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mer
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lug 20

Denatalità. I giovani non fanno figli o espatriano: colpa del precariato

PIOVONOPIETREE’ passata un po’ sottotraccia, un po’ nascosta, un po’ spazzata sotto il tappeto, la notizia che siamo meno, sempre meno. Noi italiani, si intende.

Nel 2019 abbiamo fatto 19mila bambini in meno dell’anno precedente, toccando così, dice l’Istat, il punto più basso dall’unità d’Italia. Una curva in discesa, perché i bambini hanno questo vizio di abbassare l’età media, e se non arrivano loro l’età media si alza un bel po’, e poi la prevalenza dell’anziano fa in modo che la popolazione fertile sia sempre meno numerosa, e allora si fanno meno bambini e via così.

Non è solo a causa della carenza strutturale di nuovi italiani col pannolino che ci stiamo assottigliando. Bisogna aggiungere al bilancio i 126mila italiani che nel 2019 hanno fatto ciao ciao con la manina trasferendosi all’estero, e poi, a questi, sommare 56mila stranieri residenti in Italia (altri italiani, quindi) che hanno deciso di cambiare aria, magari verso paesi dove non vengono diuturnamente insultati e minacciati da un pittoresco baciatore di salami e dai suoi tifosi. Esilarante in proposito il titolo di Libero: “Anche gli stranieri ci snobbano”. C’è da capirli, avranno letto certi titoli di Libero.

Cabaret sovranista a parte, il saldo dei cittadini che pagava tasse e contributi qui e che ora paga tasse e contributi in altri paesi è di 25mila in più nel 2019 sul 2018), che già era stato un anno record. In una logica trumpiana cara ad alcuni pupazzi della destra bisognerebbe fare un muro ai confini, non per impedire l’ingresso agli immigrati brutti sporchi e cattivi, ma per non fare uscire gli italiani.

Ah, già. Prima gli italiani, certo. Il dibattito (un po’ stitico, si diceva) si avvita un po’, e i massimi pensatori si arrovellano per cercare di spiegare come mai facciamo meno figli, dannazione. Ma è un dibattito antico e noioso, mentre la domanda dovrebbe essere ribaltata: perché diavolo due italiani normali, medi, onesti, che vivono del proprio lavoro (meglio, dei loro mille lavoretti appiccicati con lo scotch, solubili e precari, revocabili) dovrebbero fare un bambino? In generale, uno sceglie imprese più facili, tipo scalare l’Everest con le infradito. Il problema è anche che questa faccenda dei bambini che mancano all’appello per mancato concepimento diventano qui e là, periodicamente, nel modo carsico della politica italiana, oggetto di propaganda, e ancora ricordiamo l’esilarante “mille asili in mille giorni” di quello là, parlandone da vivo.

Poi tutti incrociano grafici, disegnano tabelle, e a nessuno che venga in mente di sovrapporre la curva del calo demografico alla curva della sicurezza del posto di lavoro, insomma agli effetti delle leggi che in questi ultimi dieci anni (e più) hanno reso il lavoratore una variabile dipendente sacrificabile e comprimibile a piacere, mentre i profitti sono sacri e intoccabili. Bizzarro strabismo davanti a una verità incontestabile: se fai un figlio devi essere sicuro di dargli da mangiare, di farlo studiare e di assicurargli una vita almeno decente, tutte cose su cui una coppia intorno ai trent’anni, oggi, fa sempre più fatica a scommettere. La logica del “tutti licenziabili, hurrà!, così assumeranno altri!”, dicono le tabelle, non funziona e fa danni. Però, strano a dirsi, l’analisi si ferma quasi sempre all’elenco dei numeri e ai sospiri preoccupati, che è un po’ come stupirsi dell’allagamento dopo aver aperto tutti i rubinetti e sigillato gli scarichi. Poi, con l’acqua alle ginocchia, tutti a stupirsi: non fate più figli. Ehi! Voi! Come mai?

6 commenti »

6 Commenti a “Denatalità. I giovani non fanno figli o espatriano: colpa del precariato”

  1. Lo dico da anni che senza tutele sul lavoro figli non se ne fanno. Oltretutto non si fa altro che chiedere proroghe sui contratti a termine senza farli costare di più. Ma dico io: se si continua a prorogare un contratto a termine di quale picco di lavoro o progetto specifico (cosa per cui erano nati originariamente i vari contratti precari) stiamo parlando? Si tratta solo di avere lavoratori ricattabili. Ecco quello di solito non invoglia a fare figli!

