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nov 19

La perenne campagna di Salvini, obiettivo: fidelizzare il cliente

PIOVONOPIETRELe probabilità che un italiano si imbatta in Matteo Salvini quando accende la tivù sono altissime, le cifre dell’Agcom parlano chiaro, a meno che non guardiate solo le lezioni di fisica alle quattro del mattino, prima o poi lo beccate. Ora che si veste come un regista della Nouvelle Vague farete un po’ fatica a riconoscerlo, ma solo per pochi secondi. Non sono un feticista delle classifiche, però, a memoria di spettatore, non ricordo una così clamorosa preminenza in tivù dell’opposizione rispetto al governo. Tra Salvini, che è un one-man-band, la sora Meloni in trance agonistica, e Silvio Buonanima che sulle reti Mediaset fa sempre il pieno a dispetto del disastro ambulante di Forza Italia, le percentuali sono schiaccianti. Di Maio e Zingaretti, che sarebbero i leader dei principali partiti di governo, risultano (mese di ottobre) presenti in tivù rispettivamente un terzo e un quinto del tempo di Salvini, ed entrambi meno di Matteo Renzi, che ha una presenza spropositata sia al suo spessore nei sondaggi, sia a ciò che ha da dire al mondo.

Questo serve anche per dire che sì, la rete, la rete, i tweet, i post, i video, i gattini, le ruspe, i cotechini, va bene, ma poi è la cara vecchia tivù che fa i grandi numeri, che ti porta a casa di un pubblico spesso anziano e poco scolarizzato, terreno arabile per la propaganda. La questione delle regole, il sogno antico del “fuori i partiti dalla Rai” sta diventando come “la pace nel mondo”, bello, sì, ma è una cosa che si dice quasi per convenzione, mica che uno ci crede davvero, dai!

Denunciata giustamente la prevalenza del Salvini in tivù, resta un quesito che riguarda tutti i leader: in tivù per dire cosa? Quella di Salvini è ormai una campagna di mantenimento, all’ufficio marketing la chiamerebbero “fidelizzazione del cliente”. Ora che ha fatto il pieno nei sondaggi, vende la versione light, non più ruspante, nel senso di ruspa, non più smutandato per “essere come noi” (Ma come noi chi? Si copra! ndr), un po’ ripulito nei toni e nelle argomentazioni. Il solito esercizio mimetico che dovrebbe esser noto ormai a chiunque abbia più di sei anni. Diverso il caso di donna Meloni, che puntando tutto sulla faccenda identitaria (siamo italiani, cristiani, biondicci, un po’ fasci, che male c’è?) basta che alzi un po’ la voce. Il suo programma in fondo è essere quello che è, non una gran fatica.

In generale, insomma, il leader in tivù sta diventando un format piuttosto prevedibile. Finiti i tempi in cui il capo compariva solo in casi clamorosi, per dichiarazioni forti, per dare la linea. Ora ognuno gioca un suo ruolo già scritto. Di Maio in perenne arrossata difesa, Zingaretti guardingo, Renzi guascone incorreggibile, più altre comparse e personaggi minori che si dividono i pochi metri di palcoscenico rimasti (e a volte sarebbe meglio di no).

E poi?

E poi non si dice niente. Le posizioni, i caratteri, le parole, gli argomenti, sono cristallizzati come le zanzare del Mesozoico imprigionate nell’ambra, tutto è generico, tutto è volatile, come se la preoccupazione di essere in tivù fosse prioritaria rispetto a cosa poi dire in tivù, cosa comunicare, quale senso dare alla propria presenza.

Anche per questo Salvini tiene fieramente la posizione: lui è l’unico strumento della sua banda, suona solo lui, per il suo fronte parla solo lui, esiste solo lui. Sia quando balbetta imbarazzato di fronte a una domanda scomoda (una rarità), sia quando fa il ganassa sovranista (cosa che volentierissimo gli si lascia fare), dà anche fisicamente l’idea dell’uomo solo al comando, il contagioso fascino del pensiero elementare, il supremo “ghe pensi mi” che ben si conosce e che ha fatto tanti danni. Non c’è solo lo strapotere di Salvini in tivù, c’è il suo modo, diciamo così sovranista, di usarla. O meglio (o peggio) di lasciargliela usare.

15 commenti »

15 Commenti a “La perenne campagna di Salvini, obiettivo: fidelizzare il cliente”

  1. La domanda che sorge spontanea, a fronte delle ineccepibili considerazioni da te digitate oggi, caro Alessandro è:”Ma perchè”?…

    Perchè, a fronte della pluridecennale lottizzazione dei canali Rai e della conseguente parcellizzazione al secondo di democristiana memoria (tanti voti, tanto tempo, a seconda del canale) con l’ex felpato fascio legoide non viene rispettata tale logica?
    Anzi, grazie ai vari Giletti, sparsi sui canali privati, l’esondazione salviniana (e pure meloniana) è praticamente quotidiana?

