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nov 18

Gilet, migranti, socialisti: quanto sono poetiche le proteste degli altri

Fatto211118Incredibile quanto ci piacciono le rivolte quando le fanno gli altri, una passione, proprio. Leggendo le cronache dalla Francia, anche quelle più “legge & ordine”, traspare una sorta di invidia non detta, di ammirazione sottaciuta, come un’inconfessabile stima per una mobilitazione così spontanea e tenace. Non tanto per gli obiettivi della protesta dei gilets jaunes(che restano molto francesi e assai trasversali), quanto per la loro tenacia. Ci piace insomma il pensiero dei francesi che si incazzano, come da canzone del Maestro, ma ogni volta quel che si ammira è che lo fanno seriamente. Già capitò ai tempi del grande sciopero dei mezzi pubblici, quando si magnificò la solidarietà dei parigini, pur azzoppati nel loro spostarsi, con i lavoratori in lotta. Non scioperanti e utenti divisi, ma cittadini uniti, si disse, cronache che scaldavano il cuore, mentre se succede qui, anche un minimo sciopero dei treni, ecco le grida di allarme sull’Italia “paralizzata” e la prepotenza sindacale.

Insomma, ci piacciono molto la protesta, la rivolta e persino la sommossa (specie se ceto medio-oriented), a patto che non succeda qui, e se un qualsiasi movimento di protesta si azzardasse qui da noi ad occupare strade e autostrade o depositi di carburante, si griderebbe – destra, sinistra, sopra, sotto – all’eversione (non a caso il decreto sicurezza contiene gravi inasprimenti di pene per blocco stradale, per esempio).

E’ un bizzarro strabismo politico-culturale, tutto italiano, molto ipocrita, che abbraccia il pianeta. La marcia dei migranti dall’Honduras agli Stati Uniti è un altro caso di scuola. Una migrazione in piena regola, che riscuote ammirazione e pressoché unanimi consensi, almeno a sinistra. E’ una cosa biblica, contiene molto Garcia Màrquez, migliaia di persone che vanno a piedi, coi trolley e le valigie, i bambini e i nonni fino a Tijuana, e lì cominciano a bussare al muro per avere una vita migliore. Muy sentimiento, eh! Se invece succede qui la musica cambia un po’, niente più flauti andini e canzoni di protesta, cominciano i cori del non-possiamo-accoglierli-tutti, gli aiutiamoli-a-casa-loro (cfr: Salvini), e aiutiamoli-davvero-a-casa-loro (cfr: Renzi). Insomma, gli opposti minnitismi, e magari, come già si fece, accuse di “estremismo umanitario” a chi crede nell’accoglienza e magari la pratica. Ci piacciono i migranti degli altri, insomma, pieni di rimandi letterari, soddisfano un nostro bisogno di etica e ci ricordano vagamente cosa sarebbe la giustizia sociale. Perfetti, finché stanno dall’altra parte del mondo, fuori dai coglioni.

Ci piacciono molto anche i socialisti degli altri. Il caso di Alexandria Ocasio-Cortez conferma in pieno. Con grande attenzione, i media italiani hanno seguito l’ascesa della giovane democratica, fino all’arrivo al Capidoglio di Washington. Hanno persino lodato il suo dichiararsi esplicitamente socialista. Che brava, che coraggio, bene! Che bella la copertina del New Yorker! Tacendo però il dettaglio che se qui, qui da noi, emergesse una voce dichiaratamente socialista – più diritti economici, meno rendite, meno profitti, più reddito da lavoro più diritti agli immigrati, più scuola pubblica – verrebbe trattata come un appestato, affetto da novecentismo, bacucco, via, sciò, come si permette, lasci fare ai mercati, che la sanno lunga. Se dici “socialista” a New York sei un’esotica benedizione per i tempi nuovi che verranno, ma se lo dici qui ti lapidano perché “non aiuti le imprese” e qualunque idea di conflitto sociale pare obbrobriosa.

E’ uno strabismo anche sentimentale, perché, insomma, almeno a sinistra piace ancora l’impianto, chiamiamolo così, ideal-romantico della rivolta e della reazione all’ingiustizia, dei deboli che si ribellano al potente, ma solo in cartolina, e più è spedita da lontano e meglio è.

