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Bolla Salvini, il punto non è se scoppierà, ma è capire quando

Fatto120918Ahi, Sudamerica, Sudamerica… Ci vorrebbe un Gabriel Garcia Màrquez in piena forma per raccontare del burbero ministro della Polizia e della Sicurezza che fa pubbliche dichiarazioni in sostegno della fidanzata e dei suoi cuochi in tivù, che trepida in camerino con la di lei mamma. C’è del ridicolo, sì, ma anche del tragico. E’ trasformismo da social: ve lo aspettate severissimo a sorvegliare i confini, ed eccolo tenero fidanzatino di Peynet. Ve lo aspettate paterno e rassicurante a pranzo, natura morta con mozzarella, ed eccolo ducesco e imperativo che apre le buste della Procura.

Quindi aggiungiamo alle grandi domande del presente anche questa, forse minore e laterale: quanto manca allo scoppio della bolla Salvini?

Inutile elencare i precedenti, che sono noti a tutti e mediamente tragicomici. Sono passati solo sette anni da quando sembrava che indossare il loden verde e prendere un treno fosse una specie di Risorgimento contro l’impero del grottesco e del cochon: Monti veniva dopo Berlusconi e sembrava la discesa dell’angelo moralizzatore. Due anni dopo nessuno poteva più vederlo nemmeno pitturato. Renzi, anche lui beneficiario di una bolla di consenso, ci affogò dentro facendo l’errore classico: credere alla propria propaganda. Stessa velocità supersonica, ciò che sembrava modernissimo e sorprendente aveva già rotto le palle due anni dopo, ci sono canzonette estive che durano di più.

E ora Salvini. Il cambio di stile nell’agiografia e nella comunicazione del capo è evidente: oggi abbiamo grigliate a torso nudo dove ieri avevamo elegantissime fotine seppiate del Giovane Statista, è una questione di target.

La bolla Salvini deve vedersela anche con un altro problema, che potrebbe accelerarne la fine: il fastidioso e perenne rumore di fondo che i media producono. La “questione Matera” ne è un buon esempio: Di Maio chiede a Emiliano qualcosa su Matera, subito gira la favola che non sa dov’è Matera. Poi si chiarisce tutto (Matera gravita sull’aeroporto di Bari, sarà capitale della cultura, anche la Puglia ci punta molto, eccetera), ma intanto la cosa gira. Esponenti dell’opposizione fanno battute, rilanciano una notizia falsa quando già si sa che è falsa, notizia falsa e notizia vera si intrecciano, tutto si mischia. Vero? Farlocco? Solo rumore.

Un caso al giorno, anche due, così, ogni giorno, un’ondata di surreale dietro l’altra, da ogni direzione e verso ogni bersaglio, poi la piccola risacca dei puntini sulle i, poi un’altra onda, e si ricomincia. La goccia che scava la pietra, e la pietra finisce che prima o poi si rompe i coglioni.

Tutto diventa rumore di fondo, e la bolla di Salvini finisce lì dentro. Sarà vero? Sarà falso? Che ha fatto oggi? Proclami razziali? Baci e abbracci? Rastrellamenti di migranti? Auguri alla ragazza? Minacce alla magistratura? Pollo arrosto? Salvini è orizzontale e riempie tutte le pieghe dell’esistenza, dal pubblico all’intimo, il crinale è molto stretto, il rischio di cadere nella caricatura di se stesso è inevitabile. “Salvini fa il bucato” e “Salvini riceve Orban”, diventano la stessa cosa, è un entertainer che per esistere deve stare perennemente in onda, questo sostiene i sondaggi nell’immediato, ma alla lunga logora.

I fatti saranno più testardi, la flat tax non ci sarà (per fortuna), la benzina la paghiamo più di prima, i migranti si rivelano ogni giorno di più un’arma di distrazione, gli alleati (alla buon’ora!) si mostrano infastiditi, “Io sono eletto, i giudici no” contiene dosi massicce di Berlusconi. Quando prevarrà la sensazione di un Salvini “chiacchiere e distintivo” la bolla scoppierà, ciò che all’inizio il grande pubblico guardava con simpatia canaglia comincerà a guardare con sospetto, e poi con stizza: ancora queste cose? Ancora ‘ste cazzate? La domanda non è se succederà, ma quando.

