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La tassa per i giovani. Letta ha fatto un autogol mentre batteva il rigore

PIOVONOPIETRENon è mica facile fare un autogol battendo un rigore, però a giudicare dalle reazioni, gli sberleffi, i “no, grazie” che ha raccolto Enrico Letta con la sua proposta sulla tassa di successione da girare ai diciottenni, sembra esserci riuscito. Lo dico a mo’ di premessa solenne: tassare le eredità e le donazioni ai figli sopra i cinque milioni di euro non solo è un’idea giusta e benemerita, ma ci porterebbe un po’ più vicino alla famosa Europa di cui si chiacchiera tanto. La tassa di successione, per quelle cifre, in Germania è del 30 per cento, in Spagna del 34, in Gran Bretagna del 40 e in Francia del 45 per cento. Qui da noi, nel Paese ereditario, è del 4 per cento.

Dunque, l’aumento dal 4 al 20 proposto da Letta (solo per ciò che eccede i 5 milioni di euro) sarebbe ancora un brodino rispetto ad altri paesi nostri vicini che non sono né Cuba né la Corea del Nord, ma posti con solide radici liberali.

E allora, si dirà, dove sta l’autogol? Mah, forse nel comunicare una operazione di giustizia fiscale in un’intervista molto pop, con foto sbarazzine (uff!), oppure nel non averne parlato prima con nessuno, in modo da dare a Draghi l’occasione di tirare una sberla con quel “Non è il momento” che ha gelato tutti. Insomma, nel mondo fatato che mi immaginerei io, una proposta di redistribuzione di ricchezza, dai più ricchi ai più stritolati, la si fa un po’ meglio, magari lanciando un dibattito pubblico, denunciando le distanze dall’Europa, confrontando cifre. E invece, così presentata, la proposta Letta ha scatenato l’ovvio: basta tasse! Non è il momento! Bolscevichi! Attentato alla proprietà privata!, e tutte le cretinate che i finti liberali di Pavlov amano pronunciare quando si chiedono soldi a chi ne ha moltissimi. Impeccabile sintesi: siamo un Paese dove quando proponi di tassare i ricchi si incazzano anche i poveri.

Però, pochi sono andati oltre l’aspetto “prendere” della proposta e pochissimi hanno guardato al “dare”. I beneficiari del ridisegno (ripeto: sacrosanto) sarebbero più o meno la metà dei diciottenni italiani (per modulo Isee), che incasserebbero 10.000 euro di bonus.

Ed ecco la parola magica: bonus. Tutto pare risolvibile con il portentoso medicamento del bonus, tanto per dire che di diritti stabili, a lungo termine, inseriti nella dinamica sociale (tu lavori, io ti pago decentemente, hai diritto a casa, studio, salute, eccetera) non se ne parla nemmeno.

Ecco un bonus, vada buon uomo.

Il tutto – se si pensa ai diciottenni, povere bestie – in un paese dove le tasse universitarie sono tra le più alte d’Europa (aumentate anche con le Università chiuse), e per le borse di studio siamo alle ultime posizioni. Un Bonus di 10.000 euro per andare a vivere da soli è una bellissima cosa, grazie, ma a chi finisce, poi, quindi? A chi affitta stanze singole a 5-600 euro al mese come accade nella ridente città di Milano e in generale nelle sedi universitarie? Non si potrebbe, invece di un bonus, avere salari decenti, non subire anni di precariato, non accettare più stage e altre forme di sfruttamento fantasiosamente travestite? Certo, sarebbe meglio, ma servirebbe più radicalità, una politica capace di coinvolgere i cittadini, servirebbe insomma tornare a fare un discorso di classe, cosa molto demodée, che oggi nessuno sembra intenzionato a fare. Insomma tra il bonus oggi e la gallina domani si propone il bonus, perché con la gallina (una società dove non si diventi adulti a quarant’anni e dove non ci siano lavoratori poveri) sembra di chiedere troppo.

