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mer
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ott 19

Il furto degli “idoli”: la saga della chiesa meglio di Dan Brown

Fatto231009Lo dico in latino per adeguarmi all’argomento: Dan Brown gli fa una pippa. E poi lo dico anche da lettore stupefatto di cronache e giornali: ma guarda che razza di storia.

Vabbé, prima la cronaca. In una meravigliosa alba dell’ottobrata romana, alcuni tizi entrano in una chiesa molto importante (Santa Maria in Traspontina, 90 secondi a piedi dalla cattedrale di San Pietro), rubano alcune sculture in legno, escono e le buttano nel Tevere. Filmano tutto e diventano più o meno eroi dell’ala destra della Chiesa, quelli che fanno la guerra a Francesco, che apre troppo, esagera, fa casino, rinnova di corsa, stai calmo, amigo. Oggetto del contendere, il sinodo dell’Amazzonia, convocato dal papa, dietro il quale si combattono una guerra politica e una guerra di religione, il tutto all’interno della stessa religione. Si mettano nel conto anche dissesti economici, sgambetti, dossier, accuse di qua e di là, dispute teologiche, frizioni politiche, fino al furto in chiesa (Dan Brown, come sopra). In soldoni: il sinodo dell’Amazzonia si occupa di cose toste come la difesa del pianeta, il fatto che quei milioni che vivono là, accanto alla foresta, sono un po’ seccati che gli taglino il posto in cui vivono allo scopo di coltivare mangime per futuri hamburger. Naturalmente (mea culpa) non ho nemmeno la più pallida idea di come funzioni un sinodo, discuteranno tra loro, credo. Ma intanto, nelle cerimonie di apertura, le popolazioni indigene hanno portato in dono queste statue di legno, che raffigurano la Pachamama, cioè una donna incinta, cioè, per loro, la Madre Terra, da cui viene tutto, eccetera eccetera. Insomma, un dono simbolico, un pezzo consistente della cultura india, un buon auspicio per il dialogo. Finché un commando di aspiranti Templari ruba le statue e le butta nel fiume (notevole la zoomata mistico-turistica su Castel Sant’Angelo).

Ora viene il bello, perché uno pensa: cazzo, furto di opere d’arte in una chiesa! E’ una cosa per cui puoi prenderti qualche annetto come niente, se oltre ai testi sacri leggi anche il Codice Penale. Invece pare sia tutto un po’ in sordina, già i ladri che si filmano è bizzarro, poi compaiono qui e là delle simil-rivendicazioni. Cioè analisi e cronache che giustificano il gesto.

E’ vero che un giro esplorativo nella galassia internet degli ultra-cattolici è sempre istruttivo (tipo andare a cena con Bonifacio VIII), ma stupisce lo stesso di trovarsi di fronte al ragionamento tipico delle guerre di religione. Simboli nemici, sacrilegio. Il furto è definito “Autodifesa”, oppure “Cattolici gettano gli idoli nel Tevere”, o “Non è furto ma legittima difesa”, poi via con citazioni, versetti, pezze d’appoggio, sacre scritture per dire che gli idoli pagani, eccetera eccetera, guai vade retro, pussa via, buttamolo ar fiume.

Disputa dal sapore vagamente ztl-medievale, d’accordo, ma attenzione che la curvatura farsesca non faccia velo alla sostanza. Non solo all’interno della Chiesa e contro questo papa ci sono pressioni e fronde e dispetti a non finire, ma si agisce anche con azioni che travalicano un pochino il codice penale. Chiunque abbia mai frequentato uno stadio sa che comincia così, prima ci si ruba le bandiere e poi finisce a botte (si perdoni il paragone). Disputa teologica, ma anche segno di fortissima pressione e di scontro ideologico, tipo la ragazza Greta che avverte il mondo dell’emergenza (in questo caso il papa), contro i suoi insultatori e denigratori professionisti à la Feltri (in questo caso i ladri di statue). E’ una serie che va avanti da duemila anni, quindi attendiamo le prossime puntate e i prossimi secoli, ma intanto si registra, sempre per la cronaca, un’impennata mediatica dei tradizionalisti, Così tradizionalisti, da mettere le loro gesta su Youtube. Dai, cazzo, un po’ di coerenza! Giovanna d’Arco non l’avrebbe mai fatto.

3 commenti »

3 Commenti a “Il furto degli “idoli”: la saga della chiesa meglio di Dan Brown”

  1. Sulle trame legate al potere della chiesa mi astengo, sono meandri pericolosi da cui me ne sto bene alla larga, fino a qualche secolo fa questo potere influenzava in modo integrale, ora ha perso qualche colpo ma gode ancora di buona salute, e personalmente aggiungo purtroppo!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 23 ottobre 2019 alle 09:52

  2. Buongiorno Ale

    Come spesso accade, la vicenda raccontata può essere letta con molteplici chiavi interpretative; dal punto di vista penale suppongo sia scarsamente significativa, ma maledettamente intricata … Scatterà la denuncia? Saranno le autorità vaticane a farla? Sono i Patti Lateranensi a regolare la materia? Ecc, ecc, ecc…

    Simbolicamente invece tale gesto, che di per sè ha la valenza di una bravata commessa da adolescenti (ancor più per l’utilizzo dei social a fini divulgativi della stessa) potrebbe avere una portata enorme, per i motivi da te decritti.

    L’uso del condizionale è d’obbligo: se di rilevanza simbolica e potenziali terrificanti connessioni di ben altra gravità ne discutiamo qui sul tuo post ed in qualche gruppo dedicato su whatsapp (non ho notato particolare evidenza data alla notizia, sui quotidiani), dopodomani nessuno saprà più niente delle statue trafugate.

    ……..

    Solamente, non vorrei che in una prossima puntata, tra qualche decennio, il successore di Francesco dell’epoca, tal Bonifacio X, nel Tevere ci buttasse gli eretici del XXII secolo, con (W la tradizione!) un blocco di cemento ai piedi e la folla esultante lungo gli argini…

    da degiom   - mercoledì, 23 ottobre 2019 alle 10:38

  3. Bellissimo pezzo, grazie. Personalmente questo pasticciaccio mi ha fatto orrore.

    da Giulia   - venerdì, 25 ottobre 2019 alle 12:18

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