Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
19
dic 18

La recita di Natale: Salvini col calice in mano (e l’ultrà nell’armadio)

Fatto191218La Tre cose ci preoccupano per il futuro: il riscaldamento globale, le tensioni con l’Europa, e il Salvini in versione natalizia. Mi perdonerete se mi concentrerò sulla più grave di queste crisi mettendo in guardia il consumatore di social media, il cittadino italiano, i capiredattori di turno durante le feste.

Dunque avremo Salvini col panettone, Salvini col pandoro, Salvini che chiede “Mangiato troppo?, anch’io amici, bacioni!”. Non mancherà un nutrito capitolo Salvini e la famiglia(e), i bambini, i regali, l’aria di svagata eccezionalità e di lucine intermittenti.  Essendo ormai la retorica presepista appaltata alla sora Meloni, si suppone che la comunicazione salviniana si orienterà più sul versante gastronomia&serenità, con opportune sviolinate ai “prodotti italiani”. Dovrà probabilmente consumare dolci secondo un suo speciale manuale Cencelli basato sui flussi di consenso (Nord per origine, ma anche al Sud si mangia benino, ma poi che buona la cucina del Centro Italia…), con il che è chiaro che tifiamo glicemia.

Non scoraggiatevi. Nell’ora più intima delle feste avremo forse un Salvini stivalato accanto a una volante di pattuglia: “Anche a Natale con chi lavora per la nostra sicurezza, amici! Faccio bene?”. Gli agenti infreddoliti avranno la faccia di chi pensa: porca puttana, già il turno rognoso a Natale, e in più questo qui, che palle! Poi Salvini se ne andrà col suo codazzo di famigli, fotografi e guru della comunicazione, ma questo non lo vedremo. Ci verrà forse risparmiato un Salvini Babbo Natale che consegna taser giocattoli ai figli dei vigili, ma non è detto che ci andrà così bene. Insomma, prepariamoci alle feste con questa spada di Damocle del Salvini che spiega a tutti che lui è come loro – come noi – che fa cose normali, che ambisce a una tranquilla vita di torroncini e piccole emozioni sotto controllo.

L’estate era stata un buon banco di prova, sempre mezzo nudo e sempre a tavola, ma al tempo stesso vigile e virile per quanto glielo concede il fisico pinguinesco. Da molti stupidamente considerato innovativo, il messaggio è sempre quello, l’antico simbolismo della canottiera di Bossi, riveduto e corretto: dove là c’era burbera e ruspante fierezza popolare della Lega ante-Trota, qui c’è l’epifania della medietà, un plasmarsi sulla statistica e sulla retorica dell’italiano medio, compreso lo sfruttamento pop degli affari di cuore, le feste comandate, lo spuntino di mezzanotte.

Si ride e si scherza, d’accordo, ma c’è un problemino serio, perché la stragrandissima maggior parte dell’iconografia su Salvini è prodotta e diffusa dallo stesso Salvini e poi ripresa dai media che la rilanciano: una specie di dépliant, un prospettino promozionale. In televisione: una marchetta. Quando le foto non sono selfie o non vengono dal costoso entourage (che paghiamo tutti), infatti, Salvini non sembra tanto “uno di noi”, come dice la sua narrazione.

L’italiano medio che Salvini vorrebbe vellicare con il suo sono-come-te non familiarizza con spacciatori condannati, per esempio, cosa che non dovrebbe fare un ministro dell’Interno, ma nemmeno un cittadino perbene. Insomma, il Salvini pubblico sempre accanto alle forze dell’ordine non può fare pappa e ciccia con delinquenti che le forze dell’ordine hanno attenzionato, seguito, intercettato e incastrato fino a sentenza (patteggiamento avvenuto). E’ una cosa che potrebbe ingenerare il sospetto che esistano due Salvini, uno formato social denso di cretinate e albertosordismi, e uno con frequentazioni poco consone al suo ruolo. Proprio per questo – perché urge riparare – ci si aspetta una recrudescenza del Salvini formato famiglia. E dunque questo è un piccolo avviso: pensateci, quando lo vedrete brandire il calice di prosecco: è solo la recita di Natale, e ci casca solo che ci vuole cascare.

