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mer
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giu 22

La sindrome Pd. A parole punta sul sociale, nei fatti lo ha distrutto

Siccome viviamo in un Paese dove uno di Cuneo che vive a Montecarlo spiega cos’è la pizza ai napoletani, possiamo partire dal presupposto che vale tutto, che si può dire ogni cosa e che nessuno ne chiederà conto. Per tradizione nazionale, il punto più alto di questa grandinata di parole si ha nei giorni a cavallo delle elezioni, e peggio ancora questa volta, perché si leggono elezioni locali, tarocchi e fondi di caffè, per capire cosa succederà in Italia tra qualche mese, alle politiche. In certi passaggi – anche divertenti, va detto – è come se una tornata elettorale, anche parzialissima come quella appena finita, azzerasse tutto quanto per tutti i decenni e i secoli passati. Sembra un remake di Eraserhead, la mente che cancella.

Così ecco il ministro del Lavoro Andrea Orlando che, richiesto di rivelare come diavolo si farà a comporre lo strano puzzle che mette insieme in un unico disegno da Conte a Renzi, da Di Maio a Calenda, risponde che “vicinanze e distanze del cosiddetto campo largo si misureranno su salari, lotta alla precarietà, attenzione alla sanità e alla scuola pubblica”. Insomma eccolo, sbarcato da Marte, invocare attenzione per quei temi su cui il suo partito ha contribuito massicciamente, negli ultimi dieci anni, a fare un deserto. Bisogna misurare “vicinanze e distanze”, bene, bella frase, ma le distanze sono già ben delineate: il primo decreto del governo Renzi fu il decreto Poletti, che di fatto rendeva più meno eterno il precariato, e poi venne il Jobs act, e poi (e prima) tutte le leggi sul lavoro (e contro i lavoratori) che conosciamo. Per misurare “vicinanze e distanze”, insomma, il primo atto sarebbe un’inversione a U: ripudiare tutto quello che negli ultimi decenni è stato fatto sul lavoro, abolirlo e rifarlo daccapo, o anche tornare alla legislazione precedente (articolo 18, statuto dei lavoratori, divieto di demansionamenti, eccetera eccetera, tutte cosette che Orlando votò). Lo stesso vale per la sanità, sempre sbandierata come frontiera di divisione tra destra e sinistra, ma dove il confine non è chiaro: 25.000 letti in meno negli ospedali italiani negli ultimi dieci anni, per esempio, e – persino con una pandemia, budget potenzialmente illimitato e un ministro della sanità “di sinistra” – già si parla di altri tagli. La scuola pubblica, poi, peggio mi sento: anche lì sono attesi nuovi tagli, a dispetto della tanto decantata grandinata di miliardi in arrivo.. Questo per dire che le chiacchiere sono gradevoli, ma i fatti incombono e non vanno nella stessa direzione. Diciamo che le “vicinanze” alle esigenze del Paese (salari, sanità, scuola) sono forti a parole, mentre le “distanze” sono evidenti nei fatti.

Gioca col nonsense anche il vicesegretario del Pd, Beppe Provenzano, che dice: “Per noi le larghe intese sono un’esperienza irripetibile”. Il che è bizzarro, perché dopo aver fatto parte del governo Monti (larghe intese) e del governo Draghi (larghissime intese), dire che il governo con dentro tutti è “un’esperienza irripetibile” lascia qualche perplessità nei potenziali clienti: se uno ti ha già venduto due catorci, non è scontato che la terza macchina la comprerai da lui, il che spiega come mai 6 italiani su 10 si tengono lontani dal concessionario e piuttosto che farsi truffare di nuovo, preferiscono andare a piedi. Non so le vicinanze, ma le distanze (tra elettori e urne) sono piuttosto grandi, probabilmente incolmabili in pochi mesi, a causa del vecchio vizio (populista?) di guardare più ai fatti che alle parole.

4 commenti »

4 Commenti a “La sindrome Pd. A parole punta sul sociale, nei fatti lo ha distrutto”

  1. Patanegra sulla pizza a parte, se ha clienti disposti a pagare qualsiasi cifra pur di presenziare nei suoi locali cafonVip, buon per lui…

    Ma dove vogliamo andare col pd e il centrume che si porta appresso? Anche se andranno a votarli solo più parenti e amici del panorama politico esistente, un governo caro all’establishment lo fanno comunque.
    Così almeno clonano il banchiere o un suo simile e vanno avanti per decenni, tanto anche a dx prima o poi, in qualche modo neutralizzeranno la sorrate d’italia e su questo piano ce la saremo scampata, visto e considerato che dopo i discorsi che fa nelle piazze in Spagna ci vorrebbe un esorcista…

    E se ci fate caso manca pure la satira, solo Crozza riesce a far divertire accantonato in una rete di secondo piano, la tv privata quella più ricca peggio che andar di notte, ed una tv di stato che spegne qualsiasi voce stonata, altro che satira, se si impegnasse a organizzarla farebbe solo piangere.

    L’effetto anestetico controllato può continuare!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 29 giugno 2022 alle 14:07

  2. Beh a ben pensarci molti del PD so-no adatti alla “Fabbrica della merda” con una differenza sono meno accettabili perchè è evidente che non credono a nulla! Per favore continui a scrivere i suoi romanzi. Nella versione audio letti da Bentivoglio sono una terapia meravigliosa.

    da Mariolina   - martedì, 5 luglio 2022 alle 11:14

  3. Il PD continua a non avere un’identità. Lo dissi quanto nacque che sarebbe stato un errore e ne sono tutt’ora convinta.
    Entità politiche (chiamarli partiti mi sembra francamente un’esagerazione) come IV e Azione dovrebbero essere gentilmente accompagnate a destra così si darebbero da fare per costruire una destra europea cacciando nell’angolo il ciarpame politico che oggi occupa abusivamente quell’area.
    Certo è che fino a che il centro-sinistra gli garantirà uno strapuntino resteranno lì e gli elettori andranno altrove. Io capisco che quelle entità politiche, che non hanno al momento voti, abbiano ottime entrature per garantire finanziamenti elettorali ma alla fine quando la corda si spezzerà chi pagherà non saranno certo i microbi della politica ma tutti i partiti che, non avendoli cacciati, saranno ritenuti complici.

    da Laura   - martedì, 5 luglio 2022 alle 11:16

  4. a Salerno nel giorno delle dimissioni di Draghi è stata una convergenza misteriosa, in queste parole e in quelle che ho sentito dal vivo c’è tanto “lotta di classe”… beh, al momento ad aumentare c’è solo tanta distanza di classe e a leggerti Alessandro, la sensualità nei temi diventa passione. Grazie!

    da Pietro Di Gennaro   - venerdì, 15 luglio 2022 alle 04:41

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