    da Laura66   - mercoledì, 15 luglio 2020 alle 10:31

  2. Chi resta non pensa neppure al futuro, sarebbe una perdita di tempo. Un paese dove tanti giovani ingegneri vengono pagati, naturalmente a partita iva, tra i 500 e i 1.400 euro, in grandi studi che hanno appalti milionari, magari anche committente pubbliche, ma chi redige i bandi fa finta di non saperlo.E lo vogliono pure con voto tra 106 e 110. Né va meglio in grandi società, sempre con appalti pubblici, dove ti puoi ritrovare inquadrato anche come operaio metalmeccanico.
    Un paese dove le scuole di specializzazione post laurea sono per pochi eletti , neppure tutte retribuite e poi dopo 10 anni di studio finisci in qualche studio sottopagato. Se non ci fossero mamma e papà non si potrebbero permettere neppure di vivere da soli.
    Ma fra pochissimo, quando i genitori saranno pensionati col solo contributivo non potranno più aiutarli.
    Certo che i figli se ne vanno dove v’è rispetto per il lavoro anche se non sono “repubbliche fondate sul lavoro” e si è pagati il giusto e i genitori dove della pensione Non restano che briciole

    da Adriana Spera   - mercoledì, 15 luglio 2020 alle 11:02

  3. Embè, la denatalità è un trend occidentale, solo che su queste latitudini siamo andati oltre la crescita zero, bensì in negativo.

    Elenco un po’ di ragioni

    La precarietà voluta dalle politiche degli ultimi anni, le delocalizzazioni e le retribuzioni da sopravvivenza,non incentivano a mettere al mondo pargoli.
    Assegni familiari irrisori, asili nido e scuole materne diffusamente difficili da reperire, ipotetiche mamme che sanno di rischiare il posto di lavoro se vanno in gravidanza,con tutto ciò non c’è da stupirsi del trend.

    Tra qualche decennio anche i futuri leghisti andranno a prendere gli extracomunitari per far funzionare l’economia,spero che non sia stile statunitense con i colored in Africa…ma è solo questione di tempo.

    Poi se vogliamo fare delle analisi del tipo, che gli attuali sette miliardi di abitanti su questo pianeta, e con l’ipotesi dei dieci miliardi tra alcuni decenni,questo scenario è sostenibile con le risorse della nostra unica casa possibile?

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 15 luglio 2020 alle 13:34

  4. Che “cose di sinistra “ vengano dette e spiegate con chiarezza da uno scrittore su un giornale che certamente non si rifà alla tradizione di sinistra mi stranisce un po’ ma mi fa capire, se c’è ne fosse ancora bisogno, lo stato preagonico a cui è stata ridotta la rappresentanza dei valori della sinistra in Italia

    da Aldo   - giovedì, 16 luglio 2020 alle 09:57

  5. Una società come è diventata la nostra, dove la politica ha dimenticato il bene sociale, lavorando unicamente pro domo sua, non desta sicuramente meraviglia se al suo interno non si mettono al mondo figli. Chi, per esempio, dotato di un minimo di buon senso pratico ha ancora al giorno d’oggi il coraggio di formarsi una famiglia? Le coppie durano pochissimo e quando si separano i dolori sono giganteschi per tutti e gli eventuali figli sono abbandonati nel loro silenzioso malinconico disagio. I governi italiani, di destra e di sinistra, hanno tartassato le famiglie in ogni modo possibile. Hanno inventato l’isee; il cumulo dei redditi dei componenti della famiglia per stabilite un tetto di ricchezza (sic) oltre il quale applicare ticket sanitari salatissimi. E non è tutto. Se qualche arcigno assistente sociale (arisic) viene avvisato o si accorge egli stesso che la famiglia ha difficoltà a mantenere i figli, non ci pensa due volte a toglierli alla famiglia per darli in adozione. Questi sono solo alcuni problemi… Se poi arriva un disastro sociale come quello attuale del covid-19, del tutto imprevisto da una politica disattenta, beh, la miseria bussa insistentemente alla porta delle famiglie che giustamente non vogliono correre il rischio di fare come i genitori di Pollicino, costretti dalla miseria ad abbandonare i 7 figli nel bosco per non vederli morire di fame (fiaba di Charles Perrault). Facciamo una politica della famiglia più socialmente corretta. Sono pronto a scommettere che in quel caso nasceranno più figli.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 18 luglio 2020 alle 10:45

  6. Solo a una coppia incosciente verrebbe in mente mettere al mondo un figlio, nelle attuali condizioni di vita che dobbiamo subire oggi. Nella natura, le piante e gli animali si riproducono solo quando si verificano alcune condizioni favorevoli alla procreazione.

    Mi domando: Perché dovrebbe essere diverso per l’uomo ?

    da Geo Benato   - sabato, 18 luglio 2020 alle 21:09

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