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mer
5
ott 22

Affaristi 2.0 Libera volpe in libero pollaio: chi specula sul gas (di tutti)

PIOVONOPIETRECi piacciono tanto le rivolte degli altri, le sommosse, le proteste, le primavere qui e là per il mondo, purché avvengano – appunto – da un’altra parte, un po’ esotiche, insomma. Ci piacciono meno – molto meno – le rivolte che avvengono qua, che sono sempre raccontate sottotono, sminuite, ridotte a piccoli episodi semi-folkloristici, trovatine mediatiche. Così anche i cortei e le manifestazioni in cui in parecchie piazze italiane si sono simbolicamente bruciate le bollette del gas e della luce, giunte a livelli insostenibili per molte famiglie, sono archiviate con piccole fotonotizie. Uff, i soliti estremisti.

Eppure la simbologia è abbastanza potente, e non si tratta di esagerazioni, visto che anche i grandi giornali, la stampa ufficiale, comincia a dar consigli su come fare se ti staccano il gas, come farselo riallacciare, come chiedere rateazioni, come gestire i ritardi nei pagamenti, eccetera eccetera. Insomma, la questione energetica ha avuto una sua istruttiva parabola. Prima un trattamento soltanto geopolitico for dummies (Putin bastardo, non ti compriamo più il gas, prima; Putin bastardo non ce lo manda più, dopo), poi una più seria riflessione economica su stoccaggi e prezzi di mercato accompagnata dai consigli della nonna. Vedrete che con un grado in meno si risolve… vedrete che mettendo il coperchio alla pentola si risolve… vedrete che con le docce più brevi… Fuffa, insomma.

Poi, piano piano, ecco che dalle nebbie dell’informazione – un po’ divisa tra l’allarme e l’opera di tranquillizzazione – è emerso qualcosa di simile alla verità: il prezzo del gas che tanti danni fa e farà alle nostre economie, alle nostre aziende, e Pil, e famiglie, non è per niente colpa di questo o quel dittatore, o di questa o quella guerra. Non c’è poco gas nel mondo (lo dice, tra gli altri, un rapporto Eni del luglio scorso), ma c’è – e parecchia – speculazione sul suo mercato. Al punto che il cruccio di mezza Europa, tra cui il ministro Cingolani, e il magico Mario Draghi, e di vari pensatori dell’economia globale, è proprio come fermare, o arginare, questa speculazione che gira intorno (ma non solo) alla famigerata Borsa olandese il Title Transfer Facility (TTF) dove si scambiano i futuressul gas e dove si decidono, in definitiva, le nostre bollette.

Traduco in italiano: si chiama libero mercato, cioè libertà di speculazione, di fissare un prezzo non in base all’effettiva disponibilità della merce, ma alle previsioni – più o meno interessate, più o meno sballate – che si fanno sulla disponibilità futura di quella merce. Fu un trattato europeo (Cardiff, 1996), a decidere che i prezzi delle materie prime del settore energetico non sarebbero più stati regolamentati: ci avrebbe pensato il mercato, la libera concorrenza, insomma, quella magica manina che sistema tutto lei, come piace pensare ai liberisti di ogni latitudine. Al punto che oggi (ieri sul Corriere della Sera) leggiamo accorati appelli di due commissari europei (Breton e Gentiloni) perché l’Europa faccia un debito condiviso in difesa di “beni pubblici”. Beni pubblici, che, appunto, pubblici non sono per niente, visto che si gonfiano e si sgonfiano a piacere e beneficio di “speculatori” che rimangono – tra l’altro – impuniti e sconosciuti. L’emergenza è emergenza da mesi, la speculazione è additata da mesi come responsabile, ma la soluzione non c’è, non si trova, nemmeno al più alto livello politico. Se si trovasse, confliggerebbe con il famoso “libero mercato”, libera volpe in libero pollaio.

1 commento »

Un Commento a “Affaristi 2.0 Libera volpe in libero pollaio: chi specula sul gas (di tutti)”

  1. Liberamente fottuti, certamente, inflazione al 8/9%, bollette energia aumentate molto di più rispetto all’inflazione, un cul de sac che si manifesterà nella stagione invernale e il prossimo anno.
    Eh si, stavolta la pace sociale andrà a farsi friggere, il freddo,la fame, l’aumento della disoccupazione renderà gli animi cattivi.
    Anche perché con l’enorme debito che abbiamo accumulato nei decenni non abbiamo salvagenti.

    A breve salteranno fuori i progetti nucleari e incroceremo le dita che tutto fili liscio, sarà difficile deportare milioni di persone nel caso di gravi disastri.

    Sarà la volta buona che il libero mercato sarà gettato nel wc?

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 5 ottobre 2022 alle 11:07

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