7 commenti »

7 Commenti a “La tassa per i giovani. Letta ha fatto un autogol mentre batteva il rigore”

  1. Ne convengo sull’uscita debole e poco incisiva dell’attuale segretario pd, tuttavia sono dell’idea che se avesse ufficializzato ben diversamente la proposta il risultato sarebbe stato uguale.
    Il governo dei cosiddetti “migliori” è di destra con confindustria a dettare legge, quindi mi risulta incomprensibile come possano votare certe porcate 5s,pd e leu, dallo sblocco anticipato dei licenziamenti, al non avere inserito il reddito minimo di garanzia, appalti senza quasi controlli, figuriamoci un piccolo obolo su certe milionarie successioni…

    Facciano saltare il banco e si vada alle urne, se vincerà la dx come pare, lasciamo a loro queste “perle” sociali, chissà forse un giorno anche quelli più di coccio capiranno come sono fatti.
    Anche se dagli anni 90 pare che il “coccio” si sia radicalizzato, prendiamo atto della realtà!

    P. S.

    Mi auguro che il covid abbia terminato con la vaccinazione la sua fase pandemica, purtroppo verso la fine dell’estate, inizio autunno tutti i nodi verranno al pettine, bye, bye pace sociale, i disperati non aspetteranno le urne!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 26 maggio 2021 alle 08:07

  2. Letta ha fatto l’unica cosa che sa fare il PD: copiare gli USA quando c’è un presidente democratico, fare pena quando c’è un repubblicano. Quando il bambino imita il papà, non si pone il problema dell’opportunità o del tempismo del gesto che sta facendo, è sufficiente la riproduzione del gesto per sentirsi gradi. E sentirsi grandi è indispensabile per raccontarsi grandi. E raccontarsi grandi sembra sia l’unico obiettivo della politica.

    Per attrarre prima i lobbisti e, di conseguenza, i voti.

    da Fabio   - mercoledì, 26 maggio 2021 alle 15:28

  3. Ma non sarà una posizione “benaltrista ” la Tua? Questa proposta l’ho incrociata in “Capitale e Ideologia”di Piketty e, argomentata ed incastonata in una riforma della fiscalità a livello europeo, mi pareva una delle possibili vie di riequilibrio nell’inaccettabile livello di disuguaglianze raggiunte dopo la vittoria del capitalismo. Se da qualche bisogna partire perché non da qui?

    da Gas   - mercoledì, 26 maggio 2021 alle 19:42

  4. La patrimoniale, le tasse di successione… Chi le propone lo fa per diletto per giocare al progressista, ma non crede minimamente che una proposta simile possa essere approvata. Sarebbe una tassa che tutti o quasi i senatori e parlamentari si troverebbero a pagare. Insomma chi di questi sarebbe disposto a darsi la zappa sui piedi?
    Ho pure il sospetto che proposte del genere servano per ricompattare la truppa spostando il baricentro verso destra: “compagni avete visto, non è il momento di riforme progressiste, il popolo preferisce il liberismo”…

    da sebastiano   - giovedì, 27 maggio 2021 alle 09:42

  5. È un autogol mentre si batte un rigore, si.
    Però forse non era nemmeno rigore.
    È rimasto l’autogol.
    Il rigore, e la partita, era se avesse presentato la proposta in Parlamento, cercando, dove peraltro già ci sarebbe, un consenso di altri.

    Farlo come l’ha fatto Letta, solo funzionale al riconoscimento interno, è solo un autogol.

    Peraltro non il primo.
    Ogni mese gioca la sua partita a farsi l’autogol più spettacolare.

    Ha iniziato il primo giro buttando lì il voto ai sedicenni, poi il mese dopo ha buttato lì, lo ius soli, ora ha buttato lì la tassa sulle successioni.

    Le butta lì per buttarle.

    da Paolo   - sabato, 29 maggio 2021 alle 19:13

  6. è sempre un problema della sinistra e dei politici di sinistra . a volte sbagliano per la mancanza di idee rivoluzionarie un’altra è la maniera di proporle mentre a destra i loro colleghi delinquentivcontinuano a fare affari nonostante le le prove che vengono sbattute sul naso degli italiano anche dalla tv . Cosa dire ? ci meritiamo questo

    da graziano   - domenica, 30 maggio 2021 alle 07:18

  7. Da qualsiasi punto di vista il povero Letta é nato perdente! Nonostante gli illustri parenti che lo appoggiano.. ma perché non lo hanno lasciato a Parigi? Ci sarà un disegno macchiavellico di Renzi..bah ? Hahah

    da Elena   - mercoledì, 2 giugno 2021 alle 05:05

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