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mar 19

Più che un esproprio proletario, un esproprio ai proletari: la flat tax

mercoledi-20-marzo-2019-203x300La velocità con cui è ripartito il trenino della flat-taxè direttamente proporzionale alla velocità con cui si avvicinano le elezioni europee. Dopo le felpe geolocalizzanti e le divise delle forze dell’ordine, Salvini si veste da commercialista (bacioni!) e si rivolge al corpaccione scontento del ceto medio italiano (un bel regalone, amici!).

Si tratta di un dibattito altamente teorico, come dire che faremo un cinema sulla luna, ma parlarne tiene vivo il fuoco, sposta Salvini dal tema immigrazione/sicurezza – dove ha preso tutto quello che poteva prendere – al tema silviesco per eccelleza: meno tasse per tutti, con una certa progressività all’incontrario, cioè si favoriscono i più ricchi. Così come è scritta e ipotizzata nei sogni leghisti (e scritta nel contratto di governo), diciamo la versione harddella flat tax, costerebbe più o meno 60 miliardi, il settanta per cento dei quali (più di 40) andrebbero al venti per cento più ricco della popolazione. Più che un esproprio proletario, un esproprio ai proletari.

Oltre alle questioni costituzionali, di cui, ahimè, parlano in pochi (la progressività della tassazione non sarebbe un dettaglio), ci sarebbe il caro vecchio conto della serva. Con 23 miliardi da cacciare in pochi mesi per evitare l’aumento dell’Iva, altri miliardi (parecchi) per rifinanziare quota 100 e reddito di cittadinanza, l’ipotesi che si tirino fuori altri 60 miliardi è abbastanza peregrina, è come andarsi a comprare una Porsche per festeggiare il rosso in banca.

Naturalmente già si parla di varianti, correzioni, gradualità, equilibri, ridisegni e insomma tutto il campionario delle parole vuote per dire che non sarà così: la Lega e i suoi economisti (Signore perdonami) avanzano nuove proposte. Per esempio una flat tax sotto i 50.000 euro di reddito familiare (che sarebbero più o meno l’ottanta per cento dei contribuenti) e il resto come prima, cioè come adesso. Ma è solo un giro dei tanti giri di valzer che vedremo sul tema: sventolare dei soldi prima delle elezioni (il gioco del portafoglio col filo, che ti scappa via mentre lo raccogli) è una tradizione italiana a cui non rinunceremo mai. E insomma quel che interessa a Salvini, per il momento, è tenere vivo l’argomento in modo da arrivare alle europee non solo vestito da poliziotto, ma anche da Robin Hood dei ceti medi.

Vorrei però porre da subito una questione, come a dirlo prima e mettere le mani avanti. Una domanda. Si scatenerà anche in questo caso la corsa ai furbetti come fu per il reddito di cittadinanza? Cioè: anche davanti a una riforma che premia i redditi medi ci sarà la caccia grossa al truffatore, al millantatore, a chi se ne approfitta? Eppure il motivo ci sarebbe: sapendo che con un reddito di 50.000 euro paghi il 15 per cento, chi te lo fa fare di denunciarne 51.000 e pagare il 38 per cento? A dirla veloce, un sincero e cordiale incoraggiamento a lavorare in nero, o a non dichiarare tutto, almeno quel che ti porterebbe sopra la soglia fissata per la flat tax. Sarà interessante vedere se si riproporrà la grande canea esplosa quando si parlava di dare soldi ai più poveri: il divano! I furbetti! E via strepitando. Una specie di linciaggio della parte meno protetta della popolazione accusata a gran voce di fregare soldi a tutti.

Altro effetto collaterale (ma mica tanto) con la nuova flat tax“versione popolare” ventilata dalla Lega c’è il rischio che due stipendi in casa facciano varcare alla famiglia la fatidica soglia, e quindi, per motivi fiscali, conviene se lavora solo uno, e la moglie sta a casa, lava, stira, cucina e fa i bambini. E insomma ecco là la famiglia come la vogliono la Lega, il ministro Fontana, il convegno di Verona, Pillon e il Ku Klux Klan. E questo è Salvini vestito da commercialista, perché nulla ci verrà risparmiato.

6 commenti »

6 Commenti a “Più che un esproprio proletario, un esproprio ai proletari: la flat tax”

  1. No stia tranquillo, quella Porsche ordinata varrà fino a maggio, tempo di incassare il miglior risultato possibile, dopo passata la festa gabbato lo santo,anche perché sono decenni che si fa gabbare…

    Se dovessimo andare a elezioni politiche autunnali, la dx toglierebbe l’rdc e potrebbe inserire questa flat tax, ma prima di tutto ciò arriveremo al 2020,si vedrà.

    Il 15% di tassazione mi pare un po’ bassino, un Paese come il nostro tra sperperi, corruzione, macchina dello Stato da oliare, chi pagherebbe tutto ciò? Vedrei sotto i 40-50 mila euro di reddito familiare, un 25-30 % di tassazione,al di sotto ci sarebbe la paralisi.

