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Discoteche. I gestori dichiarano solo 18 mila euro all’anno: cifre da Caritas

PIOVONOPIETREC’è sempre da diffidare quando si sente la formuletta facile che recita: “Trasformare un problema in un’opportunità”. Di solito si intende che la sfiga resta per molti, quasi per tutti (il problema), e pochi, pochissimi, colgono la palla al balzo per guadagnarci (la famosa opportunità). Insomma, mi scuso in anticipo se userò questa formuletta in modo un po’ libero, ma insomma, i tempi sono quelli che sono e quindi sì, potremmo tentare davvero di trasformare un problema in opportunità.

Caso di scuola: gli aiuti che lo Stato, giustamente, elargisce ai settori in difficoltà, sia ai lavoratori (la cassa integrazione e gli altri ammortizzatori) e alle aziende. Distribuiti a pioggia e senza troppi controlli nei primi mesi dell’emergenza Covid, sono diventati una coperta – corta, come sempre – che ognuno tira di qua e di là, sempre dalla sua parte, ovvio. Così la sora Meloni poteva tuonare “Mille euro a tutti”, dal bracciante a Briatore, e i capataz di Confindustria implorare di darli tutti a loro. Sono ben note le condizioni di partenza: una situazione drammatica mai vista, con il paese chiuso, molte produzioni ferme, i lavoratori chiusi in casa, eccetera eccetera. Un errore, non aver messo limiti e paletti adeguati alla distribuzione di soldi, vero, e un’unica scusante abbastanza potente: la fretta e – appunto – l’emergenza. Poi si è scoperto che almeno il trenta per cento delle aziende ha fatto lavorare i dipendenti lo stesso, pagandoli con soldi nostri (la cassa integrazione invece dello stipendio), il che è stato quantificato come un furto di circa 2,7 miliardi, non un dettaglio, insomma. Questo il problema. Veniamo all’opportunità.

Il decreto di chiusura delle discoteche offre un buon esempio per la discussione. Attentato al libero mercato, dicono i gestori, con Salvini che si accoda, forse memore dei balletti con le cubiste del Papeete, e lady Santanché che si fa riprendere mentre danza, si ribella, dice che la sua, di discoteca, non chiuderà. Tutto bellissimo. Poi vai a cercare qualche dettaglio ed eccolo qui. Proprietari e gestori di discoteche, a leggere gli studi di settore (quando ancora c’erano) e le dichiarazioni dei redditi degli anni successivi, non superano in media i 18.000 euro di reddito annui, un giro d’affari che sembrerebbe miserabile anche per una piccola salumeria. I titoli dei giornali se la prendono sempre con i gioiellieri che guadagnano meno delle loro commesse – un classico -, ma a giudicare dai dati del Ministero dell’Economia (basta cercare “discoteche dichiarazioni dei redditi”) si direbbe che chi possiede una sala da ballo col bar, le luci abbaglianti, il dj, le cubiste e altre cose utili al divertimento, passi le sue giornate in fila alla Caritas, guidi una vecchia Panda del ’99 e mantenga la famiglia con meno di 1.200 euro al mese. Francamente, anche con molta buona volontà, è difficile da credere.

Ecco dunque l’opportunità: perché non cogliere l’occasione degli aiuti (sacrosanti, ripeto) per fare un serio controllo in alcuni (anche tutti) i settori economici? Intanto, ovvio, commisurare gli aiuti alle dichiarazioni dei redditi, dato che sarebbe pazzesco rimborsare oltre i guadagni dichiarati. E poi approfittare dei controlli per verificare le condizioni di lavoro: quali contratti? Quali inquadramenti professionali? Quanti lavoratori in nero? Possiamo vedere il cedolino di fine mese dei buttafuori o delle cubiste? I contratti dei dj? Coraggio, Inps, Inail, Ministero del lavoro! Trasformiamo un problema in un’opportunità!

16 commenti »

16 Commenti a “Discoteche. I gestori dichiarano solo 18 mila euro all’anno: cifre da Caritas”

  1. D’accordissimo, però attenzione, il contributo alle discoteche e alle altre attività chiuse non va calibrato sull’imponibile della dichiarazione, ma sul fatturato. Un’attività deve sotenere dei costi anche da chiusa.

    da Lucia Tarantola   - mercoledì, 19 agosto 2020 alle 10:17

  2. In fondo alla classifica troviamo i gestori di impianti sportivi (2.600 euro), i pescatori (4mila euro), le discoteche (4.600), le mercerie (7.400), le tintorie e lavanderie (9.200), i corniciai (9.600), gli istituti di bellezza (10 mila), il commercio al dettaglio di abbigliamento calzature e pelletterie (10.300), i sarti (10.800), le profumerie (11.400).
    https://www.corriere.it/economia/17_maggio_09/per-fisco-notai-primi-discoteche-povere-52cc2146-34ed-11e7-9331-5ba2d5bdd393.shtml

    Questo il contesto generale.