    Sarà anche vero che, con i competitor attuali, la maggior audience del cazzaro verde è in una botte di ferro; ma, andando avanti con questi ritmi, reputando assai improbabile una saturazione/nausea/rifiuto della grande massa di telespettatori generalisti, si sta trainando il citato verso il 40% …
    Ma perchè?

    da degiom   - mercoledì, 27 novembre 2019 alle 12:36

  2. In Rai, perché le nomine si sono fatte quando al governo ci stava lui e molti si sono allineati. Nei canali privati perché si punta su di lui

    da Alessandro   - mercoledì, 27 novembre 2019 alle 12:42

  3. Eccolo qui il nuovo messia designato da TV, giornaloni, confindustria,confcommercio,etc,etc.

    E chi l’avrebbe mai detto che un fine statista del genere sarebbe stato così venerato…siamo messi male vero?

    Ormai è già a Palazzo Chigi, probabilmente a primavera, si perché a gennaio quei fini strateghi della piattaforma Rousseau determineranno la vittoria della Lega in Emilia Romagna, presentarsi ognuno per se frammenterà ancora di più, quindi con la dx al 51% a livello nazionale,cosi pare, potranno modificare la Costituzione e eleggere a Presidente della Repubblica uno gradito.

    Riflettendoci bene, sono molti che hanno lavorato per questa situazione allucinante.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 27 novembre 2019 alle 15:44

  4. Non mi stupisco dell’ascesa e del successo di questo figuro. Dato il livello culturale-intellettivo a cui è sprofondata la società, mi stupirei semmai se uno come lui passasse inosservato.

    da Andrea Sacchini   - mercoledì, 27 novembre 2019 alle 16:01

  5. Se non sbaglio gli si dava parecchio spazio anche prima dell’ascesa della lega. Hai descritto benissimo l’enorme responsabilità dei media nel favorirlo.

    da Irene   - mercoledì, 27 novembre 2019 alle 17:15

  6. C’era una volta un ragazzo che come me aspettava la tredicesima per potersi comprare un nuovo maglioncino di terza categoria. Per un giubbottino senza pretese dovevano passare almeno tre Natali. Si giravano negozi su negozi e il prezzo era sempre alto, spesso irraggiungibile rispetto le finanze a disposizione. Dai, mi faccia uno sconticino… Ma il gallo non cantava mai. Si trattava di quel gallo raffigurato su un cartello ben esposto sul quale c’era l’avvertimento: in questo negozio si farà lo sconto solo quando questo gallo canterà. Ora sembra che i tempi siano cambiati, ma poi non tanto alla resa dei conti. Soprattutto per chi ancora oggi arriva a metà mese con l’acqua alla gola. Pensierino finale: ma Salvini, se li paga lui tutti quei maglioni e giubbotti che indossa quotidianamente o c’ha alle spalle uno sponsor che paga per lui? Oppure è davvero così ricco di suo per pagarsi viaggi e moda con i suoi soldi? Allora è proprio vero, si guadagna proprio tanto a girondolare tutti i giorni fra una TV e l’altra seminando ovunque chiacchiere. Intanto il Paramento è vuoto. Solo sei deputati per discutere sui problemi dei terremotati… Alla faccia del populismo.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 27 novembre 2019 alle 17:24

  7. Patetici questi articoletti del Robecchi pubblicati sul giornale dei fatti quotidianamente,diretti dal destrorso pluricondannato Travaglio.
    Qualche settimana fa sul Foglio Maurizio Crippa perculò il povero Ferruccio Sansa che si domandava dove stessimo andando.
    Crippa gli rispose; dove andiamo non si sa, ma si sa da dove veniamo ed indicò l’indirizzo del Fatto Quotidiano.
    Caro Rebecchi per decenni hai coltivato miserrimo populismo di sinistra gruppettaro e poi hai allevato eserciti di astensionisti. Ora goditi i tuoi successi. A spese nostre.
    Buon riposo

    da Gianni   - sabato, 30 novembre 2019 alle 22:10

  8. Beh, ne scriva di migliori lei, magari il Foglio glieli pubblica. Saluti

    da Alessandro   - sabato, 30 novembre 2019 alle 22:11

  9. Sinonimi di patetico: triste, malinconico, mesto, addolorato, afflitto, accorato, penoso, lamentoso, lacrimevole, pietoso. Davvero signor Gianni (senza cognome?) Lei trova “patetici” gli articoli del nostro ospite AR? Mi farebbe cosa gradita se Lei riuscisse a contrapporre le Sue idee con argomenti concreti agli “articoletti” che Lei critica così poco elegantemente. A me piacciono, a Lei no!?… Ci dica il perché, almeno. Chissà, di fronte ad un argomento interessante e condivisibile potrei anche cambiare idea. La politica non è una partita di calcio, è, secondo me, un insieme di cose che nascono dalla collaborazione comune per l’interesse, appunto, comune. Mi scusi se mi sono permesso.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 1 dicembre 2019 alle 10:59

