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Le coperture del Def leghista: vendere rosari e navi Ong al Papeete

Schermata 2019-08-14 alle 08.30.48L’incursione di Briatore Flavio, il genio di Cuneo (si contende il titolo da anni con Daniela Santanché) nell’agone politico riporta finalmente la situazione italiana al livello che merita: dadaismo situazionista con venature nichiliste e uso di yacht. Tra l’altro, non passa giorno senza che arrivino prestigiosi endorsement per Salvini da parte di imprenditori, padroni del vapore, azionisti di maggioranza, il signor Riello, il signor Zoppas, persino (tremate!) a nipote della stilista Luisa Spagnoli, tutti pronti a salire sul palco del vincitore annunciato (?), gente previdente che compra i biglietti in prevendita molto prima del concerto. E’ un piacere osservare l’entusiasmo e la vivacità del mondo imprenditoriale, in alcuni casi sono gli stessi che facevano la òla per l’altro Matteo. Perché tanto amore? La risposta si trova nelle pieghe più recondite della manovra economica scritta a sei mani dalla crema dell’intellighenzia della Lega: Garavaglia, Bitonci e Borghi, che è quello (tra l’altro) dei minibot, uno che sogna una moneta parallela, un trio di esperti come non si vedeva dai tempi dei Fratelli Marx. Insomma, a leggere le indiscrezioni sul quel che vorrebbe fare Salvini con l’economia italiana c’è da aspettarsi altre entusiastiche adesioni, magari Rossella O’Hara (sottosegretaria allo schiavismo), o il boia di Riga (rapporti con il sindacato). Ma andiamo con ordine.

Primo punto: sterilizzare gli aumenti dell’Iva. Servono 23 miliardi, che sono un bel po’ di soldi, talmente tanti che nemmeno mandare Savoini in missione tutti i giorni col cappello in mano basterebbe (fanno circa 1.700 miliardi di rubli). Naturalmente si potrebbe chiedere all’ex sottosegretario Siri se mette una buona parola coi suoi amici dell’eolico, ma anche così non sarebbe facile. Quel che non si raccatta con gli affarucci russi si può sempre segnare a deficit.

C’è poi la faccenda della flat tax, punto irrinunciabile di Salvini se mai riuscirà a salire le scale di Palazzo Chigi: tutti al 15 per cento, si dice che servirebbero 5 o 6 miliardi, aggiungendo i 10 degli ottanta euro renziani, fa poco meno di venti miliardi, e qui le strategie per le coperture si fanno più astute. Trovarli in un tombino è la prima ipotesi, la più sensata, peraltro, ma Borghi suggerisce anche di vincerli all’enalotto (probabilità: uno su sessantacinque miliardi), oppure di vendere al Papeete le navi delle Ong, che potrebbero diventare location per cubiste, o ottimi mezzi per le escursioni marine dei figli di Salvini.

Altro capitolo interessante, quello delle tasse sulla casa, che gli economisti della Lega spingono come fosse una cosa nuova. Si parla della Tari, delle seconde case, delle terze, delle quarte, ma l’ingresso di Berlusconi nella coalizione sposterebbe l’asticella ancora più in altro: niente tasse fino alla decima casa. Ci sono poi molti incentivi, bonus, premi in denaro e in natura (tutti i salami che Salvini non è riuscito a mangiare in questo anno di selfie al colesterolo). Ad esempio la convenzione con il beauty center “Il capriccio” di Busto Garolfo: tre lettini abbronzanti al prezzo di due, per venire incontro al popolo che non può permettersi l’ombrellone al Papeete. Poi detassazione totale per la menta da mettere nel mojito (sarebbe compensata da un aumento dell’iva su cannucce e ombrellini da cocktail).

La manovra potrebbe essere finanziata dalla vendita di gadget salviniani, in certi casi vere e proprie reliquie da esporre in salotto sotto una teca (novecento rosari, seicentottanta immaginette di varie Madonne, santini di ogni dimensione, brandelli di infradito indossate durante i comizi, magliette sudate, ruspe giocattolo, bacioni). Si capisce dunque la gioia degli imprenditori italiani, convinti da una tenacia operosa come non si vedeva dai tempi di Wile Coyote.

5 commenti »

5 Commenti a “Le coperture del Def leghista: vendere rosari e navi Ong al Papeete”

  1. Bisogna riconoscere ai due Matteo che comunque hanno rivitalizzato la satira! Qualcosa di buono l’hanno fatta!

    da Marco Ferrari   - mercoledì, 14 agosto 2019 alle 10:27

  2. Genio!!!
    Adesso però aspettiamo il nuovo romanzo.

    PS. Più che fratelli Marx, li chiamerei fratelli Matrix!

    da alberto spernich   - mercoledì, 14 agosto 2019 alle 11:15

  3. Al di là della prossima manovra economica, che sarà tra lacrime e sangue magari con un po’ di vasellina… Lasciamo che questa dx governi per tutto il tempo necessario, l’elettorato stando ai sondaggi la vuole a palazzo Chigi, potremo fare i consuntivi parziali e definitivi, naturalmente non mancheranno satira e polemiche feroci, con i legaioli massicciamente rappresentati, più Meloni e la probabile salma rediviva… Se ne vedranno delle belle.

    Anche perché se non si andasse al voto, almeno per il nuovo anno, è una mia previsione, questi rischiano di vincere con il 50% e più, le alternative sono sfumate o si stanno preparando a un ulteriore spezzatino.

    Il solito ce l’ho più lungo io, no io… e dall’altre parte le ridicole primarie su YouTube..

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 14 agosto 2019 alle 12:06

  4. Berlusconi ha creato una voragine nei conti pubblici togliendo la tassa sulle prime case di lusso (su quelle economiche l’aveva giustamente tolta Prodi). Se lasciamo fare a salvini quello che ha in mente, via anche la tassa sulle seconde case e flat tax (anche questa pro ultraagiati) si creerebbe non una voragine ma lo sprofondamento di tutto il paese in un deficit folle. Arrivera’ il solito uomo della provvidenza benedetto dalla u.e. e a quel punto monti e la fornero saranno rimpianti come benefattori. Forse una soluzione ci sarebbe: un governo di legislatura con incarico a una persona di alto livello tipo Draghi. Difficile ma fattibile.

    da Liliana   - mercoledì, 14 agosto 2019 alle 20:46

  5. Che bello un Paese senza tasse. Soldi in quantità nelle tasche, bella vita e, come Gastone, donne a profusione… Poi arriva il primo mal di pancia, una banale indigestione… Pronto, Croce Rossa?… Mi dispiace signore non ci sono più le ambulanze. D’altronde, senza soldi chi le potrebbe mantenere in circolazione? Si accontenti signore dell’abolizione delle tasse e da bravo citrullo populista si limiti a coniugare il verbo arrangiarsi!

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 15 agosto 2019 alle 10:20

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