    Economia e lavoro sommerso in Italia.
    Dati ISTAT.

    Nel 2017 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata, ovvero dalla somma di economia sommersa e attività illegali, si è attestato a poco meno di 211 miliardi di euro (erano 207,7 nel 2016), con un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente, segnando una dinamica più lenta rispetto al complesso del valore aggiunto, cresciuto del 2,3%.
    L’incidenza dell’economia non osservata sul Pil si è perciò lievemente ridotta portandosi al 12,1% dal 12,2% nel 2016, e confermando la tendenza in atto dal 2014, anno in cui si era raggiunto un picco del 13%. La diminuzione rispetto al 2016 è interamente dovuta alla riduzione del peso della componente riferibile al sommerso economico (dal 11,2% al 11,1%), mentre l’incidenza dell’economia illegale resta stabile (1,1%).
    Il 41,7% del sommerso economico si concentra nel settore del Commercio all’ingrosso e al dettaglio, trasporti e magazzinaggio, attività di alloggio e ristorazione, dove si genera il 21,4% del valore aggiunto totale.
    Nel 2017 sono 3 milioni e 700 mila le unità di lavoro a tempo pieno (ULA) in condizione di non regolarità, occupate in prevalenza come dipendenti (2 milioni e 696 mila unità). L’aumento della componente non regolare (+0,7% rispetto al 2016) segna la ripresa di un fenomeno che nel 2016 si era invece attenuato (-0,7% rispetto al 2015).

    https://www.istat.it/it/archivio/234323

    da Alfredo   - mercoledì, 19 agosto 2020 alle 13:43

  3. Un fatturato da 40 miliardi a fronte di un utile dichiarato di 16 milioni?!?
    Solo un cretino gestirebbe un business del genere.

    da blur   - mercoledì, 19 agosto 2020 alle 13:59

  4. Non è il mio primo commento e non ho notizia se il mio pre-cedente sia stato autorizzato ma lo darò per scontato.
    Non è difficile essere d’accordo con Alessandro Robecchi, di cui apprezzo scrittura e intelligenza e non sono il solo.
    Per la precisione aggiungo che urgenza e fretta conseguente servono a nascondere due aspetti,insieme o separatamente: acquisire consenso e assenza di intelligenza.
    Limite ai guadagni persi e non ai ricavi, i conseguenti controlli a impedire lo scontato e solito assalto alla diligenza non “acquistano” il consenso dei furbetti talmente diffusi da rivelarsi presenti anche nelle istituzioni.

    da Angelo Colli   - mercoledì, 19 agosto 2020 alle 15:13

  5. Non c’è mai stata alcuna volontà di combattere senza pietà l’evasione fiscale, ora che questo governo tira fuori alcune soluzioni, dall’abbassamento dei pagamenti in contanti, al favorire le carte di credito, questi tramite la politica e i media compiacenti gettano con molto impegno discredito.
    Forse l’ho già scritto, si tratta di una pratica diffusa rubare all’erario e quindi a tutti noi, talmente consolidata e diffusa che viene vista come una qualità e un’invidia, anche da coloro che non possono evadere.
    In altre realtà europee chi ruba e non paga il dovuto viene visto come un ladro senza alcun appello.

    Un Paese con la p maiuscola, non avrebbe potuto accettare dichiarazioni dei redditi da poveracci da sempre, pur avendo ben altri tenori di vita.

    Si sentono talmente impuniti e intoccabili, che chiedono contributi covid nonostante conti bancari da mille e una notte o fanno lavorare ricevendo la cassa integrazione, è un paese assolutamente capovolto.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 19 agosto 2020 alle 16:24

  6. Evidentemente chi scrive, non avendo mai avuto un’impresa in vita sua, non sa che che quello dichiarato è l’utile d’azienda, da cui sono stati detratti i costi di gestione ed anche i compensi dei proprietari, gestori e dipendenti, tutti tassati in busta paga.
    Una volta i giornalisti si informavano prima di scrivere, ora fanno il contrario.

    da Maurizio De Paola   - mercoledì, 19 agosto 2020 alle 18:07

  7. Si sbaglia, si informi meglio

    da Alessandro   - mercoledì, 19 agosto 2020 alle 18:11

  8. C è sempre chi trova scuse per rubare! Inutile dire che il marcio è sempre e comunque sempre li! Il problema è che non pagano mai , ma proprio mai!

