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apr 20

Querela, la parola magica usata per coprire l’inadeguatezza politica

PIOVONOPIETREE alla fine è finalmente spuntata, la parolina magica: querela. L’assessore al welfare (ahah! ndr) della Lombardia Giulio Gallera l’ha lasciata cadere in una delle sue conferenze quotidiane. Incredibile davvero che nel centro della bufera, con le Mercedes luccicanti dei monatti che portano via le salme (quando non i camion dell’esercito, come a Bergamo) si senta questo sottofondo di “Qualcuno verrà querelato!”, di “Ci vediamo in tribunale!”. Da cittadino lombardo, abitante e lavorante in Lombardia, sento montare una certa irritazione (eufemismo) per una classe dirigente regionale che passa metà del suo tempo a difendersi dalle accuse che le piovono addosso da ogni parte (medici compresi, ovviamente, notizia di ieri). C’è poco da querelare, i numeri cantano, in questo caso, le interpretazioni possono fare tutti i ghirigori che vogliono, gli arabeschi da legulei e i sottili distinguo. Ma.

Ma la Lombardia (dati 5 aprile, tre giorni fa) ha da sola più deceduti (oltre il 27 per cento in più) di tutte le altre regioni italiane messe insieme, 8.905 morti contro i 6.982 del resto d’Italia. In effetti sono numeri che sarebbe interessante sentire in un tribunale. Altro dato interessante (fonte: Istituto Superiore della Sanità) riguarda le Residenze per Anziani, con una media di decessi tra i pazienti del 9,4 per cento nazionale, che diventa del 19,2 per cento in Lombardia, più del doppio. Diciamo che la delibera dell’8 marzo (numero XI/2906), che chiedeva alle residenze per anziani di mettere a disposizione personale e strutture per malati di Covid19 non ha aiutato (eufemismo). Ora Gallera minaccia querele a chi dice che quelle strutture sono state “obbligate” a ospitare malati contagiosi, scappatoia astuta, sembra di sentire la telefonata con gli avvocati. No, in effetti nessun obbligo, solo un “consiglio” a strutture che nella quasi totalità vivono di accreditamenti regionali (traduco: se tua nonna ti dà un consiglio è un consiglio, se il tuo principale finanziatore ti dà un consiglio non è la stessa cosa).

Ce ne sarebbe abbastanza per farne una battaglia politica. Secondo un illuminante schemino pubblicato al tempo delle recenti nomine nella Sanità lombarda (dicembre 2018), le posizioni apicali nelle Ast e Asst (Agenzie della salute territoriale, le vecchie Asl, e strutture ospedaliere), di nomina politica, sono 40 (quaranta). Eccole suddivise per partiti e forze politiche: 24 (ventiquattro) alla Lega, 14 (quattordici) a Forza Italia e 2 (due) a Fratelli d’Italia. Totale quaranta, l’en-plein, insomma. Questo rende un po’ ridicolo l’atteggiamento di molti sedicenti neutrali che dicono: non è tempo per le polemiche, prima salviamo le vite. No. Prima si salvano le vite, come ovvio, e intanto (non dopo) si capisce se chi comanda la sanità regionale sia adeguato a gestire l’emergenza: quando chiami i pompieri perché brucia la casa non vorresti vederli arrivare a gettare sul fuoco taniche di benzina, e in quel caso non diresti “poi vedremo”, ma li fermeresti subito. Le inchieste verranno (sono già in corso), le valutazioni politiche verranno (si spera prima delle elezioni regionali, a cui mancano tre anni), ma ora ci sono in effetti cose più urgenti. Da cittadino lombardo, residente e lavorante in Lombardia, non mi sento al momento sufficientemente difeso e protetto da chi governa la Sanità nel posto in cui vivo. Lo pensano in molti, qui, dove alla paura si sta lentamente aggiungendo una rabbia che diventerà furore: a furia di bombardare la gente di numeri, finisce che la gente li capisce, quei numeri, ed è difficile querelare i numeri. Accusare altri (che sia il governo, o i comuni, o chi fa jogging, o chi fa il giro dell’isolato con il bambino) per coprire la propria inadeguatezza e incapacità è un’astuzia miserabile, e i numeri le astuzie non le capiscono.

6 commenti »

6 Commenti a “Querela, la parola magica usata per coprire l’inadeguatezza politica”

  1. Embè, contrattaccano con le querele poiché lo tsunami delle responsabilità da cui sono investiti, è talmente vasto e le ripercussioni ci saranno eccome, dalla mancata zona rossa nel bergamasco e bresciano, al “consiglio” di ricoverare gli infetti di covid-19 nella case di cura degli anziani, sono responsabilità che a confronto fa sorridere l’obbligatorietà di uscire per emergenze con qualsiasi cosa che copra bocca e naso, mancando le mascherine pure negli ospedali, anche l’Oms dice che non servono e in ogni caso danno l’idea di protezione che non è così certa, con alcune che vendono poi… la distanza sociale aimè rimane l’unica certezza.

    Responsabilità che ci sono state anche per l’attuale sindaco di Milano e di Bergamo, che a fine febbraio affermavano di reagire alla zona rossa del lodigiano, con l’uscire spensierati come se non fosse capitato nulla.

