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Riuscirà il nostro eroe Z. a tenere insieme Calenda e i precari Amazon?

fatto06039Leggo in ogni dove consigli, incoraggiamenti, vaticini, messaggi speranzosi, pacche sulle spalle, profondi respiri d’orgoglio ritrovato e gran dispiegamento di suggerimenti su tattiche e strategie per il nuovo segretario del Pd Nicola Zingaretti. Mi associo agli auguri, non gli invidio il titanico compito. Confesso però una difficoltà: a leggere gli incoraggiamenti e i messaggi di stima, non si capisce esattamente come facciano (faranno) ad andare d’accordo tra loro i tanti sostenitori di Zingaretti. Perché tra post, tweet, gruppetti più o meno organizzati, ex missionari del verbo renzista velocemente riconvertiti, sinceri democratici, generici di sinistra che sperano in una svolta e scettici vari, non pare che la base sia granitica. Verrebbe da dire: meglio! In questo modo un grande partito ricomincia a discutere, litiga, si confronta. Però è impressionante vedere quanto lontane siano le anime in coabitazione. Vogliono unità, si legge nei sondaggi e nei carotaggi della pubblica opinione che ha votato alle primarie, ed è una bella cosa, ma poi bisogna vedere unità tra chi, e chi vuole cosa, e come farlo. A quanto pare il contenitore contiene un po’ di tutto, dai Calendiani del Settimo Giorno ai Renziani Redenti, ai nostalgici della Ditta e del prodismo, a molta sinistra dispersa che non sa più dove sbattere la testa. Insultatori seriali da social e pensosi strateghi convivono per ora, in questa piccola luna di miele zingarettiana.

Ora che le faccende politiche corrono molto in fretta, che la cronaca supera il pensiero, non sarebbe male, invece, guardare un po’ al di là. Al di là anche delle europee, delle grandi opere, al di là degli scenari contingenti. Chiedersi, come debba stare al mondo una forza di (ritrovata?) sinistra. Il pensiero, insomma, qual è? Si possono tenere insieme blocchi sociali così eterogenei? Si può stare allo stesso tempo con le madamine della collina torinese e con i magazzinieri Amazon che corrono dietro ai loro pacchi senza nemmeno riuscire a fermarsi per pisciare? Mi scuso per l’ampiezza della domanda, cercherò di farla breve: puoi rappresentare allo stesso modo uno che tifa Calenda, che si fa dettare la linea da Il Foglio, o rimpiange Marchionne, e uno che chiede soluzioni sulla sua precarietà, sul suo lavoro pagato male e sulla strenua difesa del poco welfare rimasto?

Chi ha visto la manifestazione di Milano, un fatto politicamente notevole, ha capito che una spinta da sinistra c’è, ed è forte. E nemmeno tanto generica, a sentire discorsi, striscioni e slogan sulla questione immigrazione. Un sussulto antisalviniano evidente e conclamato, bene. La domanda per il nuovo segretario è se sia possibile accogliere quelle energie, ma anche come connetterle alla dottrina Minniti sull’immigrazione, sempre difesa nella campagna per le primarie.

Non si chiedono soluzioni immediate, ovvio, però già la presa di coscienza che non si può tenere insieme tutto e il contrario di tutto sarebbe una bella svolta. Dal punto di vista politico la differenza è già evidente: chi vuole la guerra senza quartiere al governo giallo-verde e chi spera di staccare, alla lunga, il giallo dal verde, rimescolando le carte. Ma più che la strategia politica interessa la prospettiva ideale (se è consentita la parolaccia, ideologica): si vuole risarcire chi in questi anni ha pagato la crisi e colpire finalmente chi l’ha usata per arricchirsi? La sensazione per ora è che sia saltato il tappo renzista che bloccava tutto, e che si possa ricominciare a ragionare. Ecco, bene. Ma ragionare di cosa, quali priorità darsi, sarebbe da decidere in tempi brevi. “Tornare a sinistra” si legge nel sentiment diffuso, bella notizia, ma questo vorrebbe dire cambiare radicalmente le politiche degli ultimi anni. Riuscirà il nostro eroe… eccetera eccetera?

