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sab
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mar 16

Nostra signora Maria che sta stirando mentre ci guarda

Marozzi capì dove buttava il vento e per ammorbidire i toni della discussione usò l’espediente che gli aveva suggerito Sisti. Parla della “fase”, gli aveva detto. A dei comunisti, se gli parli della fase e gli dici con convinzione che questa è una fase che richiede prudenza vedrai che si calmano…

Schermata 2016-03-12 alle 14.07.37Provvidenza rossa, il bel romanzo di Lodovico Festa (Sellerio, 2016) è davvero strabiliante. È un giallo, vero, ma la storia noir quasi svapora a fronte del contesto in cui è immersa, il Pci degli anni Settanta, la fittissima ragnatela di burokratia e di apparato, il breznevismo de facto dove ognuno risponde all’altro, poi all’altro, le sezioni, le federazioni, il provinciale, i probi viri, la direzione nazionale, la segreteria, addirittura al Comitato Centrale. La Ditta – per dirla con Bersani Pierluigi, parlandone da vivo – alla sua massima, macchinosa e rassicurante potenza. Avendo passato anni all’Unità di Milano quando ancora tutto quel mesozoico togliattian-dadaista funzionava, leggevo con un misto di nostalgia e stupore: era successo davvero? Davvero c’è stato un giorno in cui a noi comunisti (sic) bastava parlare della “fase” per imbesuirci?

Ma era una domenica piovosa, e tra il libro e la tivù il tempo passava, e a un certo punto compariva sulla rete ammiraglia berlusconica Canale 5 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Parlava con Barbara D’Urso, sacerdotessa della sottocultura catodica pomeridiana, e lo faceva nel miglior Silvio-style mai visto. Spiritoso e affabile, rassicurante e ciarliero fino al cialtronismo tutt’altro che involontario, anzi: rivendicato. A un certo punto, parlando di pensioni, si rivolgeva alla «signora Maria che sta stirando mentre ci guarda»… Ecco. Fulmine. Stava parlando della “fase”. Se gli dici con convinzione che questa è una fase… ecco. Cortocircuito totale: i comunisti della sezione Sempione, a Milano, negli anni Settanta, le signore Marie che stirano guardando il peggio della tivù commerciale nel 2016… la narrazione della “fase” funziona sempre, funziona ancora. Vertigine.

Le telecamere di Canale 5 non erano le uniche in funzione domenica 6 marzo.C’erano, all’opera, anche quelle di Fanpage, sito indipendente che andava a curiosare fuori dalle sezioni Pd di Napoli, dove si celebrava la “grande festa della democrazia” (sic) delle primarie per il sindaco. Un vaso di Pandora da cui usciranno per giorni vergogne grandi e piccole. Consiglieri e capigruppo del Pd che forniscono ai passanti qualche euro per votare («Vota la femmina», cioè la candidata renziana Valeria Valente), e poi cosentiniani ed esponenti della destra più zozza che cammellano gente al voto, porcherie grandi e piccole. La “femmina” (lo sapremo a tarda sera) vincerà per pochi voti (452) battendo il grande vecchio Bassolino.

L’apparato – senza tirare in ballo la fase – farà la faccia stranita dicendo che il risultato non si tocca (Serracchiani), o parlando di piccoli episodi (Orfini), o coprendosi di ridicolo sostenendo che si prestavano spiccioli agli amici per votare secondo coscienza (Francesca Puglisi, senatrice Pd). La sensazione, insomma, è che di quella poderosa macchina burocratico-ideologica che fu la maggior forza della sinistra sia rimasta oggi nel partito volatile di Renzi solo e soltanto la narrazione della “fase”, soave bugia per tener buona la base, e poco importa se la base non c’è più, la «signora Maria che stira mentre ci guarda» ne farà le veci alle urne. Almeno si spera. Il resto, zero.

