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mer
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gen 23

Strategie. La richiesta di ottimismo è la malattia infantile del melonismo

PIOVONOPIETRECi sono parole fuori posto, che piovono male, che non c’entrano niente, così estranee al contesto che sembrano appoggiate lì per caso. O per convenienza, per ridicolo calcolo, o peggio per speranza, o peggio ancora come piccola assicurazione sui fallimenti futuri: parole che mettono le mani avanti. Una di queste parole, ricorrente al punto da essere noiosa, è “ottimismo”, non a caso sbandierata fieramente dal/la signor/a Giorgia Meloni nei suoi auguri (soprattutto a se stessa e ai suoi arditi) di fine anno. “Un 2023 di orgoglio e ottimismo”, augura il/la presidente del Consiglio, che vuol “sollevare questa nazione”, “rimetterla in piedi”, “farla camminare velocemente con entusiasmo”, e, ovvio, “dobbiamo farlo insieme”. Con il che si capisce bene il sottotesto: se voi non avete entusiasmo, ottimismo e non lo farete insieme, beh, un eventuale disastro sarà colpa vostra. Un classico.

Giorgia, donna, madre e cristiana, non è che inventa molto, diciamolo. Ancora ci ricordiamo quello là col sole in tasca, il Berlusca buonanima, che andava dicendo che i pessimisti si tirano addosso la sfiga da soli, e quindi non essere ottimisti non è un atteggiamento, ma un concorso attivo alla catastrofe. Vennero altri ottimismi, più organici all’ubriacatura liberale che piace tanto ai piani alti e altissimi del Paese. I primi giorni di Mario Monti fecero saltare l’ottimistometro nazionale, e pareva che fosse atterrata la Madonna in persona, il loden al posto del velo, per sistemare le cose con la sola imposizione delle mani della Fornero. Si è visto.

Altro sussulto di ottimismo sfrenato, la comparsa di Mario Draghi, quando pareva che l’Europa bussasse da ogni italiano con i contanti in mano dicendo “tenga buon uomo”, e i giornali titolavano sulla pioggia di miliardi in arrivo, praticamente già infilati nella nostra casella della posta. Si è visto anche lì, e basterebbe a mettere una moratoria di dieci anni sulla parola ottimismo, almeno in politica.

Quali motivi ci siamo oggi, essendo italiani, per essere ottimisti, è piuttosto misterioso. L’inflazione al dieci per cento, il lavoro che si precarizza sempre più, il welfare che svapora, le bollette, la guerra di altri che ci costa come se fossimo in guerra noi. Basta dare un’occhiata a ricerche e sondaggi per scoprire che il segno meno, in quanto a fiducia, domina incontrastato, e non sarà certo chiamare il Paese “Nazione” (o i camerati “patrioti”) che ci indurrà a cambiare idea. Di solito, l’ottimismo è un afflato piuttosto irrazionale (“Gli ottimisti sono la claque di Dio”, diceva mirabilmente Gesualdo Bufalino), mentre il pessimismo è mesto realismo. Una differenza che chiunque può capire se si sveglia con Giorgia ottimista, la benzina più cara, le autostrade più costose, il mutuo più stretto al collo, lo stipendio che vale meno e l’assistenza scomparsa per dare una mano ai presidenti delle squadre di calcio, i veri bisognosi del Paese.

Ma quando si invoca ottimismo – come il sor/sora Giorgia fa un po’ maldestramente, nel suo stile – si intende un’altra cosa. Si intende solitamente uno spirito collettivo, un vento che porta non solo consenso, ma convinzione, un’aria frizzante di partecipazione emotiva dei cittadini che oggi non si vede, non risulta, non c’è, e non ha motivo di essere.

Meloni faccia la sua strada in salita, non cerchi appigli, non invochi aiutini da casa come nei telequiz, non si appelli all’ottimismo della popolazione al quale ha finora contribuito soltanto bastonando i poveri e aumentando la benzina: non un grande contributo.

2 commenti »

2 Commenti a “Strategie. La richiesta di ottimismo è la malattia infantile del melonismo”

  1. Ci fosse ancora Tonino Guerra lo sponsor ottimistico per soy giorgia andrebbe a pennello…
    Ora è più chiaro per chi è finita la pacchia e per chi continuerà, s’è cautelata con il suo elettorato di riferimento, come possa crescere nei sondaggi è un mistero, quelli erano strasoddisfatti a settembre.

    Per chi s’è perso soy giorgia quando era all’opposizione, lo spot alla stazione di
    servizio è già un cult…

    Per chi volesse gustarlo

    https://m.youtube.com/watch?v=OYvMx7VSn3g

    Ma del resto se un leader di csx si fosse contraddetto come ha fatto lei in questi pochi mesi, sarebbe caduto a picco nei sondaggi, a destra sono di bocca buona.

    Viviamo alla giornata, chissà quante altre puttanate ottimistiche salteranno fuori dai prestigiatori della maggioranza, abbiamo già visto condoni, strizzate d’occhio agli evasori fiscali, armi a go go tra Ucraina e cinghiali, una giustizia sempre più garantista verso i reati dei colletti bianchii, un migliaio di assunzioni amiche nei ministeri e come per magia gli sbarchi degli immigrati non esistono più…

    Tonino Guerra, anche se non ci sei più, c’è chi ti supera alla grande!

    da Serentha Ivo   - mercoledì, 4 gennaio 2023 alle 15:15

  2. P. S.

    Dimenticato un fatto importante ma emblematico dei soldi dati al calcio, anziché a una sanità in difficoltà e in taluni casi da terzo mondo.
    I comunisti cubani… inviano 50 medici in Calabria per aiutare gli ospedali con criminale scarsità di professionisti.

    https://www.cubainsieme.com/attualita/articoli/cuba-esporta-medici-no-bombe-per-51-medici-cubani-comincia-la-missione-nella-sanita-calabrese/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=whatsapp&utm_source=im

    da Serentha Ivo   - mercoledì, 4 gennaio 2023 alle 15:53

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