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ott 19

L’estremismo di oggi: buttarla in caciara, dall’eutanasia agli snack

PIOVONOPIETREE’ un peccato che non ci siano in circolazione pensieri estremi, che nessuno rompa la superficie per guardarci sotto, o peggio ancora che nessuno guardi in alto, sognando e progettando cose che sembrano impossibili (Majakovskij: “Ehi, voi! Avanti con il cielo!”). Tutto è medio, tutto è ragionevole, tutto agisce nell’orbita del consentito. Con questo sistema di assoluta e cieca protezione del presente avremmo ancora gli zar, o magari un’app che ci convoca a costruire le piramidi. Ma tant’è: si fa il presente con quello che c‘è, per il futuro ci penseremo. Niente estremismo, quindi. Peccato.

Come per quasi tutto, le cose resistono in farsa, in burletta, e così ci stiamo abituando lentamente al più noioso degli estremismi, quello dialettico, che è quasi solo paradosso e provocazione, in sostanza esagerazione e argomento da talk show. Talmente mitridatizzati e assuefatti a certe caricature della realtà – però vendute come vere e assodate – che nemmeno ce ne accorgiamo più.

L’ultimo caso, abbastanza indicativo, è quello delle reazioni degli ultrà cattolici alla recente sentenza della Consulta sul suicidio assistito. Che è lecito solo in pochissimi terribili casi, che prevede paletti rigidi e severissimi. Ed ecco arrivare la caricatura, la visione estrema che polverizza il ragionamento. Nelle incursioni, e scritti, e interventi di chi sostiene un no duro, puro e definitivo a qualunque eutanasia, si presenta una realtà parallela in cui lo Stato autorizza il suicidio di chiunque, in qualunque momento. Cazzo, ho preso quattro in fisica… beh, tranquillo, vai alla Asl e ti fai fare una puntura di curaro. Oh, mi ha mollato la ragazza! E subito il medico pone fine alle tue sofferenze di giovane Werther.

E’ una cosa che fa sempre abbastanza ridere, questo estremismo catastrofista del paradosso. Il “moriremo tutti!”, il “dove andremo a finire”. E il meccanismo, poi, è semplicissimo. Basta prendere l’argomento di cui si discute, stirarlo all’inverosimile come un elastico, e poi lanciarlo, costringendo tutti a prendere per vero ciò che non lo è.

Nel recente dibattito sulla “tassa sulle merendine” (a proposito di guardare il cielo…), che ha occupato ore e ore di dibattiti televisivi, non si discuteva più se fosse giusto o sbagliato mettere un balzello su determinati prodotti, ma si strologava su come una tassa sugli snack avrebbe potuto “risolvere i problemi del Paese”. E’ un ben strano estremismo, si converrà, ed è anche facile: si pone una situazione paradossale come se fosse vera e si discute su quella. “Pensate di risolvere i problemi del Paese con una tassa sulle merendine?”. Al che la risposta corretta sarebbe “Non diciamo puttanate”, e invece si balbetta, cadendo nel vuoto e nelle sabbie mobili.

Storico esempio mai tramontato: l’estremismo dialettico anti-immigrati e una frase-tipo, ormai accettata nel gergo politico-mediatico. “Non possiamo accoglierli tutti”. E’ come un interruttore: detto quello (e su quella base: non possiamo accoglierli tutti) parte il dibattito. Nessuno che chieda: tutti chi? Gli africani? I libici? I siriani? Tutti sette miliardi di esseri umani? Nessuno che dica all’interlocutore: ma è sicuro che un miliardo e passa di africani voglia venite qui? E perché, poi?

E invece niente: si parte a discutere di immigrazione, accoglienza, integrazione su una base la cui ovvia risposta è “no” (possiamo accoglierli tutti? No). E’ il disordine del discorso, insomma. Quello delle chiacchiere, insomma, è l’ultimo estremismo che vediamo all’opera, un banale trucchetto dialettico, polvere alzata e cortina fumogena. Ogni discorso pubblico ne è pieno, se ci fate caso, ogni discussione, o confronto, tende a creare una situazione paradossale, estrema ai limiti del surreale, e poi a discutere di quella, invece che della realtà. Oplà, facile, no?

