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Matteo, lo sceriffo di Nottingham che chiama le guardie

fatto090519Finalmente c’è della verità nel faccione finto giocoso di Salvini Matteo, capo della Lega, vicepresidente del Consiglio, ministro dell’Interno, eterno comiziante, inviatore di bacioni e ometto forte. Accade quando qualcuno gli si mette a fianco sorridente come lui, gli chiede un selfie, e poi dice qualcosa di vero. Come la ragazza di Salerno (“Non siamo più terroni di merda?”), come l’altro giovane che gli chiede conto di 49 milioni spariti, puff; come il quindicenne sardo che fece lo stesso e molti altri, comprese Gaia e Matilde, che dopo averlo lusingato (“Salvini! Un selfie!”) si baciano nell’inquadratura, con lui, il federale, che fa la faccia del tonno appena pescato. Con quella faccia è finito anche sulla Cnn, che il mondo sappia, ecco.

I reperti elettronici giunti fino a noi  in forma di foto e video, sono quelli sopravvissuti a perquisizioni e identificazioni degli autori (sicuramente molti altri non hanno passato i controlli), e fa ridere sentire lo staff di Salvini gridare mentre il video sfuma: “La Digos, la Digos!”. Insomma, lo sceriffo di Nottingham che chiama le guardie, altro che “uno del popolo”, altro che “uno di noi”, siamo al gerarchetto che chiama la milizia perché l’hanno preso in giro.

Probabile che spunteranno altri video, altri selfie. Oppure che – prudenza – Salvini sarà costretto ad abbandonare la pratica di usare i cittadini come comparse plaudenti della sua narrazione tossica: dannazione, non tutti battono le mani, dannazione, non tutti lo osannano come quelli che gli fanno il baciamano (ad Afragola, con tanto di inchino in ginocchio), dannazione, il giochetto si è sporcato, forse addirittura rotto.

Siccome sta diventando prassi diffusa, mettersi accanto a Salvini e sbertucciarlo come fosse un concorrente di Ciao Darwin, tipo umano a cui in effetti somiglia, sarà interessante vedere le contromisure. La prima, come da ricchissima tradizione, è il vittimismo. Così da qualche tempo Salvini non si limita a parlare ai suoi, ma non perde occasione per attaccare i nemici. Se i “comunisti” (e i “centri sociali”) fossero numerosi come li vede Salvini, saremmo in Corea del Nord. Ma la risposta secondo cui o stai con lui o sei “comunista” (uh!) è deboluccia e zoppicante. Così mister 49 milioni batte su un tasto vecchio, posta sui social le scritte sui muri contro di lui, lamenta di ricevere pallottole e minacce (ma dove le riceve, che al Viminale non va mai?), insomma gioca il gioco vecchio del chiagni e fottidei potenti, secondo tradizione. Con una mano fa il duro, con l’altra, come si dice a Milano (lui capisce la lingua) fa il “piangina”. Ma essendo, come si conviene ai capi della truppa, sempre circondato da forza pubblica ai suoi ordini, bisogna beffarlo con l’inganno, rivoltargli contro la sua stessa comunicazione: bacioni!

Immaginiamo le riunioni dello staff. Chiamare le guardie come i vecchi re offesi dai sudditi che ridono funziona, ma non può durare. Fischiare un ministro è lecito – ancora e per fortuna – anche se le intimidazioni sono quotidiane: signore prese in malo modo e portate in questura, gente identificata con modi bruschi, persino qualcuno denunciato per avergli urlato “fascista!”. Insomma, repressione di pensiero e di parola, vietato disturbare, non più il “o con noi o contro di noi”, ma “o con noi o chiamo la Digos”, una cosa un po’ à la Ceausescu.

Piano piano, la paccottiglia propagandistica si sfalda e si mostra ridicola, fino al culmine della tradizione paracul-mediatica: la visita a Padre Pio, a cui (e te pareva!) “chiede consiglio”, e dove è andato a “pregare per Noemi”, la bambina colpita da un proiettile vagante per strada, a Napoli. Cioè la bambina che se avessimo un ministro dell’Interno invece di un piazzista porta-a-porta, comizio-a-comizio, ora sarebbe all’asilo con le sue amichette.

5 commenti »

5 Commenti a “Matteo, lo sceriffo di Nottingham che chiama le guardie”

  1. Può chiamare la Digos,i marines o il mossad,chi sino ad ora gli ha fatto le pernacchie selfie,ha dichiarato delle verità incontrovertibili,non può manco fargli causa,il suo passato pesa,quello in curva stadio e del suo predecessore a cui era tanto devoto,ne prenda atto.

    Se poi con l’ennesimo scandalo corruzione in Lombardia incasserà ugualmente le percentuali che segnalano i sondaggi,ciò vuol dire che per l’ennesima volta in Italia,è lui l’ultimo salvatore della Patria,passerà anche questa moda,avanti un prossimo altro mediaticamente accettato…

    L’ultima boutade sulla chiusura dei negozi “maria” senza Thc,che dire,i legaioli che fumano torneranno su strada a reperirla,questa ridicola strategia elettorale senza senso,è un po’ come dire che Rommel gli potrebbe fare una pippa!

    da Ivo Serenthà   - giovedì, 9 maggio 2019 alle 11:52

  2. Salve Robecchi, non condivido il passaggio in cui critica aspramente l’altro vice presidente del consiglio per le argute e nobili affermazioni riguardo all’assegnazione dell’alloggio popolare alla famiglia rom nel rispetto delle procedure previste dalla legge (“Prima i romani” ha sostenuto, prendendo le distanze dalla sindaca della Capitale pochi minuti dopo che la stessa era stata insultata e minacciata per aver espresso solidarietà agli aventi diritto, i quali a loro volta erano stati accolti da alcune bestie del posto a colpi di “Troia”, “Ti stupro”, “Dovete morire”). Sia meno severo la prossima volta con lo sceriffo buono e con la sua accolita di rancorosi, mi raccomando

    Arturo

    da Arturo   - venerdì, 10 maggio 2019 alle 17:25

  3. Sempre preziosi consigli, ma un po’ cretini, dato che il pezzo è stato scritto il giorno prima. Ma non dubiti, non mi è sfuggito. Se avessi capacità mesmeriche e profetiche l’avrei messo, avrei anche scommesso sul Tottenham…

    da Alessandro   - venerdì, 10 maggio 2019 alle 17:33

  4. Per fortunata combinazione, ho trovato un blog che non teme di fare pubblicità allo Sceriffo…
    Condivido completamente quanto dici su di lui e , quasi ogni giorno, cerco di parlarne anch’io, senza la tua capacità, ovviamente.
    Il più delle volte mi si accusa di fargli pubblicità, ma io ne approfitto, finchè si può.
    Cristiana

    da cristiana   - martedì, 14 maggio 2019 alle 16:46

  5. Ma figurati! Questa cosa della visibilità è una scemenza inventata per non farsi attacare. Invece bisogna dare masima visibilità a quant’è stronzo

    da Alessandro   - martedì, 14 maggio 2019 alle 16:51

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