24 commenti »

24 Commenti a “Riuscirà il nostro eroe Z. a tenere insieme Calenda e i precari Amazon?”

  1. Le ho viste in coda le aspettative domenica, pur di farsi fuori dagli zebedei chi c’era qualche tempo fa, non è rimasto a casa.

    Zingaretti? Valuterò senza preconcetti, tutte le perplessità sulle politiche di sx che ha scritto lei ci sono eccome,direi che sono una mission impossible.

    Un particolare è già apparso chiaro da lunedì, sul Tav Zingaretti o meno, il Pd è establishment, con quell’inutile sperpero di denaro pubblico ce ne sarebbero di cose da fare, una per tutte?
    Gli acquedotti e tubature colabrodo che perdono il 40-50% dell’acqua potabile, sostituirle equivarrebbe a non sprecare un bene che sarà sempre più scarso nei prossimi decenni.
    Un’altra?
    Sistemare il territorio senza aspettare le solite calamità.

    Ma che glielo dico a fare…

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 09:57

  2. bè, se secondo lei la sinistra dovrebbe risarcire chi in questi anni ha pagato la crisi e colpire finalmente chi l’ha usata per arricchirsi, si è già dato la risposta: ci ha già pensato il m5stelle, così almeno dicono usando le sue stesse parole paragone e i suoi colleghi (di paragone) grillini. quindi perché tornare a sx, quando quello che chiede lei lo sta realizzando l’attuale governo che qualcuno dipinge come rossobruno? cordialità michele.

    da michele   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 14:02

  3. No, si sbaglia. E’ vero che i 5s (l’unica cosa decente fatta) distribuiscono dei soldi ai poveri di questo paese (dell’emergenza povertà si parla da anni, ma nessuno ha fatto niente). Ma – purtroppo – non si tratta di una Redistribuzione. E’ una (misera) distribuzione quasi tutta a debito. Quello che dovrebbe fare la sinistra, invece, è ridure la forbice tra pèrofitti (altissimi nonostante la crisi, in crescita) e salari (bassi a causa della crisi, in discesa). Sono proprio due cose diverse.

    da Alessandro   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 14:14

  4. Mi colpisce il passaggio in cui Calenda si farebbe dettare la linea da “Il Foglio”. Il nome di un giornale gettato lì, in maniera sprezzante. Un giornale che “detterebbe la linea” a qualcuno. Quindi, ricapitolando, uomini che non sono liberi teleguidati da uomini che – in una redazione che detta linee – sarebbero relativamente liberi. Lasciamo perdere le legittime rivendicazioni ideologiche, ognuno è libero di non apprezzare qualsiasi foglio periodico con cui non si trova in accordo.
    Provi a seguirmi, però.
    Lei scrive sul “Fatto Quotidiano”.
    Sul “Foglio” – partiamo dall’occhio che vuole la sua parte, e dall’intelligenza che ne vuole altrettanta – guardo le vignette di Makkox. (Prima erano quelle di Vincino). Sul “Fatto” guardo le vignette di Natangelo (ha presente?), quelle di Vauro a volte il direttore le censura.
    Sul “Foglio” scrivono un sacco di penne giovani, un sacco di scrittori e intellettuali. Sul “Fatto” spiccano le penne di Scanzi (ha presente?), di Massimo Fini. Quando mettono un suo pezzo sull’online, caro Robecchi, è facile che a fianco, o sotto, ci sia un pezzo omofobo di Fusaro, lo sa?
    Sul “Foglio” hanno sempre brillantemente coglionato le ridicole corrispondenze di Di Battista. A lei, il “Che” col padre fascio non ha mai fatto granché ridere. Solidarietà con un collega, si vede.
    E i pezzi del direttore del “Fatto”? Voterebbe per un partito che si fa dettare la linea da quel direttore? No, infatti passa le giornate a dire ai suoi critici, l’avrà fatto 400 volte, che non vota per il movimento che riceve la linea da quel direttore.
    Ok, al “Fatto” non le hanno mai cambiato o censurato un rigo. Certo, solita antifona. Ma quale sarebbe il rigo che le avrebbero dovuto cambiare? Ma lo sa che avrà già scritto “Calenda” 200 volte e “Di Maio” nei suoi pezzi comparirà ad esagerare 6 o 7 volte? E parliamo di un duplice ministro, capo del principale partito di governo rispetto ad uno che al momento è scrutatore per le primarie del Pd.
    Poi ecco, scriva quel che vuole dove vuole e quando vuole, ma le patenti di indipendenza, di libertà ecc. Quelle lasci perdere, davvero.

