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ott 22

Da B. a Monti e Draghi. Dopo 15 anni di Salvatori, un italiano su tre è povero

PIOVONOPIETREBrutta roba, i numeri. Dovrebbero spiegare, e invece rendono tutto freddo, algido, tecnico, tutto algebricamente smerigliato. Così dal rapporto Caritas pubblicato ieri da tutta la stampa nazionale – dopo lo sfoglio sul totoministri, Silvio a Canossa, Giorgia statista e altre amenità per chi ci casca – non è facile estrarre il succo di vite in bilico, di paure per domani che mordono già oggi, di umiliazione per le code, dell’indecenza dell’indigenza nazionale.
Non so se è il caso di ripetere qui lo stillicidio: 5,6 milioni di poveri assoluti, altri 15 milioni a rischio di diventarlo, sul crinale, un piede di qua, un piede di là, un italiano su quattro, impaurito se va bene, praticamente sicuro che domani sarà peggio di oggi, che già è una discreta merda.

Niente retorica, per carità, non serve, non aiuta. Ma in queste settimane di passaggio, in cui esperti e osservatori ci spiegano le dinamiche del voto, le scelte del Paese (pardon… ora bisogna dire Nazione, secondo la riforma semantica dei camerati… ops, patrioti), sarebbe forse il caso di chiedersi da dove vengono questi numeri freddi, la genesi, il percorso, che strada hanno fatto questi fottuti poveri per triplicare in quindici anni. Erano – sempre fonte Istat – un milione e ottocentomila quindici anni fa, e oggi sono 5,6 milioni, il che vuol dire che sono cresciuti di tre volte, che dove ce n’era uno ora ce ne sono tre. Quindici anni, non una vita, ma un tempo abbastanza lungo per capire chi, come, perché, per valutare politiche e strategie. Quindici anni fa, regnava un Silvio vorace, non il fantasma gaffeur di oggi, che ci portava in quel baratro di spread che fece tremare tutti. E per “salvarci” – cominciava il carosello dei Salvatori – arrivava Monti, e poi altri governi di emergenza e decoro economico, tutti o quasi a massiccia presenza progressista e democratica, che sciccheria.

La cavalleria leggera (leggerissima) del “Siamo tutti sulla stessa barca”, aiutiamoci, facciamo qualche sacrificio. E piovevano soldi sulle aziende, sui datori di lavoro, decontribuzioni, e insieme contratti leggeri, corti, cortissimi. Il pensiero debole (debolissimo) che se aiuti chi produce – le aziende, gli imprenditori – andrà poi bene anche a chi lavora, in una cascatella di redistribuzione che dalle tavole imbandite lascia cadere qualche briciola. Ora si vede che non era vero: c’è povertà assoluta nel 7 per cento delle famiglie con occupati, cioè tra quelli che un lavoro che l’hanno. Ed è più del doppio rispetto al 2011 (erano il 3,1), quando arrivava Mario Monti con il loden, accolto come Mosé con le tavole, che ci salvava lui, ci pensava lui, meno male che c’è lui… e tutti gli altri salvatori in fila, fino a Mario Draghi, altro Salvatore da cosa non si sa. Non si capisce che salvezza, infatti, se anche tra chi lavora la povertà è raddoppiata.

E tutti, in questi quindici anni di arretramento e di impoverimento, con il chiodo fisso e il nemico comune, perennemente additato: niente conflitto, niente battaglia, niente casino, non sporcare, non urlare, non baccagliare per il reddito, o per i diritti. Zitti e buoni, che sennò i mercati… che sennò l’Europa… e alla fine il bilancio di quindici anni di politiche “virtuose”, senza conflitto, senza lotta, è che a milioni non mettono insieme il pranzo con la cena, il triplo di prima. Un po’ di lotte, forse servivano, un po’ di conflitto, forse, li avrebbe difesi meglio, ‘sti poveri moltiplicati per tre in quindici anni, mentre invece si beccano solo l’eterno “colpa loro”.

4 commenti »

4 Commenti a “Da B. a Monti e Draghi. Dopo 15 anni di Salvatori, un italiano su tre è povero”

  1. È proprio vero che i padroni hanno vinto su tutta la linea con la complicità di coloro che avrebbero dovuto contrastarli.
    Io spero che la storia ricorderà il Pd come la più grande catastrofe politica dei primi anni di questo millennio

    da Aldo   - mercoledì, 19 ottobre 2022 alle 08:24

  2. Articolo veramente veritiero. Ci sarebbero dovute essere un po di lotte per non perdere i diritti conquistati e magari conquistarne altri, ma con questa sinistra…….

    da gianni   - mercoledì, 19 ottobre 2022 alle 16:47

  3. Chi la dura la vince, ci riprovo a commentare…

    Da anni viene segnalato il robusto impoverimento del Paese, tra coloro che perdono il lavoro e tra gli occupati diffusamente poveri.
    La statistica europea lo indica, il monitoraggio ventennale inserisce l’Italia come fanalino di coda per il valore delle retribuzioni, al contrario le tariffe, la spesa delle famiglie sono a livello degli stati più ricchi continentali.
    Nonostante abbia governato per molti anni il pd, specie dopo il primo tecnico salvatore della patria, la situazione sociale s’è impoverita vertiginosamente.
    La gigantesca evasione fiscale mai combattuta e la corruzione hanno contribuito all’enorme debito pubblico che continuerà a strozzare, soprattutto le nuove generazioni.

    Del resto il banchiere, secondo salvatore della patria, ha ritenuto di dimettersi piuttosto che accogliere i nove punti di giustizia sociale chiesti da Conte.

    Ammesso che ci sarà la nascita governativa della nuova statista della patria… poiché dal 1994 il caimano tiene per gli zebedei la politica italiana, non ho speranze che i pochi ricconi lo saranno meno e che l’Italia salirà di alcune posizioni la vergognosa classifica della povertà.

    da Serentha Ivo   - giovedì, 20 ottobre 2022 alle 14:38

  4. Tutto bene , l avventura continua ! Volevano comprare il paese e impoverirci ! Ci sono riusciti compiutatamente ! Era il piano Marshall !!!sti figli di espatriati europei ( tutta feccia e delinquenti e mafia europea che dopo avere ucciso indiani e quasi estinto i bisonti sacri ! Continuano nella loro corsa alla conquista del mondo intero ! Speriamo che una bomba a casa loro ! li fermi per sempre! Yo soy italiana !!e cittadina del mondo , se me lo lasciano ancora vivere! Grazie

    da Elena   - venerdì, 21 ottobre 2022 alle 05:12

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