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mar 21

Ai dem. Sicuri che i 16enni vogliano andare a votare per i nostri politici?

PIOVONOPIETRELe ragazze e i ragazzi italiani che hanno dai sedici ai diciott’anni sono un milione e centomila, più o meno, il che significa – su una platea elettorale di 49 milioni di persone – appena il due per cento. Dunque se votassero (difficile) e se votassero tutti insieme per lo stesso partito (impossibile) varrebbero già più di Italia Viva, Più Europa (parlandone da viva), e altre micro-formazioni che allietano il dibattito politico italiano. Tanti, ma non così tanti da sconvolgere gli equilibri esistenti, anche perché, com’è ovvio, il loro voto si spalmerebbe su tutte le forze politiche. Eppure la proposta di Enrico Letta nel suo discorso di investitura a capo del Pd ha mosso decine e decine di commenti, controdeduzioni, critiche, applausi, rimembranze. Qualcuno ha ricordato che la cosa fu proposta a più riprese e da molti, tra cui la Lega e i 5s, e che l’argomento di abbassare l’età del voto torna periodicamente come un jolly pescato dal mazzo: sfina e non impegna. In generale, le reazioni sono di prudente attendismo o di costernata opposizione.

Comprensibile sgomento: in un paese che odia i giovani, come tiene a dimostrare con fatti, parole, opere e omissioni, ecco il dibattito sui giovani, condotto da non più giovani (quasi sempre non più giovani da almeno mezzo secolo), che riflettono pensosi e assorti su quanto un sedicenne possa capire di politica e destreggiarsi nel marasma dell’offerta.

E vai con il valzer: ci vuole più maturità per votare. Ci vuole più preparazione. La scuola non aiuta. Dobbiamo formarli meglio, eccetera eccetera. Cioè, se ho capito bene, i giovani dai sedici ai diciott’anni non meriterebbero il diritto di voto perché gli adulti e gli anziani del Paese, in cinquant’anni, non sono riusciti a formarli come si deve, a fare della scuola un posto dove si costruiscono cittadini, a fermare l’impazzito oscillare tra l’insulto (sono tutti scemi) e il paternalismo (vieni qui che ti formo). Il gatto (adulto, anzi anziano) si mangia la coda, insomma. C’è anche chi teorizza – e non gli viene nemmeno da ridere – che per arrivare a quel traguardo del voto ai più giovani bisogna bocciarli di più alle scuole medie. Chapeau: è il grande ritornello paraculo della “meritocrazia”, in un Paese dove vincono a man bassa quelli nati meritati.

Ignoranti, bulletti, gente che pensa solo al telefonino, da ultimo untori cattivi che ammazzano i nonni con il contagio, con la scuola chiusa da un anno, plasmati sul mercato come se già all’asilo fossero mano d’opera da indirizzare, spediti a far fotocopie in qualche ufficio per “far dialogare la scuola col mondo del lavoro” (ahahah! ndr), casinisti, arruffapopolo, bevono, si fanno le canne.

Insomma, ribalterei il dibattito: non tanto “Siamo sicuri che sia una buona idea far votare i sedicenni?”, ma piuttosto: “Siamo sicuri che i sedicenni vogliano andare a votare per questi partiti?”, per una classe dirigente che in più di un anno non li ha fatti andare a scuola perché non è riuscita a rendere sicuri i mezzi pubblici che ce li portano? Magari a votare gente che è andata in pensione a cinquant’anni mentre loro a cinquant’anni usciranno (forse) dalla precarietà? Quanto all’appello alla “maturità” necessaria per votare, è il classico argomento boomerang, e si potrebbe obbiettare, visto un Paese che periodicamente si aggrappa a questo o quel salvatore della patria, o uomo della provvidenza, o ultima spiaggia, che anche gli adulti che votano, in quanto a maturità, non possono dare tutte queste raffinate e profonde lezioni di vita.

6 commenti »

6 Commenti a “Ai dem. Sicuri che i 16enni vogliano andare a votare per i nostri politici?”

  1. Non sarà rilevante per chi voteranno, ma se voteranno. La proposta in se comunque è una buona cosa. E se servisse a cambiare la classe dirigente tanto meglio . Speriamo non in peggio