    da Serena   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 14:24

  5. Se ho colto l’essenza, Alessandro, io che sto a metà di quella forbice (né fra i poveri né fra i ricchi) e per questo invisibile (ma ci sono e con un sacco di problemi) mi potrei solo augurare che Zingaretti faccia il politico. Possibilmente secondo un ideologia di sinistra (mi piace il turpiloquio). Scelte politiche, perché è questo che deve fare un politico (sempre che si capisca ancora il significato vero della parola). L’ordine delle priorità andrebbe a posto da solo, anche perché ad un politico dotato di IDEA non si chiede di far felici gli uni o gli altri, perché nel breve periodo fai sempre scontento qualcuno, ma se hai un progetto (sociale) nella testa non agirai a caso, cavalcando solo la stagione del malcontento, della paura o creerai un fantomatico nemico la cui unica funzione è nascondere l’immensità del nulla che stai promuovendo.Questo mi basterebbe.

    da Barbara   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 14:38

  6. ho trovato valido l’intervento di Serena, pur non conoscendo ‘il foglio’ (mai comprato, Ferrara mi fa schifo);
    d’altronde da tempo non compero più neanche ‘il fatto’ (da poco dopo il passaggio di direzione da Padellaro a Travaglio);
    il che significa che non leggo più quotidiani;
    per quel che riguarda il PD, secondo me è quanto meno dal governo Monti in poi che sostiene politiche governative subalterne al più becero capitalismo;
    dunque che c’entra il PD con la ‘sinistra’ (che, per me, è sinònimo di ‘giustizia sociale)???
    secondo me c’è solo un cambiamento ‘estetico': dopo il disastro causato da un leader arrogante, presuntuoso, saccente, antipatico ancor più di D’Alema (e non è facile…) si è tornati al ‘modulo classico’, il leader gentile, pacato, tranquillo, un po’ come Bersani, Veltroni;
    ma il PD guidato dal simpatico piacentino ha approvato tutta l’iniquità sociale praticata dal governo Monti…
    forse Zingaretti non farà di peggio, ma temo neanche di meglio… mi pare proprio sia cambiata sola la ‘faccia’ – per carità, è già qualcosa, paragonata alle facce della gentaglia che va per la maggiore, oggi… intendo, oltre a Renzi, Di Battista, Di Maio, Salvini… – ma per il resto, ossia per la politica concreta… avanti TAV!!!

