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mer
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ott 21

Meloni e fascisti. Non può continuare a cavarsela con ridicoli calembour

PIOVONOPIETRECome anche ciechi e sordi hanno capito da tempo, Giorgia Meloni non ha nessuna intenzione di fare i conti con i cascami fascisti nel suo partito, che sono parecchi e ben radicati (d’altronde, basta guardare il simbolo per capire da dove viene, e con chi). Mi spiego, non quattro dirigenti mattacchioni – ogni tanto ne beccano uno vestito da nazista, o che saluta romanamente, o peggio – ma una vera cultura di base: la moderna FdI poggia su un irrequieto cimitero di labari e gagliardetti di cui finge ogni tanto di vergognarsi ma che non può seriamente combattere. Diciamo così: per ogni dirigente che racconta la barzelletta su Hitler ci sono dieci militanti che ridono e si danno di gomito, fingere di non vedere il problema fa parte del problema.

Ma siccome qui si parla di comunicazione e narrazioni, rimane interessante capire come fa la leader di FdI a sfiorare ancora una volta la domanda, parlare d’altro e, in definitiva, non rispondere. Insomma, scienza e tecnica della deviazione, ché tanto i media ci cascano (e infatti: ci cascano). Il classicone intramontabile di Giorgia è la data di nascita: è nata dopo il 25 aprile del’45 (un bel po’ dopo) e quindi bon, chiuso, il fascismo non la riguarda, roba vecchia, che palle, tipo i Beatles. Una visione interessante, una specie di vertigine storica da film di fantascienza, la mente che cancella, e tutto quello che esisteva prima di te non esiste. Purtroppo il dibattito politico è fatto così, una battutina e via, e dall’altra parte (i famosi media) nessuno che incalzi sul punto, che dica: “Bella battuta, ora però parliamo seriamente”.

L’ultima trovata per non rispondere alla famosa domanda è la strabiliante richiesta di “tutto il girato” di un’inchiesta audiovideo durata tre anni ad opera dei cronisti di Fanpage. Si tratta dello stesso procedimento retorico: rispondere con una battuta o una pretesa risibile, o con qualche trucchetto per cui dici e non dici, ammicchi, giochi la carta del vittimismo e insomma, alla domanda politica non rispondi, perché non puoi farlo. Un’elusione in piena regola con aspetti divertenti, perché quel che si lascia intendere è che vedendo le altre 99 ore e passa di “girato”, chissà a quali meraviglie avremmo assistito, che so, dirigenti di FdI che portano i fiori sulla tomba di Matteotti, che festeggiano il 25 aprile, o salvano migranti in mare, vai a sapere cosa ci nascondono! Insomma è un altro trucchetto retorico, buono per il bar, per il videomessaggio sui social e per i comunicati stampa, niente di nuovo sotto il cielo di Giorgia, che promette di “torchiare” i suoi, e a noi maligni viene in mente via Tasso.

Eppure la questione politica è enorme: FdI sta per strappare lo scettro della leadership della destra al povero Salvini, decisamente rintronato, e si candida (pur incassando una bella sberla alle amministrative) a guidare il Paese, dunque la questione dell’intima anima fascista del partito andrà affrontata con argomenti un po’ più solidi. Oggi la narrazione prevalente dice di una Meloni brava, uh che brava!, e di un partito inadeguato e senza classe dirigente. E’ una narrazione un po’ comoda e semplicistica, e oltretutto non tiene conto che un politico che vuole arrivare a palazzo Chigi non può cavarsela a lungo con piccoli calembours. Oppure è tutto più semplice e cristallino: alla domanda se FdI contenga una consistente componente fascista, se siamo ancora al fascino per le puttanate in orbace, la non-risposta di Giorgia Meloni è invece una perfetta risposta. Affermativa.

6 commenti »

6 Commenti a “Meloni e fascisti. Non può continuare a cavarsela con ridicoli calembour”

  1. Saluti Alessandro.Il brutto è che ,ai milioni di elettori che la seguono questi rigurgiti fascisti che nutrono il suo partito ,non interessano.Anzi.E temo che non interessino neppure eventuali frodi fiscali conclamate

    da Vitaliano Bianchini   - mercoledì, 6 ottobre 2021 alle 07:59

  2. La sorrate d’italia non affermerà mai di abiurare al fascismo, per altro fuorilegge, e di rinunciare ai consensi fascio-nazisti così diffusi, sapevamo già e con quell’inchiesta di fanpage,sono stai resi noti anche ai più distratti.
    Sono dell’idea che non abbia perso un voto dopo quella trasmissione, più che altro ha reso chiaro cosa sia quel partito che ha tanto successo ultimamente.

    Se ce la ritroveremo a capo del governo domani o dopodomani, quella “classe dirigente” sarà sdoganata a classe governativa, un po’ come rivedere la stessa atmosfera di quasi cent’anni fa, e sarà notevolmente più colpevole, per quanto molti italiani abbiano la memoria di un pesciolino rosso non sarà un’attenuante…

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 6 ottobre 2021 alle 08:18

  3. “La Meloni è una brava politica” sembra “Fini è un bravo politico”, elevata al cubo. Siam sempre lì, ai colonnelli, alle radici missine. Ma come mai ha tutta questa presa nel Paese, maledizione?

    da Sergio   - mercoledì, 6 ottobre 2021 alle 08:43

  4. Non è la Meloni che deve fare i conti col fascismo. La Meloni ci campa sul fascismo; deve solo trovare le parole per replicare, quando capita, alle domande dei giornalisti, che non appaiono, in generale, molto agguerriti sulla questione. Era l’Italia che doveva fare i conti col suo passato fascista. Non li ha fatti. Questo è il risultato.

    da enrico   - mercoledì, 6 ottobre 2021 alle 10:19

  5. In Italia, a mio avviso, non esiste nessuna destra . Il Salvini mira a quei pieni poteri per giocare allo statista. Fdi sono la continuazione, più o meno seria, del MSI che trasporta sempre l’idea del fascismo . In quanto alla Meloni basterebbe leggere l’intervista a Franco Cardini ( ex MSI ) su Repubblica per chiarirsi un po’ le idee . Berlusconi fa ,come noto, i suoi soli interessi .

    da giacomo   - mercoledì, 6 ottobre 2021 alle 19:43

  6. Ciao, come sarebbe bello se dei tuoi pezzi (fantastici) tu facessi il podcast …

    da Federica   - giovedì, 14 ottobre 2021 alle 08:30

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