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La satira ai tempi del colera. Al Festival della mente (Robecchi c’è)

Andiamo con ordine. Domenica 5 settembre a Sarzana, nell’ambito del Festival della mente, si parla di satira. Con un certo senso della satira (appunto), gli organizzatori mi hanno chiesto di tenere una specie di incontro-conferenza, dal titolo: "Satira, l’opinione che ride". In pratica si tratta di chiacchierare un po’ sullo stato dell’arte, dire cosa significa fare satira in questo che è il paese più satirico del mondo e della fatica immane di superare in assurdo e comicità quelli che ci governano, in primis il pensionato di Arcore. Ora, so che le scuole di pensiero sono numerose, ma le principali sono queste due: fare satira qui è troppo facile perché gli spunti sono infiniti. Oppure: fare satira qui è troppo difficile perché inventarsi qualcosa di più ridicolo della realtà che ci circonda è praticamente impossibile. Quatto quatto, tenterò di infilarmi tra questi due estremi, ma anche di mettere a fuoco (speriamo) alcuni dei meccanismi che regolano la materia: la battuta, il paradosso, ironia e invettiva, parodia e altro ancora. Insomma, un po’ di tutto.
Poi, siccome le disgrazie non vengono mai da sole (per voi), Vanity Fair mi ha chiesto di scrivere un pezzo sull’argomento, cosa che ho fatto, e ora potete leggerlo qui di fianco. Ora, siete avvertiti. Se domenica non avete niente di meglio da fare, se non andate in pullman con i ragazzotti della sora Brambilla a contestare Fini per il piacere di nonno Silvio, beh, Sarzana è proprio un bel posto. Poi non dite che non ve l’ho detto.
Per dare un’occhiata al programma, il sito del Festival della mente è www.festivaldellamente.it. Per leggere il pezzo su Vanity, invece, cliccate sulla foto.

23 commenti »

23 Commenti a “La satira ai tempi del colera. Al Festival della mente (Robecchi c’è)”

  1. … euro 3.50… euro 7.00… a che pro? un ticket coffee break? o è soltanto per assistere ad una lezione frutto più spesso di una summa di cose in archivio, non originali insomma… mmmmhhh… non mi piace l’idea a colpo d’occhio, scusatemi.
    Potrei sbagliare, ma sta di fatto che se volevo fare un salto a Sarzana proponendolo anche ad amici, questa cosa m’ha sgraziato. Perché solo il Prof. Settis si distingue dal gruppo in quanto gratuito? Da che è dipeso? E’ stata una sua giusta imposizione all’organizzazione o è un caso bizzarro?
    Perché in generale pagare degli intellettuali, che già se la passano bene e che dovrebbero divulgare invece di restringere il raggio d’azione delle informazioni?
    Festival della mente (chiusa)?

    da ab   - giovedì, 2 settembre 2010 alle 22:50

  2. Si va a Mirabello. In bici (7km). A vedere facce. Di finiani e antifiniani (che pari sono). Quella è satira, altroché.

    da minimax   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 07:34

  3. Devo dire che sono a dir poco basito e incredulo. ab per caso lavora gratis?

    da a.r.   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 09:37

  4. Credo che Alessandro faccia benissimo a parteparvi e che abbia fatto bene a scrivere il pezzo per lo squallido Vanity Fair italian edition. Dovrebbe poter scrivere ancvhe per l’Osservatore Romano, Avvenire, Famiglia Cristiana e Max.
    Non vorrei ripetermi ma a Robecchi io concederei uno spazio tv tutte le sere prima e dopo il TG1.

    da Tarkus   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 09:58

  5. Ringrazio per le esagerazioni affettuose, ma naturalmente il problema non è questo. Non capisco perché un "intellettuale" (?) debba lavorare gratis mentre nessuno ha da dire se si paga il ristorante o il meccanico. Forse che non è lavoro? Una tesi che piacerebbe alla Gelmini, a Brunetta (che parla di "culturame" assistito) e a tutti quelli che quando sentono la parola cultura mettono mano alla pistola. In più, affermazione grottesca in un paese che tratta malissimo i suoi intellettuali e che non perde occasione per sbertucciarli e umiliarli. Davvero non voglio aprire il dibattito, ma il timore che ci si stia bevendo il cervello è forte.
    a.r.

