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sab
2
mar 24

Pesci Piccoli, intervista a Il Cacciatore di Libri su Radio 24

Qui la bella intervista con Alessandra Tedesco su Radio 24. Clicca sull’immagine per ascoltare

Cacciatore di libri

 

 

ven
1
mar 24

Pesci piccoli, il reading a Radio Popolare. Ringraziamenti (e audio)

Un po’ per fatto personale: ho passato a Radio Popolare alcuni anni della mia vita e lo rifarei domani mattina. Quindi a parte lo stranguglione di ritornare “a casa”, c’è questa sensazione di una bella serata, con gente amica intorno, lettori e ascoltatori. Quindi grazie a Claudio Agostoni, perfetto padrone di casa, e grazie a Claudia Buzzetti e Thomas Pagani, che hanno cantato e suonato, che mi hanno accompagnato con piccoli blues gentili mentre leggevo i miei Pesci piccoli e altro. Insomma, metto qui il podcast della trasmissione. Grazie a tutti.

Ascolta qui

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mer
28
feb 24

La vincibile armata. Il mito di Meloni donna imbattibile era un puro fantasy

PIOVONOPIETREDunque riassumiamo: Giorgia Meloni è battibile, non è l’invincibile armata che tutti dicevano, lei per prima. Non è un fenomeno. Non è la donna della provvidenza. E’ una che ha scelto personalmente il candidato alla regione Sardegna, l’ha imposto con un diktat, e ha scelto il sindaco meno amato d’Italia, uno che nella città che amministra non ha vinto nemmeno in un seggio, nemmeno in quello sotto casa. Insomma, il tocco magico di Giorgia è un’invenzione della propaganda, come si sapeva, e come finalmente si vede a occhio nudo. E si scopre che anche quelli usi a sputare sull’opposizione (“con questa opposizione Giorgia governa vent’anni!”) fanno un po’ la figura dei cioccolatai, e con quella frase confessano soltanto i propri desideri, cioè che Giorgia governi vent’anni, desideri che ora scricchiolano un po’. Le cronache riferiscono di un burrascoso consiglio dei ministri, con Salvini molto nervoso. E questo anche prima che arrivassero le cifre dei voti di lista, con la Lega che sotto il quattro per cento (contro l’undici e passa di cinque anni fa). Se va avanti così, ai prossimi consigli dei ministri Salvini porterà i caffè, sempre che sia un compito alla sua altezza, è tutto da vedere.

Naturalmente le dichiarazioni del giorno dopo sono un po’ roba di repertorio, come sempre succede con le reazioni a caldo. Di colpo – per chi ha perso – la consultazione sarda non è indicativa, è un incidente trascurabile, un intoppo secondario. Si dice sempre così, quando si perde, c’è da capirli, ma nei prossimi giorni vedremo bene che voleranno schiaffoni in una coalizione dove nessuno è esente da colpe, con di fronte altre elezioni regionali e all’orizzonte le elezioni europee, Salvini imbizzarrito e i colonnelli di Giorgia coi i nervi a fior di pelle.

Tra gli sconfitti – e questa è una confortevole tradizione nazionale – c’è anche Carlo Calenda, ovvio, e come ti sbagli, che aveva tentato di far vincere la destra candidando Renato Soru. Nelle sue dichiarazioni post voto – perché Calenda dichiara a nastro, sempre, ovunque – ce n’è una divertente: “In Sardegna c’è stato detto o la candidata 5 stelle o morte”. Lui ha scelto “morte”, cioè di non arrivare nemmeno al consiglio regionale. Bravo. E poi, con sano e virile sprezzo del ridicolo, eccolo esprimere la speranza che “Il Pd diventi meno massimalista”. Urca, non si sentiva la parola “massimalista” dai tempi di Turati, e ora la sentiamo pronunciare da uno che, pur di ostacolare la vittoria di Pd-5stelle, ha sostenuto un candidato perdente insieme a Rifondazione comunista, per dire del massimalismo. Vertigine.

Fa scopa con Calenda l’altra dichiarazione che viene dal “centro”, cioè dalla pattuglia renzista per bocca dell’ineffabile Raffaella Paita. Anche loro sostenitori della lista di disturbo Soru, pur più defilati di Calenda. Testuali parole: “In Italia si vince solo se ci si allea anche con il centro”, che – detto dopo una vittoria raggiunta senza il centro – fa oggettivamente un po’ ridere.

Insomma la Sardegna non sarà la soluzione a tutti i mali, ma qualche indicazione la dà, prima tra tutte che la capillare propaganda, l’occupazione asfissiante degli spazi di comunicazione, le veline governative, non bastano, da sole, a garantire alla destra la sicurezza della vittoria. Dopo secoli di cronache e aneddoti sulla sinistra litigiosa e divisa, prepariamoci allo spettacolo della destra che si prende a pesci in faccia da sé, un’inversione di tendenza, l’inizio della fine della leggenda fantasy di Giorgia invincibile.

mar
27
feb 24

Pesci piccoli, grazie delle belle parole

Grazie a tutti, chi ha scritto, chi ha letto, chi ha capito

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