    da giovanni   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 15:01

  7. No, non è un nome sprezzante buttato lì, e le spiego. Il Pd aveva una buona tradizione di stampa e propaganda, oltre a un grande giornale di ottimo livello e di grande tradizione. Questo dai tempi di Gramsci, diciamo. La gestione renzista ha distrutto il suo stesso giornale perché era difficile condurlo sulla linea del segretario (pensi che ha creato persino un’Unità web parallela affidata a fedelissimi, per cui, unico caso in Italia, lei poteva leggere una cosa sull’Unità di carta e il suo esatto contrario sull’Unità online, fu una delle prove del renzismo muoia-Sansone-con-tutti-i-filistei). Il Foglio, giornale d’opinione per sua stessa dichiarazione, è da tempo portatore di una linea ben precisa, liberista, di destra, un giornale non di notizie, ma di opinioni (da qui il mio “dettare la linea”, che semplifica, ovviamente, ma quello è). Detto questo vedo che corteggia Calenda, che spinge (oggi) verso un’alleanza Pd-Lega (giuro, legga!), che apprezzava molto Marchionne… Insomma, delle molte anime che Zingaretti dovrebbe tenere insieme (mio pezzo) una è quella del Pd filo Foglio, che era poi quella apertamente renzista. Quanto alle “penne giovani” che scrivono su Il Foglio, come ovunque, alcune sono buone, altre meno, parecchie (mia opinione) decisamente sopravvalutate, ma è una cosa che capita nelle nicchie (lo so bene, dieci anni al manifesto…). Insomma, non se la prenda, il Foglio è quello che dice di essere: un giornale d’opinione bastantemente fighetto ed elitario da piacere a chi sostiene molto le élite. Spesso sbagliandosi, tra l’altro, perché il Foglio, cito sulo gli ultimi anni, si è schierato apertamente con: Berlusconi, Ratzinger, Renzi (Ferrara con Bettino, poi…) e non mi sembra che abbia portato benissimo. Tipo bacio della morte, ecco… Se facciamo poi il giochetto sui nomi, posso partecipare anch’io, comunque (le raccomando Langone, l’ultras cattolico taleban-grottesco, però a me fa ridere e spesso mettono un gigante come Sofri di fianco a lui… ah, le perversioni dell’impaginazione!) e Makkox è arrivato da poco. Quanto a Vincino, avendolo conosciuto, lavorato con lui e amato molto, mi taccio e mi manca. Se vuole posso parlare di giornali, editori, editoria, firme più o meno apprezzabili fino a domani, perché è il mio lavoro da 35 anni. Ma stando al mio pezzo direi che sì, esiste una componente sedicente “di sinistra”, specie ex renziana o ancora renziana giapponese-nella-giungla che si fa dettare la linea dal Foglio. Li riconosce, di solito, dalle bandierine e dall’hashtag #facciamorete. Non è necessario offendersi: il Foglio è strato il più strenuo sostenitore della politica di Renzi. Ora che quella politica è stata sconfitta e c’è un nuovo segretario, ci si chiede (mi chiedevo nel pezzo) se riuscirà a tenere insieme anime così diverse. Non mi sembrava fosse difficile da capire

    da Alessandro   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 15:02

  8. Alessandro, se ben ricordo il PD nacque con il veltroniano ‘ma anche’…
    quindi cercare di tenere assieme cani e porci mi pare sia un elemento costitutivo della stessa esistenza di tale partito

    partito che esordì, in politica, perdendo le elezioni 2008

    nel ’18 ha preso circa la metà dei voti presi nelle elezioni, perse, del 2008

    riuscire a dimezzare i propri voti in 10 anni è impresa non da poco

    questo è il PD

    un partito-minestrone, un’armata Brancaleone con ovvia vocazione perdente (altro che maggioritaria…)

    un partito che nulla ha a che fare con la ‘giustizia sociale’ che dovrebbe essere, a mio parere, l’unica politica definibile ‘di sinistra’

    Zingaretti è solo l’ennesimo segretario di un partito insignificante, a mio parere

    da giovanni   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 16:59

  9. Le elezioni ci sono state, ma questo è solo l’inizio. Ora sta alla base farsi sentire e dire chiaramente cosa si aspetta dalla nuova direzione.

    da Irene   - mercoledì, 6 marzo 2019 alle 17:32

  10. si sbaglia lei alessandro, perché la riduzione della forbice tra profitti e salari non può certo imporla la sinistra, nelle condizioni attuali di mercato; è il mercato che decide la riduzione di questa forbice, al più è il sindacato che può fare qualcosa e mi pare che ci sia riuscito quantomeno fino all’89; poi come lei ben sa, è successo qualcosa che ha definitivamente sbriciolato il messaggio utopico del ’17. solo maduro può aumentare i salari e bloccare l’aumento dei prezzi però si scontra con la reazione dei mercati che fa impoverire il popolo, cordialità michele.

