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Due o tre cose (e qualche foto) su Monterossi, la serie. E la gioia di lavorare in un collettivo

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IMIoRoanFabriCome forse avrete sentito (ehm…), lunedì 17 esce su PrimeVideo Monterossi, la serie. Sono sei puntate da 45 minuti l’una, tre da un libro (Questa non è una canzone d’amore, Sellerio, 2014) e tre da un altro libro (Di rabbia e di vento, Sellerio 2016). La produzione è Palomar, la regia è di Roan Johnson, il protagonista, il “mio” Carlo Monterossi, è Fabrizio Bentivoglio (e quindi ora è anche il “suo”

monterossi locandonaCarlo Monterossi).
Non la farò lunga, essendo un filino di parte, ma il risultato, a noi pochissimi che l’abbiamo visto, è piaciuto molto. Ora tocca a voi, se lo vedrete. Qui, intanto, a due giorni dalla messa in onda, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno lavorato alla serie. Di molti (e mi spiace) non so nemmeno i nomi.

Sono quelli che in un film fanno quei lavori che non sapete nemmeno che esistono, quelli delle macchine, dei suoni, quelli che sul set danno “tecnicamente” forma a una storia, che truccano, che arredano, che scelgono le location, che scelgono il cast. Grazie a tutti loro, non è mica una cosa facile fare una cosa del genere. In più, quando giravamo (cioè, quando giravano, perché io quando andavo sul set sembravo “Scovate l’intruso”) non si lavorava da un po’, sembrava tutto fermo, e la serie ha rimesse in moto certe cose, questo è un altro motivo di gioia.

 

 

Qui il trailer lungo (90 secondi)

Poi, ovvio, vorrei dire qualche cosa sui compagni di viaggio, che sono molto più che compagni di viaggio. Intanto Fabrizio Bentivoglio. Lui e il gioco di specchi che si è creato:8ed25f72-b2c6-4d9d-a6b5-24930c81f96d io, lui, Monterossi, come un ritrovarsi tra amici. E poi Fabrizio è un grande attore. Questo lo sapevo, ovvio, dai tempi di Marrakech Express e Turné (io l’ho amato tantissimo anche ne Il capitale umano…), ma vederlo lavorare, vederlo diventare un altro restando se stesso, beh, davvero una lezione.
Poi Roan Johnson, con la sua tranquillità zen (sul set) che mette tranquilli tutti, ma sempre deciso, sa cosa vuole e come lo vuole e per me che ho scritto la storia, capire che la macchina messa in un punto o in un altro può cambiare tutto è stato strabiliante. Federico Annichiarico ha diretto la fotografia, cioè la luce, cioè… insomma, molto delle atmosfere, delle situazioni, sono merito suo. Il produttore Carlo Degli Esposti (qui accanto con me e Carla Signoris) che ha fatto, con una tigna e una volontà incredibili, un lavoro pazzesco.
E2yxWqHX0AQeUsgSul cast che posso dire? I “giovani” che accompagnano il Monterossi nelle sue avventure sono perfetti: Nadia (Martina Sammanco) gioca alla perfezione la sua carta di “precaria della conoscenza”, sa fare cose che noi umani… e il suo gioco di ironie e prese per il culo del “boomer” Carlo è perfetto, ed è quello che può fare solo una vera amica. Oscar Falcone (Luca Nucera) è sfuggente e misterioso, è lui il vero detective.

Poi i miei due sbirri. Diego Ribon (Tarcisio Ghezzi) e Tommaso Ragno (Carella) sono loro, ma proprio sputati, incollati come sulla pagina, non avrei potuto immaginarli che così. Una brava persona, che sa meditare, che pensa, che capisce, Ghezzi, e un irruente fumantino, Carella, uno che prende le cose sul personale. In tutti, il senso di giustizia domina e comanda. “La giustizia non esiste, Monterossi”… Carla Signoris è Flora De Pisis, e chi se no? (ma vale anche l’inverso: Flora De Pisis è Carla Signoris, e chi se no?), strabiliante.

Maria Paiato, che i più fortunati hanno visto in teatro è l’agente di Carlo, Katia Sironi. Donatella Finocchiaro – che non ha bisogno di presentazioni – è Lucia, quella che nella “Canzone” si nomina solo chiamandola “Lei”, l’amore finito di Monterossi, che ancora ci pensa (e come ci pensa!). Altre ragazze di grande bravura: Marina Occhionero è l’agente Sannucci, ha con Ghezzi un gioco di complicità allieva/maestro sempre ironico. Silvia Briozzo è Caterina (Katrina, nei libri), la Mary Poppins di Carlo. Beatrice Schiros è Gregori, il capo di Ghezzi e Carella. E Mariangela Granelli è la signora Rosa.