29 commenti »

29 Commenti a “Bolla Salvini, il punto non è se scoppierà, ma è capire quando”

  1. C’è una seconda domanda: quanto ci costerà?

    da Marco Antonio Rosso   - mercoledì, 12 settembre 2018 alle 10:31

  2. Siamo un Paese così,almeno diffusamente che insegue le bolle,dal nefasto ventennio del primo novecento,ad arrivare alla lunga bolla democristiana con il quasi highlander Andreotti,quelle più brevi di Craxi e Renzi,anche se quest’ultimo non molla.
    Quella caimana che è durata moltissimo,ma qui c’è una pesante ragione televisiva e inciuciona sempre con il partito solito noto.

    Ora c’è quella felpata e a torso nudo estiva,dove qualsiasi tweet e stupidaggine assortita viene amplificata dai media,durerà se ci saranno successi palpabili,cioè se l’economia e l’occupazione miglioreranno sensibilmente,altrimenti prepariamoci a qualche altro messia mediatico da amplificare ad hoc.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 12 settembre 2018 alle 12:00

  3. Caro Robecchi quando e se scoppierà , rimarrà l”amarezza per il m5s che si è unito a lui è ha permesso che governasse e per chi ha creduto in loro.. Tu e il tuo direttore vi siete infognati per bene a difendere la Casaleggio associati …

    da Massimo   - mercoledì, 12 settembre 2018 alle 15:05

  4. Diomio quante cazzate. Tu trovami una mia riga che difenda la Casaleggio Associati, su, coraggio, prova quello che dici. Aspetto

    da Alessandro   - mercoledì, 12 settembre 2018 alle 16:08

  5. Si ottiene il medesimo risultato (zero) anche se si cerca una critica, alla Casaleggio. Robecchi ha perfettamente ragione: è libero di scrivere quello che vuole. Nessuno può imporgli cosa scrivere. Ma ci sono silenzi che parlano.

    da Linda Perelli   - mercoledì, 12 settembre 2018 alle 16:36

  6. Posso parlare dei 5s o di tutto, ma non so nulla della Casaleggio, della Trilateral, Bildelberg o come cazzo si chiama. Ma prima “li difendi” e poi “non ne parli”, di una cosa che non mi interessa particolarmente tra l’altro… fate voi, però fate un po’ tenerezza. So che ci sono giornalisti che si stanno costruendo una carriera come casaleggiologi, chiedete a loro.

    da Alessandro   - mercoledì, 12 settembre 2018 alle 18:52

  7. Anche a stigmatizzare (giustamente, ci mancherebbe) le porcate delle varie forze politiche, glissando sempre però sull’altro alleato di governo, ci si possono costruire carriere giornalistiche.

    da granmadue   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 07:45

  8. Due cosette. La prima è sempre la stucchevole cosa del “non scrivi quello che penso io”, che vabbé, che palle. La seconda è un po’ più divertente: io non ho bisogno di costruirmi nessuna carriera giornalistica, faccio ‘sto lavoro (e molti altri) da trentacinque anni, non devo rendere conto a nessuno. Questa qui del “così fai carriera” è una variante del ki ti paka? dei 5stelle. Quindi contiene polemica sterile e strumentale (e passi), ma contiene anche una cosa più grave: non si riesce a concepire che uno abbia la libertà di dire ciò che pensa. Lo facevo al manifesto, all’Unità, al Fatto, su Diario, su Micromega e in tutti i giornali su cui ho scritto. Dico quello che penso nei libri e persino con la satira quando mi capita di frequentare il genere, e persino alla radio. Chi mi legge da un po’ sa che ho una linea solo mia, che non dipende da questo o quel partito. In più, c’è questa solfa che se dici qualcosa di Salvini sei lo stesso complice perché non dici dei 5s. Una logica perversa. Ripeto per la centesima volta: coi 5s che hanno il 30 per cento si dovranno fare conti, incontri e aggiustamenti, prima o poi. Spaccare il fronte Salvini-Di Maio (come negli anni Sessanta si spacò il fronte fascisti-Dc) mi pare l’unica politica praticabile. Però ci sono alternative, eh! Tipo ritirarsi in campagna a mangiare i popcorn aspettando che il governo si schianti da solo. E’ il famoso “tanto peggio tanto meglio” che si è sempre rimproverato (da parte sinistra moderata, liberale, Pd) alle forze che stanno alla sua sinistra. Per chiarire. Ma sicome il pezzo parlava del sistema mediatico su cui Salvini prospera, direi che sarebbe stato fuori tema dirlo (cioè: sarebe stato un altro pezzo). Mi spiace, non scrivo su ordinazione.