    da michele   - giovedì, 7 marzo 2019 alle 12:53

  11. Sul fatto che il mercato possa e debba decidere tutto mi permetto di dissentire

    da Alessandro   - giovedì, 7 marzo 2019 alle 13:20

  12. corretto dissentire anche se al momento la forza del mercato è dominante ed è talmente soverchiante da annichilire tutte le forze che tentano di contrastarla. Fino a che esisteva il comunismo, il mercato non dominava e vi era posto anche per le istanze della collettività organizzata contro la produzione e il consumo esasperati, ora anche l’unica forma di comunismo rimasta (cina e vietnam) si è piegata alle logiche del capitalismo. Come se ne esce. Non certo con il sovranismo da barzelletta e il populismo né destra né sinistra dei nostri giorni. spero che almeno su questo sia d’accordo, per la pars costruens, attendiamo un nuovo messia, che vi sia ciascun lo dice dove sia nessun lo sa. cordialità michele.

    da michele   - giovedì, 7 marzo 2019 alle 14:10

  13. “Fino a che esisteva il comunismo, il mercato non dominava e vi era posto anche per le istanze della collettività organizzata contro la produzione e il consumo esasperati, ora anche l’unica forma di comunismo rimasta (cina e vietnam) si è piegata alle logiche del capitalismo”

    TUTTI i comunisti che sono stati al potere hanno creato dittature mostruose, regimi totalitari criminali;
    Lei è al corrente di quante decine di milioni di morti hanno causato i comunisti sovietici, i comunisti cinesi?
    Lei è al corrente delle condizioni di povertà in cui hanno vissuto operai, contadini, ecc. nelle dittature comuniste?
    e di quali privilegi beneficiavano, per contro, i ‘papaveri’ dei partiti comunisti?
    io ringrazio il Destino di essere nato in un Paese in cui i ‘servi di Stalin’ persero le elezioni del ’48…

    da giovanni   - venerdì, 8 marzo 2019 alle 14:44

  14. Per quanto riguarda la ”sinistra”, ho già dato: a partire dal 1988 (primo voto), passando per la lettura vorace del Manifesto (il quotidiano, per ben 25 anni!), e alla totale disillusione. Perché sia chiaro, la sinistra ha governato il Paese, le regioni e i comuni ma: 1) siamo pieni di debiti; 2) le infrastrutture sono al collasso; 3) l’aria, l’acqua e la terra sono marci di inquinanti; 4) siamo dietro tutti i Paesi sviluppati per progresso sociale; 5) persino la tanto predicata e mitica aspettativa di vita ha subito un crollo. Abbiamo partecipato a tutte le guerre ‘umanitarie’ (quindi mani sporche di sangue). Inquiniamo con il carbone, il petrolio e il gas. Ci frega niente di domani (non Domani, ma fra 24 ore). Per me, semplicemente, sinistra non esiste più e tantomeno un partito che abbia qualcosa dentro dello spirito di tanti che lottarono anche solo per avere una giornata lavorativo di otto ore.

    da Giuseppe Michieli   - venerdì, 8 marzo 2019 alle 21:11

  15. Schiumare rabbia non aiuta nei ragionamenti. Non stavo legittimando i regimi comunisti che si sono succeduti nella storia. Stavo semplicemente dicendo che il comunismo oggettivamente e storicamente e’ stato l’unico argine allo strapotere del capitalismo. Battuto il comunismo nessun sistema ideologico e’ allo stato oggi in grado di contrastare la logica del profitto e del consumistico tipico del mercato. Tutto qui ne’ più ne’ meno. Cordialità Michele.

    da michele   - venerdì, 8 marzo 2019 alle 21:11

  16. “il comunismo oggettivamente e storicamente e’ stato l’unico argine allo strapotere del capitalismo” :