Gli zingari (oh, i miei zingari!) sono Gianni D’Addario e Ilir Jacellari, mentre i miei due killer (oh, i miei killer!) sono Gabriele Falsetta e Maurizio Lombardi. Poi ci sono Miriam Previati (Anna) e Roxana Doran (Sarena), Bedlù Cerchiai (Meseret)… Michele Bravi fa… Michele Bravi…
Poi c’è Bob Dylan. Intendo che le canzoni sono le sue, che le canta lui, che ci sono scene in cui parte e… ma quand’è che avete sentito Dylan in una serie? Ci voleva il Monterossi, diciamo… Insomma, la pianto qui. Metto qui sotto qualche foto di scena. Il tutto accade a partire da lunedì prossimo. Insomma. Ecco. Fate sapere…

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35 commenti »

35 Commenti a “Due o tre cose (e qualche foto) su Monterossi, la serie. E la gioia di lavorare in un collettivo”

  1. Ho l’opportunità di vedere su quella piattaforma,sarà un piacere!

    da Ivo Serentha   - sabato, 15 gennaio 2022 alle 18:14

  2. Nonostante le tue rassicurazioni, sono molto preoccupato. Però davvero pagate i diritti per avere Dylan in originale? È la mia ancora di salvezza, per ora! A lunedì!

    da Enrico Formica   - sabato, 15 gennaio 2022 alle 20:03

  3. Io non devo rassicurare nessuno. Ha mai sentito Dylan in una fiction?

    da Alessandro   - sabato, 15 gennaio 2022 alle 20:08

  4. Innanzi a tutto complimenti, credo che arrivare a vedere i propri personaggi e le proprie opere rappresentate a teatro o sullo schermo sia una gioia che per quanto ci si sforzi non si riesca a capire fino in fondo, io credo che sarà un successo. sono tra quei fortunati che ha visto dal vivo a teatro Maria Paiato, una grande attrice che come tante e tanti non è conosciuta dal vasto pubblico, penso che Dylan sia un grosso valore aggiunto, un premio Nobel che canta ad accompagnare un racconto che hai scritto tu e che alcuni tra i migliori attori italiani stanno interpretando….per me si tratta di un AVVENIMENTO fuori dall’ordinario, adesso li chiamano eventi…invito tutti a guardarlo. grazie Alessandro.

    da Giampiero Croce   - domenica, 16 gennaio 2022 alle 09:09

  5. Ma..e il negozio di provincia dove Monterossi si approvvigiona di vinili? Lo scopriremo? Anche se sappiamo già quale sia

    da Marco Santini   - domenica, 16 gennaio 2022 alle 09:26

  6. I miei zingari, oh i miei zingari…
    Ho l’onore ad essere uno di loro… erano stranamente i miei personaggi minori preferiti nel libro “Non è una canzone d’amore” (che avevo divorato in 4 giorni) e mi trovo ad interpretare Clinton…
    Grazie a tutti e buona visione
    Ilir

    da Ilir Jacellari   - domenica, 16 gennaio 2022 alle 09:54

  7. Credo ci sia voluto del talento enorme per devastare la bellezza dei libri da cui e’ tratta questa serie, e rendere ridicoli e al limite del patetico personaggi come il Ghezzi,Carella etc etc.Poteva essere la serie del decennio,talmente sono belli i libri,e invece e’ la cosa piu’ brutta vista negli ultimi tempi.

    da corrado   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 08:38

  8. Ahahahah! Ci vuole un bel coraggio per dire una cosa simile. E lo dico da autore dei libri: non avrei potuta immaginarla migliore

    da Alessandro   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 10:15

  9. Mah,ai tempi di Piovono Pietre,avresti dedicato 10 puntate a prendere in giro gli autori di questo scempio.Ma erano altri tempi,ora tutti dobbiamo pagare le bollette.

    da corrado   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 10:38

  10. Guardi, io pago le bollette molto bene anche senza. Comunque non è obbligatorio piacere a tutti, e se non si piace a certa gente è pure meglio. Spero comunque che anche lei paghi le bollette con il suo onesto reddito, e siamo tutti contenti :)))

    da Alessandro   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 11:28

  11. Buongiorno, mi dispiace Robecchi immaginavo il tutto molto diverso e la serie (per quanto visto) non mi piace.
    Aspetto il prossimo libro.