    da Alessandro   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 09:14

  9. sempre un arguto scrittore! Bravo Alessandro!

    da Marco Ferrari   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 12:37

  10. don’t feed the trolls…
    (concordo -anche- sul “che palle”!)

    da daniela   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 12:38

  11. …. dicevo.. tu non devi dimostrare nulla sei nel giusto scrivi per il giornale sei giusti. E io ti leggo e ti sento da anni. Ma non esenta te e il giornale per cui scrivi dall’ esservi sbagliati . Il m5s=Casaleggio associati ( se non ne sai, docunentati) e hanno consentito a salvini di governare . Questi sono i fatti.stop. il peggio quindi esiste , e lo stiamo vivendo . poi se vi volete divertire a prendrere in giro salvini ….fate pure … ma non attacca. Le opinionilasciacele se possiamo ancora….non ci trattare così male ….

    da Massimo   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 13:57

  12. Rispetto le opinioni di tutti finché non mi dicono che le mie sono pagate da qualcuno. Primo. Secondo: non sono assolutamente d’accordo con l’analisi. Io credo che il Pd – liberatosi finalmente di Renzi – avrebbe dovuto andare a vedere le carte dei 5s. Se riusciva, ci faceva un governo e ci liberava da Salvini ministro. Se non riusciva (non dico che fosse una cosa facile), almeno ora era legittimato a fare un’opposizione seria. Invece – comunicandolo in diretta tv e non agli organi di partito, puro berlusconismo applicato – un leader bollito ha preferito salvare se stesso, di fatto consegnando mezzo governo a Salvini. Quindi io non mi sono sbagliato per niente (non parlo per il giornale, ma credo che sia più o meno su questa linea), qui che hanno sbagliato ce ne sono molti, e si consolano coi popcorn

    da Alessandro   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 14:21

  13. Faccio sommessamente notare che l’argomento “costruire carriere su…” che la offende e la indigna l’ha usato lei stesso, con le stesse parole, nei confronti dei “casaleggiologhi” del commento prima (Jacoboni?). Magari il mio amico troll avrebbe usato un’altra espressione, ha scelto invece di parlare in robecchese. Oh ma questi che si permettono di dirmi che ho la faccia come il culo han la faccia come il culo…

    da Linda Perelli   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 14:21

  14. Non mi intendo delle carriere degli altri. Io parlo di politica, quando posso, e tento di essere meno dietrologia possibile

    da Alessandro   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 14:22

  15. La tua analisi è pura fanta politica . solo una minoranza del M55 gradiva allenza con il PD( su euro e immigrati , e.. la pensano uguale alla Lega) , Casaleggio non l’avrebbe permessa, credo molti degli elettori PD l’avrebbero considerata negativamente . Dopotutto il Pd è il partito dei peggio cialtroni , nessuno poteva fare di peggio (cit.Travaglio).Sono allibito di tanta ingenuità e stupore di come si stia comportando il M5S … ( a proposito : le consultazioni on line … finite ? voto di fiducia sui vaccini ? ok, decide Casaleggio) .Mi piacerebbe che oltre alle tue trovate sempre divertenti e puntute , si stesse sui fatti. Solo chi ha votato Pd può lamentarsi e dire cosa avrebbe dovuto fare il PD , tu che hai fatto ?

    da massimo   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 15:53

  16. Mah, io dico che 12 milioni di elettori 5s non scompariranno nel nulla come le scie chimiche e che in qualche modo bisognerà farci i conti. Io non ho votato né 5s né Pd, quindi… ma l’affermazione “solo chi ha votato Pd può lamentarsi e dire cosa avrebbe dovuto fare il Pd” è una cazzata incommentabile. Io critico chi voglio, mi lamento di chi voglio e dico cosa avrebbe dovuto fare chi voglio, come è diritto di chiunque (e oltretutto il mestiere di chi scrive di queste cose). Saluti

    da Alessandro   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 16:03

  17. Ovvio che puoi scrivere … e anche io… magari senza che ad ogni tua risposta balzana riceva che ho scritto una cazzata. Ma Sei davvero quello la … che mi sembrava di conoscere? Un saluto con sempre più affievolita stima.