    da Elena   - giovedì, 20 agosto 2020 alle 01:00

  9. tutti evasori….ho lavorato ( a nero ) in più di una discoteca…sono evasori seriali…il gestore veniva in ferrari e per farci pagare dovevamo pregare i santi. Abitava in villa di lusso con piscina e vacanze oltre oceano.

    da Antonio   - giovedì, 20 agosto 2020 alle 10:57

  10. ecco xché hanno colpito il ballo,xché li lo stato ci mangia poco,quindi hanno scelto il capro espiatorio che gli frutta meno da abbattere

    da pianos5   - giovedì, 20 agosto 2020 alle 11:27

  11. Cogliere opportunità dalle disgrazie è fisiologico. Purtroppo le disgrazie sono per i poveracci e le opportunità sono per i grandi ricconi. Ci ricordiamo tutti le risate a seguito di terremoto di avidi imprenditori. La pandemia covid-19 sta percorrendo la stessa strada. Le mascherine si sono rivelate un grande affare. Lo stato di precarietà sanitaria, dovuto ad incoscienza della politica degli ultimi anni, ha gettato le basi per ottenere pietosamente enormi finanziamenti a tassi agevolati, impensabili in tempi normali. Vedremo poi come verranno utilizzati oltre ai provvedimenti a pioggia già elargiti ad un tanto al chilo… Il blocco delle aree territoriali e l’imposizione governativa di non uscire di casa per evitare giustamente il peggio di una epidemia incontrollata, hanno praticamente obbligato, sopratutto le persone anziane, al tragico unico passatempo televisivo. Ecco che gli affaristi della comunicazione, si fa per dire, hanno pensato bene di aumentare i tempi della pubblicità. Qualche tempo fa ho notato che un film su rete privata incominciava alle ore 15,35 per finire alle 18,58. Ricordo che non era un film “colosso”, ma un semplice filmetto che oggi si trova nel cassettone delle offerte ad un euro e cinquanta centesimi. Lo Stato fa finta di nulla fregandosene del disagio psicologico prodotto da questo incivile stato di cose e nel contempo autorizza di fatto che i costi di visualizzazione forzata siamo a carico delle bollette dei cittadini.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 21 agosto 2020 alle 09:41

  12. Avere un Parlamento come quello attuale composto da diligenti signorsi fedeli al padrone nominante, per una Nazione gloriosa di storia come la nostra può essere considerata davvero una disgrazia. Peraltro creata ad arte nel tempo da chi bene non ha mai voluto all’Italia. Renderlo succube, privandolo di fatto di volontà propria, è stato il primo passo mosso dagli opportunisti politici negli ultimi anni che hanno creato leggi elettorali capestro… Ora siamo in presenza di un nuovo attacco sociale di politici che trincerandosi dietro ad una straordinaria, ma credo velata, incompetenza, vuole tagliuzzarlo per renderlo alla fine completamente innocuo. Infatti che ce ne facciamo di un Parlamento senza voce? Vedrete che se malauguratamente si realizzerà anche questa catastrofe, presto salterà fuori dall’ombra il solito opportunista che ne trarrà un grande vantaggio… Lui, non noi!…

    da Vittorio Grondona   - sabato, 22 agosto 2020 alle 12:16

  13. Mi sembra si parlasse di evasori di tasse ! Se poi ho capito male, avrà ragione il signor Grondona che ha scritto tutt’altro!

    da Elena   - giovedì, 27 agosto 2020 alle 00:54

  14. E’ parzialmente vero, gentile Signora Elena, si parla anche di tasse, peraltro in un contesto di crisi dovuta al Covid-19, Ahi-noi! Non di evasori. Se le discoteche dichiarano 18,000 euro di imponibile all’anno non è provato che si tratti di una categoria di evasori. Qualcuno potrebbe sospettarlo, questo è vero, ma non ci sono appunto le prove. Sono i governi e i Parlamenti che legiferano e fanno le regole sulle tasse. Mi sembra in questa circostanza che il nostro ospite a.r. abbia proposto il tema “Trasformare un problema in un’opportunità” Io credo di avere commentato su questo tena in sostanza. Se involontariamente ho invece male interpretato l’argomento mi scuso con a.r. e con gli altri frequentatori del blog. Cordialità

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 27 agosto 2020 alle 16:56

  15. Abbassare le tasse per pagare tutti. Però da quel momento li se vieni preso con le mani nel sacco….son dolori! Questa è la mia ricetta!

    da Giuseppe   - sabato, 29 agosto 2020 alle 17:20

  16. Per non parlare di un doveroso inquadramento fiscale e non solo delle sex workers facilmente trova oli ed “ingaggiabili” facilmente su siti come Escortadvisor o Escortforum o Escort4you.xxx
    Guadagnano tanto e sarebbe carino contribuissero allo stato…

    da Luc   - domenica, 30 agosto 2020 alle 16:06

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