    da Alessandro   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 13:36

  12. Che le devo dire, pazienza. A me piace molto. Il prossimo libro a fine marzo

    da Alessandro   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 15:18

  13. Piuttosto difficile giudicare la resa di un testo che passa da un formato a un altro. Come lettori ci accade di trasformarci in registi di noi stessi, giriamo il “nostro film” con volti, ambienti, trame e battute che quasi certamente non corrisponderanno a quelli che vedremo sullo schermo.
    Dato per scontato che le critiche sono legittime, penso sia meglio cercare di leggere il nuovo testo nella sua autonomia creativa, con tutti i pregi e difetti.
    Detto questo, ottimo Bentivoglio (un vero alter-ego di Robecchi/Monterossi), bella la Milano disegnata dal regista, efficaci i due Sinti, esilaranti i due killer a pagamento; forse manca un poco di ritmo e di “cattiveria” nell’affrontare con maggiore decisione i temi sociali.

    da roberto   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 15:56

  14. Oh, ecco. Giusto. Un film non è una fotocopia, è la traduzione in un altro linguaggio, con l’intelligenza di altri autori, sono s’accordo. Poi ognuno ha in testa il suo film, verissimo. Quanto ai temi sociali non so, mi sembra che rispecchino bene quel che c’è nei libri (non so quanti campi rom si siano visti in una fiction italiana, credo pochi. Di zingari che ammazzano nazisti credo nemmeno uno). Grazie

    da Alessandro   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 16:04

  15. La fiction rispetto al libro, come al cinema, sono un estratto, una compressione dall’originale, se il lavoro viene fatto bene, ovvero i personaggi e la storia non vengono stravolti, in aggiunta alle interpretazioni, la rappresentazione risulta piacevole come ho potuto vedere nelle prime tre puntate ed essendo a metà delle rimanenti.
    Meglio la lettura ovviamente, ma con quel che passano i vari network streaming, specie quasi tutte le fiction statunitensi, Monterossi a me pare un paio di gradini sopra il livello.
    Se ci fosse ancora un seguito lo riterrei positivo.

    da Ivo Serentha   - martedì, 18 gennaio 2022 alle 17:38

  16. io sono rimasta all’inizio spiazzata e poi piacevolmente sorpresa che la casa del monterossi non assomigliasse a quella dei ferragnez:). la serie calza perfettamente all’autore, mi è piaciuta moltissimo. consiglio prendersi il giusto tempo per guardarsi 3 episodi alla volta.

    da micaela   - mercoledì, 19 gennaio 2022 alle 11:16

  17. Quando ho saputo di Bentivoglio-Monterossi ho storto il naso: lui è meraviglioso, ma Monterossi è più giovane.. io ci vedevo un Mastandrea milanese.
    Poi ho visto le prime tre puntate, e Fabrizio mi ha convinta in meno di 5 minuti.
    I “giovani” bravissimi. Carla Signoria immensa.
    Dimmi che la serie continuerà per tutti i volumi.. ❤️

    da Alessia   - mercoledì, 19 gennaio 2022 alle 11:41

  18. Per storia personale, so benissimo quanto lavoro c’è dietro, anche riguardo ai più piccoli dettagli, una serie davvero bella e bene fatta.
    I libri per me sono sempre meglio e questo resta, ma la serie è davvero gradevolissima, bravi tutti.
    Veniamo ai personaggi, gli unici 3 che ritrovo sono: Flora, Carlo, e Ghezzi, questo dipende proprio dal fatto che ognuno leggendo, vede il personaggio fisicamente a modo suo ovviamente.
    Una puntualizzazione sul Monterossi, è sicuramente più giovane nei libri ma, la immensa bravura di Fabrizio Bentivoglio sopperisce a questa cosa in modo eccellente, un Monterossi perfetto. Direi Alessandro, che ha tutte le regioni per esser felice.

    da Laura Bigatti   - mercoledì, 19 gennaio 2022 alle 18:05

  19. Buonasera, da lettore attento ho notato alcune discrepanze rispetto al romanzo ma non mi permetto di avanzare pretese, se va bene a Robecchi, va bene a tutti. La trama del libro è comunque rispettata…

    da Silvio Vidale   - mercoledì, 19 gennaio 2022 alle 19:36

  20. Ho adorato e divorato tutti i libri. La serie non mi piace affatto, è recitata malissimo, salvo solo Bentivoglio e la commissaria Gregori.
    Comunque Robecchi se sei contento tu.
    L’hai fatto per il pubblico o per chi?