    da Massimo   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 16:56

  18. Tutti possiamo scrivere, lo dice l’articolo 21 della Costituzione, tra l’altro. Ma perdonami, eh. Se tu dici che solo chi ha votato Pd può parlare del Pd… non dico altro, valuti chi legge (tra l’altro, quindi, non votando Pd potrei votare per scegliere il segretario del Pd alle primarie, ma non èarlarne… beh, bizzarro). Peccato, perché volevo scrivere una cosa sul tennis, ma siccome non gioco a tennis non posso. Saluti di nuovo

    da Alessandro   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 16:59

  19. Va beh dai… tieniti i puzzoni. Io ti terrò come ottimo umorista e dimenticherò il pessimo giornalista.

    da Massimo   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 17:40

  20. Scusa Robecchi, da parte mia non c’è stata alcuna accusa – nei tuoi confronti – di scrivere in base alla convenienza per la carriera, né di scrivere su ordinazione. Mi spiace se le mie parole (mi par di capire) sono state interpretate in questo senso, ma voglio chiarire che, oltre a non aver scritto ciò, non lo penso nemmeno. D’altra parte sarebbe stato bizzarro che a lanciare tali accuse fossi proprio io che, nel mio precedente commento (il n. 10 del post del 29 agosto, per chi ha voglia di andare a controllare), le avevo definite testualmente “gratuite e vergognose”.
    Riguardo ai 5stelle, non penso che parlare anche di essi, nell’articolo, sarebbe stato fuori tema. Se non altro, trovo curiosa la loro non menzione nella rassegna dei precedenti alla Bolla Salvini. Per dire: c’è persino una Bolla Monti (Monti, quello che col proprio partito ha ottenuto, come risultato massimo, il 9,1%), ma il movimento che in pochissimi anni diventa prima forza politica per consenso in Italia, no, quello no.
    Concordo, ovviamente, che sei liberissimo di scrivere cosa e come ti pare, ma se un tuo lettore esprime delle opinioni di carattere politico difformi dalle tue, forse non è il caso di trincerarsi ogni volta dietro lo stucchevole “non potere pretendere che io scriva quello che pensate voi!”
    Se posso permettermi: suvvia, qualche volta accetta le critiche – o almeno l’esistenza di opinioni diverse – con meno vittimismo. Vittimismo che, a mio parere, è spesso una specialità proprio dei grillini (ma questa – sono convinto – è solo una coincidenza).

    da granmadue   - giovedì, 13 settembre 2018 alle 19:04

  21. Lo dico ancora: non sono le critiche (per carità, anzi!), ma la costante notazione “non scrivi di questo”, come se ad ogni argomento (quello sulla “bolla” si Salvini era esclusivamente una riflessione sulla questione mediatica) uno dovesse dire che Salvini e i 5s sono uguali. Pur non stimando i 5s, credo che non sia vero, l’ho detto più volte, come ho detto che il 32 %, 12 milioni di cittadini, non scomparirà semplicemente così, solo perché non ci piacciono. Credo che la sinistra, prima o poi, dovrà dialogare con loro. Tutto qui, lo dico ad ogni passo, ma non basta. Si vuole a tutti i costi farli coincidere (è la tesi popcorn: sono uguali e non ci si parla), mentre io credo che si debba dividerli. Alla fine, senza alcun vittimismo, credo che il punto sia questo: ogni volta che parlo di Salvini scatta l’accusa: e i 5s? Tra l’altro ho scritto proprio di questo qualche rubrica fa… La critica al discorso sulla bolla di Salvini sarebbe perfettamente accettata: non è vero, non è una bolla, la tua è una speranza… capirei. Ma la critica “nel tuo discorso su Salvini non parli del 5s” no, è un off topi, è un “allora le foibe?”. Tra parentesi, quando ne ho parlato con un pezzo duro sulla stupidità politica dei 5s ostaggi di Salvini, nessuno ha commentato dicendo: oh, ecco che parla dei 5s. Insomma, io non ho niente contro le critiche, ma mi piacerebbe che almeno qui ci fosse un dibattito, e non le tifoserie schierate. Senza contare la questione del ki ti paka, che è francamente divertente (tra l’altro… ma pensate che scrivendo per il Fatto si diventi ricchi? Ma siete matti?). Tutto qui. Anzi, se si creasse dibattito su come sconfiggere Salvini e il neofascismo che lui ha reso visibile e conclamato, sarebbe un gran bene. Ma la tesi Salvini e i 5s sono identici (il 65% del paese!) mi pare francamente inaccettabile. Spero di aver spiegato. Buona giornata

