Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
22
set 21

Italia alla rovescia. Il “Sussidistan” va bene solo se ingrassa le imprese

PIOVONOPIETREA giudicare da titoli e titoloni che i giornali hanno dedicato ieri e l’altro ieri alla vittoria in tribunale dei lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio, sembrerebbe di vivere nel paese dei Soviet. Di colpo, tutti accanto ai lavoratori licenziati, anche se il giorno prima, quando quelli (e altri) erano scesi in piazza sotto lo striscione “Insorgiamo”, avevamo letto al più qualche trafiletto, piccole fotonotizie, spigolature non più lunghe delle noterelle acchiappa-click tipo il cane che conta fino a sei e la gara di velocità per lumache. Insomma, alla buon’ora: una òla per il tribunale che dà ragione ai lavoratori (bene, benissimo), e quasi niente per le lotte degli stessi lavoratori, che minacciano un autunno caldo, e non si fa, signora mia.

Resta sul campo, la proposta di inventarsi qualcosa per rimediare all’incidente belluino delle grandi aziende che vengono qui, prendono soldi per insediarsi, incassano contributi pubblici, e poi decidono di andarsene dove i lavoratori costano meno, magari licenziando con un sms, le famose delocalizzazioni.

E qui – scusate la noia – scatta quello che potrebbe sembrare un dibattito culturale, il famoso “che fare”. Perché la proposta di penalizzare in qualche modo chi prende i soldi e scappa non piace per niente a Giorgetti (Lega), a Bonomi (Confindustria) e a Draghi (Draghi). Si era cominciato parlando di sanzioni abbastanza significative: una multa pari al due per cento del fatturato e la creazione di una black list, cioè niente contributi pubblici per qualche anno a chi ha fatto il furbo ed è finito nella lista. Apriti cielo. Da Confindustria hanno cominciato a metter mano ai fazzoletti, piangendo amare lacrime sulla “penalizzazione” delle aziende, e lo stesso ministro dello Sviluppo economico – descritto dalla stampa buontempona come il leghista che ci sta con la testa (la testa di Bonomi) – ha detto che così si scoraggia a investire in Italia. Cioè si scoraggia chi investe qui e scappa subito dopo, ma questo è un dettaglio. Insomma, la solita solfa, il chiagni e fotti che ben conosciamo.

Per fortuna ci sono le indiscrezioni dei giornali che ci illuminano su come la pensa Draghi (domani parlerà a Confindustria e forse sapremo), e cioè così: non bisogna punire i cattivi, ma premiare i buoni. Dunque, a quel che si è capito, limitare le sanzioni per chi scappa lasciando all’improvviso sul lastrico centinaia di famiglie, e dare invece incentivi a chi si comporta decentemente, cioè investe, assume, produce e guadagna. Risultato: un altro bonus per chi fa impresa, che prenderebbe così aiuti, incentivi, facilitazioni o sconti solo per il fatto di comportarsi come sarebbe giusto, normale e lecito.

Anche tendendo molto l’orecchio, a fronte di questa impostazione culturale (dare soldi a chi si comporta normalmente anziché toglierli ai manigoldi), non si colgono le grida dei liberisti, quelli contrari ai sussidi, allo Stato che mette il naso nell’economia privata, alla famigerata giungla normativa. Cioè: tutti contrari ai sussidi, a meno che i sussidi non arrivino alle imprese, nel qual caso niente da dire, anzi hurrà! Il famoso “Sussidistan” di cui parlò Bonomi riferendosi ai poveri aiutati dallo Stato, diventa di colpo una mano benedetta, un toccasana, qualcosa da applaudire con convinzione se invece va a premiare il famoso libero mercato, libero di allungare il cappello per il prossimo obolo – pardon, incentivo – che sarebbe tra l’altro l‘ultimo di una lunga, lunghissima serie per il capitalismo assistito d’Italia.

5 commenti »

5 Commenti a “Italia alla rovescia. Il “Sussidistan” va bene solo se ingrassa le imprese”

  1. Concordo parola per parola

    da marcella   - mercoledì, 22 settembre 2021 alle 09:10

  2. Non tutti i giornali sono uguali, peró. Il Manifesto da varie settimane segue con attenzione le vicende della GKN.

    da Federico   - mercoledì, 22 settembre 2021 alle 12:40

  3. Ma sì, certo. Si parlava dei grandi giornali, ovviamente (può controllare: due righe sulla manifestazione e pagine sulla sentenza)

    da Alessandro   - mercoledì, 22 settembre 2021 alle 13:49

  4. La patetica scusa che non tocca stangare le imprese, italiane o straniere, che se ne scappano col malloppo, inteso come agevolazioni e investimenti dati dallo Stato quindi da noi tutti per delocalizzare,solo er il motivo che non verrebbero più qui a investire, è un ricatto che nessun Paese dovrebbe subire.
    Anzi, i prenditori delinquenti essendo dei veri e propri ladri, li stangherei senza pietà con delle leggi che un Paese serio dovrebbe adottare.
    Anche chi è più di coccio ha compreso che questo governo del grande banchiere fa comodo a confindustria essendo di dx, nulla sul reddito di dignità dei lavoratori, liberi licenziamenti appena hanno potuto, attacco al reddito di cittadinanza, dulcis in fundo la prospettiva del grande rincaro luce e gas, senza intaccare le enormi ricchezze delle società che elargiscono questi servizi per poter calmierare l’esborso alle famiglie, come in Spagna stanno cercando di fare.

    Aggiungendo lo ius soli questo sconosciuto… e nel proteggere con la legge Zan chi subisce violenza, sono tutte questioni che alla dx danno fastidio e il grande mercante fa lo gnorri!

    Sulla schiforma della giustizia ho già scritto, ma è sempre meglio rammentarlo.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 22 settembre 2021 alle 14:20

  5. Queata è l’imprenditoria italiana e non lo dice Togliatti https://lm.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.ilfattoquotidiano.it%2F2020%2F09%2F04%2Fvisco-bankitalia-davanti-al-progresso-tecnologico-le-imprese-italiane-hanno-chiesto-costi-del-lavoro-piu-bassi-invece-che-investire%2F5920463%2F&h=AT0xw5vhB5xKu7cx5qIolcZJUTJTOemAZs3-LzAH_vCRyM0rThlNLp9w0f0AEa5cRf02XN6C8YIxSeDcA3Tn1h8WgUdzXwPN7jn6fIQjhjA5nPA-DOQisMzLHz245oxb6w

    da Marco   - giovedì, 23 settembre 2021 alle 08:03

Lascia un commento