6 commenti »

6 Commenti a “Gilet, migranti, socialisti: quanto sono poetiche le proteste degli altri”

  1. Invidia e rammarico. Perché gli italiani liberi sono veramente pochi. La maggior parte naviga nella melassa mafiosa che caratterizza la nostra società e che ha la sue parole d’ordine ripetute ad ogni messa: non guardare ai nostri peccati ma alla fede nella tua chiesa(che cosa dovrebbe fare dio se non giudicare i nostri peccati non é dato sapere). Sulla base di quest’assunto anche uno della banda della Magliana può ritrovarsi sepolto in una basilica senza che si riesca ancora a sapere chi ce l’ha messo….

    da Eparrei   - mercoledì, 21 novembre 2018 alle 09:19

  2. … VI …

    Aliens 7

    Diventa sempre più difficile parlare di sinistra uniti nel mentre che è divenuto quasi impossibile comprendere il perché di tanta sinistra teorica e nessuna sinistra pratica.
    I sindacati non ci sono più in quanto anch’essi sbandati in mille sigle ciascuna a pretendere di fare gli interessi di una parte e nessuno più a difendere quelli di tutti.
    I partiti ce ne sono fin troppi ognuno ad avere una valenza ridicola anche solo per il fatto che, e sempre ammesso ve ne sia un interesse effettivo, un governo non saprebbe più con quale parlare per accordare concessioni che fossero valide per tutti.
    Una base, sempre più sperduta ed in cerca di ritrovi miracolosi, che, ondivaga, vaga da questo a quel porto finendo per fare il gioco di chi, in effetti, a tutto pensa in realtà fuorché a quelli del lavoro e dei lavoratori.
    A Tutto questo si aggiunge una classe media scesa di rango e di ruolo la quale, pregna di interessi originari differenti da quelli, più urgenti e bisognosi di tutele, va ad arricchire, quasi come da spinte genetiche, quelle parti politiche ad avere e ad essere espressioni camuffate di una destra retriva e assolutista.

    Il tutto in un quadro generale di insoddisfazione diffusa ad essere una miccia corta su di un pacco di esplosivo sociale che quello di Capaci e di Via D’Amelio sembrerebbero dei fuochi di sant’Antonio in un cimitero sperduto tra le montagne dell’arco alpino.

    Nessuno che prenda mai una iniziativa dirimente; nessuno che si faccia carico di essere il primo a dire uniamoci senza se e senza ma; nessuno mai che si dica e lo sia veramente disposto a fare un asso indietro in funzione di una nuova costituente attesa alla sincera e concreta realizzazione di un UNICO PARTITO A SINISTRA.

    La domanda a questo punto, l’unica veramente ad essere sostanziale e definitiva è:

    PERCHE’ TUTTO QUESTO?.

    Con i corollari a completarla: come ci sono riusciti, governanti e non?; a chi giova questa situazione?; come mai nessuno, fosse pure un semplice cittadino, mette, i così detti capi della sinistra, di fronte alle loro responsabilità?; è già troppo tardi dunque o ancora è possibile una rinascita?.

    Ci si perde, tutti o quasi, attorno alle responsabilità di questi e di quegli e quando proprio si dovese arrivare ad un punto limite e dirimente si scarica ogni colpa sull’Europa e sull’euro.
    Poi o prima, dipende dal momento e da chi parla, disquisisce, impartisce lezioni, filosofeggia in sofismi, in dietrologie, in teorie di cospirazioni e di grandi vecchi, ci sono lo spread, i mercati, il sionismo, il fascismo palese e strisciante, il razzismo, il nord, con la sua parte dominante e/o astrusa, quel nord-est, italiano ed europeo che rispettivamente autoctono è più ricco del resto d’Italia e straniero, si arroga diritti da prima donna a non aver costrutti; quindi le promesse a risolvere che, elettorali e basta, non sono mai seguite da quei miracoli occorrenti, in effetti, i soli veramente capaci di risolvere una situazione economica sempre più incancrenita.

    Ed intanto, le persone si ritrovano sempre più, ed in numero crescente, oltre ogni soglia di umana sopportazione; la gente, in altro modo non si uò definire un popolo-non popolo, vira a destra, come è quasi normale che sia, quando non fosse altro che un gregge desideroso del caprone a comandare verso il macello; in un coro generale di belati sempre più fievole e sempre più tanto indignato quanto rassegnato al proprio destino.

