Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
9
mar 22

Tragedie. E’ la povera gente a perdere sempre le guerre, anche quando le vince

Se dobbiamo dare un nome alle assurdità che una guerra si porta appresso, sceglierei senza dubbio quello di Alexander Gronsky, la cui storia è rimbalzata sui giornali in questi giorni. Bravissimo fotografo, invitato a una prestigiosa mostra in Italia (a Reggio Emilia) e prontamente rimbalzato in quanto russo. Poi, quando hanno tentato di dirglielo – che non lo vogliamo perché è russo – hanno scoperto che era stato fermato dalla polizia (russa) perché manifestava contro Putin. In pratica, abbiamo applicato le sanzioni a un nostro amico. Non mi addentrerò nelle recenti rappresaglie contro la cultura russa, si è già sfiorato il ridicolo (per parlare di Dostoevskij dovresti parlare anche di scrittori ucraini – non che ne manchino – per una specie di par condicio letteraria). Più strabiliante l’annuncio della Siae di “sospendere i pagamenti alle società d’autore russe”, cioè di non pagare gli artisti russi che vendono qualche libro qui, o dirigono opere, o le cantano, o fanno qualunque altro lavoro che meriti la tutela della loro opera. In pratica si penalizza una categoria, quella della produzione culturale, che già viene bastonata in patria, tra censure, divieti, pressioni, media soffocati, persino parole vietate (“guerra”). Il poeta russo non prende i suoi cento euro dall’Italia, sai Putin quanto soffre.

Ora che in tivù sono tutti strateghi geopolitici-militari-campioni-di-Risiko, sarebbe bello che qualcuno indicasse un altro fronte, quello interno russo, quella che una volta si chiamava “la dissidenza”, e che oggi dimostra una notevole determinazione (manifestare contro la guerra a Mosca, o a San Pietroburgo, richiede abbastanza coraggio). Ed è anche innegabile che le due cartine non corrispondano, perché ora ci sono Europa e Russia divise da una guerra, ma se si guarda la mappa della letteratura europea, per dire, o della musica, sfido chiunque a tenere fuori i russi, e gli ucraini, impossibile. Forse dovremmo, invece che dire “russo, stai a casa tua”, offrirgli di venire qui, a dipingere o scrivere o cantare l’opera o fotografare. Cioè, se come si sostiene con molte ragioni, la guerra è una guerra imperiale di Putin, che porterà gravissimi danni anche al suo popolo, allora qui servono più russi, non meno russi; e il corso su Dostoevskij dovrebbe farlo RaiUno, per tutti.

Non è una cosa che riguarda solo il mondo culturale, ovvio. Qui ci aiuterebbe addirittura Brecht, a ricordarci che le guerre le perde sempre la povera gente, anche quando le vince.

Nel dibattito interno, invece, siamo al paradosso: chi parla di Putin come di un tiranno da anni, da decenni (la Cecenia, Anna Politkovskaja, il polonio nella minestra) viene ora accusato di intelligenza col nemico, pacifista malpancista, imbelle e altri epiteti da anni ‘20; mentre chi indossa l’elmetto più prontamente, governa insieme a chi amico di Putin lo è stato davvero, e vi risparmio la passerella polacca di Salvini, dimostrazione lampante che la guerra stermina tutto ma non il ridicolo. In più, se si fa la guerra ai russi (addirittura ai russi nati duecento anni fa) si alimenta la convinzione che si sia in guerra con un popolo, e non con il suo zar aggressore, e questo aumenterà le tensioni, non le appianerà di certo. Si sa che la guerra, per sua stessa natura, genera miopie varie, istinti di semplificazione, schieramenti netti, e del resto si tratta di un sistema piuttosto primitivo a cui media e comunicazione si accodano volentieri.

2 commenti »

2 Commenti a “Tragedie. E’ la povera gente a perdere sempre le guerre, anche quando le vince”

  1. Vabbè, il felpato ormai se non fosse per il razzismo che l’ha sempre contraddistinto, sarebbe un po’ come sparare sulla croce rossa, ormai è da considerare boliito o fritto come preferite.
    Se non si fa parte del mainstream, prima col covid, green pass, ora l’essere filo putiniani se si é pacifisti e si critica la fornitura di armi tramite contractor, che se ne pigliano una parte e chissà dove finiranno le altri, magari accusati da coloro che vedevamo il neo zar come ottimo politico e per far affari, anziché dipingerlo per ciò che è sempre stato.

    Un esempio per tutti, Sallusti che per nascondersi dietro a un dito col suo editore, accusa i sindacati d’aver protetto i terroristi negli anni 70-80…
    Avevo scritto di facce da culo la scorsa settimana, questa è spettacolare…

    Come affermava Strada, la maggior parte delle vittime nelle guerre sono civili, dappertutto, che siano benedette dall’occidente o che siano tiranni diventati scomodi.
    Ora a parte le vittime sul campo in Ucraina e il disastro nelle città, toccherà vedere la sensibilità europea sui profughi, ho già letto di respingimenti in Uk dal caro Johnson, chissà se la Queen batterà un colpo, ne dubito!
    Poiché oltre la ritrovata compattezza in Ue, spero che non sia solo di natura energetica, pensando solo ai cazzi nostri, vedi ex visegrad, ci sono soprattutto i cazzi di quella gente, milioni di profughi sono un problema considerevole, altro che elmetto del solito armatevi e partite… tanto per essere in linea e far bella figura puntando il dito da falsi e ipocriti come sono sempre stati.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 9 marzo 2022 alle 11:12

  2. Analisi e riflessioni più che condivisibili, cosa si può aggiungere? Noi continuiamo a leggere e vedere quello che ci passa il pensiero dominante, se cerchiamo spazzi di verità bisogna faticare, leggere qualcosa all’estero, ovviamente ascoltare gli spunti che pochi giornalisti in Italia sanno proporre, e così i paradossi aumentano, oggi sentivo “feroci bombardamenti su una città, non ne ricordo il nome, 9 morti! due colpi di mortaio pesante fanno 9 morti, se il bombardamento è feroce dovrebbero essere centinaia. Sono un convinto assertore che la Pace alla fine vince, se invece di scatenare sto canaio lasciavano passare finisce come a Kherson la gente scende in piazza e protesta contro i russi presenti che non sanno che fare. Certo la pace ha tempi lunghi, se invece vogliamo giocare a chi ne ammazza di più la vedo grigia, tendente al nero. Grazie per gli spunti di riflessione che strappano sempre un sorriso.

    da MARCO PIERMARIA FERRARI   - mercoledì, 9 marzo 2022 alle 17:47

Lascia un commento