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mer
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dic 22

Qatar, Libia e Iran. Il campo dei diritti umani è il camposanto dell’ipocrisia

PIOVONOPIETREDei diritti umani non si butta niente. Sacchi di soldi, vacanze da sogno, padri (quello della ex vicepresidente del Parlamento Europeo greca Eva Kaili) che se ne vanno alla chetichella con il trolley pieno di contanti, stati del Golfo che cacciano il grano per avere “buona stampa”, ex sindacalisti come Antonio Panzeri col malloppo in casa. Siccome succede in Belgio, ancora non si è alzato nessuno a gridare alla giustizia a orologeria, ai manettari giustizialisti, eccetera eccetera, esistono posti dove la legge è ancora uguale per tutti. Intanto, si gioca a pallone con l’aria condizionata proprio laggiù, in Qatar. Intanto, si mette su una finta indignazione che si ammorbidisce o si irrigidisce a seconda dei momenti: va a manetta se c’è lo scandalo, però vediamo la partita, però che cattivi, però che bravi… aggiungere a piacere.

Dei lavoratori morti a migliaia per costruire gli stadi in Qatar hanno parlato in pochi, e del resto soltanto qualche mese fa un senatore italiano andava in uno degli stati del Golfo, l’Arabia Saudita, a invidiare il locale costo del lavoro (la semi-schiavitù) debitamente retribuito – ma con regolare fattura – per le sue consulenze. Tutto legale, per carità, l’etica si paga a parte.

Il campo dei diritti umani è, insomma, il camposanto della più fervida ipocrisia, della morale elastica, doppia, tripla, quadrupla.

Se si volta pagina, dopo le cronache di quelli che pigliavano soldi per dire bravo al Qatar, troviamo i torturati della nave Humanity 1, arrivata a Bari col suo carico di umani senza diritti, molti torturati, le donne violentate, mutilate, i segni delle sevizie ricevute in Libia. Si sa, si legge, lo dice il telegiornale, così come dice che noi con la Libia abbiamo accordi – chiedere a Minniti – gli regaliamo motovedette con cui questi torturati qui, se li intercettavano, li riportavano indietro per torturarli di nuovo.

Sembra di sognare: c’è un’indignazione quasi di prammatica, obbligatoria (gente che fugge da quelli che persino il papa chiama “lager”), e poi la serena consapevolezza, che noi – noi Italia – quei lager li finanziamo. Una specie di alternanza emotiva: sì, certo, li torturano. Ma anche: sì, certo, i torturatori sono nostri amici, li finanziamo.

Schizofrenia di alta scuola, strabismo prodigioso: ci spiace per le vittime (forse) ma i nostri governi sostengono i carnefici (sicuro).
Ovvia, scontata, sacrosantissima, la solidarietà al popolo iraniano in rivolta, alle donne, prima di tutto, perché si parla di loro e dei loro corpi e dei loro capelli. E su questo c’è una commovente unanimità. Balzano in prima pagina le schifezze del regime, ci si strabilia per la stupefacente punizione all’atleta Elnaz Rekabi, campionessa di climbing “colpevole” di aver gareggiato alle olimpiadi senza velo: il regime le ha raso al suolo la casa, che infamia. Prassi che da decenni usa l’esercito israeliano nei confronti dei palestinesi, anche soltanto sospettati, senza che nessuno meni scandalo per questo, o anche soltanto lo scriva. Sacrilegio. Come si diceva, doppia morale, tripla, quadrupla. Si vede che i diritti umani dipendono anche dalla latitudine.

Tutti siamo a fianco del popolo iraniano in piazza, ma il rapporto annuale di Human Right Monitorsull’Iran dice che le armi che sparano sui manifestanti sono (anche) italiane, precisamente fucili Benelli M2 e M4, e ci sono sospetti anche su cartucce a pallini Cheddite made in Livorno. Chissà, forse con la solidarietà agli iraniani in rivolta si può fare qualcosa di meglio.

2 commenti »

2 Commenti a “Qatar, Libia e Iran. Il campo dei diritti umani è il camposanto dell’ipocrisia”

  1. Analisi perfetta, aggiungo solo che l cosa che più mi ha colpito è che i paladini dei pesi del golfo, che incensano i diritti dei lavoratori, mi pare l’abbiano detto al parlamento europeo, sono persone che, almeno a parole hanno detto di ritenersi di “sinistra”, quella cosa lì che è molto più centro, ma tanto lo sappiamo.

    da Marco Ferrari   - mercoledì, 14 dicembre 2022 alle 10:49

  2. I mondiali in Qatar sono stati una porcheria già all’assegnazione, Blatter e Platini giustamente ne hanno fatto le spese, dopo sono emersi gli indicibili sfruttamenti dei lavoratori, si calcola che i morti, opportunamente nascosti, sono stati migliaia.
    Che ci siano solo italiani e greci ad essere corrotti a me pare un po’ strano, a livello di Ue se si voleva abbellire lo scempio dei mondiali andavano unti a random.
    Salta agli occhi che gli illustri arresti fatti in questi giorni, per lo stesso scandalo in Italia non sarebbero stati possibili, qui la casta si blinda e si devono chiedere alle rispettive camere se si possa procedere o meno, e quando mai danno il via libera…

    Ora il neo ministro della giustizia vuole tarpare le ali alle intercettazioni, e per chi è condannato in primo grado può benissimo presentarsi nelle liste elettorali, non è una sorpresa che la dx voglia ripararsi ulteriormente, vero?

    Armi e pallini italiani in Iran? Fin che c’è guerra, c’è speranza, siamo con le braghe calate e continuano a spendere soldi tolti alla collettività per l’Ucraina, come se non bastasse la farcitura fornita dagli States.

    Continuano a orinarci in testa e continuiamo a fischiettare come se nulla fosse…

    da Serentha Ivo   - mercoledì, 14 dicembre 2022 alle 16:14

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