4 commenti »

4 Commenti a “La recita di Natale: Salvini col calice in mano (e l’ultrà nell’armadio)”

  1. Ricorderete tutti le promesse mirabolanti del caimano quando fu nel pieno del potere,e all’apice delle boutade da commerciante allo sbaraglio,affermò che avrebbe sconfitto il cancro,i risultati si sono visti,vero?

    Direi che il successore sponsorizzato da quasi tutti i media,evidentemente è diventato a ragion veduta il meno peggio per costoro,ha affermato ieri che sconfiggerà qualsiasi forma di criminalità organizzata,dall’ndrangheta alla mafia,sino ad arrivare alla camorra.

    Che sarebbe una missione per cui sarebbe ricordato nei libri di storia per l’eternità,peccato che passerà un felpato qualsiasi e altri ne arriveranno ancora,e purtroppo quell’infinita piaga secolare continuerà ad esserci.

    Se ha tanto successo ormai lo sanno anche i muri,che i tizio,caio e sempronio che si lanciano in politica,devono fare leva su alcuni argomenti,e se una fetta consistente d’italiani abboccano,rimarrà una realtà ancora per molto tempo.

    Buone festività a tutti,il più possibile isolate dalle stronzate,ovviamente!

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 19 dicembre 2018 alle 10:30

  2. Che bello leggere di solo tre cose che ci preoccupano, ammetto scandalosamente che il riscaldamento globale e le tensioni in Europa mi permettono di dormire, la terza mi mantiene insonne e mi procura una specie di orticaria…

    da Massimo   - giovedì, 20 dicembre 2018 alle 11:44

  3. Riassuntino di fine anno: Robecchi tempo fa ebbe a dire che le attenzioni morbose dedicate ai personaggetti del PD erano (anzi, sono) in parte motivate dal remoto senso di appartenenza a quella comunità. Come dire, sfotto loro perchè hanno inquinato il mare in cui nuotavo mentre degli altri me ne frego perchè non abbiamo mai frequentato lo stesso lido. Poi ti chiedi, ma chi sono gli altri ? Robecchi, nel tempo libero tra un ciclo di seminari sul “Ciaone” e una minaccia di darsi fuoco per l’indignazione causatagli dalle stupide bandierine blu di qualche 25 aprile fa ha dato sfoggio alla propria verve comica per parlare di chiunque: Alfano, Salvini, Verdini, Dell’Utri, Berlusconi, CasaabusivaPound, Monti, Fornero, sindaci di Piovarolo e Cazzago sul Mincio eletti in liste civiche dai nomi improbabili. E questo cosa significa ? Che anche con questi figuri condivideva lo stesso bagnasciuga o peggio ancora la stessa cabina ? Poi ti accorgi che nell’elenco manca qualcuno, manca il movimento del 33%, nessun Di Battista, Sibilia, Tofalo, Taverna, poveri sfigati che non hanno mai avuto la possibilità di condividere nemmeno una paletta e un secchiello con il nostro giornalista. E manca anche l’omonimo dello chansonnier astigiano, quello per il quale “Il popolo è l’insieme degli azionisti che sostengono questo governo”, roba da voltastomaco, più per ragioni antropologiche che politiche. Cioè, uno fa satira politica e ignora il capo del governo e il partito di maggioranza relativa. O è pavido o è distratto. Oppure ha deciso, però senza accorgersene, di portare acqua al mulino di questi poveri sfigati da lui tristemente ignorati perchè a furia di leggere che gli altri hanno la rogna le robuste menti dei suoi delusi lettori sedicenti di sinistra pur tra mille patetici mal di pancia si convincono, tra un editoriale di Travaglio e un’intervista a Davigo, che quelli di cui si tace siano il meno peggio. Siempre a Sinistra, companeros.

    da Arturo   - venerdì, 21 dicembre 2018 alle 16:42

  4. Un gran Buon Natale e Nuovo Anno a tutti.

    ma mi tocca di aggiungere un’altra brutta notizia :-
    http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=26444

    da gis   - domenica, 23 dicembre 2018 alle 14:00

Lascia un commento