibile e collocano le loro offerte a un valore immediatamente inferiore di quello dei concorrenti fossili, conseguendo così margini interessantissimi per i loro azionisti.” fonte sole 24 ore .
    Niente serve una coordinazione e una strategia collettiva molto mirata

    da Ingmar   - lunedì, 18 luglio 2022 alle 15:47

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