    ‘oggettivamente e storicamente’ quello che hanno FATTO TUTTI i comunisti che hanno raggiunto il potere politico è stato di costruire DITTATURE caratterizzate da ENORME INGIUSTIZIA SOCIALE, oltre che da tutte le varie componenti di ‘Male Assoluto’ insite in tutte le dittature

    questa è la REALTA’ STORICA

    il ‘mito’ del comunismo è una fede;
    è un fideismo irrazionale, illogico, cieco, ormai del tutto SMENTITO dalla Storia

    a mio parere le società umane con il minor grado d’ingiustizia sociale, a tutt’oggi, sono quelle realizzate negli Stati Scandìnavi, durante i governi socialdemocratici

    dove hanno governato, i comunisti sono stati dei criminali,
    io li metto assieme a fascisti e nazisti, categoria ‘Male Assoluto’

    da giovanni   - sabato, 9 marzo 2019 alle 10:13

  17. Io, per esempio, mi aspetto dai giornali la verità sui fatti del mondo. Non faccio in proposito alcuna preferenza di testata. Purtroppo la verità ancora mi è sconosciuta su numerosi aspetti e mi sento un osservatore impotente. Posso dire la mia, ma solo al bar… Viviamo un periodo di ritorno indiscusso all’ideologia della sciagurata legge razziale fascista dove il popolo applaudiva ed urlava evviva non solo agli assurdi provvedimenti contro gli Ebrei, ma anche a favore della guerra quando lui la predicava con enfasi studiata dal Palazzo Venezia e i sui numerosi accoliti propagandavano le sue idee con entusiasmi convincenti. Il parlamento attuale non è tanto diverso: uno (o due al massimo) decide e la platea di sissignori si adegua, senza un minimo di idee personali tanto meno innovative. Sono uguali perfino nelle virgole. La TAV (femminile a mio parere in quanto intesa come linea ferroviaria per il treno ad alta velocità) richiederebbe un’analisi logica del territorio prima di essere approvata. Ben venga se i treni provenienti dall’Oriente e dall’occidente arrivassero senza difficoltà e organizzati senza gravi oneri oneri aggiuntivi durante il percorso fino a Palermo o viceversa, ma sono certo che da Torino le merci proseguiranno verso il nord Europa con altri treni, la cui formazione farà comunque carico alle nostre ferrovie, e verso il sud Italia con i soliti inquinanti TIR. E’ noto che la velocità dei nostri treni, anche merci, non è un problema, ma non abbiamo linee sufficienti per farli circolare convenientemente. Un grande problema, fra gli altri, è quello di fermarli in caso di necessità, cosa abbastanza frequente nel nostro Paese per la sua conformazione geografica. Per mantenere l’alta velocità, per esempio di un Freccia Rossa, è necessario che lo stesso spazio utile per consentirgli appunto di fermarsi in assoluta sicurezza. Se tra un Freccia Rossa ed un altro ci infiliamo un treno merci meno veloce senza garantire alle sue spalle uno spazio sufficiente al treno più veloce che lo segue per frenare, quest’ultimo rallenterebbe di conseguenza la sua velocità di linea. E allora, addio all’alta velocità interna!…

    da Vittorio Grondona   - domenica, 10 marzo 2019 alle 12:07

  18. Errata corrige: la frase del mio precedente post “(…) è necessario che lo stesso spazio utile (..)” va corretto: (…) è necessario che allo stesso sia garantito davanti uno spazio utile (…). Mi scuso.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 10 marzo 2019 alle 12:18

  19. Ad AR è forse sfuggito involontariamente un mio post? In mancanza l’errata corrige non ha senso! Grazie.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 10 marzo 2019 alle 17:58

  20. “Io, per esempio, mi aspetto dai giornali la verità sui fatti del mondo”

    cosa intende per ‘verità’?