    da Giuseppe   - mercoledì, 17 marzo 2021 alle 09:23

  2. Sul voto ai sedicenni non vedo l’utilità,a questo punto diamogli anche la patente di guida,meglio di no,vero?
    Hanno altri interessi, i quasi due milioni che ne avrebbero diritto,quanti si presenterebbero ai seggi? Alcuni forse solo per la novità e certamente non per premiare la classe politica tra le più pagate al mondo,con dei privilegi intollerabili e che se ne fottono della collettività a tutto tondo.
    Ma ciò che più mi stupisce, è come Enrico Letta abbia potuto accettare la candidatura,dopo essere stato trombato dal rinascimentale saudita,insieme a una stragrande maggioranza pidina che ora l’hanno esaltato a percentuale bulgara,come si cambia pur di raccogliere i cocci e a continuare a vivacchiare ognuno per il proprio orticello.
    Facile essere profeta delle imboscate a cui andrà incontro,i lupi perdono momentaneamente il pelo ma non il vizio.
    L’unica novità di rilievo,ritengo che sia la volontà dello ius soli,l’emergenza demografica a cui stiamo andando incontro dev’essere affrontata,ora non fa aggiungere consensi,anzi…domani e dopodomani la dovranno condividere anche gli strilloni della dx,sono bravi a cavalcare l’onda solo quando diventerà utile…Anche se a quel punto sarà drammaticamente tardi!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 17 marzo 2021 alle 09:27

  3. Analisi perfetta, anche se un “buonista”, si è dimenticato di dire che questi anziani che ritengono i sedicenni “immaturi” hanno una platea di elettori “anziani” che quanto a capirci hanno un sacco di strada da fare, forse la paura di esere scavalcati? Ultimamente sono pessimista, forse a causa di C19, ma comincio a credere che questo paese non ha più speranza, non il ministro, è destinato a collassare. Scusi le varie virgolette! Aspetto Flora per distrarmi e riprendermi un po’.

    da Marco Ferrari   - mercoledì, 17 marzo 2021 alle 10:27

  4. Salve Marco F.

    Detto che il termine mi repelle ed è categoria insulsa tanto quanto chi la ha coniata, sarei curioso di sapere il motivo per cui definisce il nostro ospite “buonista” …

    Nel merito, sono d’accordo con l’analisi che ci ha proposto Robecchi ma reputo l’abbassare l’età di voto a 16 anni una forzatura; non tanto per questioni di maturità o meno dell’adolescente (del tutto soggettiva, oltre che valere per qualsiasi età) quanto perchè risulterebbe elargizione di diritto/dovere che gli cade addosso, svincolata da un contesto che invece in qualche modo dovrebbe svilupparsi in un processo (di formazione, scolastico, educativo) al cui termine riconoscere loro tale facoltà.

    La patente te la consegnano dopo aver frequentato la scuola guida, imparato la teoria, la pratica e sostenuto un esame, a prescindere dall’età.

    Ecco: si gettassero le basi per un percorso simile potei pure essere d’accordo e (forse) le prossime generazioni si troverebbero davanti alle urne con una scheda in mano con maggiore consapevolezza di ciò che stanno facendo …

    PS Evito di aggrovigliarmi nelle polemiche, in tutti i possibili rischi di propaganda più o meno esplicita a questo o quel partito, nei quali inevitabilmente si incorrerebbe assegnando a chiunque (fosse pure la persona più neutrale dell’universo) il ruolo di formatore …

    da degiom   - mercoledì, 17 marzo 2021 alle 11:41

  5. Buongiorno degiom, capisco la sua repulsione eil mio uso era virgolettato. Personalmente trovo sempre negli articoli di Robecchi le giuste critiche a tantissime cose che non vanno, questa volta mi è sembrato che non abbia afondato il coltello, mi spiego, come giustamente riporta, per la patente c’è la scuola guida, l’esame e qua mi fermo per non aprire porte sulle patenti facili a dare e difficili a ritirare, per votare, che ha molto più peso sociale c’è la scuola e la “famiglia” (più largamente intesa), non ci sono esami, i casi di sospensione del diritto sono rari, non credo che un ragazzo di 16 anni sia più imprerato di un di 60, se è capace di ragionare sa fare le analisi e decidere se andare o meno a votare e anche cosa e perchè votare un partito o un altro, l’attuale modello di democrazia è arrivato al suo limite fisico, nessuno ha idee o proposte su come cambiarlo e questo è un problema che il voto ai sedicenni esaspera. Non entro nel merito del fatto che tutti gli attuali debiti che stiamo accumulando dovranno pagarli loro e quindi che possano dire la loro, se vogliono è giusto.

    da Marco Ferrari   - sabato, 20 marzo 2021 alle 17:34

  6. Ho conosciuto tante persone mature a cui avrei voluto togliere il diritto di voto e tanti giovanissimi a cui l’avrei dato a occhi chiusi. Non credo che conti l’età ma il sale in zucca. Se sei minus habens a 16 anni lo sei probabilmente anche a 70, se a 70 ragioni bene probabilmente lo facevi anche a 16. Ma, secondo me, la cosa più importante è questa: se i liceali avessero avuto diritto di voto non sarebbero stati trattati come animali da rinchiudere in gabbia e le scuole avrebbero continuato a funzionare com’è successo negli stati più civili. Si sono di fatto persi 2 anni scolastici e le conseguenze, anche psicologiche, non saranno mai cancellate

    da Liliana   - domenica, 21 marzo 2021 alle 21:24

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