    da a.r.   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 10:11

  6. Mi rivolgo al signore “sgraziato” di cui non conosco il nome, ma indovino il cognome: Braccinocorto. Se uno pensa di assistere a una lezione “summa di cose in archivio non originali”, non vi assiste punto e basta. Oppure lei se la sorbetta in quanto gratis? In vita mia, giuro, una critica così cretina non l’avevo mai sentita.

    da liliana   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 15:14

  7. HUMM, speravo, visto l’argomento, di poter fare qualche risata. Vediamo di essere ancora in tempo. Alessandro ha proposto un tema intrigante. Insomma è come la vecchia storia della gallina e l’uovo. Negli ultimi venti anni l’uovo nasce prima della gallina, ovvero, i politici hanno fregato i comici e la satira se la fanno da soli. Puoi essere un creativo strabordante come Benigni ma come fai a fregare Capezzone, Gasparri, Bondi, Cicchitto, LaRissa, Scajola….Scajola il grande, la new entry Stracquadagno, Ghedini, e Rutelli ragazzi, Rutelli ti fa venire i dolori per le risate, concedetemi Bertone, il cardinalone dei cardinaloni, Verdini e la Santanchè, Casini che vede solo il centro in attesa di occupare le ali non importa di chi e con chi. C’è poco da stupirsi e ci rimane solo da sorridere. RIDERE NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE.

    da EDOARDO   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 17:55

  8. Ouch! Lo sapevo che avrei fatto un casino ma tant’è se c’è qualcuno ancora disposto a leggere le mie “cretinate”, glielo devo e prometto che poi leggerò sempre con piacere ma non interverrò più.
    Beh, sì, caro Alessandro, ho lavorato anche gratis e anche come ricercatrice tra un dottorato e un post doc e anche dopo, anche rappresentando l’Italia a gratis all’estero in vari convegni internazionali: scema, vero? Convengo. Se lo ignorate, sappiate che è una prassi abbastanza comune e viscidissima in quel di università italiana, appunto. Denunciarli? Facile, sì.
    Per quanto riguarda poi la mia critica, essa è diretta all’organizzazione del Festival in questione in primis (e non certo ai singoli contributi personali, che mi sembrano onorevolissimi) e, solo di conseguenza, è ovvio, a chi accetta questa linea. Si apre proprio in questi giorni il Festival della Filosofia di Modena e Carpi che è aperto a tutti, gratis; quindi la questione è politica.
    Perché critico anche gli intellettuali in genre? Perché nella maggior parte dei casi, costoro sono anche cattedratici eppure nn mettono in conto che l’andare fra la gente serve innanzitutto a loro medesimi, ad uscire dal loro mondo/linguaggio specialistico (che è il loro punto debolissssimo e rimossso), provare a comunicare fuori dalle aule accademiche è cioé funzionale a loro (!) prima ancora che all’uomo della strada e, quindi, non dovrebbero considerarlo esterno al loro stipendio, ma un atto necessario, culturale appunto, da svolgere con regolarità e solo a rimborso spese. Divulgare è cosa ben diversa dall’isolarsi; questa è la prima regola per chi fa ricerca seriamente, figurarsi in un Festival dedicato alla mente! Io la penso così.
    Per concludere: siccome è già la seconda volta che i miei commenti vengono liquidati come di vaga memoria berluskoniana cioé propri di chi si beve il cervello (la prima volta la discussione è stata sul doc 3 della bella Angelina Jolie), ora financo orrendamente brunettiani, gelminiani e magari tremontiani, beh, la cosa mi rincresce molto, mi fa triste parecchio e siccome la ritengo un’offesa insopportabile tolgo dunque definitivamente il disturbo.
    Ciao e Buona Fortuna a Tutti.
    AB

    da ab   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 19:14

  9. no, ma vogliamo parlare della foto del nostro caro alessandro che la fiera delle vanità ha pubblicato a margine dell’articolo dello stesso? altroché satira.. è comica!
    ahauhauhauauah!!

    da iggy   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 19:58

  10. Quoto AB: «Si apre proprio in questi giorni il Festival della Filosofia di Modena e Carpi che è aperto a tutti, gratis; quindi la questione è politica»
    Io (che non sono un genio, tutt’altro)l’avevo capita che era una questione politica(perché il Prof, Settis sì e gli altri no?). E che non si trattava di “braccinocorto” (che, se mi posso permettere, visto che di norma “degli altri non si sa niente” la trovo un’espressione a dir poco infelice; tipo: non hai nemmeno 7 euro per assistere alle pubbliche masturbazioni del tale Nobel? Che, metti non le abbia davvero,capita, che debbo fare? Vergognarmi e tacere?).
    Eddai.