    da Alessandro   - venerdì, 14 settembre 2018 alle 07:31

  22. La raffinatezza dell’analisi “tieniti i puzzoni” dice tutto

    da Alessandro   - venerdì, 14 settembre 2018 alle 07:31

  23. Ho letto le critiche che ti vengono rivolte e le trovo molto simili a chi ad ogni piè sospinto risponde con la formula magica “e allora il PD” alla fine si assomigliano
    Non ti curar di loro ma guarda e scrivi

    Ciao

    da marco   - venerdì, 14 settembre 2018 alle 09:33

  24. Per me granmadue ha ragione. Più si fanno aprire gli occhi agli ELETTORI grillini su cosa è in realtà è il M5S ( non Salvini) meglio è per l’italia. Purtroppo non è un proposito condiviso, ne da Travaglio&co( ma fin qui ..) ne dagli opinion leader, giornalisti, studiosi, della sinistra, che sono in grave ritardo di consapevolezza. Smascherare l’inganno sarebbe il primo passo.

    da Massimo   - venerdì, 14 settembre 2018 alle 09:39

  25. Chiaro che l’articolo deve anche far sorridere, ma a me pare la si faccia troppo facile. Se anche la bolla scoppiasse (lo spererei ma chissà…), ci sta già costando troppo: Salvini ha istituzionalizzato il razzismo, siamo diventati un paese RAZZISTA, grazie alla legittimazione di pregiudizi, modi di pensare e comportamenti razzisti che deriva dalle parole e dalle azioni del Ministro dell’Interno. E quindi grazie anche ai 5S che governano con lui, alla faccia di tutte le buone intenzioni che secondo il Fatto li animerebbero. Hanno una responsabilità enorme in questa regressione del senso civico, che è irreversibile. Parere mio, ovvio. (Tanto per chiarire: detesto Renzi da quando è nato politicamente, e considero il PD il problema, non la soluzione del problema. Ma il fatto che Renzi sia brutto cattivo e padronale non rende migliori gli altri).
    Se scrivo ‘ste due cose – mi sono trovato spesso d’accordo con Arturo e altri commentatori, senza mai intervenire finora – è perché non me la posso prendere che Robecchi (lo leggo da sempre, da Cuore in giù, ho un’età…) sia così accondiscendente con questa manica di improvvisatori che alla fine si stanno dimostrando pure, per usare un francesismo, stronzi. Non voglio un paese razzista. E non scherzerei con Salvini. Chiamarlo il cazzaro come fa Travaglio con il consueto stile solleverà forse la coscienza ai lettori, ma non risolve una fava.

