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mar 22

Lessico Nazionale Bellico. Impasto di parole e immagini a volte pietoso

PIOVONOPIETRECome ogni avvenimento che colpisce nel profondo, anche la guerra sta lentamente formando il suo Lessico Nazionale Bellico, un impasto di parole, immagini, composizione formale e commento, fotogramma simbolico e didascalia. A volte pietoso, a volte porno-war, riflessivo raramente, emotivo quasi sempre. L’affresco della guerra, insomma, come si dice per dire di una rappresentazione complicata, densa, piena di dettagli che alla fine danno un quadro d’insieme. In questo marasma di segni si ritrovano vizi antichi e anche recenti. Antichi come sono quelli delle propagande incrociate, che debordano ogni tanto nel ridicolo, ma che a guardarle rivelano molto di noi. Caso di scuola: il teatro di Mariupol, usato dai civili ucraini come rifugio, bombardato dai russi. Grandi grida di strage e poi grande sollievo perché miracolosamente non ci è rimasto sotto nessuno e sono tutti vivi. Mi sembrerebbe questa la notizia: tutti salvi, meno male. Invece si è cominciato a litigare tra chi aveva dato tanto spazio alla strage, e poi niente allo scampato pericolo, e viceversa, come se rallegrarsi per una mancata strage possa considerarsi intelligenza col nemico. Premesso, ovviamente, che non si bombardano i teatri né, possibilmente, nessun’atra cosa.

Fa parte del Lessico Nazionale Bellico, a pieno titolo, appunto, la premessa salvavita che conosciamo da decenni. Chiunque voglia avanzare anche soltanto una piccola critica o distinguo, o per esempio considerare un po’ avventato l’invio di armi in zona di guerra, farà bene a munirsi delle prime due righe di ogni discorso: “Premesso che non sto con Putin…”. Già visto. Non c’era discorso nei primi anni Ottanta che non iniziasse con “Premesso che sono contro il terrorismo…”, poi venne, “Ovvio che non sto con Bin Laden…”, poi: “Lo dico da vaccinato…”; insomma, quando il gioco si fa duro è necessario chiarire. E questa è una faccenda piuttosto divertente perché spesso si chiede questa condanna ovvia e preventiva a chi il nemico l’ha sempre schifato (anch’io avevo una maglietta russa, ma sopra c’era Anna Politkovskaja), mentre si continua a dare credito e spazio a chi col nemico divideva ideologie, faceva affari, gli vendeva armi. Mah, sarà uno strabismo di guerra.

Incredibile a dirsi, ma anche la formula “Terza Guerra Mondiale” è rispuntata fuori dalla sua coltre di paradosso ed enormità, dov’era stata confinata per anni. Usata come metafora di un disastro senza appello, la Terza guerra mondiale se ne stava nascosta nei nostri discorsi come una piccola innocua battuta, “Eh, che sarà mai, mica è la Terza guerra mondiale!”. E ora, eccoci. Non solo se ne parla come opzione e rischio, ma la si evoca come non così peregrina, la vicepremier ucraina dice che è già in corso, alcuni analisti del fronte interventista dicono che se non è ora sarà domani, quando Putin attaccherà di qua e di là. Insomma c’è sottotraccia, nel nostro linguaggio quotidiano sulla guerra, l’impossibile che diventa possibile, l’impensabile che viene – con discreta leggerezza – pensato. E già ci si diletta, su qualche giornale, a calcolare raggi e diametri di ipotetiche bombe atomiche che potrebbero cascare qui e là, una specie di gioco di società (“Uh, guarda, con centottanta megatoni in corso Como a Milano, se abiti a Sondrio te la cavi!”). E così, piano piano, si comincia a pensare l’impensabile, e la guerra arriva anche se non arriva davvero, cioè ne arrivano schegge e frattaglie. La guerra un po’ ridicola, un po’ teorica, non falsa e non vera.

9 commenti »

9 Commenti a “Lessico Nazionale Bellico. Impasto di parole e immagini a volte pietoso”

  1. Finestra di Overton – c’è di che preoccuparsi

    da Teresa   - mercoledì, 23 marzo 2022 alle 09:21

  2. Nel caso arrivassero massicciamente le testate nucleari,un po’ di qui,un po’ di là, l’esistenza terrestre sarebbe terminata,sicuramente quello dell’homo poco sapiens…c’è chi crede che si potrebbe salvare con un bunker antiatomico, magari rimanendoci per secoli e con forme di cannibalismo…

    E se proprio qualcuno rimanesse resistente alle radiazioni,forse in un continente sfiorato dalle testate,probabilmente tornerebbe all’età della pietra a guerreggiare con pietre e clave per sopravvivere.

    Per ciò che riguarda il lessico bellico sparso tra Tv e internet, non mi appassiona il nuovo trend, fa parte del dramma in cui tutte le guerre ne sono intrise, toccherebbe vivere sotto i bombardamenti anzichè nei salotti o studi televisivi che siano,l’unica sorpresa e personale perplessità, è come sia possibile di ritrovarsi nell’incubo vissuto massicciamente nel secolo scorso,o in modo sparso nei secoli passati, come se si sdoganasse un risiko senza dadi.

    Se questo è il nostro destino, ho idea che il genere umano non se lo scrollerà mai più,la storia non insegna proprio nulla.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 23 marzo 2022 alle 13:50

  3. Confessa che “Ucraini volete le armi? fate i tabaccai”

    di Crozza/Salvini è tua

    da Dedalus   - sabato, 26 marzo 2022 alle 18:23

  4. Il lavoro del collettivo è collettivo :)))

    da Alessandro   - sabato, 26 marzo 2022 alle 18:24

  5. Hai in programma qualche presentazione del nuovo libro a Roma?

    da Dedalus   - domenica, 27 marzo 2022 alle 16:04

  6. Sotto il teatro sono morte 300 persone. E’ confermato.

    da Franco   - lunedì, 28 marzo 2022 alle 12:32

  7. Esatto. Motivo nei più per non credere alle rispettive propagande e giocare coi morti come se fossero numeri da esibire in un dibattito. La cosa terribile è: 300 morti innocenti.

    da Alessandro   - lunedì, 28 marzo 2022 alle 12:41

  8. Il lavoro delle rispettive propagande è noto e abbastanza decrittabile – gli ultimi due commenti lo testimoniano ;

    Stupefacente invece come la disinvolta stampa italiana abbia sdoganato quasi subito l’ipotesi nucleare come “possibilità”.

    Non gli sembra neanche strano.

    da Dedalus   - lunedì, 28 marzo 2022 alle 17:44

  9. Perdoni la domanda caro Robecchi: anche il suo commento e’ parte del lessico nazionale bellico?

    da egidio   - martedì, 29 marzo 2022 alle 17:44

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