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mar 21

Tra fedeltà e cabaret. L’inesistente democrazia interna ai partiti: vero Iv?

PIOVONOPIETRESì, capo. Certo, capo. Come no, capo. Uno dei grandi temi della politica italiana – una variante del cabaret – è quello della fedeltà, forse perché si assiste a un campionario intero di capriole, giravolte, riposizionamenti, dispiegamenti tattici. E’ la politica, bellezza, ed ogni testacoda è chiosato dai saggi con quella formuletta astuta secondo cui “solo i cretini non cambiano mai idea”. Frase interessante, che non tiene conto però di un fatto conclamato: anche i cretini possono cambiare idea (e i furbi, ovvio, che la cambiano quando serve).

Caso di scuola, le espulsioni di massa nei 5 stelle, che spingono tutti – più che giustamente – a interrogarsi sulla democrazia interna di una forza politica, sui meccanismi del dissenso, sulla possibilità di dire al capo: “Non sono d’accordo, stai sbagliando” senza essere cacciati a calci. Ma non è l’unico caso.

In questi giorni di polemiche saudite, con un senatore che si intervista da solo per dirsi “bravo”, dopo aver intervistato un feroce dittatore per dirgli “bravo”, la questione della democrazia interna dovrebbe coinvolgere anche un piccolo partito come Italia Viva. Insomma, piacerebbe a molti che qualche voce dissonante si levasse dall’interno, magari flebile, magari incerta, ma abbastanza “schiena dritta” da dissentire dal segretario. Ebbene: niente. Zero. Non una vocina, non una mano che si alzi e dica: “Ma… veramente…”.

Certo, tutti ricordano la famosa frase di Ferruccio De Bortoli in un editoriale sul Corriere (24 settembre 2014), quella su “la fedeltà che fa premio sulla preparazione”. Ma forse, e almeno sulle grandi questioni di principio (non lapidare le adultere, per dirne una; non tagliare la testa alla gente davanti a un pubblico plaudente, per dirne un’altra) ci si aspetterebbe qualcosa di più. Invece tocca sentire proprio dalla ministra delle Pari Opportunità, Elena Bonetti, che l’Arabia Saudita “Ha iniziato un primo percorso nell’allargamento dei diritti”. Cioè, non sarà il Rinascimento, ma su, dài, ci manca poco. Strabiliante.

Quanto ad altri renzianissimi, non solo non dissentono dal capo, dalle sue visite saudite e dai suoi complimenti al regime (”vi invidio il costo del lavoro”), ma lo difendono a spada tratta, con vari argomenti tra cui: siete ossessionati. Lo fanno tutti. Che male c’è. Parliamo di vaccini. Fuffa retorica, insomma, difesa d’ufficio. Eppure tra questi armigeri che corrono a difesa del capo in difficoltà, c’è anche chi non è insensibile al tema. Per esempio Ivan Scalfarotto, che nell’ottobre 2018 firmò una dura interrogazione parlamentare sul caso Kashoggi, sui diritti umani, sui bombardamenti sauditi di civili in Yemen. Scalfarotto, Paita, Giachetti: alcuni dei nomi più in vista del renzismo firmavano allora quelle parole di condanna. Luciano Nobili si spingeva fino al boicottaggio, e tuonava su twitter che non bisognava giocare una finale di Supercoppa a Riad (dicembre 2019).

Poi, due anni dopo, di colpo, silenzio. Muti, allineati e coperti. Ora verrebbe da chiedersi quando hanno cambiato idea, e se l’hanno cambiata davvero, oppure se la fedeltà, oltre che sulle competenze, fa premio anche sui certi valori (i diritti umani: ora sì, ora no, ora sì, ora no). Insomma, dato che si ironizza spesso sulle millemila correnti del Pd, o sulle consultazioni dei 5s, non è peregrino chiedersi se esista anche dentro Italia Viva una democrazia interna, o se veramente hanno tutti cambiato idea, spontaneamente, liberamente, sull’Arabia Saudita e sul suo sanguinario principe.

6 commenti »

6 Commenti a “Tra fedeltà e cabaret. L’inesistente democrazia interna ai partiti: vero Iv?”

  1. Sono ancora presi dai fumi dell’ubriacatura per aver fatto cadere il Conte 2, continuano i brindisi per aver fatto nascere il neo governo del ritorno degli zombies, ma soprattutto per aver permesso di far piantare gli artigli del recovery fund ai potentati d’Italia.
    Figuriamoci se il manipolo degli yesmen e delle yeswomen fanno una velata critica al boss di italiamorta…
    In un Paese serio dopo le critiche nazionali e internazionali, soprattutto dopo il rapporto Biden sull’assassinio Khashoggi, il conferenziere avrebbe dovuto dimettersi, ma se non si è dimesso dopo il referendum costituzionale perso, dopo averlo minacciato, che faccia vuole che perda, ne ha una per caso?

    Non mi stupirei che alle prossime elezioni gli italomorti vengano di nuovo accolti dai pidini, la sindrome di stoccolma con scappellamento rignano è dura da essere curata da quelle parti…

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 3 marzo 2021 alle 09:03

  2. Dai però anche tu Ivo …

    Sai benissimo che l’elettore/attivista/politicante medio di italiaincoma (con lo stimato 1,8% proprio defunta non è ancora) è plasticamente rappresentato dall’avvocato viola e dai suoi settimanali post sul FQ.
    Hai presente? Quello che ogni volta che pubblica, riceve mediamente un centinaio di commenti (tra i quali, lo confesso, il mio) unanimi, plebiscitari, che lo spernacchiano ironicamente!

    Se il pensiero azione esemplare è quello tautologicamente monocorde dei peana al bugiardo compulsivo di Rignano digitato da tale inquietante personaggetto, che mai ci si può aspettare da lor signori?

    da degiom   - mercoledì, 3 marzo 2021 alle 11:23

  3. Ciao Degiom,

    Non conosco il fenomeno in questione, mi tengo alla larga, evito nausee, mi auguro che rimangano insignificanti, di danni ne hanno fatti troppi.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 3 marzo 2021 alle 12:47

  4. Be’, caro Robecchi, le ultime lapidazioni italiane risalgono a frane naturali; e delle lapidazioni altrui sarebbe arduo accusare i pur perfidi renziani.
    Ma piu’ che altro il punto oscuro e’ quello della “democrazia interna”: voglio dire, la democrazia serve all’esterno, mica all’interno. Ce la vede una squadra di calcio dove ogni giocatore si fa i cazzi suoi?

    da egidio scrimieri   - mercoledì, 3 marzo 2021 alle 16:15

  5. Ah, ok, la democrazia serve all’esterno e all’interno no. Me la segno. L’avevo già sentita, diciamo, nel ’36 a Mosca. Saluti

    da Alessandro   - mercoledì, 10 marzo 2021 alle 08:22

  6. Egidio scrimieri non puoi fare il paragone con una squadra di calcio; sono almeno 11 undici quindi molti di più degli elettori di italia morta (Vedi ouglia e Busto Arsizio ad esempio)

    da Maurizio   - domenica, 4 aprile 2021 alle 19:00

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