4 commenti »

4 Commenti a “L’estremismo di oggi: buttarla in caciara, dall’eutanasia agli snack”

  1. Ma a quella caciara che si trasforma in fuffa quotidiana hanno abituato i telespettatori.

    Inizio dai migranti, l’aver finalmente costretto l’Europa, almeno una parte, a farsene carico è un ottimo risultato,ovvero chi sbarca in Italia sbarca in Europa.

    La tassa sulle bevande-merendine, seppure non risolva i buchi di bilancio, non la vedrei male, come si tassano le sigarette per finanziare la sanità, anche quel tipo di alimenti, ci aggiungo le bibite gassate, possono aiutare le spese di ritorno.

    Sui pagamenti tracciabili sono d’accordissimo, insieme alla possibilità di indagare su conti correnti sospetti, se si incrociano dichiarazioni dei redditi e tenore di vita, a voglia nel reperire discrepanze.

    Il possibile aumento dei ticket sanitari secondo il proprio reddito, benissimo, anche se si rischia di far pagare meno proprio gli evasori.

    Consiglierei di fare meno spettacolo da quattro soldi e d’essere più concreti nelle rispettive aule parlamentari.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 2 ottobre 2019 alle 09:10

  2. Dimenticato

    Importantissima la legge sul fine vita, dove ognuno di noi potrà decidere di non subire l’accanimento terapeutico, o di lasciare questo mondo per evitare inutili sofferenze e senza speranza di guarigione.
    Chi parla di legalizzazione del suicidio sbaglia pesantemente, basterà rinunciare da lucidi di mente a questa opportunità.

    Finalmente siamo diventati una società evoluta anche su questo piano.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 2 ottobre 2019 alle 12:50

  3. Tassa sulle merendine? Mah!… Non saprei. Io vengo da una gioventù dove si faceva merenda con uno sbadiglio. Mi sono sposato magro come un chiodo. Poi ho lottato socialmente e finalmente ho messo un po’ di ciccia intorno alle ossa. Ora mi sembra che i governi moderni tendino spolparmi un’altra volta… I ticket sanitari sono balzelli che non sono mai stati pensati per le famiglie. Cosa vuol dire sommare i redditi di una famiglia e poi rapportare il risultato fra i componenti della stessa? Se in famiglia ci fosse anche uno solo incapiente fiscale e avesse bisogno di cure costose, il resto della famiglia andrebbe presto a chiedere l’elemosina. Il ticket, secondo me andrebbe tassato individualmente come si fa per le coppie di fatto. Tassare il contante o meglio, addossare sullo stesso l’aumento dell’IVA è proprio una pensata del cavolo, dannosa sotto ogni punto di vista. Caro politico, lasciaci spendere il nostro denaro, stra-tassato alla fonte, come ci pare e cura invece te stesso perché sicuramente hai la possibilità di dotare ogni componente della tua famiglia di una carta di credito, e la paghetta ai figli la dai facendo loro un bonifico… Infine il suicidio assistito. Quando si sta bene si dicono certe cose con molta disinvoltura, ma quando si è al dunque si vorrebbe forse cambiare idea, ma in alcuni casi non ne avremo la possibilità tecnica di farlo. Ognuno può fare quello che vuole, ma non credo che abbia il diritto di coinvolgere un’altra persona ad una tale mesta procedura. Per questo credo che sia molto difficile legiferare in merito nella maniera più razionale e ragionevole. Con questa politica, poi? E’ meglio non parlarne. Un conto è accompagnare un tizio dove vuole andare, un altro conto, molto diverso, dargli un beverone per “aiutarlo” ad andare felicemente (si crede) all’altro mondo.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 4 ottobre 2019 alle 11:01

  4. Rileggendo… Errata corrige. Congiuntivo, non ami: che essi “tendano”… lo sanno anche i gatti!… Lapsus… leggere quindi “Ora mi sembra che i governi moderni tendano a spolparmi un’altra volta…” Chiedo scusa.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 4 ottobre 2019 alle 16:59

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