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set 20

Colleferro. E’ troppo alto il tasso di “fascistità” e di violenza nell’aria

PIOVONOPIETRENon c’era bisogno dei recenti fatti di cronaca, come l’omicidio di Colleferro, per capire che nel Paese è in atto, e a piede libero, una certa tendenza alla “fascistità”. Mi scuso per la brutta parola, ma siccome quando si parla di “fascismo” tutti saltano su come tappi a dire che non è allarmante, che sono casi isolati, eccetera eccetera, allora mi appello a quest’altra categoria dello spirito. Che sarebbe – i due fratelli di Colleferro e gli altri due accusati di omicidio lo dimostrano bene – più una predisposizione al fascismo, diciamo un’inclinazione armoniosa di accoglienza: ammazzare di botte la gente, del resto è una specialità della casa da almeno un secolo.

Si è letta sull’argomento molta sociologia improvvisata, come sempre in questi casi, e anche qualche tentativo di minimizzare: il bullismo, le arti marziali… Insomma, anche se stavolta sarà più difficile, sta sempre in agguato l’avvoltoio che dirà: “Ragazzate”. Il fatto che a Colleferro e dintorni li conoscessero tutti, e tutti sapessero del loro alto tasso di violenza e “fascistità”, non migliora le cose, anzi, sta a testimoniare che ampie dosi di quel virus, anche organizzate, sono vive e operative nel tessuto sociale, qui e là, in tutto il paese. In qualche modo conosciute, in qualche modo tollerate, emergono poi a cose fatte, dopo il pestaggio, dopo il morto.

Eppure, l’argomento è frettolosamente circumnavigato, ogni volta l’attenzione si sposta su altri fattori, questa volta la polemica è virata sulle palestre e le arti marziali, altre volte sul disagio sociale, altre ancora sul bullismo, o lo spaccio. Insomma, c’è un gran lavorìo dei titolisti per allontanare dalle tragedie come quella di Colleferro (e se ne contano ormai parecchie) anche solo il sospetto di elementi di fascismo applicato. Poi, quando leggi le cronache, gli ambienti, le frequentazioni, i loro video sui social, i parenti che dicono “tanto ha solo ammazzato un immigrato”, ti accorgi che invece il tasso di “fascistità” è alto, anche quando non si tratta di fascismo conclamato tipo saluti romani e svastiche tatuate. Un’adesione fisica, insomma, quasi pre-ideologica, che si esprime a cazzotti e intimidazioni, che rappresenta, per le formazioni della destra ultras (e meno ultras), un notevole terreno di caccia.

Non è solo la cronaca nera, a rilevare varie pulsioni fasciste e molta “fascistità” già matura e pronta da cogliere. La manifestazione negazionista di Roma, per esempio, ha generato sui media un misto di condanna e sarcasmo, ma tutti incentrati sulla stupidità dei presenti. Il finto prete che parla del demonio, la signora preoccupata che la avvelenino coi vaccini, il complottismo esasperato e esilarante del “ci controllano col 5g”. Pochi hanno invece fatto notare che la manifestazione è stata convocata da Forza Nuova, formazione fascista, e che sul palco ha parlato il leader Giuliano Castellino, già condannato a cinque anni e sei mesi (primo grado) per aggressione. Insomma, grande biasimo e grande sarcasmo per i mattacchioni e gli svitati che danno la colpa del Covid a Bill Gates, ma poco scandalo sul fatto che un fascista già condannato per un pestaggio possa in qualche modo organizzare un raduno in piazza.

E’ come se questo conclamato e visibile aumento del tasso di “fascistità” nell’aria venisse un po’ volutamente ignorato, aggirato, sottaciuto o messo in ombra, un po’ come se creasse imbarazzo, o fastidio, invece di essere trattato per quello che è: una (un’altra!) emergenza nazionale.

9 commenti »

9 Commenti a “Colleferro. E’ troppo alto il tasso di “fascistità” e di violenza nell’aria”

  1. Ho vissuto a Milano per 28 anni in totale, in realtà passava tutto sottotraccia, non entrava nel quotidiano della gente comune, ma quando lessi il tuo ‘questa non è una canzone d’amore’ mi cascò la mascella: era tutto sotto gli occhi di tutti e nessuno aveva collegato tra loro i singoli elementi, così nessuno aveva percepito il fenomeno come un unico; bastava ricordare chi aveva costruito la sua carriera politica vantandosi di aver dato fuoco a zingari e barboni, ritrovandosi vice sindaco per oltre 10 anni e poi deputato per varie legislature. Era tutto sotto i nostri occhi e non lo vedevamo, certe porcherie, Colleferro inclusa, vengono da lontano, costruite e coccolate per decenni e nessuno se ne accorge

    da Carginone   - mercoledì, 9 settembre 2020 alle 09:18

  2. Ho letto che hanno confermato il fermo degli indagati, testimonianze e forse filmati convaliderebbero le responsabilità, ma se ci sarà un processo, visto che i quattro dediti alla fascistidità affermano d’essere innocenti, i conti si faranno al terzo giudizio se non ci saranno riti abbreviati.
    Ma sono le testimonianze da parte dei familiari dei quattro a destare l’orrore sociale, cioè che la vittima è un figlio di immigrati, ovvero un certo contro bilanciare da parte dei crimini della malavita degli extracomunitari, un po’ una legge del taglione fai da te…
    Per non parlare dei soliti social, dove dementi trogloditi scatenano i pensieri intestinali a cui siamo abituati,e qui il web purtroppo amplifica questi coglioni, anziché confinarli al max nei bar.

