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ven
3
set 04

Smemoranda 2005 – Il bello viene dopo

L’amore è una cosa meravigliosa, e anche una tra le poche cose rimaste assolutamente legali. Ha tutti i pregi che uno si può immaginare, ma un grande difetto: statisticamente è una cosa che non sta in piedi. Se credete a quella faccenda dell’anima gemella, per esempio, la cosa si fa complessa. Dato per esistente al mondo qualcosa come sei miliardi di persone di entrambi i sessi e anche di più, avete la stessa probabilità di trovare la vostra metà perfetta quanto di vincere due volte consecutive all’enalotto. Questo può essere un grande alibi e certamente vi capiterà di guardare il vostro amore, nel buio di un cinema o dopo la scuola, e pensare: “Beh, statisticamente è il meglio che potevo fare”. Funziona bene anche al contrario, come medicina consolatoria: quando sarete un po’ stufi del vostro amore vi verrà da pensare: “Figurati se non c’è una fantastica tahitiana dall’altra parte del mondo che aspetta solo me”. Giusto, la statistica è dalla vostra parte! Ma la tahitiana no, però, e questo ci riporta daccapo.
Da secoli e secoli tutte le popolazioni del pianeta si inventano riti e magie per favorire l’amore. Ma nessuno sopra i sei anni è così cretino da fare “m’ama-non-m’ama” con un fiore che abbia un numero di petali pari. E’ una legge della natura: i sondaggi sono una cazzata, a meno che non ci diano ragione. E un’altra legge della natura è che se cominciate la cantilena con “m’ama” qualunque cosa sfogliate, per darvi ragione, dev’essere dispari. Capito? Dispari! Ho visto gente incolpare le margherite di tutto questo, ed è stato imbarazzante.
Può capitare che uno aneli sapere sul serio se quell’altro lo ama (voglio dire, i matti esistono), e che contemporaneamente sia un tipo onesto, che non vuole barare al gioco. In questo caso consiglio di prendersela comoda. Invece di una margherita potreste sfogliare, che so, un pino secolare alto quaranta metri. Se ne trovano di ottimi in Ontario o sulle Alpi o in tutte le grandi foreste di conifere della Siberia. Statisticamente una bestia simile ha qualcosa come due miliardi di aghi: a quel punto che siano pari o dispari è irrilevante. Dopo un paio d’anni, con le dita intirizzite, i vestiti sporchi di resina, gli attacchi degli orsi, le intemperie e tutto il resto, questa faccenda dell’amore non vi sembrerà più tanto importante. E comincerà anche a rodervi il dubbio che quel cretino della vostra anima gemella, ovunque si trovi, abbia fatto lo stesso con un ficus o una gardenia, mettendoci molto meno. Capito? Sareste lì a chiedere “m’ama-non-m’ama” a un triliardo di aghi di pino bastardissimi, soffrendo come cani, e quel fetente, intanto, se la starà spassando. Ditemi un po’: a questo punto che lo amate a fare? Uno così meglio perderlo che trovarlo.
Rimane però ancora una terribile possibilità: che ci sia qualcuno tra voi ancora irriducibilmente deciso a cercare l’amore. Ci sono casi di questo tipo, gente che vuole trasalire un po’, avere le gote rosse e sentirsi battere forte forte il cuore, proprio come con la playstation. Comunque ok, per tutti quelli che ci credono veramente elencherò ora alcuni metodi e strumenti tecnici per sapere veramente e in modo definitivo se quel deficiente della quinta b vi ama oppure no. Il telefono, il citofono, la scritta sul muro, una testa di capra mozzata sul motorino, l’ambasciata di un’amica, due sottoproletari bulgari che lo aspettano sotto casa con le mazze da baseball, oppure il bigliettino anonimo nello zaino, oppure – credo di aver finito – una spruzzata di antrace nel casco. E’ tutto quel che serve per cominciare un amore. Il bello viene dopo.

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