    da gabriele   - venerdì, 14 settembre 2018 alle 12:04

  26. Forse non ci siamo capiti. Nessuno (tantomeno io) sta sottovalutando Salvini. Anzi. Io ho fatto delle notazioni sul suo uso dei media (segnatamente dei social, cui gli altri media vanno dietro come cagnolini), prevedendo (e sperando) che la bolla scoppi. Dopodiché le responsabilità politiche e culturali di Salvini sono probabilmente incalcolabili (dallo sdoganamento dei peggiori istinti fascisti che esistevano – inconfessati – prima di Salvini, ovvio). Quindi il discorso (ma si capiva, credo) non è “Uh, adesso scoppia la bolla Salvin e siamo più felici”, ma: attenzione: quanta parte del calvinismo dipende da questa bolla? E uno. E poi: due. Le istanze dei 5s, che conosco poco non avendoli mai frequentati, mi baso, diciamo così, su quel che si vede e si legge, partono da una rabbia piuttosto giustificata contro l’establishment, chiamiamolo così per capirci, contro privilegi storici, favori a classi dominanti, flirt con i padroni e le loro logiche. Io credo che in quelle istanze ci sia qualcosa di buono e di sano (esempio: le circolari attuative delle concessioni governative ai Benetton erano oggettivamente un regalo a una casta padronale), ma credo anche che una forza così (ripeto: 12 milioni di elettori) sia molto mobile, sensibile alle ondate di consenso o di dissenso. Credo che sia la cosa più simile alla Dv che abbiamo mai visto ok, ok, i paragoni storici non sono mai in scala uno a uno), che aveva un pezzo missino e monarchico e un pezzo progressista e cattolico sociale. Credo che se si vuole fare politica a sinistra bisogna parlare con quelli lì, staccarli dalle loro pulsioni orribili e fasciste, e indirizzarle verso un riformismo che tenga conto però anche delle loro istanze. Una sinistra sensata aprirebbe una seria discussione, che so, sulle privatizzazioni da raddrizzare, o sul reddito di cittadinanza (che tra l’altro sta diventando sempre più simile al reddito di inclusione del Pd). Questo andrebbe fatto. mentre vedo che nelle tifoserie più accanite si configura come un senso di offesa (bastardi, avete votato loro che sono cialtroni invece che noi che siamo così bravi). Ecco, così non si va da nessuna parte. Credo però che per fare questo serva una nuova sinistra, che sa cosa vuole, che non si vergogni a parlare di “classe”, che sia disposta anche a perdere alcune rendite di posizione (i grandi giornali, i grandi industriali…) per affermare una linea. Certo non potrà farlo Renzi, che rappresenta la linea perdente. E di questo passo non potrà farlo nemmeno Di Maio, che legherà il suo nome al governo con Salvini. Bisognerebbe lavoraci, insomma, a meno che non ci si faccia il film che un partito in disarmo con 18 per cento, guidato da un leader bollito che fa i suoi show da guitto di provincia, totalmente inadeguato al compito, e che ha platealmente rinunciato anche solo a provarci preferendo mangiare i popcorn, recuperi di colpo consenso (ma non si capisce perché) e torni al 30 per cento. Mi pare, al momento, impossibile. Ma scavare tra le crepe degli avversari è doveroso (parentesi: scrissi questa cosa che ci sono larghe crepe tra Lega e 5s, e che vanno allargate) più o meno un mese, un mese e mezzo fa. Credo che da allora si siano allargate, tipo voto su Orban dissidi sulle concessioni, e peggio ancora andrà col Def). Questo non vuol dire assecondare o difendere i 5s, che al momento sono avversari che governano con Salvini, ma pensare che in futuro potrebbero essere altro.

    da Alessandro   - venerdì, 14 settembre 2018 alle 13:03

  27. Pensare che si passa dal 40 al 18 per cento a causa di un “inganno” (in pratica: 12 milioni di persone si sbagliano) è esattamente la creazione di un alibi che impedisce di capire perché si sono persi sei milioni di voti in tre anni

    da Alessandro   - venerdì, 14 settembre 2018 alle 13:05

  28. La deriva è in atto, è troppo facile seguire chi attacca prima i meridionali, poi gli immigrati, poi i clandestini affermando che fermare costoro porterà più lavoro e meno reati. Salvini inganna formalmente gli italiani deviando l’attenzione e facendo rumore su coloro che al momento sono i meno forti. Oggi l’italia come nazione dovrebbe confrontarsi sul piano prima civile e poi economico con i paesi europei e non europei, invece si gioca sull’inganno sul non affrontare il problema e soprattutto la politica e coloro che la seguono assumono il ruolo di tifosi da stadio, ubriacati dal tifo e dediti più alle risse che alla logica.

    da cineseria   - sabato, 15 settembre 2018 alle 13:14

  29. Eroico Robecchi! Rispondere a tutti sti leoni da tastiera occorre coraggio!
    La bolla Salvini esploderà, ma quello che ha sdoganato (l’imbarbarimento razzista dal vago olezzo fascista) temo che non sparisca con lui. Due episodi secondo me resteranno negli annali delle scelte del piffero fatte dalla sinistra: l’appoggio incondizionato a Monti, e il non aver reagito in modo più netto ai fatti di Macerata. Il Trani famoso, non solo ha sdoganato la rappresaglia contro gente di altro colore, ma ha sparato contro la sede del PD. Io negli ultimi 30 non ricordo aggressioni del genere contro una sede di un partito. Forse mi sbaglio ma i primi passi per assumersi le responsabilità di un nuovo delitto Matteotti mi pare ci siano. Poi spero che la bolla scoppi prima…

    da Sebastiano   - giovedì, 20 settembre 2018 alle 12:44

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