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Luca Morisi e la sindrome del vescovo beccato nel bordello

PIOVONOPIETRESe non si parla di politica, ma di Comédie Humaine, ci vorrebbe Balzac, per dire del caso Morisi e della Lega salviniana tutta. Una galleria di personaggi che avrebbe fatto la fortuna di un buon romanziere ottocentesco: il Rasputin dei social media, il costruttore in affari coi russi, la cascina nelle nebbie nata come enclave vip e “ora ci abitano un po’ tutti”, il capo che abbraccia e perdona, i ragazzi rumeni che se la cantano manco li avesse interrogati Philip Marlowe. E poi i commercialisti furbetti, i milioni spariti, la faccia truce del potere, un feuilleton in piena regola. Mi sembra che questo elemento, sovrastato dal clamore politico, sia passato un po’ in ombra, peccato. Anche perché, la figura di quello che predica in un modo e viene sorpreso a fare l’opposto – diciamo così, la sindrome del vescovo beccato nel bordello – ha un fascino eterno, inscalfibile. Da lì passa la lama che divide l’umorismo dalla satira, è lì che un incidente disvela il reale. E’ più di una faccenda politica, è un tratto letterario, è una caduta della maschera così clamorosa da diventare proverbiale, e quindi ci vorrebbero un Balzac, uno Zola, a dire la loro.

Oltretutto, mai personaggio potrebbe essere così trasparente: Morisi lo possiamo leggere parola per parola scarrellando all’indietro i social di Salvini per cinque lunghi anni, è come se un personaggio si presentasse sulla scena con il curriculum in mano, che passa dalle “risorse boldriniane” alla gastronomia popolare, dall’attacco sistematico ai più deboli, ai selfie con la figlia, al “non si usano i figli per la politica” al “no alla droga” anche (anzi, soprattutto) quando si parla di due canne. Tutto il repertorio, insomma, nero su bianco e con le fotine. Lo Zeigest morisian-salviniano è sempre stato chiaro, lampante. Il problema è che è invecchiato, non serve più. Che al momento l’ordine di scuderia è un altro: fare i responsabili incravattati al Mise, e procedere con la linea Draghi, nascondere un po’ di arditi sotto il tappeto, e sorridere alle telecamere, possibilmente senza salami in mano.

La narrazione di Salvini, tutta all’attacco, sprezzante, intimamente fascista, con il forte che picchia i deboli, aveva un’eco sistematica e costante, rimbalzava sui media ufficiali, faceva notizia, quindi suggerirei anche meno lacrime e sentimenti di facile umanità, perché Morisi non parlava solo sui social di Salvini, ma al paese intero, con tivù e giornali alla ricerca dell’ultima trovata che facesse titolo. Complice anche – segno dei tempi – una certa fascinazione tecnica, per cui di un propagandista che inquina i pozzi, avvelena le acque, sposta a destra il sentiment di un paese intero si può dire: “Però è bravo”. I numeri confermano: la Lega stava al 4 e quando è comparso lui è arrivata al 34. E anche gli avversari lo dicono come se fosse un merito e non una iattura, con un po’ di ammirazione che sottintende: avercene di Morisi!, con ciò confermando indirettamente l’attuale situazione etica della politica italiana.

Per portarsi avanti col lavoro, comunque, urge sapere se con Morisi finisce anche il morinismo, cosa non molto probabile, il Parlamento è sistematicamente sorpassato dai voti di fiducia, la barra è dritta, il sentiero tracciato, non resta, come prova di esistenza in vita per leader e capipopolo, che litigare sui social, inventare nuove formule e slogan. Ecco, un consiglio: nel caso si lanciasse una crociata contro i frutti tropicali, meglio evitare si farsi beccare in una cesta di ananassi

6 commenti »

6 Commenti a “Luca Morisi e la sindrome del vescovo beccato nel bordello”

  1. “di un propagandista che inquina i pozzi, avvelena le acque, sposta a destra il sentiment di un paese intero si può dire: “Però è bravo”. I numeri confermano: la Lega stava al 4 e quando è comparso lui è arrivata al 34. E anche gli avversari lo dicono come se fosse un merito e non una iattura, con un po’ di ammirazione che sottintende: avercene di Morisi!, con ciò confermando indirettamente l’attuale situazione etica”. Incredibile! in questa parte è sostanzialmente racchiuso il mio status d’ieri su fb.

