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mer
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ott 20

Il Covid e i sindaci. Presunti sceriffi ma con indosso la stella di un altro

PIOVONOPIETREQuante cose si vengono a sapere con una pandemia in corso! Per esempio che esiste una “chat dei sindaci”, dove i primi cittadini esprimono la loro “indignazione” per quel passaggio del Dpcm che li autorizza a chiudere vie e piazze a rischio, o luoghi dove il contagio minaccia di diventare incontrollabile. Tutti frementi, e/o furibondi, e/o sbalorditi (aggiungete a piacere) nelle dichiarazioni alle agenzie. Poi, all’apparir del vero, si è visto che si trattava di un’indignazione un po’ peregrina: i sindaci molti di quei poteri ce li hanno già, ci saranno accordi con le prefetture, il ministero dell’interno, eccetera eccetera. Insomma, pare che l’incidente diplomatico governo/sindaci sia un po’ rientrato, riportato alle sue giuste dimensioni.

Eppure la cosa – i sindaci italiani che declinano la responsabilità di chiudere o limitare zone che loro per primi conoscono meglio di tutti – lascia un po’ perplessi, almeno per come ci hanno abituati i sindaci italiani che solitamente fanno una polemica contraria (cioè vogliono decidere di più, non di meno). Anche se si tratta di archeologia politica, forse qualcuno ricorderà i decreti Maroni del 2008, che davano ai sindaci la possibilità di deliberare in modo “creativo” su tutto e tutti. Fu una specie di meravigliosa ordalia della cazzata: kebab vietati se non c’erano corrispondenti dosi di polenta, parchi frequentabili in non più di due persone, divieti tra i più assurdi e grotteschi. Prima che la Corte Costituzionale facesse a pezzi quelle leggi, l’entusiasmo per i sindaci sceriffi, sfiorò l’apice assoluto, il sindaco divenne una specie di legislatore superiore, un crociato del decoro, un poeta del divieto estemporaneo (spesso totalmente cretino). Stupisce quindi vederli ora, in situazione d’emergenza, storcere il naso (di più “indignarsi in chat”) davanti a nuovi poteri che gli verrebbero concessi. Probabile che i sindaci pensino più all’elettorato che a tutto il resto, e dire al barista che deve chiudere, o a un quartiere che deve spegnersi due ore prima, non è che porta molti voti, meglio che glielo dica il governo. Insomma, sceriffi, ma con la stella di un altro, ecco. Fa specie, solo per fare un caso, vedere il sindaco di Firenze Nardella dolersi che gli vengano dati poteri di controllo del territorio, proprio lui che si vantava di installare più telecamere di tutti.

In più, il Paese dei sindaci, dove periodicamente si alza qualche bel tomo a dire che ci vuole “il sindaco d’Italia”, ci ha abituato a un culto locale della personalità, per cui molti sindaci giocano la loro partita politica o personale. Vero che a virus inoltrato questo ruolo da protagonisti è stato usurpato dai governatori (si pensi a De Luca, o a Zaia Superstar, o al pasticcione della Lombardia), ma anche vero che i sindaci potranno ora riprendersi la scena. Bene, se questo garantirà decisioni rapide, efficaci e tempestive, dopotutto se c’è pericolo in via Pincopallino lo sa per primo il sindaco, non il ministro dell’Interno. Male, invece, se ricomincerà il valzer delle vanità, della visibilità, della gara mediatica, del chi la spara più grossa. Probabilmente assisteremo a un’impennata delle cronache locali, con i sindaci intenti a usare l’arte del bilanciamento: ora ottimisti-aperturisti (Hurrà! Si riparte!), ora allarmisti-chiusuristi (Tutti a casa!) a seconda del bilancino del consenso contingente, delle pressioni di categoria, delle opportunità politiche, insomma, se tutto diventerà soltanto altro materiale di consumo da talk-show

4 commenti »

4 Commenti a “Il Covid e i sindaci. Presunti sceriffi ma con indosso la stella di un altro”

  1. Per dire, nella cittadina dove abito, c’è una strada che corre il rischio di precipitare a valle. E con essa chi ci capita sopra in quel momento. Il dubbio del sindaco (parafrasando Moretti) è: la riparo subito o è meglio se attendo gli ultimi mesi del mio mandato?
    Cioè fra tre anni e qualche mese!
    Per dire…

    da Francesco   - mercoledì, 21 ottobre 2020 alle 13:45

  2. Embè, nammo bene se i sindaci delle migliaia di comuni stessero a calcolare col bilancino, con la spada di Damocle che si mettono loro sulla testa, e chiedendosi, quando mi costerà in consenso quella determinata chiusura?
    Come fa un governo a chiudere in modo capillare, le centinaia di focolai di infezione che ci saranno nell’intera stagione invernale.

    Spero di non vivere un altro lockdown integrale, non per la mancata libertà che è costata moltissimo a tutti, ma se si ripetesse, l’economia in primo luogo di una grandissima maggioranza della popolazione andrebbe definitivamente a rotoli.
    Ho letto che i ricoveri e le terapie intensive iniziano ad essere un numero rilevante, e siamo solo verso la fine di ottobre, sarà dura evitare un altro blocco integrale,incredibile ma vero, tutto ciò determinato dallo 0.5% degli infettati.

    Siamo stati,stiamo e diventeremo sempre più un fragile fuscello in balia dei venti!

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 21 ottobre 2020 alle 14:57

  3. D’accordissimo. E questo dimostra ancora una volta che cavolata e’ stata la riforma del tit. 5. Non che i nostri ministri siano un granche’, anzi alcuni fanno piangere ma sicuramente sono infinitamente meglio degli ammministratori locali e, in ogni caso, soprattutto per quel che riguarda la sanita’, una gestione unitaria e “sobria”, avrebbe risparmiato molte vittime, soprattutto in lombardia ma non solo. Adesso poi vale la famosa frase “mi notano di piu’ se faccio l’intransigente o il lassista?” Poveri noi, come finiremo? Io intanto, avendo i capelli bianchi, prima di sentirmi dire di rinchiudermi, isolarmi e lasciarmi morire d’inedia (basta che non mi prenda il covid senno’ devono far finta di curarmi trascurando chi ne ha piu’ diritto, cioe’ chi produce) sono fuggita in liguria. Non mi avrete!

    da Liliana   - giovedì, 22 ottobre 2020 alle 15:39

  4. Il sindaco della mia città, Brescia, era in tutte le radio a lamentarsi dell’inapplicabilità del DPCM perché mancano forze di Polizia locale. Oggi da qui è partita la Mille Miglia, con grande spiegamento di uomini della suddetta Polizia locale, che per esempio stamane non erano all’uscita di scuola di mio figlio, suppongo per dedicarsi al blocco del traffico per il passaggio delle auto storiche.
    Quanto si potrebbe scrivere in proposito, no? opportunità a tutti i livelli (anche solo di decenza morale) nel far partire una manifestazione inutile, spiegamento di forze dell’ordine a garanzia della stessa, messaggio educativo ai giovani (facciamo la Mille Miglia/chiudiamo le scuole superiori da lunedì/intanto voi delle Elementari attraversate la strada da soli, che i vigili si devono occupare dei ricchi sulle macchine antiche).
    Dimenticavo: il Sindaco è lo stesso del #brescianonsiferma di fine febbraio. E l’ho pure votato io!

    da Sergio   - giovedì, 22 ottobre 2020 alle 17:41

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