    da minimax   - venerdì, 3 settembre 2010 alle 22:26

  11. Mi spiace che la cosa sia degenerata in polemica. Alcuni festival fanno pagare e altri no. La questione è sempre politica, e riguarda una cosa che si chiama mercato (dunque non solo i convengni, ma anche i supermercati). ab dice che ha lavorato gratis, ma pare di capire che non ha gradito e avrebbe preferito farsi pagare. Sugli intellettuali cattedratici non so (non so nemmeno se io posso fregiarmi del titolo, forse solo nell’accezione più ampia, cioè non lavoro con la zappa), ma la visione secondo cui uno prepara un intervento, studia, scrive e poi va a parlare un paio d’ore in pubblico perdendo qualche giorno di lavoro e lo fa perché conviene a lui avere un rapporto con il pubblico mi sembra discutibile, quanto meno molto molto variabile caso per caso. Il caso mio, per dire, è che mi hanno invitato (grazie) sono venuto, dirò le cose che so dire per le quali ho dovuto fare un lavoro preparatorio e mi sembra che questo sia normale (in sostanza, bello e brutto, banale o d’archivio, nuovo di pacca o ricicciato, fornisco un servizio). L’organizzazione potrebbe fare in modo che gli incontri siano gratis? Può darsi, credo dipenda da quanti soldi cacciano gli sponsor, ma non è il mio mestiere. Quello che mi interessa è che i prezzi siano popolari (con sette euro si può sempre andare a vedere Christian De Sica al cinema e comprarsi una partita su sky, mi sembra equo), e in più assicuro tutti che non mi comprerò la Porsche. Mi sembra una faccenda un po’ inutile. Per esempio io al festival della filosofia a Mantova gratis non ci andrei, perché non mi interessa, e invece a sentire alcune cose che sono in programma qui ci sarei venuto, anche pagando. Non vedo il nesso, forse il comune di Modena è più ricco del comune di Sarzana, non so. Per quanto mi riguarda lavoro gratis spesso (militanz!) e in ogni caso cerco di fornire gratis (su questo sito) tutta la mia produzione “scritta”. Ma non è nemmeno questo il problema. Ribadisco comunque il concetto che mi sta a cuore e che ha originato la mia piccata risposta di cui sopra: in questo maledetto paese il lavoro intellettuale è considerato appena un po’ meno della merda di pollo. I giornali pagano poco e male e in clamoroso ritardo, chi insegna (non parlo dei baroni universitari) peggio che andar di notte, chi scrive libri o va in classifica perché fa un prodottino digeribile, oppure porta a casa (e non è nemmeno sbagliato) come un metalmeccanico, quando gli va bene. Insomma siamo sempre lì: chi studia è considerato un mezzo coglione e chi fa i soldi invece un figo. Non parlo di ab, naturalmente, parlo dell’aria che tira in questo paese da quando l’egemonia culturale ce l’ha in mano un groppo schifoso di potere impersonato da mister S.B., e forse pure da prima. Quindi capirete che il nervo è scoperto. La chiudo qui.
    peace & love
    a.r.

    da a.r.   - sabato, 4 settembre 2010 alle 10:56

  12. AB
    per favore
    resta!

    grazie.

    da stefania   - sabato, 4 settembre 2010 alle 11:50

  13. Amici, per favore, godiamoci questo blog così com’è, godiamoci anche le persone che lo bazzicano. Credetemi, ma forse lo sapete già, in giro ci sono dei blog che producono lo smottamento e bratisismo delle parti basse. Il Gramellini della Stampa, la Concita de Gregorio sono come il muro del pianto per depressi e gente con un’autostima planetaria, gente che spacca il capello in quattro, gente che si sbrana un pezzo del blog per ingiuriarsi uno con l’altro e, in mezzo, molta, ma molta gente di qualità e cultura che vuole confrontarsi sui temi del giorno e discutere liberamente. Quando il nostro Alessandro dovette (non so se accadde così) abbandonare Ballarò e l’apertura del programma il povero Floris perse una delle cose migliori della trasmissione. Il pezzo iniziale tracciava il percorso di tutta la trasmissione. Dava fastidio, e parecchio. Oggi abbiamo il privilegio e lo spazio di intrattenerci tra di noi e con lui alla faccia di quei “coglioni” (pardon) della Rai. Vi raccomando restiamo tutti nei paraggi. Buon fine settimana a tutti.