    da Orsola   - mercoledì, 19 gennaio 2022 alle 22:16

  21. È banale pensare che una trasposizione cinematografica da un libro sia coerente con quella che ognuno di noi si fa. Ma dopo qualche minuto di visione….mi ci sono ritrovata. Quando da prima ho saputo che il Monterossi sarebbe stato Fabrizio Bentivoglio non ho avuto dubbi… anche se più spiegazzato dal mio delle pagine. Credo che l’atmosfera sia quella giusta. Non mi aspettavo una Katrina così “autoctona”.

    da Maria Teresa Bonacina   - mercoledì, 19 gennaio 2022 alle 23:21

  22. Ho amato molto il libro (casualmente letto solo un mese fa). I personaggi femminili, a mio avviso, sono in genere resi meglio di quelli maschili – a partire da Nadia e da Flora De Pisis (la Signoris è una certezza). Chi non mi ha convinto fino in fondo, temo sia proprio Bentivoglio, un po’ troppo caratterizzato. Milano, nel complesso, è forse un po’ penalizzata – a parte la scena dell’incontro tra Carlo e Ghezzi sul ponte del Naviglio, davanti a San Cristoforo. Nel complesso, comunque, ho apprezzato non vedo l’ora di vedere le tre puntate che non ho ancora visto. :)

    da Sonia   - giovedì, 20 gennaio 2022 alle 00:57

  23. Cara Orsola, non capisco la domanda. Perché si scrive un libro? Perché si scrive e si gira un film? Per il pubblico o per chi? Per noi stessi? Per dire delle cose? Sento un non detto nella sua domanda. Io sono molto contento, perché so che un film non dev’essere la fotocopia di un romanzo, ma catturarne il modo, l’atmosfera e quello che si voleva dire. Su attori e recitazione, ovviamente non sono d’accordo, ci sono attori fuoriclasse che recitano in teatro da decenni. Comunque, ovvio, ogni opinione è valida

    da Alessandro   - giovedì, 20 gennaio 2022 alle 09:29

  24. Caro Alessandro, non ho Netflix e neanche Amazon prime, ho però una curiosità, c’è la possibilità che escano i DVD, non domani, magari tra un paio di mesi, della serie? Potrei elemosinare da amici un invito per vedere le puntate, ma ho qualche resistenza “morale”.

    da MARCO PIERMARIA FERRARI   - giovedì, 20 gennaio 2022 alle 19:20

  25. Caro Marco, non lo so, è possibile. È possibile anche che esca in chiaro tra in po’ su qualche rete. Però, te lo dico francamente, in questo caso non mi farei remore morali: Netflix, Prime, Disney ecc sono piattaforme mondiali non diverse (per statura etica, diciamo) da quel che erano MGM o Universal o Twenty Century trent’anni fa (e ti garantisco che lasciamo agli artisti una libertà d’espressione maggiore di tante reti che… vabbè). Non credo che non andare a casa di un amico a vedere una serie sia in modo efficace per combattere i padroni del vapore. E io resterò sempre contrario allo sfruttamento dei lavoratori e all’algoritmo, in fondo la serie e i libri dicono anche questo. Prime, poi, trasmette, ma la produzione è Palomar… la questione dei diritti è abbastanza complicata

    da Alessandro   - giovedì, 20 gennaio 2022 alle 22:49

  26. I due killer di ‘Non è una canzone d’amore ‘ sono simpaticamente Pulp fiction.

    da Gianni Calabretta   - sabato, 22 gennaio 2022 alle 18:10

  27. Finito adesso di vedere le sei puntate. Fantastiche!!! Trovo molta aderenza con i libri e la mia immaginazione. Peccato solo Katia (non pachidermica) e Caterina (non straniera), anche se le due della serie hanno un perché. Sono previste altre uscite? E, se si può sapere, perché non è stato messo in scena “Dove sei stanotte”? Grazie

