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mer
17
nov 21

Fedez “candidato” alla fine è il miglior comunicatore. I media escono a pezzi

PIOVONOPIETRENon so se si può trarre una buona storiella o lezioncina su “media e politica” dallo scherzo di Fedez, che molti boccaloni credevano pronto alla carriera politica e invece voleva solo fare il promo del suo disco. Ora se la ride, ed è probabile che conservi ritagli e screenshot a futura memoria del livello raggiunto dal Paese. La storia è nota, lui registra un dominio apposta, fa filtrare qui e là che sarebbe pronto per le elezioni del 2023 (per magia, Fedez sarebbe l’unico sul pianeta a conoscere la data delle elezioni italiane) e molti cominciano ad agitarsi. Chi mettendosi le mani nei capelli col solito “dove siamo finiti” (di solito significa che ci siamo già finiti), chi urlando al neo-neo-neo-populismo, chi facendo i calcoli: per un noto sondaggista ecco già Fedez al dieci per cento che “ruberebbe voti ai 5s”. Intanto si riflette, giustamente, su questi nuovi conflitti di interessi, e su come calcolare il peso politico di milioni di followers. Insomma, un mondo vario, chi ci è cascato con tutte le scarpe e chi ha fatto il sorrisino del dubbio, ma c’è un dato di fatto: una settimana di chiacchiericcio ha dimostrato che non è considerata impossibile una simile opzione (Fedez che sbaraglia tutti alle urne), che è tutto sommato “plausibile”, che l’attuale classe politica è così debole, balorda, impaurita e senza strumenti che sembra temere qualsiasi concorrente. Urca, arriva Fedez! Godzilla! Si candida Amadeus! Sondaggio! La Ferragni avrebbe il 64 per cento in Molise! Un delirio.

Di base, chi sa fare gli scherzi mi sta simpatico, mi viene sempre in mente l’immenso Ugo Tognazzi in prima pagina, catturato come capo delle Brigate Rosse su il Male. In questo caso poi, lo scherzo rivela un po’ lo stato delle cose, ha quindi un valore didattico: attenzione, quelli che stanno decidendo come spendere una valanga di miliardi possono finire ad avere paura di Fedez. Sì, fa abbastanza ridere.

Ma a uscirne malamente è anche il sistema dei media, dopotutto lo scherzo era diretto a loro. Si capisce, naturalmente, che un caporedattore stremato dalle dichiarazioni di due righe, il pastone politico, il feticismo delle cronache parlamentari, abbia bisogno di un po’ di distrazione, ed ecco la simil-notizia di Fedez che registra un sito per le elezioni, è il cielo che la manda. E così parte la giostra, prima la notizia, poi il titolone, poi il commento, poi il ditino alzato. E’ un attimo che ti scende la catena e ti ritrovi a fare un comizio. E forse è pure peggio, un gioco delle parti che lo stesso Fedez spiega bene: “Nonostante tutti fossero consci che fosse una trollata, per loro era più importante fare finta che fosse vero”.

Il giorno dopo, quando è uscito il vero promo del disco di Fedez e la faccenda è apparsa semplice, tutti se la sono cavata con una fotonotizia, bon, via, alla prossima, che è l’equivalente di andarsene fischiettando.

Alla fine, dopo qualche risata, quel che viene fuori è che il “cantante tatuato”, il “rapper con la terza media”, quello ricco, tutto griffato lui e famiglia, zuccheroso coi figli nelle storie su Instagram, sempre in mezzo a bambini, vestiti, giocattoli, ecco, quello lì che mi guarda da una vetrina di mutande con gli addominali perfetti, capisce di comunicazione più di tanti sedicenti geni messi insieme. Spin doctor, consiglieri, esperti d’immagine, strateghi della narrazione, su, su, fate largo che finalmente, dopo tanta fuffa, arriva uno che ci sa fare. E lo fa citando il caposcuola indiscusso, il padre di tutte le recite: “L’Italia è il paese che amo…”.

4 commenti »

4 Commenti a “Fedez “candidato” alla fine è il miglior comunicatore. I media escono a pezzi”

  1. Sono ben conscio di quale sia il livello politico e mediatico italiano, ovvero uno shakerato legato all’establishment per rimanere considerati e ovviamente tenersi la poltrona per piccola o grande che sia.
    La presa per i fondelli del rapper è la verifica del basso livello della nostra epoca, però lui e la moglie, altrettanto famosa, stiano a fare i loro interessi, non ne sarei attratto da una loro discesa in campo politico, li ritengo entrambi fini a stessi, se è pur vero che si è visto di tutto in politica dal 1994, lasciamo la politica a chi si impegna negli anni per la collettività, almeno questo dovrebbe essere il presupposto.

    In un Paese così complicato, il passaggio tra il dire e il fare nel rimanere coerenti è una missione quasi impossibile, la fagocitazione al sistema è un passo molto breve.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 17 novembre 2021 alle 09:42

  2. Io lo avrei votato.Con Crozza presidente del consiglio

    da Vitaliano Bianchini   - mercoledì, 17 novembre 2021 alle 10:10

  3. ci sto, ma con Robecchi al posto di Casalino.

    da liliana   - mercoledì, 17 novembre 2021 alle 12:04

  4. Ahahahah! Ma manco pitturato!

    da Alessandro   - mercoledì, 17 novembre 2021 alle 12:06

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