    da EDOARDO   - sabato, 4 settembre 2010 alle 12:56

  14. caro Alessandro domani mattina ore 10 sarò a Sarzana ad ascoltarti…credo di aver comprato i biglietti un istante dopo aver visto il tuo appuntamento!! Adoro i tuoi pezzi, la domenica mattina sono la prima cosa che leggo sul Manifesto!!
    Sono stata altre volte al festival e posso dire che i soldi spesi per gli incontri sono sempre ben investiti. In fondo con sette euro non vai nemmeno al cinema…

    A domani
    peace & love
    Silvia
    p.s. Guadagnare non è il male, il male è non pagare le tasse.

    da Silvia   - sabato, 4 settembre 2010 alle 17:50

  15. Orson Welles e Vittorio De Sica hanno fatto tanti film da attori, anche piccole parti un po’ improbabili, per pagarsi quello che volevano veramente fare.
    E poi la polemica è, in questo momento storico, abbastanza stupida e superficiale: cosa deve fare uno che vuole scrivere, o fare cinema? Tutta la stampa e la tv (Rai compresa) sono in mano alla destra e ai leghisti, che stanno per chiudere o ridimensionare tutti gli spazi. Ha dei problemi perfino chi fa sei milioni di spettatori, con questa gente… E i cinema a chi sono in mano? E’ vero che c’è la Sacher di Moretti, la Mikado, ma se non ti appoggi a Medusa il tuo film non lo vedrà nessuno.
    Tempi brutti, e se poi anche i lettori fanno critiche superficiali…

    da giuliano   - domenica, 5 settembre 2010 alle 08:37

  16. segnalazione.
    (qui, così non va fuori tema nell’ultimo post)
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/02/le-5-ragioni-per-cui-vale-la-pena-vivere/55734/
    :-)

    da Roberto   - domenica, 5 settembre 2010 alle 09:19

  17. Cari Alessandro e Stefania ed Edoardo e Minimax ed Iggy e Liliana e Silvia… e tutti gli altri a venire,

    qua non si tratta una questione personale tout-court men che mai è mia intenzione mettere in discussione l’indubbio peso specifico del lavoro intellettuale del nostro ospite stimatissimo Robecchi che si presenta da sé nitido nell’arco dei decenni. Ce ne fossero di così belle coerenze in evoluzione.
    Lungi da me: sarei davvero una povera sciocchina, una vera cretina, una nullità di paroline in libertà.
    Qua è in gioco ben altro d’interessante da non sottovalutare, che sintetizzerei in questo interrogativo, ahimé, rimasto irrisolto (è qua che mi dolgo): “Polemica GRATUITA o Critica?”
    Per me, esiste una differenza abissale fra questi due termini che meriterebbe un dibattito, non certo una chiusura al dibattito. E’ qua che mi ri-dolgo.
    Poi, non vorrei che si pensasse che io mi ritengo la solita dura e pura: in uno stato a nervi scoperti come quello in cui siamo immersi (sommersi?), le cose si amplificano e si stirano ma la sostanza è quella e pulsante. Solo un martire non scende a compromessi col proprio mondo morale in certe non condizioni di vita, ed io non sono certo per il sacrificio; la mia etica si ribella al martirio, per definizione.
    Ma la coscienza di resistere ad una tendenza distruttiva che posto ha fattivamente ogni giorno? Ce lo vogliamo chiedere fino in fondo ogni tanto?
    Si è cioé consapevoli che, come ho scritto precedentemente nel posto al doc 3 sull’ultimo treno, si è davvero consapevoli che occorre ribadire in ogni occasione che “la vita non è un mercato dove non si dà nulla gratuitamente”?
    Per lasciarci non trovo ricordo migliore di un passo tra i più sublimi della nostra migliore storia collettiva, che dedico volentieri a tutti noi: “… un operaio civile italiano mi portò un pezzo di pane e gli avanzi del suo rancio ogni giorno per sei mesi; mi donò una sua maglia piena di toppe; scrisse per me in Italia una cartolina, e mi fece avere la risposta. Per tutto questo, non chiese né accettò alcun compenso, perché era buono e semplice, e non pensava che si dovesse fare il bene per un compenso. […]
    Per quanto di senso può avere il voler precisare le cause per cui proprio la mia vita, fra migliaia di altre equivalenti, ha potuto reggere alla prova, io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi costantemente rammentato, con la sua presenza, con il suo modo così piano e facile di essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all’odio e alla paura; qualcosa di assai mal definibile, una remota possibilità di bene, per cui tuttavia metteva conto di conservarsi.”
    Primo LEVI, “Se questo è un uomo” (Torino: Einaudi, 2005); prima edizione 1958, pp. 107-109.