    da Giacomo   - sabato, 22 gennaio 2022 alle 23:19

  28. Buonasera, sono riuscito a vedere tutta la serie ed a questo punto, visto che nessuno ha posto domande specifiche, vorrei chiedere alcune cose :come mai Gregori e Sannucci sono riproposti come femmine? perché Katrina è stata milanesizzata? perché Katia Sironi è stata rimpicciolita? perché Nadia è di colore? perché è stata introdotta la figura di questo amore che era andata a Londra e della quale nel primo romanzo non si parla poi così tanto? capisco vedere le cose con un’altra intelligenza come dice Robecchi in una risposta, ma dopo aver conosciuto Maria ed aspettato il suo ritorno, mi sembra di non capirci niente, che in generale la storia sia stata stravolta…. cordiali saluti

    da Silvio Vidale   - domenica, 23 gennaio 2022 alle 21:26

  29. P. S. anche Oscar Falcone mi sembrava fosse più investigatore free lance che dipendente della TV di Monterossi

    da Silvio Vidale   - domenica, 23 gennaio 2022 alle 21:44

  30. Caro Silvio, le rispondo senza problemi. Il capo di Ghezzi e Carella (Gregori) è una donna, così come l’agente Sannucci, sì, perché no? Non esiste nessuno stravolgimento dello spirito del libro o delle storie in questo, oltre al fatto che si tratta di due straordinarie attrici (Beatrice Schiros e Marina Occhionero). Sarebbero stati tutti maschi e in fase di riscrittura (sì, un film non è la fotocopia di un libro, è una riscrittura che deve rispettarne lo spirito e le intenzioni) ci è sembrato giusto così. Gregori è burbera tanto quanto Gregori, e il rapporto di complicità tra Sannucci e Ghezzi funziona alla perfezione (forse addirittura più che nei romanzi). Katrina è più bergamasca che milanese, Silvia Briozzo è un’attrice molto brava, e la domestica moldava, che nei libri si può tratteggiare con grande precisione, rischiava di diventare caricaturale in una serie in cui tutte quelle sfumature non hanno posto. Non mi sembra grave: nei libri non è certo la provenienza etnica a a fare il personaggio, ma il suo accudimento/sorveglianza morale per “signor Carlo”, oltre alla passione per la madonna di Medjugorje, che anche nel bergamasco non scherza. Nadia – che è la bravissima Martina Sammarco – rappresenta perfettamente quel che è nel libro, una precaria molto brava che Carlo aiuta offrendole un lavoro (di merda) e una vera amicizia e complicità. Che sia nera mi sembra sinceramente irrilevante, ma anzi, una cosa che mi fa molto piacere è che Martina faccia finalmente un ruolo di quello che è, cioè una ragazza italiana come lei e me (so che lei è molto contenta di questo, cioè di non essere straniera/immigrata, ma una come tante). Del resto si tratta di un prodotto internazionale, non esiste serie inglese, francese, o europea in generale in cui sono tutti etnicamente omogenei, lo considero un passo avanti per la fiction italiana. Il suo Katia Sironi è stata rimpicciolita la prendo come una battuta (spero che lo sia). Gli attori non si comprano a peso, sa? Simenon scrisse un Maigret magro, Montalbano in Camilleri era alto e con molti capelli… Philip Marlowe (con l’immenso Chandler che scriveva le sceneggiature) è stato sia Robert Mitchum che Humprey Bogart (e pure Eliott Gould), cioè tipo fisici diversissimi tra loro. Se ha qualche amico che si intende di teatro, gli chieda di Maria Paiato (Katia Sironi) e le dirà che stiamo parlando fi una delle più grandi attrici italiane). Il primo dialogo della serie è wuello di Katia che dice a Carlo “Sei una trsta di cazzo”, e c’è più Kayia Sironi lì dentro che in dieci chili in più o in meno. Lucia (che nel libro si chiama “Lei”), oltre ad essere un’altra bravissima attrice come Donatella Finocchiaro, dà un volto agli eterni rimpianti di Carlo e introduce una linea narrativa “orizzontale” che in una serie con più episodi è necessaria per “legare” storie diverse (cosa di cui in in romanzo non c’è bisogno), e mi sembra che aggiunga senso, non che lo tolga, perfettamente funzionale al blues del Monterossi. Quanto a Oscar Falcone, trovo che Luca Nucera abbia centrato perfettamente il personaggio, sfuggente e misterioso, e non è vero che è un dipendente della tv, tanto che Carlo stesso dice “ogni tanto fa qualche indagine per noi”… Spero di aver risposto. Ma se mi sono dilungato, caro Silvio, è per spiegarle che il lavoro su un film di quasi cinque ore è diverso dal lavoro su un libro di 400 pagine. Ogni cambiamento è stato a lungo discusso, e in fase di sceneggiatura (che è una scrittura molto diversa da quella di un romanzo) abbiamo scelto quelli che aiutavano la storia, che funzionavano meglio nella creazione di atmosfere e situazioni il più possibili simili a quelle dei libri. Paradossalmente sono “tradimenti” che permettono di tradire il meno possibile, e in alcuni casi di aumentare effetti emotivi e di senso (penso a Lucia che amplifica il blues di Carlo, o del rapporto Ghezzi/Sannucci). I miei libri sono molto apprezzati in Francia, dove si dice “merde” e non “cazzo”. Non è un tradimento, lo sarebbe se dicessero “parbleu!”. Se scriveremo nuovi episodi ci saranno altri “tradimenti” e saranno sempre funzionali a quel che io volevo dire nei libri. Che Milano non è la Milano solita, che la sbirritudine si può declinare in molti modi, che la giustizia non è (solo) quella dei tribunali, che un vincente come Carlo può amare i perdenti eccetera eccetera. Questo è rispettare un’opera letteraria, e non il colore dei divani o i chili di Katia. Avendo partecipato (insieme a Roan Johnson e Davide Lantieri) alla sceneggiatura, posso garantire che non c’è stato nessun “tradimento”, ma anzi un’adesione totale allo spirito dei romanzi, che sono, restano, e devono restare un’altra cosa, un’altra lingua, un altro modo di raccontare selle storie che dicano qualcosa sulle nostre vite.