    Poi si sa, quella soglia per chi è dipendente rimarrà tale, a meno che come lei ipotizza la donna ritorni a fare la casalinga, un po’ un’utopia a mio parere, al contrario chi può evadere lo farà eccome, anche perché tra costoro non ce ne sono molti che arrivano a dichiarare certi importi, a volte sono i loro dipendenti ad essere più ricchi, più che imprenditori li chiamano benefattori… Per chi ci crede, ovviamente.

    Evviva l’ultimo salvatore della Patria!

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 20 marzo 2019 alle 10:55

  2. Alcune cose:
    -Continuiamo pure a parlare dell’odioso Salvini…rendendolo felice.
    Ho sentito dei giornalisti meravigliarsi che si sente parlare più di Salvini che di Conte. Come se non fossero loro (e anche lei) a continuare a parlare di Salvini e non di Conte. Ma, secondo lei, chi se non i giornalisti dovrebbero parlare di Conte?
    -Se è tutto teorico perché preoccuparsi di una cosa che non avverrà, tanto da dire che se si supereranno i 50000 euro si pagherà il 38%. Lei sa benissimo che si pagherà il 38% dell’eccedenza dai 50000 euro e quindi su 1000 euro. A meno che non pensi proprio che si vorrà far pagare il 38% su tutto il reddito a chi supera i 50000. Questo modo di fare informazione non è bello e invece sarebbe bello se si correggesse pubblicamente.
    – Da ultimo anche lei come tanti vede le cose solo da un punto di vista strettamente maschile tanto da dire “e quindi, per motivi fiscali, conviene se lavora solo uno, e LA MOGLIE sta a casa”. Per i motivi fiscali di cui sopra non converrà a nessuno restare a casa per risparmiare il 38% su 1000 euro. E, comunque, perché resta a casa LA MOGLIE?
    Di lei ho letto cose interessantissime ma questa volta mi pare abbia toppato.
    La ringrazio della risposta che mi vorrà dare.

    Francesco pazzi

    da Francesco Pazzi   - giovedì, 21 marzo 2019 alle 16:27

  3. Desolato, ma l’esperienza italiana insegna che se deve restare a casa qualcuno, sarà la moglie. Non mi attribuisca il fatto che io sia d’accordo. E’ così nel 99 per cento dei casi

    da Alessandro   - giovedì, 21 marzo 2019 alle 20:20

  4. La ringrazio.
    Ovviamente ha tutto il diritto di decidere se e a cosa rispondere.
    Io citavo il “punto di vista maschile” solo perché è diffusissimo e va combattuto, non tacitamente NON condiviso.
    Se lei non è tra quelli che lo praticano, benissimo.
    Per le altre due questioni non ricevo chiarimenti ne precisazioni, in particolare su quanto si paga di tasse quando si supera uno scaglione. Lei da un’informazione errata (confermando la strana ma molto diffusa opinione, che sia proprio così) e da questa fa discendere una serie di conseguenze altrettanto errate. Ripeto, nessuno preferirebbe rinunciare ad un reddito di un anno per risparmiare, come nel suo esempio, 380 euro (il 38% di 1000 euro).
    Anche qui, ripeto, a meno che non si voglia sostenere che in futuro superando 50000 euro di reddito ci si troverà a pagare più di 19000 euro di tasse.
    Quindi sono deluso. Peccato.
    Buona giornata,
    Francesco pazzi

    da Francesco Pazzi   - giovedì, 21 marzo 2019 alle 21:50

  5. Purtroppo è così. Una famiglia sposata con i crismi tradizionali deve accumulare gli stipendi o le pensioni onde determinare l’importo di una soglia prevista per l’esenzione o altro beneficio sociale. In sostanza, se si prendessero per esempio i ticket sanitari, in una suddetta famiglia che superasse in totale l’importo previsto per entrare in una predeterminata fascia di pagamento, dovrà sostenere l’imposta anche per gli incapienti fiscali, senza peraltro avere diritto per questi ultimi alle detrazioni fiscali. La famiglia invece composta da compagno e compagna, senza cioè essere sposati, è tassata singolarmente e gli incapienti fiscali non sono soggetti al pagamento, in questo caso, del ticket sanitario. E’ solo un esempio di iniquità sociale. Infine la flax tax (e dagli con i termini stranieri che molti ancora non comprendono), comunque la si giri o la si guardi, socialmente e costituzionalmente, in riferimento in questo caso alla non progressività come lo è del resto la stessa IVA, parafrasando il simpaticissimo Fantozzi, e una ca..ta pazzesca.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 22 marzo 2019 alle 11:49

  6. Grazie Vittorio per la chiarezza che risolve la questione. Non c’è dubbio che Fantozzi abbia ragione. Gli esempi si sprecherebbero.
    Grazie anche per aver sprecato una lancia contro l’uso inutile e confusionario della terminologia inglese. Immaginare di sembrare più colti usando termini inglesi è proprio da piccole persone.
    Buona giornata
    Francesco Pazzi

    da Francesco Pazzi   - venerdì, 22 marzo 2019 alle 12:38

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