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mer
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apr 21

Abuso di futuro. Tassiamo i proclami e puniamo il reato di falsa promessa

PIOVONOPIETREIl futuro è sopravvalutato. E’ un concetto che contiene tutto: prospettive, speranze, desideri di cambiamento, annunci roboanti, promesse. Persino lo slogan appeso a balconi e finestre (un anno fa: oggi suona grottesco) era al futuro: “andrà tutto bene” (sic). Andrà quando? Dopo, un domani, o un dopodomani, o chissà. Andrà, vedremo. Così emerge un piccolo sospetto, di quelli che rodono e stanno lì in agguato come un retropensiero: che il futuro, il coniugare ogni verbo di speranza al futuro, sia solo un tentativo per spostare l’attenzione al domani, una speranzosa distrazione alla desolazione dell’oggi.

Non passa giorno – si può dire non passa ora – che non si sentano proclami su quel che succederà. Tutti i lombardi vaccinati entro giugno (questo era Bertolaso), no, tutti quelli di Brescia vaccinati entro luglio (ancora Bertolaso, il mago Do Nascimiento era più credibile), no, tutti gli italiani entro l’estate (Speranza), no, vaccineremo mezzo milione di persone al dì (il generale Figliuolo), no, tutti gli anziani entro aprile, no, il sessanta per cento della popolazione entro settembre. Si sposta l’asticella in su e in giù, e ad ogni proclama sul luminoso futuro segue il contro-proclama a stretto giro: vi ricordate quello che si diceva ieri sul vostro futuro? Beh, non era vero. Doccia scozzese, un po’ bollente, un po’ gelata, ed è passato un altro giorno.

Ora, da qualche settimana, tiene banco la promessa più solenne, quella del generale Figliuolo, che insiste sulla sua previsione (o sarà una speranza?) di 500 mila vaccinazioni al giorno. Se arrivano i vaccini, se la macchina si metterà in moto, se tutti sapranno fare il loro, se… Insomma, si tratta di un futuro, sì, ma con molte incognite, condizioni e varianti, e già in contemporanea (non domani, ma oggi) il futuro annaspa un po’ e i titoli recitano: “Il cambio di passo slitta a maggio”. Voilà, un futuro con l’elastico.

Nel frattempo, viene accolto come un proclama di vittoria il quotidiano arrivo di fiale: oggi scaricato un milione di dosi! Oggi ne arrivano un milione e mezzo! Ma la piccola esultanza dei telegiornali, svapora poi nell’accavallarsi delle cronache, con gli ottantenni ancora in cerca di una puntura, le categorie furbette che tentano il salto della fila, i problemi logistici, le Regioni che barano, i governatori che fanno il gioco delle tre carte, il governo che fa la faccia militaresca dell’efficienza, e noi che aspettiamo ‘sto famoso futuro, sottoforma di iniezione.

Ora l’allarme è chiaro: se oltre a confondere il presente si pasticcia anche con il futuro, ogni proclama e previsione diventerà quel che è: parole al vento, rassicurazioni che non rassicurano nessuno, anzi, che finiscono col creare una diffidenza naturale, un’irritazione endemica. E se si può avere un sogno declinato al futuro, oggi, sarebbe quello di cominciare a sentir parlare al passato. Esempio: “Ehi, voi! Ieri abbiamo vaccinato mezzo milione di persone!”; oppure: “Ecco fatto! Tutti i vecchi e i deboli sono al sicuro!”. Urge una moratoria sui verbi declinati al futuro, una tassa sulle previsioni che somigliano più a un afflato della speranza che a un calcolo reale, forse addirittura serve il reato di falsa promessa sulla salute. “E’ lei che disse ad aprile tutti vaccinati? Ci segua in questura, per favore”. Non succederà, ovvio, e il balletto sul “domani” continuerà, come un enorme esperimento sociale: vediamo quanto futuro ipotetico riusciamo a darvi in cambio di un presente di merda. Domani. Vedremo. Chissà.