    è un concetto difficile da definire, in àmbito politico…

    e comunque:
    bisogna sempre tenere presente da chi prendono lo stupendio, i giornalisti dei vari quotidiani;
    quasi tutti sono retribuiti da grandi capitalisti, dunque…

    ‘La TAV richiederebbe un’analisi logica (???)
    del territorio prima di essere approvata.
    Ben venga se i treni provenienti dall’Oriente e dall’occidente arrivassero senza difficoltà e organizzati senza gravi oneri oneri aggiuntivi durante il percorso fino a Palermo (?????????) o viceversa, ma sono certo che da Torino le merci proseguiranno verso il nord Europa (?????????)
    con altri treni, la cui formazione farà comunque carico alle nostre ferrovie (?????????)
    e verso il sud Italia con i soliti inquinanti TIR.
    Se tra un Freccia Rossa ed un altro ci infiliamo un treno merci meno veloce senza garantire alle sue spalle uno spazio sufficiente al treno più veloce che lo segue per frenare, quest’ultimo rallenterebbe di conseguenza la sua velocità di linea. E allora, addio all’alta velocità interna! (????????)

    ho l’impressione che Lei abbia le idee alquanto confuse, visto il pasticcio che scrive
    (tra Treno Alta Velocità Lione-Torino,
    treni merci fino a Palermo o da Palermo,
    treni merci ‘infilati’ sulle linee interne dell’Alta Velocità, ecc.)

    forse potrebbe esserLe utile parlare con un sindacalista dello SFI-CGIL

    da giovanni   - lunedì, 11 marzo 2019 alle 15:37

  21. Eppure mi sembrava abbastanza chiaro il mio pensiero. La verità non ha opinioni. Se per esempio si asserisce che con la TAV si ridurrannnn il numero dei TIR in circolazione io sono convinto che non mi viene detta la verità. Per lo meno per quanto riguarda il Sud, da Torino a Palermo, per il semplice fatto che ho cercato di spiegare più avanti nel mio post. In sostanza qualunque sarà la mole di traffico merci in arrivo a Torino, la struttura dell’attuale rete ferroviaria italiana non ci consentirà di farlo proseguire convenientemente da Torino verso il Sud fino a Pallermo. Ripeto, questo è il mio pensiero. La verità, per quanto mi riguarda, consiste in una argomentazione concreta che mi faccia eventualmente cambiare idea.

    da Vittorio Grondona   - martedì, 12 marzo 2019 alle 16:33

  22. anni fa, persone ben più competenti e autorevoli di me definirono il TAV Torino-Lione ‘UNA TRUFFA COLOSSALE’

    sono della stessa opinione

    sono anche convinto che scrivere di treni merci fatti viaggiare, da Torino a Palermo, sulla stessa linea ad alta velocità dei ‘Freccia Rossa’, denoti avere un pochino di confusione, in testa
    :) :) :)

    i ‘demagoghi pro-TAV’ sostengono che è necessario poiché il tratto Torino-Lione farebbe parte del ‘corridoio’ attraversante l’Europa in senso ovest-est, da Lisbona a Kiev, dicono in molti;

    Palermo e l’intero sud italiano nulla c’entrano con i motivi addotti da chi è a favore della ‘truffa colossale’

    Le ripeto:
    forse può chiarirsi meglio le idee, in argomento, parlando con un sindacalista SFI-CGIL;
    oppure con il mio ex-collega Alberto Perino

    da giovanni   - martedì, 12 marzo 2019 alle 20:07

  23. Va bene,ho capito. I treni merci sono composti alla rinfusa e, soprattutto volano. Mi permetto di fare presente che certe configurazioni reali riportate in sintesi in un discorso il cui approfondimento nei particolari richiederebbe complesse e lunghissime argomentazioni tecniche, rappresentano solo semplici esempi per farsi capire con poche parole. Certo, probabilmente un annetto di riunioni presso i sindacati e il ministero dei trasporti, chiarirebbero meglio la materia, sempre se alle stesse partecipassero personaggi con le competenze necessarie. Mi perdoni signor Giovanni, davvero trovo inutile continuare in questa sterile polemica. Cordialità. Vittorio Grondona

    da Vittorio Grondona   - martedì, 12 marzo 2019 alle 22:37

  24. anch’io trovo del tutto inutile interloquire con Lei

    da giovanni   - mercoledì, 13 marzo 2019 alle 14:29

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