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apr 20

Dopo “Immuni” arrivano “Illese” e “Impuniti”: chi se ne frega della privacy

PIOVONOPIETREPrepariamoci all’assalto, portiamoci avanti col lavoro. Si discute animatamente della app “Immuni”, per avere un tracciamento elettronico dei contagi da Coronavirus: se sarà obbligatoria, facoltativa. volontaria, se quelli che non la installano dovranno andare in giro vestiti di arancione,  o con le pinne, o se i vecchietti che non hanno familiarità con la tecnologia dovranno indossare un braccialetto elettronico (un suggerimento: fatelo lavabile, sennò fa più vittime delle RSA in Lombardia). Una cosa è certa, per giorni, settimane, mesi, avremo il refrain a reti unificate: “Installate l’app!”. Lascio agli scienziati dubbi e certezze, mi limito ad alcune perplessità dettate dall’esperienza: in un posto dove per avere una carta d’identità elettronica servono tre mesi (tipo Milano) si teorizza di un congegno che dice in tempo reale se hai la febbre a quello in coda davanti a te dal panettiere. In un posto dove per avere le mascherine nelle farmacie si è dovuto aspettare due mesi e 12.000 morti (tipo la Lombardia del presidente Fontana), si gestiranno miliardi di dati sensibili in pochi secondi. Mah.

Altre perplessità riguardano gli inventori della famosa app: nella compagine azionaria delle società produttrici figurano tra gli altri: tre figli di Berlusconi, un colosso della Sanità privata lombarda (Centro Medico Sant’Agostino), il finanziere leopoldo-londinese Davide Serra e altri. “Il salotto buono”, scrive Il Sole 24 Ore: tu pensa se era cattivo.

Ma basta con questi dubbi da disfattisti, passiamo alle proposte costruttive! Se d’un tratto si archivia ogni pretesa di privacy e di riservatezza sui dati clinici dei cittadini, ovvio che si apre un mondo di possibilità. Ecco alcune app che vi invito ad installare subito.

Illese – Un app dedicata alle donne. Segnala in tempo reale se il tizio che vi invita a cena ha precedenti per aver menato la fidanzata pregressa, se va in giro col coltello in tasca, se ha subito decreti di allontanamento. Un aggiornamento della app (“Illese Family”) dirà se per caso quel tizio è il marito che, per un motivo o per l’altro, volete lasciare e che si presenta all’improvviso con un mazzo di fiori nella sinistra e un punteruolo da ghiaccio nella destra. Illese sarà collegata ai server delle forze dell’ordine, e in subordine, a quelli – potenziati – delle pompe funebri. Un problema tecnico: funzionando con la tecnologia Bluetooth, Illese sarà efficace se qualcuno si avvicina a meno di due metri, quindi non risolve il problema dei femminicidi con armi da fuoco. Da migliorare.

Impuniti – Una app molto interessante messa a punto dalla Agenzia delle Entrate, rivelerà se chi chiede un contributo statale ha pagato tutto quello che doveva ed è in regola col fisco. La app, in tempo reale, potrà segnalare all’Inps la configurazione della Porsche Cabrio di uno che magari chiede 600 euro all’Inps, la planimetria della villa al mare di chi risulta nullatenente o il nome dello yacht di chi presenta un 730 che lo colloca al di sotto della media dei raccoglitori di arance della piana di Gioia Tauro. In questo caso, le perplessità sulla privacy si fanno più intense, strano, eh?

Indagati – Una app che segnala in tempo reale se un candidato alle elezioni comunali, regionali, politiche, a qualche nomina pubblica, a qualche posto statale o parastatale, ente, commissione, grande azienda, abbia già avuto qualche problema con la giustizia, o non addirittura qualche condanna in primo (alert giallo), secondo (alert arancione), terzo grado (alert rosso). Con questa straordinaria app, collegata a tutti i cellulari, i cittadini conoscerebbero in pochi secondi la fedina penale di chi occupa posti di responsabilità o cariche in grado di decidere sulle loro vite. Stranamente, anche in questo caso, la politica si dice molto preoccupata per la privacy.

10 commenti »

10 Commenti a “Dopo “Immuni” arrivano “Illese” e “Impuniti”: chi se ne frega della privacy”

  1. Io i miei dati non li do. Tra l’altro non ho neanche lo smartphone…

    da Irene   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 09:17

  2. Io proporrei pure una app per identificare ciellini e berlusconiani e destrorsi vari. Così se per caso ci capitasse la disgrazia di incontrarli potremo essere avvisati ed evitare sfiancanti discussioni o indossare la mascherina della “faccia come il culo” per sorridere spensierati.
    “Hai votato il Formiga?” “ahi ahi ahi!”

    da sebastiano   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 09:20

  3. Fantastico! Robecchi sei un mito.

    da Elisa Ungaro   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 09:46

  4. Ce ne sarebbero di app da inserire in un Paese ad alta densità di evasori fiscali,di corruttori,di assassini e violenti trogloditi,o di chi viene pizzicato a chiedere il sussidio virus avendo ingenti conti correnti bancari,o con i soldi in qualche paradiso fiscale,i famosi accattoni arricchiti,e magari chi si dichiara fascista,e per quel che ne so mi risulta illegale,fino a quando non ci sarà una sorrate d’italia a legalizzare la pratica.

