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dic 21

Dignità 2.0. Persino il licenziamento è diventato “smart”: un sms e sei fuori

PIOVONOPIETRENuove tendenze. Va molto di moda il licenziamento smart. Ti chiamano via Zoom, o in teleconferenza, oppure al telefono, oppure whatsapp, sms, tamburi, segnali di fumo e insomma, il cellulare fa plin e sei licenziato al volo. E’ una cosa moderna e pulita, rapida, ancora abbastanza nuova da conquistare qualche titolo sui giornali. Campione del mondo, il Ceo di Better.com, mister Vishal Garg, che ha licenziato 900 dipendenti in un collegamento via Zoom: “Se siete in questa chiamata, fate parte dello sfortunato gruppo…”. Scena lugubremente fantozziana.

E’ un caso estremo, ma solo per entità della strage, basta cercare online licenziamenti sms, o licenziamenti whatsapp per farsi una piccola cultura in materia.

I titoli, va detto, si fanno via via ogni volta un po’ meno indignati, all’inizio era tutto un “Oh, che scandalo, licenziati via mail!”, e ora la faccenda sembra accettata con più filosofia, ci si abitua, insomma.

Ci si chiede perché non affinare nuove tecniche, sperimentare, portarsi avanti col lavoro, forse qualche ufficio studi potrebbe occuparsene. Uno sforzo, su, almeno per vedere il titolo “Sorteggio per i licenziamenti alla Pinco Pallino Laminati Industriali”. E poi si potrà migliorare ancora, fino a “Licenziati a colpi di fionda”, perché no? Un piccolo Squid Game, con i suoi eliminati dal mercato del lavoro, venti qui, trentadue là, poi ogni tanto delocalizzazioni importanti (la Gkn di Campi Bisenzio) a colpi di centinaia. Lo studio di avvocati che ha assistito l’azienda per la chiusura e l’esubero di 430 dipendenti si vanta dell’impresa e viene premiato ai Top Legal Awards. E’ una guerra piuttosto asimmetrica, diciamo.

Tra l’altro, mi si consenta l’inciso, non si legge mai “Assunti via sms!”, e in generale la parola “assunzioni” risuona assai meno della parola “licenziamenti”, cosa che andrebbe considerata di una certa stranezza, in un Paese che vanta uno strepitoso aumento del Pil. Chiusa parentesi.

Insomma, si discute un po’ sulle varie scelte etiche nelle modalità di licenziamento dei lavoratori, un dibattito tutto teorico, asettico, tecnico. E’ meglio la raccomandata? Un sms che dice: “Da domani può stare a casa”?, un algoritmo che non ti caga più, con rispetto parlando?

C’è il rischio, almeno sul piano mediatico, che il dibattito finisca per concentrarsi sui modi e non sulla sostanza. Insomma, che la modalità smart del licenziamento (quando ti dicono smart c’è la fregatura, è praticamente sicuro) attiri più attenzione del licenziamento stesso. Eppure c’è anche lì –  nei modi, nei tempi, nelle frettolose arroganze aziendali, nelle righe sbrigative di liquidazione ed espulsione – una questione densa e importante, che è alla fine una questione di dignità del lavoro. Non è solo forma, insomma, o meglio si tratta di una forma che è anche sostanza: trattare in generale il lavoro come una variabile dipendente, uno strumento che oggi serve, domani no, e si dosa di conseguenza, con le modalità più funzionali alle aziende: non facciamola tanto lunga, un sms basta e avanza. Tra l’altro, ricacciando molti dei licenziati d’Italia nella morta gora dei lavoretti, del cottimo e delle coop farlocche, dove le modalità di licenziamento smart sono la prassi, dove si lavora a chiamata, a convocazione e tutti i trucchi che si sanno. Non si vede all’orizzonte un’inversione di tendenza e anzi si paventano mattanze in vari settori industriali, quindi sms, whatsapp, riunioni online, comunicazioni estemporanee tipo “Buongiorno, da domani lei non ci serve più”, arrivederci.

3 commenti »

3 Commenti a “Dignità 2.0. Persino il licenziamento è diventato “smart”: un sms e sei fuori”

  1. Dal loro punto di vista fa fine e non impegna, non ci mettono la faccia, risparmiano anche nei licenziamento, tanto siamo numeretti, no?
    A dirle tutte non è neanche simpatico subire il licenziamento con lo scatolone davanti ai tuoi colleghi, cosa che ho potuto appurare personalmente, con il jobs act del compagno renzi… Tutto è possibile!

    Ho visto da pochi giorni il film diretto da Pif, regista e attore, E noi come stronzi rimanemmo in silenzio, fa ridere amaramente e soprattutto fa comprendere in quale direzione stiamo andando.
    Meriterebbe un riconoscimento, lo ritengo davvero un bel film.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 15 dicembre 2021 alle 13:22

  2. Per licenziare mi risulta che in Italia esistano (ancora) procedure normate. Chi le contravviene commette un illecito. Poi la sostanza rimane drammatica, certo, ma sono due piani differenti.

    da Sergio   - giovedì, 16 dicembre 2021 alle 11:07

  3. Con l’avvento del jobs act chiunque nel privato può essere licenziato senza giusta causa, si arriva ad una buonuscita di 24 mensilità senza pagamento previdenziale, per chi ha parecchia anzianità
    Questa è stata la normativa voluta del compagno renzi…

    E se si viene licenziati a 50-60 anni, pure con questa nuova modalità, la strada per diventare clochard è spianata!

    da Ivo Serentha   - venerdì, 17 dicembre 2021 alle 21:16

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