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Tormentone estivo. Gli imprenditori si lamentano per l’assenza di lavapiatti

PIOVONOPIETREPiano piano, torna la normalità, il mondo si riaffaccia dalla nebbia fitta, torna un po’ di luce, e si ricomincia a pensare ad altro. E’ per questo che mi faccio vanto, modestamente, di anticiparvi un tema che resterà sul girarrosto delle notizie (e commenti, corsivi, analisi, espressioni scandalizzate, signora mia dove andremo a finire) per parecchie settimane, forse mesi. E cioè i lamenti, i lai, le accuse, le perorazioni e i sermoni degli imprenditori italiani che “non trovano dipendenti”.

E’ un classico dell’estate, come il calippo e le canzoni brutte, ma insomma preparatevi, perché verrete sommersi da storie tristi tipo il barista che cerca un garzone, ma quello niente, sta al mare a farsi le canne grazie al reddito di cittadinanza e col cazzo (monsieur!) che va a lavare le tazzine alle sei del mattino. Siccome eravamo abituati al fiorire di queste notizie in un nugolo di piccole storie tristi, bisogna anche dire che la trama è sempre la stessa, banale e prevedibile. Scena uno: l’imprenditore lamenta (sul giornale locale, o alla radio, o nel servizio tivù) che da settimane cerca un dipendente, ma non si presenta nessuno. Scena due: si scopre che l’annuncio era stato messo su Facebook, quindi girava in cerchie strettissime, oppure che si offrivano condizioni che l’Alabama dell’Ottocento sembra Hollywood, al confronto. Terzo atto della commedia, la tirata indignata su: a) i giovani che non hanno voglia di lavorare; b) gli danno settecento euro per stare sul divano (sottotesto: io gliene darei meno per farsi un culo a capanna); c) Ai miei tempi… (riempire a piacere).

Dov’è la novità, direte voi. Ecco. La novità è che a fare il coro greco sullo stagionale che non si trova, questa volta non è stato il barista Pinco o l’associazione albergatori di Qui o di Là, ma un presidente di Regione, per la precisione Vincenzo De Luca, che ha saltato i primi due atti della pièce ed è passato subito al terzo: i lavoratori stagionali mancano per colpa del Reddito di Cittadinanza, che tanti lutti e tante privazioni ha causato agli imprenditori italiani. Traduco: il reddito di cittadinanza impedisce di fare dumping sui salari, che è quel meccanismo per cui se un lavoro vale dieci cercherò di dartene otto, e se arriva uno più disperato di te a lui ne darò sei, finché mi arriva il disperato che magari ha figli, e allora a lui ne darò due (John Steimbeck, Furore, 1939).

Non è tutto qui, certo. La situazione di incertezza dovuta all’anno e mezzo da cui usciamo complica le cose. Infatti, c’è chi riesce ad aggrapparsi a welfare, ristori e sostegni, e li perderebbe volentieri per lavorare, ma che succede se tutto richiude all’improvviso? Finirebbe per perdere sia reddito che sostegni, e quindi si capisce la prudenza.

Aggiungerei un dettaglio che non è per niente un dettaglio: dal Piano nazionale di ripresa e resilienza eccetera eccetera è sparito – puff – ogni riferimento al salario minimo legale per i lavoratori. Ce lo chiede l’Europa (una direttiva Ue che la commissione Lavoro del Senato ha accolto e votato a metà marzo), ma nel piano che abbiamo spedito all’Europa non c’è. Era previsto ma non c’è. Chissà, forse adesso che cominciano i lavori stagionali sarebbe servito. Eppure, la narrazione non cambierà: tra chi offre poco per orari assurdi, chi si scorda di fare leggi che tutelino i lavoratori, e i poveri che “stanno sul divano” è più facile prendersela con questi ultimi, e – ovvio – con l’unica legge che rende più difficile pagarli due cipolle e un peperone.

12 commenti »

12 Commenti a “Tormentone estivo. Gli imprenditori si lamentano per l’assenza di lavapiatti”

  1. Sempre bello, lucido e documentato, insomma quasi estraneo al giornalismo italiano. Grazie.

    da Marco   - mercoledì, 19 maggio 2021 alle 09:29

  2. Questa normalità è terrificante, aveva ragione il Desnos di Flora.

    da Carginone   - mercoledì, 19 maggio 2021 alle 09:33

  3. grandissima citazione <3

    da eve   - mercoledì, 19 maggio 2021 alle 10:03

  4. “Non c’è più morale contessa!” (cit.)

    da LAURA INCANTALUPO   - mercoledì, 19 maggio 2021 alle 10:50

  5. E i loro amici, guarda, guarda che desolazione
    Solo violenza, droga, sesso, ma che razza di generazione!
    (cit)

    da Damiano Vezzosi   - mercoledì, 19 maggio 2021 alle 11:39

  6. Sono parecchi anni che una moltitudine di lavoratori lavorano e sono al limite della sopravvivenza,ed è assurda una condizione del genere.
    Come ha scritto lei il “governo dei migliori” non ha inserito nel piano recovery la retribuzione minima garantita, il trend dei sempre più ricchi e dell’esercito dei disperati pur lavorando può continuare, prima o poi la pace sociale salterà,complice il covid,aumenteranno a dismisura le persone e le famiglie alla fame, e quando non si ha nulla da perdere tutto può succedere.

