Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
30
gen 19

Retromarcia di Matteo, moderno John Wayne con la pistola spuntata

Fatto300119Sperando di fare cosa grata ai lettori che non possono star dietro a tutto e monitorare minuto per minuto le risse in corso, i testacoda e gli autogol, forniamo un provvisorio quadro della situazione. Insomma, se non avete tempo di andare al cinema, ecco i migliori film nelle sale. Tranquilli, se questa settimana saltate un talk show non ve ne accorgerete nemmeno.

Salvini, dramma psicologico – Indietro i soldi! Ma si fa così? Insomma, tu paghi per vedere un bel western con lo sceriffo molto macho, severo ma giusto, e ti ritrovi in pieno in una commedia degli equivoci. Avevamo lasciato il Salvini dentro il saloon che diceva “Mi processino pure!”, con l’aggiunta del solito luogocomunismo delle arance da portargli a San Vittore. E ora eccolo invece mediare dietro le tende, mandare i suoi col cappello in mano di qua e di là, riflettere se questo duello gli conviene, valutare se può raggranellare qualche voto in commissione, magari i 5 stelle o un voto segreto, e far tuonare i fedelissimi che se si processa lui si processano tutti. Insomma, già si comincia male col protagonista che si tira indietro e fa retromarcia “dopo aver riflettuto a lungo sulla vicenda ritengo che l’autorizzazione a procedere vada negata”. E’ come se John Wayne, al momento di uscire in strada con la Colt in pugno, pronto a diventare martire per motivi elettorali, cominciasse a consultare codici e codicilli… “Ehm, ma l’articolo 36 comma 7 e 8…”. Insomma, prima ha fatto il gradasso, poi ci ha riflettuto,

Di Maio, legal thriller – Classico film di avvocati e tribunali. Si narra il conflitto di coscienza di un giudice. Deve far processare il suo amico Salvini? Ha detto di sì, poi ha detto che nella vicenda Diciotti era “graniticamente” d’accordo con lui. Interessante conflitto interiore: far processare il sequestratore dicendo però che eri d’accordo col sequestro. Un tormento interiore che fa del film l’analisi di una profonda introspezione: si vede che la regia ha lavorato sullo spessore psicologico del personaggio, e poi ha lasciato perdere. Alla fine tutto un po’ scontato, ma qualche scena si salva, ottimi i caratteristi.

Madamine, commedia arancione – Pellicola leggera di vago sapore dialettale (siamo a Torino), ricca di colpi di scena davvero sorprendenti. Alcune signore fondano un club, ma si accorgono che una di loro sta per candidarsi alle elezioni usando le gardenie del giardino e il colore arancione della loro pashmine. Un fulmine a ciel sereno che ha turbano le Olimpiadi subalpine di burraco in tutti i salotti della collina torinese. Apriti cielo! Tutte fingono di stupirsi, cioè: chi ha portato in piazza abbracciati nel nome del Tav Pd e Forza Italia, con la Lega a fare il tifo, ora finge di stupirsi. Dialoghi divertenti, sceneggiatura qui e là zoppicante, bella la scena finale con gli idranti di bagna cauda e la rissa a bosettatte di Gucci.

Pd, horror a basso costo – Per gli amanti del genere, lo splatter a vocazione minoritaria, un thriller con venature grottesche. A una settimana dalla votazione nei circoli del Pd ancora non si sa il risultato definitivo e ufficiale, ogni giorno si consultano le previsioni per sapere se Zingaretti è sopra o sotto il 50 per cento, Martina sembra vivo, i renziani convergono su Giachetti, tipo gli zombie che barcollano verso la fattoria dove hanno sentito un rumore umano (si sono sbagliati, era la Ascani). Finale a sorpresa ma mica tanto, gli sceneggiatori promettono il sequel per il 3 marzo (primarie), poi un terzo episodio (congresso). Trama noiosa, alla fine, scarsi anche gli effetti speciali e nelle scene di massa non ci sono mai più di quindici persone. In generale la serie necessita di un volto nuovo, nella speranza di spostarla dall’horror al comico, si tenterà di ingaggiare Calenda, che però sta già girando una fiction tutta sua.

