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mer
28
apr 21

Salvini e Meloni. Lo scontro a destra che fa guadagnare molti voti (a destra)

PIOVONOPIETREA turbare la ola e lo scroscio di applausi che il governo Draghi si porta appresso dopo la presentazione del Recovery Plan da 248 mila milioni (ogni tanto è giusto ricordare cos’è un miliardo, anche se se ne parla come di noccioline all’happy hour) c’è una divertente guerra sotterranea tra le due destre più estreme del Paese. Mentre regna una finta concordia, guidata dalla speranza che il signor Draghi – fico com’è – ci porti fuori dal disastro annaffiando di soldi la penisola, possiamo goderci il grazioso vaudeville di Giorgia contro Salvini, Salvini contro Giorgia, e tutti e due, chi più chi meno, contro il governo (uno da dentro, l’altra da fuori). No, non intendeva questo, Draghi, quando ha detto di superare “gli interessi di parte”, ma al momento, in attesa dell’assalto alla diligenza che trasporta 248 miliardi, gli interessi di parte sembrano quelli dei due combattenti: la giovane italiana e il baciatore di salami. Meloni gode della posizione privilegiata di essere l’unica opposizione esterna, Salvini cerca di monetizzare il suo ruolo di opposizione interna: la faceva a spada tratta brandendo un mojito quando era ministro dell’Interno, figurarsi se esita a farlo oggi. E’ una guerra di dispetti, scaramucce, sgambetti. Salvini attacca Speranza? Meloni presenta una mozione di sfiducia a Speranza. Salvini attacca il coprifuoco? Meloni di più. Salvini guida falangi di ristoratori incazzati? Meloni pure, con il risultato che manifestazioni di gente che non lavora da un anno e passa, che ha parecchie ragioni per essere nervosa, finiscono per sembrare riunioni di arditi, con i pipicchiotti di Casa Pound e altri nostalgici di Kappler in prima fila. A guardare i sondaggi, Salvini ha perso in poco più di un anno quasi 15 punti percentuali, mentre la Meloni ne ha conquistati un bel po’, dimostrando la tesi dei vasi comunicanti (a destra).

Alla lunga, però, sarà il caso di uscire da questa partita tutta tattica – che avrà la sua gloriosa epifania al momento della scelta dei sindaci delle grandi città – e passare a qualcosa che somigli alla strategia. Dunque si porranno alcune domande che oggi sembrano peregrine, ma che tra qualche mese diventeranno più pressanti. Una tra tutte: ma siamo sicuri che lasciare alla destra tutte le battaglie sulle libertà costituzionali, alla lunga, pagherà? Se uno comincia alle nove del mattino a dire che è mezzogiorno, quando finalmente arriverà mezzogiorno canterà vittoria come se fosse merito suo, ed è proprio questo che Salvini e Meloni aspettano, in modo di intestarsi, un domani, la ripartenza, la fine dell’emergenza, e magari addirittura una decisa ripresa economica (“Io l’avevo detto” livello pro).

E del resto c’è la sgradevole sensazione che le posizioni fieramente chiusuriste della sinistra (pardon) siano più dettate dal fare argine alle intemerate dei due balilla, uno dentro e una fuori dal governo, che a una visione di prospettiva, che per ora è affidata soltanto alla pioggia di miliardi in arrivo sul primo binario. La destra law and order che si finge libertaria è un notevole testacoda, ma è un testacoda speculare a quello di una sinistra (ri-pardon) che non vede – che non sa vedere, e non da oggi – la rabbia di molti italiani, e quando la vede si rifugia dietro un comodo luogocomunismo (i ristoratori incazzati? Tutti evasori fiscali, bon, fine del discorso, facile, no?). Oggi l’emergenza copre come un sudario questa contraddizione, ma dopo, poi, si saprà in qualche modo sanarla? Cioè: si troverà un vaccino?