    Così tanto per capire quanti sforzi hanno fatto i nostri nonni,i nostri padri e noi stessi per migliorare la condizione dei lavoratori, si sa al “padrun” interessa ingrassare solo se stesso.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 19 maggio 2021 alle 13:57

  7. Il RdC è tutt’altro che la soluzione perfetta. Abusi ve ne sono stati. Evidentemente, i CONTROLLI non hanno funzionato…
    A livello UE, se non erro, l’opzione SALARIO MINIMO è presa in considerazione. Nel PNRR c’è n’è traccia?
    E Ricerca e Sviluppo?

    La solidarietà con i potenti porta a irridere chi, potendo, evita di farsi sfruttare per quattro soldi.
    Chi può, laureato o meno, emigra per altri lidi.

    Il non aver fatto i conti col fascismo, in Italia, ha permesso che il qualunquismo fosse uno dei “pregi” della classe politica.
    Imprenditori tendenzialmente “nostalgici” e non impeccabili col pagamento delle tasse credono di aver a che fare con quasi-schiavi, non lavoratori.

    Irrisolti conflitti d’interesse si sono moltiplicati n-volte…
    Nello squallido e desolante paesaggio dell’INFORMAZIONE la quasi totalità dei mezzi informativi si comporta come se obbedisse ad un’unica entità…

    Testate giornalistiche del servizio pubblico che permettono di interagire solo tramite i nefasti social, dove dove l’interazione è gestita dalle “bestioline” varie.

    Giornali pseudo progressisti:
    bulleggiano chi esprime un qualche dissenso sulla linea editoriale;
    escogitano notizie acchiappa click;
    confezionano url che ti portano a sbattere contro il paywall (prima, apparivano 3 letterine che indicavano che la risorsa era per abbonati);
    si fanno vettori di slogan veterotrumpiani già rottamati oltreoceano!

    E poi c’è il continuo “POMPAGGIO” di vecchie volpi politiche spacciate come appena mandate dalla Provvidenza e che sfornano AUTOMITOGRAFIE ad usum fessi.

    da Osso-NBC   - giovedì, 20 maggio 2021 alle 17:00

  8. È necessario fare una considerazione sul salario minimo che potrebbe,per legge,non essere regolamentato,semplicemente eliminando il lavoro sommerso ed altre atipiche forme,essendo i contratti collettivi nazionali,attraverso le organizzazioni sindacali,a garantirlo.

    da Pietro   - giovedì, 20 maggio 2021 alle 22:31

  9. Mai letto tante cazzate in una volta. Oltre al calippo, alle storie tristi, ce ne è un’altra che non avete menzionato e è rappresentata dal povero lavoratore che non sa fare una beata minchia e ti appare alla porta chiedendo per prima cosa quanto guadagnerebbe senza dire cosa sa fare perché gente come voi non gli ha mai detto che deve imparare un mestiere prima di pretendere, ma cosa ve lo dico a fare… Incapaci

    da Claudio   - domenica, 23 maggio 2021 alle 23:19

  10. Pagateli decentemente e li troverete

    da Alessandro   - lunedì, 24 maggio 2021 alle 07:23

  11. Il Burundi, oops, intendevo dire l’Italia si sta inabissando sempre di più e non s’intravede una minima luce di speranza. Sento già il rumore dei tamburi fascisti che si avvicinano…
    I “proprietari” della nazione non perdono mai un’occasione per umiliare quelli (i lavoratori) che erano riusciti a farla diventare uno stato dove la vita benché non perfetta, era piacevole.
    Ci sarà da piangere tra poco, e non so se avremmo ancora delle lacrime per farlo.
    Ps: Chiedo scusa agli abitanti del Burundi per avere osato confrontare il loro paese con l’Italia.

    da Andrea Merli   - lunedì, 24 maggio 2021 alle 19:03

  12. Non so, a cosa ti riferisci, ai sondaggi? E non si può fare niente? Nulla vale nei confronti della confusione di chi ce lha con la modernità, che era meglio prima, che gli immigrati rubano il lavoro, abbassano i salari ma se si tratta di dare regole pensano si voglia tartassare il povero imprenditore. Mi rifiuto di credere che una maggioranza creda nel superscreditato inganno che è la flat tax, tra lega, Fi, Fdi, che non hanno nulla contro i paradisi fiscali, ma che come per magia non taglieranno nulla, anzi, tutti pagheranno volentieri perchè pagheranno meno. Basta agitare lo spettro e lo spauracchio della classe media tartassata quando tutti dovrebbero sapere che nulla c’entra con la progressività.

    da Ingmar   - mercoledì, 26 maggio 2021 alle 11:27

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