6 commenti »

6 Commenti a “Retromarcia di Matteo, moderno John Wayne con la pistola spuntata”

  1. Inizio da John Wayne,si rivolterà sicuramente nella tomba…

    Che dire del fenomeno in auge,momentaneamente,era no tav,no trip,i meridionali “i terroni” per comprendere,da giovane erano il male assoluto,”forza vesuvio” in curva chi non se lo ricorda,ora l’odio si sta rivolgendo più a sud,c’è sempre un nord più su e un sud più giù,ma soprattutto da chi gli si è affezionato da giugno a questa parte,se i sondaggi sono veri,più o meno penso di si,milioni di elettori,tutti nuovi di pacca,lo vedono come nuovo conducator di questa povera penisola,incredibile vero? O forse neanche tanto.

    Sui 5S che dire,magari si fossero fermati agli strafalcioni linguistici e al dilettantismo conosciuto da tutti,purtroppo la situazione si è assai deteriorata,infatti stanno perdendo consensi,direi che mollare tutto,lasciando alla dx unita tutte le nefandezze,prima lo fanno meglio sarà per loro.

    Sulle madamine torinesi,no comment,più che buco del Frejus evidentemente gli ha fatto male il buco dell’ozono,da qui il vuoto cosmico.

    E mi astengo dall’ultima voce che ha riportato,mi sono limitato solo a ridere di gusto quando ieri da qualche parte ho letto,che Calenda e la sua scesa in politica è accreditata del 20% elettorale,cosa si fumano da quelle parti è incredibile…

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 30 gennaio 2019 alle 12:34

  2. Belissima descrizione, un sano buonumore di sottofondo ci aiuta sempre a superare anche questi momenti, ma non è che con queste cose ritardi il nuovo libro? Quello resta sempre una pietra miliare, quando esce?

    da Marco ferrari   - mercoledì, 30 gennaio 2019 alle 14:07

  3. “che roba Calenda alle elezioni di Marzo. Con il voto hanno protestato i poveri e ignoranti!”
    eccetera eccetera… Mi ricorda qualcosa…

    da Paolo   - mercoledì, 30 gennaio 2019 alle 17:44

  4. Salvini è un vigliacco e l’ha dimostrato per l’ennesima volta. Certo che ne sarebbe di questo paese se i poliziotti, i pompieri, ecc., che gli piace tanto scimmiottare, facessero come lui?

    da Irene   - giovedì, 31 gennaio 2019 alle 11:20

  5. Caro Robecchi, lungi da me vestire i panni del difensore del sig. Di Maio però mi appare alquanto ingiusto attribuire alla sua sola persona le nefandezze da lei citate. Quello che allego rende l’idea di ciò che è, era e sarà il Movimento 5 Stelle, con buona pace dei compagni che non capiscono, non capirono e, gli indizi parlano chiaro, continueranno a non capirci una mazza.
    https://twitter.com/Mov5Stelle/status/1091358258634334208

    da Arturo   - venerdì, 1 febbraio 2019 alle 23:59

  6. Premesso che per sano ed onesto principio non si può essere contrari a prescindere alle grandi opere. Nello specifico, però, mi viene spontanea una piccola personale considerazione. I relativi costi, i benefici, le generali obiettive necessità, secondo il mio parere dovrebbero dettarne  le priorità. Per esempio, qualcuno ha pensato a come proseguiranno  le enormi quantità di  merci ipotizzate  in arrivo a Torino quando l’opera sarà pronta all’uso? l”On. Salvini prevede, a lume di naso penso io, la loro quantità addirittura equivalente ad un milione di TIR (sic). Verso il nord Europa, a quel punto, le merci potranno essere inoltrate con treni ad alta velocità, ma solo dopo  la ricomposizione degli stessi secondo le varie destinazioni europee, a cura e spese italiane, ovviamente, in cambio fra l’altro di pochi kilometri di tariffa. Verso il Sud Italia invece come si prevede di inoltrare le merci in arrico? Sappiamo tutti ormai che le nostre linee ferroviarie interne sono al limite della loro capacità. Nemmeno potremmo affidarci ad eventuali cabotaggi, visto che alcune politiche del passato, di corte vedute futuristiche, pensarono bene di seppellire sotto il cemento i binari di diversi nostri porti, favorendo di fatto il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia. Se non si corre con urgenza ai ripari, a TAV terminato, i TIR saranno ancora di più incontrastati padroni delle nostre strade.
    PS: John Wayne era comunque un buono nei film “cappellone”.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 2 febbraio 2019 alle 12:00

Lascia un commento