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mer
30
ago 23

Al rogo, al rogo! Nel fasciopanettone estivo sono tutti dei Giordano Bruno

PIOVONOPIETREPer un normale istinto di prudenza, per evitare il baratro più pericoloso, che è sempre quello del ridicolo, e per altri millemila motivi, vorrei mettere in guardia vip, sottovip, famosetti generici per un quarto d’ora e altri esseri umani, dalla tentazione irresistibile del paragone storico. Il trucchetto è noto e, purtroppo, assai diffuso anche ai livelli più alti, cioè quelli della similitudine geopolitica, della metafora che si aggrappa al passato con un certo stato confusionale. Il triste caso Putin, per citare il più recente, ne ha dato plastica rappresentazione. E’ Hitler, no, è Stalin, no, è lo zar, come se tutto fosse uguale, ribollente nello stesso calderone, e come se – per inciso – uno non potesse essere un fior di farabutto in piena autonomia, senza scomodare farabutti più antichi e famosi.

Ancor più ridicolo il paragone, diciamo così, autoinferto, cioè quando il parallelo con qualche personaggio storico è condotto in prima persona. Il caso di Marcello De Angelis, portavoce della Regione Lazio, è ancora fresco fresco. Dopo aver detto le sue fregnacce sulla strage di Bologna (i camerati stragisti sarebbero innocenti perché “lo sanno tutti”) non ha esitato a scivolare dalla padella alla brace, anzi direttamente alla pira fiammante: “Sulla strage di Bologna io al rogo come Giordano Bruno, pagherò con orgoglio”. Niente male, considerato che poi non c’è stato nessun rogo, nemmeno un licenziamento, nemmeno una condanna univoca, nemmeno un buffetto, e quanto all’orgoglio lascerei perdere: i soliti umilianti balbettii della retromarcia.

Il povero Giordano Bruno, se potesse, dovrebbe querelare, e De Angelis non è il solo aspirante ustionato. E’ seguito a ruota, infatti, il volitivo generale Vannacci, quello dei libretto nero. Anche lui intriso di paragoni storici, e anche lui avvicinato a Giordano Bruno, ovvio, con la differenza che mentre quello l’hanno bruciato su un rogo, lui l’hanno semplicemente sospeso da un confortevole ufficio, e non è detto che la punizione sia definitiva: dal rogo non si torna, all’ufficetto sì.

Si esagera, insomma. Ma si esagera in modo così grottescamente smaccato e risibile che tutto piomba immediatamente nella farsa, una specie di pochade, un cinepanettone, anzi un fasciopanettone che fa solo un po’ ridere a denti stretti. Aggrava la faccenda il fatto che il generale citi tra i suoi ispiratori anche Giulio Cesare, il che denota un’assoluta mancanza di ironia, perché nelle barzellette chi si paragona a Giulio Cesare finisce solitamente nella stessa stanza (imbottita) di chi si crede Napoleone. Alla fine, il meccanismo è chiaro: si dice una cretinata – più grande è e più ci si aggrappa alla metafora storica – e quando molti si alzano a dire che è una cretinata, scatta il paragone: “Ecco: sono come Giordano Bruno!”.

La moda prende piede. Et voilà Roberto Mancini, neo-commissario tecnico della nazionale Saudita, che frigna seduto su una montagna di milioni: “Mi hanno trattato come il mostro di Firenze!”, per dire che qualcuno lo ha contestato, e lui c’è rimasto maluccio. Ecco, bisogna ringraziare che, per una volta, si sia lasciato in pace Giordano Bruno buonanima, o Galileo Galilei, o Giovanna d’Arco, a vantaggio di un paragone più pop, ma ugualmente storico. Certo, uno ci rimane male, se si considera paragonato a un tizio che ammazzava la gente e la faceva a pezzetti, c’è da capirlo. Ma è anche vero che il mostro di Firenze, con tutte le cose bruttissime che ha fatto, non è mai stato eliminato dalla Macedonia del Nord. Una prece.

7 commenti »

7 Commenti a “Al rogo, al rogo! Nel fasciopanettone estivo sono tutti dei Giordano Bruno”

  1. Grazie per i sorrisi amari che spesso ci regali

    da Aldo   - mercoledì, 30 agosto 2023 alle 08:36

  2. ..che dire… disamina perfetta

    da Bruno Stringhetti   - mercoledì, 30 agosto 2023 alle 09:32

  3. Alessandro Robecchi riesce sempre a farci sorridere pur descrivendo con crudeltà la tragica situazione dell’Italietta politica. Grazie

    da Laura talamoni   - mercoledì, 30 agosto 2023 alle 11:18

  4. Che dire? una risata a denti stretti è meglio di un fiume di lacrime. Grazie.

    da MARCO PIERMARIA FERRARI   - mercoledì, 30 agosto 2023 alle 13:16

  5. Una strategia studiata a tavolino creata ad arte per i boccaloni…se ne inventano una al giorno per distrarre dall’incompetenza dilagante che manifestano,ormai le minchiate facciamo fatica a ricordarle tutte,e la “banda melones” al family day dovranno cercare una piazza ben ampia ad ospitarli tutti.

    Per ciò che riguarda l’altro italiano a cercare fortuna nel rinascimento saudita,sarebbe bastato cacciarlo dopo la Macedonia come capitò a Ventura 4 anni prima.
    Pure l’altro che l’ha sostituito,pareva sfinito dopo un anno di successo a Napoli,si è ringalluzzito dopo due mesi,altro che anno sabbatico…
    Ma sono tutti …zi suoi adesso…

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 30 agosto 2023 alle 15:41

  6. Che altro commentare .. ogni settimana una perfetta sintesi del disastro che si potrà

    da 40 anni, adesso abbiamo persino la famiglia Adams ! Che altro potremmo desiderare ? Per me un bel meteorite , la fine sarà immediata e senza strascichi .. oppure no ?

    da Elena   - mercoledì, 30 agosto 2023 alle 21:59

  7. Effettivamente Giulio Cesare “il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti”, quello che ha conquistato la Bitinia con la seduzione e le Gallie con le armi, quello di cui i soldati cantavano le imprese erotiche e militari, è un grande esempio per il generale razzista, omofobo e, aggiungerei, piuttosto ignorante in storia romana. Devo dire che Giulio Cesare mi è stato sempre simpatico: deve essersi divertito un sacco! Il generale no: chi odia è sempre infelice.

    da Liliana   - giovedì, 31 agosto 2023 alle 12:49

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