  10. Gentile Grondona
    Ovviamente la critica sugli articoletti non era riferita alla cifra stilistica del Robecchi, che com’è noto si gioca il top delle classifiche con altri giganti del calibro di Volo,Scanzi e la De Lellis. Di idee nelle mie poche righe ce ne son parecchie.
    Robecchi sottolinea l’invasiva propaganda populista di Salvini. Non trova che farlo dalle pagine del quotidiano più populista sul mercato sia ridicolo?
    Travaglio e Gomez che ospitano il Robecchi hanno dichiaratamente radici a destra, ed il loro populismo si spinge con tranquillità a ribaltare la Costituzione, raccogliendo firme affinché un decreto governativo cancelli una decisione della Consulta (oltre che del CEDU) o addirittura a calpestarla mettendo alla gogna persone sin dal primo giorno di indagini (un tempo per decenza si attendeva almeno il primo grado di giudizio,poi siamo passati al rinvio a giudizio,poi all’avviso di garanzia ed oggi ci ritroviamo nel barbaro baratro attuale). Robecchi non ha mai speso un rigo per questo scempio. Non pensa questo sia un comportamento patetico triste penoso etc etc?
    Come considera il moralismo di chi ha accumulato decine di condanne (considerate trofei) per diffamazione e false informazioni e getta fango a palate su chi commette un abuso d’ufficio da 1000 euro o raccomanda per un posto di amministrativo in ospedale? E come considera il Robecchi costantemente ammutolito sul tema?
    Il nostro scrive i testi pure per l’attuale King of populism Maurizio Crozza. Si è mai chiesto perché gli mette in bocca la inventata somiglianza tra Renzi e Berlusconi e mai lo farebbe con Gratteri che giorni fa ha dichiarato “ci sono magistrati che fanno militanza politica, e io non sono d’accordo. Sono d’accordo con Berlusconi: bisognerebbe fare i test psico-attitudinali ai magistrati ogni 5 anni” Io penso anche questo sia penoso.
    Tralasciando il populismo infame ed indecente di chi lo ospita..
    Ho ricordato i trascorsi di Robecchi nell’aria politica (la famosa aria fritta) gruppettara di sinistra, quella dei soloni col ditino perennemente puntato sempre pronti ad insegnare agli altri come fare, e che mai si sono chiesti del perché il popolo della Sinistra non ha mai dato loro consensi oltre il prefisso telefonico. Gente che si dichiarava comunista e che manco aveva capito la lezione n 1 di Marx scritta pure sulla tomba “Workers of all lands unite” Gente che ha predicato populismo,divisioni ed odi, spalleggiando egocentrici e sbruffoni di ogni risma. Gente che grazie alla propria azione fallimentare ha allontanato dalla politica, relegandola nel recinto dell’astensionismo.
    Vede Grondona quante idee si potevano leggere in quelle poche righe?
    Grazie per l’attenzione
    Gianni Candida cnd gnn 59p23 i9o7o 340.0854911
    serve altro? a discposizzione

    da Gianni   - domenica, 1 dicembre 2019 alle 21:06

  11. Molto interessante, un po’ noioso ma la perdono. Due cose. Se vuole prendersela con Travaglio e Gomez, scriva a Travaglio e Gomez. Se invece vuole prendersela con Crozza scriva a Crozza. Non capisco cosa vuole da me. Per sua informazione, scrivo sui giornali dal 1982 e sono stato querelato una volta sola, dalla famiglia Savoia per un pezzo sul manifesto. Ho vinto. Non ho altro da aggiungere, vostro onore, se non che la vedo un po’ nervoso. Buona serata

    da Alessandro   - domenica, 1 dicembre 2019 alle 21:13

  12. Sempre valido ciò che Manzoni fa dire a Don Abbondio sul coraggio. Prosegua pure a dormire. Saluti
    PS
    Digitando il suo nome sulla barra di Google appare il nulla.
    Dal 1982 ad oggi. Facci lei

    da Gianni   - domenica, 1 dicembre 2019 alle 23:00

  13. Grazie signor Gianni. Lei ha espresso il Suo pensiero, ha formulato i Suoi paragoni sottolineando a Suo giudizio le differenze che trova fra le Sue convinzioni e le notizie che legge sui giornali. E’ palese che i giornali abbiano una linea politica in generale, ma io penso che gli stessi vadano letti per cercare le pure informazioni che dovrebbero servire al cervello per farsi un’opinione personale, anche se a priori si ritenessero riportate in modo fazioso. Secondo me l’ironia di AR aiuta in questo senso. Forse alcune notizie dovrebbero essere date con un pelino di cautela in più. E qui sono d’accordo. Il giustizialismo, infatti, non fa parte della mia cultura.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 2 dicembre 2019 alle 03:14

  14. Grazie per l’attenzione. Buona settimana.
    GC

    PS
    Comunque lo ricordi al Robecchi che le tricoteuses con la bava alla bocca con il quale amoreggia, a Sinistra fanno schifo.

    da Gianni   - lunedì, 2 dicembre 2019 alle 09:58

  15. E’ dai tempi di Bettino che sento questa faccenda delle tricoteuses, poi la sentii per Silvio. Alla fine, la ghigliottina non c’era, e le tricoteuses se l’erano inventate gli amici dell’indagato. Mah

    da Alessandro   - mercoledì, 4 dicembre 2019 alle 08:50

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