5 commenti »

5 Commenti a “Salvini e Meloni. Lo scontro a destra che fa guadagnare molti voti (a destra)”

  1. È da un po’ di tempo che la dx, almeno dai sondaggi, pare saldamente maggioranza, quindi se prima del semestre bianco il “governo dei migliori” termina il suo mandato, si vada a elezioni e se vinceranno gli italiani provino gli ultimi salvatori della patria…
    Non vale manco più cosa disse Montanelli, quando esorcizzò il caimano, dicendo che gli italiani dovevano provarlo, si perché il delinquente, ormai è legale chiamarlo così dopo l’ultima sentenza contro la querela fatta al Fatto quotidiano, si paventa che d’accordo con Letta possa andare al Quirinale, e il Paese diventerebbe una sconcertante barzelletta mondiale!

    Con tutti i pregi e difetti degli ultimi che hanno preso più del 30% alle scorse elezioni,parliamoci chiaro tutti quei voti grazie al reddito di cittadinanza, siamo quasi ai tempi di Achille Lauro che dava una scarpa prima delle elezioni e la seconda a obbiettivo raggiunto, quale credibilità possiamo avere se gli elettori continuano a scegliere liste con pregiudicati nelle loro liste?
    Ora sono pure tornati i vitalizi a chi ha rubato alla sanità, come possono notare tutti, quali speranze possiamo avere?

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 28 aprile 2021 alle 08:24

  2. Più che sbertucciare gli evasori, il problema della sinistra è quello di non inseguire le istanze di chi ha trattenuta alla fonte, dei pensionati e dei disoccupati. Un bacino d’utenza bello grosso che viene non solo abbandonato da chi dovrebbe farsene portavoce, ma anche bistrattato per funzione e merito. Oltre a non perseguire, come fondamentale punto di programma di qualsiasi organizzazione che si dica progressista, una seria lotta all’evasione fiscale (ché con cento e rotto miliardi l’anno di mancato gettito si metterebbero a posto parecchie cose in italia).

    da Michele Anselmo   - mercoledì, 28 aprile 2021 alle 08:41

  3. Guardate che la faglia, quella che divide la destra dalla “sinistra” non passa oggi, tra lavoro (garantito) e l’immenso mondo senza garanzie(creato con la complicità della sinistra e del sindacato) ma tra quelle divisioni (artificiali) create dalla gestione del covid: aperture/chiusure, vaccini si/vaccini no. Avete presente Corbin? Il piede in due scarpe: prima lavoro poi brexit. Non può essere una finta seguire il sentire comune. Aprire (non esiste alcuna epidemia se non nella testa delle persone) e lavorare sul… lavoro. Non lasciare i temi alla destra. Capisco che per voi sia rivoluzionario annichiliti dai discorsi LGBT e sempre più immigrazione

    da Paolo   - mercoledì, 28 aprile 2021 alle 20:11

  4. Analisi quasi inappuntabile, vorrei, umilmente, far notare che i gaglioffi urlanti sono tutto meno che libertari, sono più altro liberisti come a loro conviene. Di certo c’è questa così detta sinistra, più che moderata, che non sa cavare una proposta decente e credibile, sulle riaperture possiamo dirlo, ci sono due tipi di attività quelle in grande stile e i piccoli lavoranti, i primi hanno come prottetori i due di cui di sopra gli altri ne pagano le conseguenze, la parruchiera che riceve una sola persona e lavora su appuntamento perchè deve chiudere in caso anche di zona rossa? Una volta il PCI difendeva, prima dei grandi centri commerciali, anche queste professioni. Se continua solo a sperare si va a finire male.

    da Marco Ferrari   - mercoledì, 28 aprile 2021 alle 21:13

  5. “non esiste alcuna epidemia se non nella testa delle persone”. Non commento mi fermo qui, ma vedi che non si perde occasione per menare un po’ gli immigrati, la comunità lgbt e altre minoranza. Gratta gratta…

    da Alessandro   - mercoledì, 28 aprile 2021 alle 21:17

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