    Credete in mia amicizia e stima,
    PS: “In Bocca al Lupo!” per oggi e “Merda!”
    Sarà certamente bello e istruttivo e divertente per tutti i presenti, sono sicura.
    AB

    da ab   - domenica, 5 settembre 2010 alle 09:43

  18. Come è andata? C’era più gente a Sarzana o a Mirabello?
    ps: ma a Mirabello non si pagava…

    da roberta   - lunedì, 6 settembre 2010 alle 09:14

  19. Proprio sEmpatica la battuta della Roberta Carlini, sì.
    E visto che si occupa (quasi) di tutto a partire dall’economia, probabilmente converrà anche lei che una lezione magistrale possa rientrare nella categoria “spettacolo”; vale a dire, che un intellettuale (ambito dell’intelletto) sia come un cantante o un attore o un musicista (ambito dell’arte). Che divulgare sia sinonimo di esibirsi. Non fa una grinza (!).
    A costo di risultare definitivamente odiosa in questo circolo, io penso invece che proprio il ridurre tutto a spettacolo sia una tendenza corruttiva e diseducativa al massimo, una commistione non fruttuosa perché generante confusione ulteriore; questa corrente sì che è un indicatore di tempi brutti o, per usare un aggettivo straaaabusatissimo da noi, berlusconiani.
    Bona, raga.

    da ab   - lunedì, 6 settembre 2010 alle 14:25

  20. Cara A.B.(che scopro essere una signora e non un signore), leggo solo ora che c’è stato un seguito polemico non indifferente allo scambio di opinioni tra lei e me (e non solo). Le chiedo sinceramente scusa per essere stata gratuitamente offensiva, ed è evidente persino a me, donna della strada, che è un problema politico (anche se sette euro mi sembrano un prezzo politico), ma quello che mi ha lasciato interdetta e mi ha istintivamente spinto a risponderle con un commento antipatico, è stato il suo aggiungere “e poi, per cosa…?” per poi terminare con un non certo tenero “mente chiusa”.
    Lungi da me il pensiero di poterla allontanare dal gruppo dei commentatori di Alessandro, di cui ho fatto parte solo saltuariamente, e sempre per congratularmi con l’autore per le sue “cronache ironiche” così argute, spassose, leggere e allo stesso tempo taglienti, e a cui chiedo scusa per aver avventatamente ampliato questa piccola querelle. Spero, cara A.B., che lei continui a scrivere tutti i commenti che vuole, semmai sono io che mi limiterò a leggere e a cliccare su “mi piace”, e, chissà, se mi capita, ad andare ad ascoltare dal vivo il signor Alessandro Robecchi. Saluti affettuosi a tutti, peace and love.

    da liliana   - lunedì, 6 settembre 2010 alle 22:06

  21. Domenica a Sarzana c’erano molte molte persone ad ogni incontro, Robecchi incluso!
    Il suo intervento è stato divertente, interessante e molto piacevole! A me è piaciuto molto e come ho avuto modo di dirgli avrei pagato anche di più!!!, ma a parte le polemiche
    sappiate che da fine settembre tutti, dico tutti, gli interventi del Festival della Mente saranno disponibili sul sito http://www.festivaldellamente.it sia in formato audio che video…quindi….
    peace & love!!
    Silvia

    da Silvia   - martedì, 7 settembre 2010 alle 20:49

  22. l’intervento di Robecchi a Sarzana quant’è durato? due o tre ore, e credo di non aver mai riso tanto nella mia vita recente. Questo nonostante la stanchezza di quei giorni, visto che ero al festival per lavoro. Ma a parte ridere, vedere i meccanismi della satira applicati in vivo, per così dire, è stato particolarmente interessante. Ciao!

    da ida b.   - giovedì, 9 settembre 2010 alle 07:37

  23. no, cioè, scu..za..
    gli hai detto che avresti pagato di più?!?

    oook! allora il prossimo anno 10 euro!
    bambini, 7
    sciocchi, gratis
    Silvie 34!
    contenta?
    😉

    Peace&Love

    da stefania   - giovedì, 9 settembre 2010 alle 17:09

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