    da Michele   - mercoledì, 29 settembre 2021 alle 08:07

  2. Che dire, si moltiplicano i consensi arrivando al 30% e più trattando nella modalità intestinale, tra citofono con telecamera incorporata, trattando la sorella di Cucchi come una che cerca fama sulla pelle del fratello, da perfetto sciacallo scagionando la medesima dalla querela di mojito.
    Nel difendere chi spara alle spalle dei ladri, nell’accusare chi salva disperati dal mare, nel gettare in carcere e buttare la chiave per chi spaccia pure se fossero tossico dipendenti, bene se tutto ciò porta consenso stellare e invidia politica per tanto successo, mi chiedo? In quale Paese stiamo vivendo se un’aberrazione del genere porta tanto successo.
    Il tutto cavalcato dai media con gusto, chiunque l’ha potuto appurare.
    Che il genio principale autore di tutto ciò cada da solo, inchiodato alle sue responsabilità, contraddicendosi a ciò che ha pubblicato in tanti anni, fa comprendere quanto siano ridicoli, lo spin doctor, chi si serviva dei suoi servizi e dell’elettorato!

    La giustizia farà il suo corso, ma che questi siano piccoli, piccoli, ad essere gentili si era capito da parecchio tempo, purtroppo sono tempi che tutto fa spettacolo, anche le cloache…

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 29 settembre 2021 alle 13:19

  3. Purtroppo il fondo di questa vicenda, non si sa bene se più squallida o banale, comunque rigorosamente privata se non fosse balzata all’onore delle cronache per la (inquietante) fama pubblica di uno dei protagonisti, non verrà toccato tanto presto… Sarà quando la verità dei fatti sarà definitivamente fagocitata dalla verità processuale.

    Perchè mentre la prima è detenuta unicamente, esclusivamente dalle tre persone che hanno condiviso un paio di giorni (e notti) d’estate in uno (splendido) casale sprofondato nella campagna di un placido paesino del veronese: due ragazzi rumeni e il dott morisi, nella seconda si tufferanno come girini nello stagno decine, centinaia di comparse e qualche protagonista.

    Giornalisti, avvocati, testimoni indiretti, compaesani, famigliari, ex mogli, attuali compagne/i, colleghi di partito, forze dell’ordine, magistrati inquirenti e giudicanti (e ne scorderò sicuramente molti), moltiplicati da vari gradi di giudizio …

    E dire che, nella sua semplicità, se questa storia fosse rimasta anonima, sarebbe stata uguale alle migliaia che si consumano con dinamiche simili (per carità, con una notevole serie di variabili soggettive ma, stringi stringi …), cominciata, vissuta e chiusa nell’arco di una notte, tutte le notti che il Signore manda in terra: un notabile più o meno potente, con discrete possibilità finanziarie, che ha voglia di trascorrere una serata piccante, trasgressiva a base di sesso e droga … Tutto qui.

    E invece …

    da degiom   - giovedì, 30 settembre 2021 alle 10:01

  4. Come ho già detto, non c’è niente da prosciogliere e scagionare. Io non parlo di condanne o magistratura, il reato di detenzione di stupefacenti per me non dovrebbe nemmeno esistere. Il ribrezzo per chi bastona da anni alcuni comportamenti e poi fa le stesse cose non p cosa da tribunali. Tutto qui. Si rilassino i garantisti, non invoco nessuna pena, tranne quella del disprezzo collettivo

    da Alessandro   - giovedì, 30 settembre 2021 alle 14:16

  5. … E naturalmente la penso allo stesso modo, Alessandro.

    Le colpe del creatore della bestia sono di ordine politico nella più squisita accezione di legge del contrappasso, visto cosa toccava (sia virtualmente che fisicamente purtroppo) a chiunque cadesse nel suo tritacarne social, che conta milioni di followers (e, a spanne, migliaia di violenti esaltati idolatri) …

    Diciamo però che il morisi da sniffatore compulsivo mentre copula con due escort strapagati (ribadisco: cazzi suoi, in tutti i sensi) mi diventi da sentenza il fragile, ipersensibile tapino ricattato da due bastardi rumeni …

    da degiom   - venerdì, 1 ottobre 2021 alle 14:55

  6. Perfetto!, Alessandro.

    In queste ore sembra che i fasci che farciscono Lega e FdI siano davvero fascisti.

    Peccato che i giornali mainstream (e con una lunga storia, alle spalle) fino ad ora erano impegnati a rifare il trucco ai leader dei partiti di sopra.
    Minimizzare, negare l’evidente. Non fare i conti col passato…
    La Costituzione è antifascista.

    Un piccolo elenco dei guai giudiziari che affliggono il campo della destra esagitata sarebbe utile.

    da Osso-NBC   - venerdì, 1 ottobre 2021 alle 17:47

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