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mer
30
set 20

The Donald. Perdite, evasione e debiti: uno sfigato “assistito” alla Casa Bianca

PIOVONOPIETREVorrei ringraziare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – un Briatore che ce l’ha fatta – per la sua indefessa e costante fucilazione di luoghi comuni molto vivi anche qui da noi. Ora che si gioca la rielezione e che pare un po’ in affanno (eufemismo) dopo le rivelazioni del New York Times sulle sue tasse (sulle sue non tasse, diciamo), Donald pare un po’ più fragile, il che lo rende se possibile un po’ più pericoloso, tra milizie bianche armate fino ai denti, tipini fini come quel Bannon a fargli da spalleggiatore, i matti di Qanon e tutto il campionario di fesserie psico-sovraniste che si porta appresso. Perché le carte che il New York Times ha scovato, e che rimbalzano su tutti i giornali del mondo, dicono in soldoni di scegliere tra due cose: o Donald Trump è un imprenditore totalmente incapace che accumula perdite e fallimenti, una specie di Re Mida al contrario che colleziona debiti; oppure è un evasore fiscale che, nonostante le torri con il suo nome, l’arredamento Casamonica style, i resort dove si gioca a golf e altre mille faccende danarose, paga meno tasse di un bidello di Crotone o di un precario a partita iva che si arrabatta tra mille lavoretti.

Lasciamo la campagna elettorale americana, il Circo Barnum dove può vincere anche chi ha meno voti, agli esperti di caucus e primarie nell’Iowa, quelli che stanno svegli di notte per vedere i confronti in tivù manco fosse il pugilato epico del tempo che fu (tipo il duello con Biden di questa notte). Più divertente, invece, osservare come alcune narrazioni, che hanno spazio anche qui da noi, rischino di andare in pezzi. La prima: i ricchi che non rubano perché non ne hanno bisogno. Antica vulgata in gran voga pure qui negli anni del berlusconismo, si scontra periodicamente contro la realtà quando viene beccato un ricco dai comportamenti non proprio specchiati. Come sia in qualche modo attecchita questa leggenda nonostante i molti casi di miliardari furbi, non si sa bene, ma è un fatto che la ricchezza venga sempre considerata un alibi forte su due sponde. La prima: è ricco, non ha bisogno di fregare nessuno. La seconda: c’è sempre pronta la contro-accusa che parla di “invidia sociale” (traduco: ce l’hai con lui perché vorresti essere lui, e ti piacerebbe scaricare 70.000 dollari di parrucchiere dalle tasse).

Al limite, quando le due cose non funzionano, ci si può sempre rivolgere alle sirene dell’iperliberismo, quelle che sostengono che le tasse sono un furto, che lo Stato è una specie di rapinatore della gente perbene, cose che ogni tanto si vedono e si leggono anche qui. Ma sta di fatto: a leggere delle carte fiscali di mister Donald sembra che i soldi in entrata vengano quasi solo dal suo programma tivù, The Apprentice, dove giocava a fare il tycoon vincente, mentre tutte le altre cifre ci descrivono un mediocre perdente, che chiude i casinò ad Atlantic City, che segna perdite in ogni sua attività, che ha debiti per 400 milioni di dollari (il che lo rende ricattabile), che contribuisce al fisco americano con 750 euro all’anno, quasi dieci volte meno di un poveraccio qualunque. A farla breve, con buona pace dei trumpisti italiani, alla Casa Bianca dell’America Great Again si canta il più alto inno al tanto deprecato assistenzialismo, dove l’assistito non è lo sfigato proletario che “preferisce stare sul divano”, ma il grande, vincente, geniale imprenditore in costante perdita, in lotta col fisco, pieno di debiti, che casualmente è anche presidente della prima potenza mondiale.

5 commenti »

5 Commenti a “The Donald. Perdite, evasione e debiti: uno sfigato “assistito” alla Casa Bianca”

  1. Cosa è successo negli States? Ho sempre saputo che sull’evasione fiscale sono implacabili, ti potevi chiamare Al Capone e farla franca sulla montagna di omicidi che compì,ma sulle tasse ci andò eccome in galera.
    Ora nonostante i flop finanziari e i pochi dollari versati all’erario,hair red è ancora presentabile per il secondo mandato alla white house?

    Ma sti repubblicani d’oltre oceano digeriscono chiunque pur che faccia i loro interessi,e no,non sono bei segnali democratici,se nella cosiddetta culla della democrazia vince di nuovo lui,pazienza alla prima elezione, può ringraziare Hillary che stava sugli zebedei a molti,ma ora non ci sono giustificazioni,mica gli hanno opposto un pericoloso socialista come Sanders,Biden è quasi un repubblicano,e pare che sia molto più presentabile.

    Non ci sono più gli States di una volta…

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 30 settembre 2020 alle 15:31

  2. P.s.

    @Alessandro

    Guardi bene il suo blog,l’attuale articolo compare solo tramite l’archivio.

    Saluti

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 30 settembre 2020 alle 15:39

  3. Buongiorno Alessandro,
    Buongiorno Ivo

    A proposito dei versamenti erariali del “briatore che ce l’ha fatta”, da quel che ho capito (in realtà ben poco) non si tratterebbe di vera e propria evasione, bensì di elusione fiscale …

    Agli economisti e soprattutto ai finanzieri (intesi come GdF USA), risolvere l’arcano: un tale tutt’ora insediato tra i 500 più ricchi del mondo, seduto sulla poltrona più potente del mondo, che negli ultimi 11 anni ha versato 750 $ di tasse, se ho ben compreso tutti lo scorso anno, che nei 10 precedenti la somma versata è stata uguale a zero!

    Sarà sufficiente avere un bravo commercialista?

    da degiom   - giovedì, 1 ottobre 2020 alle 11:28

  4. @ Degiom

    Buona serata a te

    Avrà anche eluso, fosse anche così parrebbe che alla casa bianca ci sia andato un clochard…
    Al netto di questa storia e con tutte le gaffes che si è fatto, è un mio parere, sono messi male da quelle parti per affidarsi nuovamente con uno così.
    Contenti loro, se non fossimo influenzati pesantemente da quel Paese, andrebbe bene pure per noi, ma non è così purtroppo.

    da Ivo Serentha   - giovedì, 1 ottobre 2020 alle 17:09

  5. Ma gli americani sono notoriamente dei ” self Made man ‘ the american dream !na banda di straccioni e pilgrim ! Di che stupirsi ? Ognuno ha quello che si merita ! Peccato per le fatali conseguenze di un deficiente alla Casa Bianca , tanto non è neanche la prima volta.

    da Elena   - domenica, 4 ottobre 2020 alle 02:34

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