    da Alessandro   - domenica, 23 gennaio 2022 alle 22:20

  31. Ok, grazie, risposta esauriente e coerente, tra l’altro non avevo detto che non mi era piaciuta la serie televisiva… mi è servita per ampliare i miei orizzonti ed ora non mi resta che aspettare il nuovo libro e le nuove serie televisive… cordialmente

    da Silvio Vidale   - lunedì, 24 gennaio 2022 alle 10:17

  32. Buongiorno a tutti. Anch’io come Roberto, dopo aver letto tutti i libri, sono rimasto un po’ spiazzato da Monterossi /Bentivoglio. D’altronde all’inizio succede sempre quando si passa dalla immaginazione ad una “imposizione” visiva. In realtà questi due episodi (che devo riconoscere mi sono molto piaciuti) pur rispettando nelle lnee generali la trama dei libri da cui sono tratti, mi hanno dato la piacevolezza di vedere quasi due storie “nuove” (anche perchè ho una pessima memoria e quindi molte vicende del libro le avevo dimenticate).
    Bene così e mi auguro di vedere presto altri episodi e, ovviamente di leggere nuove storie del nostro eroe..

    da stefano   - martedì, 1 febbraio 2022 alle 13:38

  33. Prodotto di rara bruttezza.
    Fa sganasciare dalle risate per quanto sia fatto male. Alla prima puntata, dopo il dialogo del finto ragazzo Rom (macchina grande, scritta su braccio) sono andato a mettere in ordine le bollette, è più avvincente.

    da Michele   - domenica, 13 febbraio 2022 alle 22:48

  34. Buona sera io cerco sempre di avere una visione senza pregiudizi delle serie tv o film tratti da libri che amo. Alcune volte sono stato deluso altre soddisfatto. E’ questo il caso. Monterossi/Bentivoglio, Schiavone/Giallini e Lojacono/Gassamn sono tre abbinamenti magnifici per tre serie di grande qualità tratte da libri di grande spessore.
    Consiglio di vedere le tre puntate dedicate alla storia di seguito. L’effetto è assicurato.

    da Massimiliano   - martedì, 15 febbraio 2022 alle 17:50

  35. Davvero bellissimo!
    Sono cresciuta a pane e gialli ,la più grande passione trasmessami in famiglia, e vi ringrazio per avermi regalato emozioni ricche di eleganza, humor, veridicità, cultura e tanto tanto mistero.. ho amato ogni singolo dettaglio.
    Per chi si destabilizza quando non ritrova esattamente rigo per rigo riportato sullo schermo vorrei dire che
    mi è capitato spesso di trovare dettagli differenti nelle trasposizioni cinematografiche e lo trovo normalissimo soprattutto quando il cambiamento, come in questo caso, “Arricchisce ”

    Resto dunque in trepida attesa delle nuove fantastiche avventure della “Banda Monterossi”.

    Continuate così!
    Cordialità :)

    da ELISA   - lunedì, 18 aprile 2022 alle 19:50

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