    Di responsabilità se vogliamo ce ne sono anche verso Conte e il ministro della Sanità, affermando tra gennaio e febbraio d’essere prontissimi all’evenienza di un’infezione in Italia, con la situazione della sanità pubblica erosa da interessi privati da decenni, con una mostruosa infezione come in Cina come si è rivelata, neanche un miracolo avrebbe potuto arginare, al netto che sarà da accertare se il personale medico e paramedico avessero i mezzi e le procedure idonee per fronteggiare il mostro.

    Staremo a vedere, tra inchieste e eventuali atti giudiziari, l’inchiesta delle morti sospette al Pio albergo trivulzio è già iniziata ad esempio, ma non sarei così sicuro di enormi contraccolpi politici lombardi, le regionali se non cade la giunta prima ci saranno fra tre anni, il nocciolo duro leghista è abituato a tutto già dai tempi del senatur…

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 8 aprile 2020 alle 08:51

  2. perfetta analisi, condivido pienamente. Un paio di leghiste del condominio dicono che è tutta propaganda, che loro sono bravi, ma come dici tu i numeri sono numeri. Spero i lombardi ricordino, quando sarà il momento.

    da Marco Ferrari   - mercoledì, 8 aprile 2020 alle 10:11

  3. Già, il vecchietto dove lo metto?
    “Mamma dov’e’ il nonno?
    Nonna andiamo alla giostra?
    Nonno, nonno, dov’e’ il nonno?
    Ha fatto la valigia e se ne andato (…)”
    Comincia così la bellissima canzonetta di Domenico Modugno Il vecchietto. In sostanza, se prende poco di pensione, se fa fatica a seguire i nipotini, se cede un poco di testa, non viene riciclato dalla Società odierna come dovuto, ma messo in parcheggio in case cosiddette di riposo. L’idea di per sé non è sbagliata se in quelle case si riscontrassero veramente approcci positivi all’ultima fase della vita per chi nella vita quasi sempre aveva dato tanto per contribuire al benessere delle successive generazioni. Il capitalismo per natura è davvero senza cuore. Può essere contrastato e condotto alla ragione solo da dure lotte sociali. Una sana politica dovrebbe riuscire metterlo di fronte ai doveri dell’essere umano degno di tale condizione. Purtroppo la politica in Italia, e non solo, la fanno i grossi capitali… che hanno i mezzi per pagarsela e per intortare il popolino credulone con sistemi elettorali del terzo mondo e con attacchi continui alla Carta Costituzionale! Quello che si scopre ora nella Regione Lombardia in fatto di assistenza sanitaria, di gestione delle case cosiddette case di riposo di cui in questo momento si parla tanto, se tutto sarà ovviamente confermato, si sono rivelate in realtà case di ultimo definitivo riposo. Ciò dimostrerebbe quanto siano stati falsi i vari bla bla bla delle destre riunite in perenne campagna elettorale. Anzi in questo periodo di obbligo di mantenere le distanze almeno di un metro, si vede il trio nelle loro frequenti apparizioni in TV, stretti come sardine, con o senza mascherina… ma a loro cosa importa, in caso di malaugurata contaminazione, per altro non certamente auspicata da alcuno, trovano subito il posto di cura ideale, ma certamente non nelle case di riposo di cui sopra… dopo poco tempo ce li rivediamo lì più stretti di prima. Se proprio non sanno quanto sia lungo un metro li invito, in occasione di una loro visita a Bologna, di recarsi presso il Palazzo D’Accursio. Piazza Maggiore, 6. Sul basamento del Palazzo Comunale esiste una lapide in marmo che offre un campionario delle antiche unità di misura bolognesi, il doppio braccio, per esempio corrisponde a circa 128 cm. Con una semplice cordicella si po’ determinare la lunghezza esatta confrontandola con una infossatura colorata di bianco che ne stabilisce la corretta misura. Consiglio finale, teniamoci lontano dagli angeli della morte, cerchiamo di individuarli e renderli innocui prima della loto tragica e malvagia attività.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 8 aprile 2020 alle 12:22

  4. E di quei 40 nominati, quanti sono di CL?
    Dicono in molti che la sanità in Lombardia sia cosa loro…

    da Sebastiano   - mercoledì, 8 aprile 2020 alle 14:14

  5. Sto ascoltando, da Repubblica, Gallera e Fioroni; ormai da dieci minuti solo pubblicità e ringraziamenti.
    Qualcuno dovrebbe spiegargli che non è tempo di comizi.
    Una vergogna, comunque grazie a Robecchi che tutti i giorni li martella.
    Marco Veracini.

    da Marco Veracini   - giovedì, 9 aprile 2020 alle 16:56

  6. Ieri guardando Report la mia riflessione si è soffermata sulla vita degli animali negli allevamenti padani e sud americani. Povere bestie… Poi di colpo mi è spontaneamente venuto lo sfizio di comparare la nostra vita in questo periodo di covid-19 con quella di quegli animali. Con grande disperazione morale non ho trovato alcuna differenza. Ma è davvero democrazia questa? Ma davvero dobbiamo prendere esempi dai paesi assolutisti per convincerci che là, dove esiste l’uomo forte, la sicurezza è più garantita rispetto a quella offerta dalle cosiddette democrazie occidentali? Io sono convinto di no. Di questo passo presto ci cuciranno all’orecchio un cartellino con il nostro profilo, comprensivo di dati sensibili e non sensibili… Poi il macello!…

    da Vittorio Grondona   - martedì, 14 aprile 2020 alle 10:25

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