    Ma vengo all’app immuni,per essere utile si dovrebbero fare test,tamponi a 60 milioni di italiani,stabilendo se si è infetti o se si è diventati immuni,e segnalare gli asintomatici che sono pericolosi quanto gli infetti.

    E come ricorda lei,ho aspettato la prenotazione di tre mesi per avere la C.I. elettronica e d’incanto pensiamo di diventare efficienti come in Corea del Sud per caso?

    Spero di essere smentito,ma chi ha inventato l’app e la gestirà,gli sarà permesso di fare unicamente business,quanto servirà non essendo obbligatoria lo scopriremo solo vivendo…

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 10:13

  5. C’è un avvocato che vuole fare causa, se necessario anche a livello internazionale, nel caso in cui si autorizzasse questa app. Si chiama Edoardo Polacco.
    Ivo, secondo alcuni virologi gli asintomatici non sono pericolosi, o smettono di esserlo dopo che hanno sviluppato gli anticorpi.

    da Irene   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 12:58

  6. “Regione Lombardia-CercaCovid: scarica app AllertaLOM e compila ogni giorno il questionario anonimo sul tuo stato di salute. Aiuterai a tracciare mappa contagio” Questo mi e’ arrivato oggi. Domande: chi l’ha ideato? Quanto ci e’ costato? Quanti scaricheranno l’app e ogni mattina faranno il compito? A cosa servira’? E infine: ma come fanno a essere sempre cosi’ tonti senza un attimo di tregua?

    da Liliana   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 13:49

  7. @ Irene

    Tanto di cappello ai virologi,però ne abbiamo sentite di tutti i colori e il suo contrario da costoro,sarebbe curioso fare una cronistoria,rammento uno che va per la maggiore,che ha asserito a febbraio che l’Italia sarebbe stata immune dal covid-19,e ancora oggi ci sono tesi diametralmente opposte.

    L’app come ho scritto può essere efficace se diventa obbligatoria e con tutte le protezioni sulla riservatezza del caso,ma sia su questa impossibilità e sullo stato di salute di 60 milioni di italiani, diventa quasi inutile.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 13:56

  8. Nel 1970 Lando Buzzanca in Tv, nel programma “Signore e signora”, in coppia con Delia Scala, inventò la battuta “mi vien che ridere”. Pure a me “mi vien che ridere” pensando a come possa esserci anche un solo italiano che dopo l’esperienza nazi-fascista accetti di buon grado un’applicazione che metterà praticamente in bocca a tutti la sua vita. Tutti sappiamo che fine sta facendo la vita privata degli italiani e non solo. Entriamo in qualunque sito in internet e subito si apre una finestra che per farti proseguire ti chiede il consenso all’utilizzo dei tuoi dati e della cronologia delle tue ricerche. Pena, vattene da un’altra parte. Non c’è un programma TV show politico, ormai appannaggio quasi totale del genere femminile, nel quale la graziosa, ingenua (?) conduttrice non chieda all’ospite di turno: tu la scaricherai l’app?” Perfino Travaglio ci è cascato. Lui ora usa un telefonino che non consente lo scarico di App, ma, per il bene comune (sic) comprerà uno smartphone o un i-Phone e con quello promette che scaricherò l’App “Immuni” Io sono convintissimo che un virus, anche tremendo come quello attuale, non meriti un sacrificio tanto importante come la rinuncia alla dignità e alla libertà dei cittadini. Pensiamo ai morti della resistenza che grazie al loro sacrificio estremo ci hanno regalato finora tanti anni di pace. E noi ci vogliamo rinunciare per colpa di un virus rompiscatole? Ma va là. Il virus passerà… La riconquista della libertà sarà invece un osso duro da riconquistare.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 15:36

  9. Uno sparo nel buio!
    .

    da Elena   - mercoledì, 22 aprile 2020 alle 17:47

  10. Il delirio virus incombe con le sue regole diversificate per ogni settore di attività. Speriamo che tra una parola in inglese, un’altra in francese, e, perché no, altre ancora in tedesco ed in arabo si riesca finalmente a togliere gli italiani terra terra dai pasticci interpretativi facendo uso da parte dei media e del governo di qualche vocabolo chiarificatore nella nostra madre lingua, peraltro molto meno cacofonica di tante lingue straniere. Così, tanto per avere tutti linee di comportamento prive di dubbi anche nel nostro Paese. Ora hanno inventato un sistema digitale per il controllo continuo e in tempo reale delle funzioni vitali. Uno lo acquista, lo indossa e felice se lo porta dietro come parte integrante di sé stesso. Cerco di figurarmi la faccia di quel tizio che, controllando lo strumento, si accorga, appunto, che le sue funzioni vitali non ci sono più…

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 27 aprile 2020 alle 10:07

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