9 commenti »

9 Commenti a “Abuso di futuro. Tassiamo i proclami e puniamo il reato di falsa promessa”

  1. Vero, siamo ridicoli, promettono qualsiasi cosa pur sapendo d’avere le palle tra le mani di big pharma, che distribuisce dove meglio crede i vaccini, da chi ha più influenze politiche a chi offre di più e la Ue se l’è presa in saccoccia.
    E meno male che adesso c’è il migliore a Palazzo Chigi, ci fosse ancora il Prof i giornaloni avrebbero scatenato l’inferno, anche se puntano il dito su Speranza, ci fosse stato un cambio della guardia stile Figliuolo sarebbe stata tutta un’altra storia…

    Il nostro è un Paese ridicolo, l’organizzazione funziona alla grande solo col malaffare, sul sociale e la collettività è il si salvi chi può, gli imbucati parentali o di alcune categorie che si sono presi i vaccini destinati agli ottuagenari, sono la prova provata che non ce la potremo mai fare…

    Mi è arrivata ieri dalla Dottoressa l’invito a prenotarmi alla vaccinazione, lo farò e chissà quando lo potrò fare, non faccio parte e con onore dei raccomandati!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 7 aprile 2021 alle 08:07

  2. E i giornalisti incapaci di domande dirette ai politici del tipo….ma lei giusto ieri l’altro ha detto l’opposto di quello che dice oggi?Non ho parole

    da Vitaliano Bianchini   - mercoledì, 7 aprile 2021 alle 08:34

  3. Siamo abituati alla politica degli annunci.
    Credo che il Renzi 2014-2016 sia stato il top della politica annunciata.
    I realisti erano i gufi.

    Contrapposta alla politica della mozzarella Prodi o dello smacchiagiaguari Bersani.

    Pare che gli elettori votino chi promette pane e figa (il circo patriarcale), la politica degli annunci è votata ai sondaggi.

    È il meccanismo che va cambiato.
    Estrazioni a sorte come metodo di delega su un elettorato passivo che raccoglie firme e firmatari responsabili legali.
    Forse così si spezzebbe il meccanismo perverso della propaganda continua.

    da Silvio   - mercoledì, 7 aprile 2021 alle 09:32

  4. LA MENZOGNA ,TOTALE, MEZZA, CONSCIA O NO, HA SCELTO LA PAROLA VERBALE COME IL MIGLIORE E QUASI ESCLUSIVO VETTORE.

    da Giuseppe Del Zotto   - mercoledì, 7 aprile 2021 alle 11:51

  5. Ottima idea!!! una legge che permetta di parlare solo a cose fatte. Ad esempio, domenica sera la sciura brichetto detta moratti potrà dire: “dei 20.000 circa lombardi ultraottantenni che ci eravamo dimenticati di convocare per il vaccino e che dal 7 aprile potevano andare a farsi vaccinare dove volevano: dieci sono morti calpestati dalla folla, 50 si sono presi la polmonite per l’attesa al freddo, 60 sono stati contagiati dal covid causa assembramenti, 1000 hanno rinunciato e sono tornati a chiudersi in casa in attesa di morire d’inedia, un tot ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari perche’ aggrediti da quelli che avevano la prenotazione. Quindi abbiamo ottenuto il risultato prefissato, risparmiando vaccini che regaleremo a confindustria”
    Aggiungo, anche se non c’entra, che ieri sera ho finito di leggere “Flora”: mi e’ piaciuto molto, peccato fosse così corto, o almeno tale mi è sembrato. Congratulazioni! spero in un incontro in presenza per poterne parlare.

    da liliana   - mercoledì, 7 aprile 2021 alle 13:06

  6. tutto verissimo : è facile criticare sopratutto qui da noi in lombardia, pessima gestione, ecc.possiamo fare qualcosa: direi di Sì pensiamo al futuro e firmiamo tutti la petizione http://www.nonprofitonpandemic.eu/it è una cosa che ci riguarda tutti facciamolo (io l’ho fatto) e crediamo che anche se piccolo, il nostro parere/potere genera delle svolte molto insperate…
    grazie

    da paolo   - mercoledì, 7 aprile 2021 alle 13:48

  7. http://www.noprofitonpandemic.eu/it
    E’ l’indirizzo giusto

    da Liliana   - mercoledì, 7 aprile 2021 alle 19:56

  8. Ma incauto Robecchi, se tassassimo le promesse che non vengono mantenute nessuno farebbe mai piu’ promesse per paura di essere punito. E se nessuno facesse promesse, nessuno si sentirebbe in obbligo di mantenerle e nessuno farebbe piu’ niente di niente, col risultato che finiremmo ancor piu’ nella merda.
    Lei vuole che finiamo ancor piu’ nella merda, caro Robecchi? No, lo dica…

    da egidio scrimieri   - sabato, 10 aprile 2021 alle 10:41

  9. p.s.: su, su, ripeta con me: “io voglio che finiamo ancor piu’ nella merda”…
    su,su…

    da egidio scrimieri   - sabato, 10 aprile 2021 alle 10:45

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