Ciò che era partecipazione e confronto, persino barocco nella sua gerarchia di apparati, è oggi un partito in franchising. La Ditta è polverizzata, concessa in gestione a questo e a quello, affidata ai potentati vincenti: i cuffariani in Sicilia, i verdiniani a Roma, i renzisti di derivazione fighetto-bancaria (Lotti, Boschi) in Toscana, il giglio magico democristiano a Palazzo Chigi e al Nazareno. Di quell’antico apparato – grottesco nella sua complessità gerarchica – non rimane più nulla se non, appunto, la  narrazione spinta, l’indorare la pillola, lo storytelling della “fase”. Come si sia passati in poco più di trent’anni dalle grotte umide del piciismo ai padiglioni post-ideologici del renzismo-verdinismo sarebbe difficile – e lungo – raccontare.

Ma è un fatto, la distanza è siderale: di là il piombo, di qua la plastica, di là i mammut, di qua gli androidi replicanti. Con la “fase” sempre uguale, però: non attaccare troppo se all’opposizione (la fase richiede prudenza), non spingere troppo se al governo (la fase richiede prudenza). Una grande forza, ieri poderosa oggi dinamica. Ieri corrucciata oggi smart, ieri ideologica oggi jovanottesca. Ma, alla fine, una grande forza immobile. La “fase” è sempre quella. Non gridare troppo, non pretendere troppo, non irritare i poteri forti, le rendite di posizione, il capitalismo straccione ma ancora potente. Che alle fregnacce sulla fase — ieri e oggi — non  ci ha mai creduto, per un fatto molto semplice: è lui “la fase”, e non bisogna disturbarlo.

5 commenti »

5 Commenti a “Nostra signora Maria che sta stirando mentre ci guarda”

  1. Ma se la base,quella vecchia naturalmente,si sta squagliando tra chi si astiene,chi è passato alle stelle,e chi è alla ricerca di alternative,chi ci è rimasto a votare la “super sinistra” renziana? O c’è da prendere atto della transumanza degli ex voti caimani,che si sono riversati d’incanto nel nuovo discepolo benedetto dal medesimo (the original)

    Ho letto oggi,e chissà quale sia la precisione che stanno dando i sondaggi,che il Pd sta andando bene ed è al momento la prima forza del paese,un po’ come sommare 1 + 1 quindi!

    P.s.

    Noto che la casalinga di Voghera si è trasformata nella signora Maria,come prendere atto dell’evoluzione dei tempi….

    da Ivo Serenthà   - sabato, 12 marzo 2016 alle 22:08

  2. Mai visto una casalinga stirare la domenica pomeriggio….è palese che questo manco sa di che cosa parla indipendentemente dall’argomento scelto.

    da Eparrei   - lunedì, 14 marzo 2016 alle 10:54

  3. Non c’è proprio niente da fare e così continua la triste storia di una politica di coccio che si fronteggia con quel popolo del chi se ne frega o dell’elettore del questo o quello per me pari sono… Partite bene ora le primarie servono solo per indurre alla conferma del leader prescelto dalle lobby dirigenziali e per forzare l’elezione del leader più comodo alla parte avversaria.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 14 marzo 2016 alle 13:26

  4. ero nel PCI milanese quando Festa era un funzionario e sua moglie assessore al comune di Milano, ho fatto tanta attività politica,dall’86 mi sono spostata in periferia nel frattempo c’è stata la bolognina, ecco è li che ho mollato il PCI e da allora sono stata sempre alla ricerca di un luogo per fare qualcosa x il mio paese.
    non mi sono rincitrullita, ma la ricerca è stata vana, ritrovavo sempre le stesse facce, lo stesso modo di vedere le cose, fino a 2 anni fa ho incominciato a seguire il M5S, con tutti i difetti è quello che più mi assomiglia…. Renzi usa la comunicazione x nascondere le peggiori nefandezze che si appresta a fare e che ha già fatto, (finchè ridono non pensano) e gli italiani semianalfabeti giustificano la loro ignoranza con le risatine amare, perchè prima o poi si accorgono di averlo preso in quel posto, saluti

    da Sandra   - lunedì, 14 marzo 2016 alle 15:45

  5. Mah… una volta il piombo adesso la plastica …
    Il poco si è trasformato in nulla. E dal nulla non viene nulla.

    da Marco da Zurigo   - martedì, 15 marzo 2016 alle 11:56

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