    Si, ne prendo atto anch’io, il fascismo si sta diffondendo, i media, Tv e giornali, non stanno trascurando la realtà, diffusamente la stanno nascondendo,tutto interessa affinché un certo potere anche con questi voti, possa tornare al più presto a governare e spartirsi la grande torta del recovery fund.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 9 settembre 2020 alle 13:50

  3. “fascistità”: semplicemente geniale

    da Marco   - mercoledì, 9 settembre 2020 alle 14:38

  4. Purtroppo e’ tutto vero e me ne dispiace tanto. Credo che la pandemia abbia peggiorato la situazione: la paura ha esacerbato animi e atteggiamenti. Mi viene in mente Umberto Eco e il suo profondissimo e premonitore “Il fascismo eterno”. bisognerebbe farlo leggere ai giovani

    da Liliana   - mercoledì, 9 settembre 2020 alle 17:39

  5. Bel pezzo ma mi permetto di ricordare che da anni i Wu Ming parlano della ritrosia dei media nell’usare “#laparolaconlaF”.

    da Andrea   - mercoledì, 9 settembre 2020 alle 18:12

  6. Conosco bene il lavoro di Wu Ming, certo

    da Alessandro   - mercoledì, 9 settembre 2020 alle 18:19

  7. Wu Ming! Non se ne può fare a meno ! A ridatecì Andreotti e Forlani ! Spero di non avere esagerato!!

    da Elena   - mercoledì, 9 settembre 2020 alle 23:17

  8. Caro Alessandro mi chiedo una cosa. Questi fatti così tragici mi fanno pensare che sarei orgoglioso se una formazione di sinistra si schierasse dichiaratamente e in piazza dalla parte della famiglia della vittima, senza striscioni o bandiere del partito, ma dando un segnale tangibile, chiaro, inequivocabile. I valori dietro un tale atto, dal rifiuto alla violenza alla solidarietà per tutti i cittadini italiani, qualunque sia il colore della loro pelle, necessitano adesione. Non sarebbe anche un modo per rafforzare tale partito, unendo chi condivide questi valori, e tagliando fuori gli altri (i presunti alleati)? Feci lo stesso pensiero per Trani, che oltre diverse vittime, sparò anche contro una sede del PD. Per estensione, non era quello un attacco alla democrazia? Capisco che si può ridurre tutto in “sei un cinico sciacallo”, però davanti a Saponetta Zingaretti e il suo nebuloso partito, credo che ricominciare dalle fondamenta non sia male. Poi ovviamente devono seguire azioni degne di questo nome…

    da sebastiano   - venerdì, 11 settembre 2020 alle 14:24

  9. Caro Alessandro,il contesto nazionale in cui ci troviamo è espresso magistralmente nella tua sintesi:
    “fascistità”: una emergenza nazionale.
    Questa “fascistità” la dividerei su più livelli:
    quello criminale vero e proprio e quello più subdolo, culturale, cui hai fatto qualche esempio.
    Soffermandomi su quest’ultimo prenderei in cosiderazione i vari piani:
    la mancanza e/o rimozione della lezione storica anche da parte di chi la storia la conosce bene(ricorderai i ragazzi di Salò paragonati ai partigiani);
    l’ignoranza degli accadimenti stessi del secolo passato;
    la responsabilità di lasciare la dirigenza (e non solo) nei posti pubblici dello stato le gerarchie del ventennio e
    il non aver avuto una “Norinberga italiana” per fare un minimo di pulizia ed esprimere anche il concetto che il fascismo non è stato solo la “bonifica pontina” o i “treni in orario” come ci insegnava la mia maestra elementare (casualmente a Colleferro, ma questo è solo un dettaglio).
    A questo parziale elenco aggiungo un’informazione tutta dedita allo scoop e alla retorica allegata, senza una minima capacità di provare un tentativo di analisi sul loro racconto evidenziando le contraddizioni delle loro stesse parole.

    Un esempio tra tutti: se è vero come è stato detto che l’omicidio è seguito dopo un pestaggio di 20 (venti!) minuti; ci saranno state urla che avranno richiamato l’attenzione dei passanti.
    Qualcuno si sarà soffermato altri saranno andati via subito ma in tutto questo tempo (lunghissimo per chi sta subendo) non c’è stato alcuno tra tutti i numerosi testimoni che abbia percorso 30 (TRENTA!) metri e suonare il campanello della locale caserma dei Carabinieri.
    Perchè il tutto è accaduto a una decina di metri del muro posteriore della caserma che delimita l’autorimessa della stessa e percorrendo altri pochi metri sarebbe arrivato davanti al portone!
    Capisco la paura di chi si possa trovare testimone, non interviene e si allontana; non capisco chi in 20 minuti non prova una alternativa di intervento: allontanandosi suonare un campanello.

    da Dario   - venerdì, 11 settembre 2020 alle 16:41

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