    Se distino se fosse una questione d’altri tempi la si potrebbe definire LA SHOAH, con tutto il rispetto possibile per i sei milioni di martiri che l’hanno insnguinata, forse non dell’intero non-popolo italiano, ma della sua sinistra materiale ed ideologica sicuramente sì.

    Ma se così è, ed è così!, dove sono i lager in cui morti e morituri vengono bruciati? E quali i nomi dei Kapo a farne da carnefici e boia?.
    Possiamo provare ad individuarli rispettivamente nel PD, in RIFONDAZIONE, in LEU, nei vari PARTITI COMUNISTI, in quelli SOCIALISTI, in quelli estemporanei nati e morti nel volo di una farfalla?.
    Ed i nomi quali sono, forse quello di RENZI, quello di BERSANI, di ACERBO, di FERRERO, tanto e solo per citarne alcuni dei mille possibili?.

    Serve ad oggi, ed in questa situazione, continuare a ricercare le singole colpe o piuttosto vanno tutti richiamati all’ordine, a tutti occorre inviare una diffida a fare, ad ognuno si deve finalmente chiedere, ESPRESSAMENTE E DEFINITIVAMENTE, qual è la loro unica ed onesta opinione sul passo indietro necessario, di modo che ognuno sappia, apertamente e CORAM POPULI, chi vuole cosa e perché?.

    Ecco Italia ed Italiani, almeno quelli che sono e/o si credono di sinistra, il tempo degli esperimenti è finito da tempo oramai, ora è l’ora dell’appello: OCCORRE SAPERE CHI C’E’, COSA E COME SI VUOLE FARE …

    i massimi sistemi non vanno più bene nemmeno per la filosofia teoretica.

    #SInistraSI

    da francesco biganti   - mercoledì, 21 novembre 2018 alle 09:56

  3. Inizio con i gilet francesi,da ciò che ho letto pare che sia una tassa di alcuni centesimi che saranno investiti su tecnologie elettriche e ibride,nel tentativo di usare sempre meno energia fossile,ma non essendo francese prendo atto dei notevoli attributi che possiedono,che abbiano tutte le ragioni ho dei dubbi,attributi inesistenti sulle nostre latitudini,me ne sono accorto quando protestavamo contro il jobs act del caro renzuccio e in piazza ne mancavano parecchi di lavoratori.

    Soddisfatto dell’apparizione di Alexandria Ocasio negli States,una giovane politica che prende i panni di un attempato Sanders è positivo,ma ne avrà di chances nel Paese dove in molti la vedono come una neo bolscevica che vorrebbe riequilibrare lo stato sociale,ovunque assolutamente compromesso nell’epoca della globalizzazione?

    Già Obama con la riforma sanitaria trovò delle difficoltà non da poco alcuni anni fa.

    Termino con i migranti e la diffusa ridicolaggine giornalistica italiana,nella quale si nasconde o si celebra secondo gli interessi e non per fare informazione pura,parlare di prostituzione non è il caso si rischia di farli diventare vittime,sono dell’idea però che di coscienze a posto ce ne siano poche nelle redazioni.

    Sui migranti mi ripeto,non si può lasciare l’Italia da sola a governare un processo così grande e epocale,segnali dall’Europa non ne arrivano,anzi quelli che sono arrivati è di arrangiarsi tramite i 35 euro senza alcuna prospettiva di futuro,almeno per la stragrande maggioranza di questa povera gente,inutile ribadire l’impossibilità di impiegarli,al massimo trovano chi li sfrutta in modo vergognoso.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 21 novembre 2018 alle 11:12

  4. Suggerisco di guardare anche quest’altra notizia di ieri: un ministro francese ha dichiarato che l’anno prossimo le tasse scolastiche per i non-EU saranno moltiplicate per 10 minimo.
    Una maitrise passa da circa 300 euri l’anno a circa 3700, per fare un esempio.

    da Sebastiano   - mercoledì, 21 novembre 2018 alle 15:04

  5. Sottoscrivo tutto. E ci sarebbero infiniti altri esempi.

    da Paolo   - giovedì, 22 novembre 2018 alle 13:00

  6. Insomma, alla fine, bello bravi bis ma non toglietemi dal mio divano.

    da Andrea   - domenica, 25 novembre 2018 alle 08:47

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