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feb 19

“Popolo contro élite”, il gioco: il primo compra, le altre scrivono le regole

fatto130219Giocate anche voi con il nuovo fenomeno del momento! Un successo superiore a quello del Monopoli! Acquistate subito il nostro straordinario gioco da tavolo Popolo contro élite®, un passatempo che dura da decine di migliaia di anni ora finalmente disponibile per lo svago in famiglia, tra amici, sul posto di lavoro. Popolo contro élite®, il primo gioco da tavolo in cui i ruoli sono equamente divisi: il popolo lo compra e le élite scrivono le regole. E si può giocare ovunque: all’alba con i figli dopo il turno di notte (popolo) o nelle pause rigeneranti tra un consiglio di amministrazione e l’atro (élite). Ma per i pochi che ancora non conoscessero questo entusiasmante passatempo, ecco qualche spiegazione. Poche righe e poi… giocate tutti a Popolo contro élite®!

Le edizioni. Gioco democratico, Popolo contro élite®è realizzato in diverse versioni. Si va da quella in cartonaccio riciclato dipinto con colori tossici (dieci euro, ma si trova usato) alla Deluxe edition numerata in pelle di cervo, con i segnalini dei giocatori in oro, dadi Swarovski e il tabellone in risotto di Cracco pressato (9.700 euro, ma può arrivare anche a 38.000 se autografata da Calenda).

Scopo del gioco.I giocatori partono con un ruolo ben definito: chi fa il popolo e chi fa le élite. Alla fine, dopo molti turni (una partita può durare anni) vincono le élite, ma speriamo che anche il popolo si sia divertito. Assegnare i ruoli ai giocatori fa parte del gioco. Ognuno si sentirà élite a qualcun altro, fino al paradosso: professori di liceo pagati come minatori dell’Ottocento si sentiranno élite culturale rispetto a chi fa la fila di notte per comprare l’ultimo modello di telefono. E del resto chi fa la fila di notte per comprare l’ultimo modello di telefono si sentirà superiore a chi fa la fila alla Caritas per mangiare qualcosa. E del resto chi fa la fila alla Caritas per mangiare qualcosa si sentirà superiore all’immigrato, e anzi penserà che l’immigrato gli frega l’ultimo panino e vorrà cacciarlo in malo modo. Per chi compra la Deluxe edition, in omaggio un vassoio di brioches da tirare agli avversari.

Regole.Come si sa il popolo è più numeroso delle élite, e questo ha costretto gli sviluppatori a riequilibrare un po’ le regole (si trovano nel libretto allegato, in inglese e latino, proprio per non avvantaggiare troppo il popolo). Le élite, inoltre, hanno una serie di bonus, come buoni avvocati nel caso finiscano nei guai, mentre il popolo può pescare dalla casella “imprevisti” la temutissima carta “Cazzi tuoi”, che può giocare nelle sezioni sanità, welfare, scuola e mondo del lavoro. Essendo a volte il gioco molto lungo, è prevista la possibilità di lasciarlo in eredità, in modo che ci siano giocatori neonati con la Porsche già pre-iscritti ad Harvard e giocatori costretti a vivere coi genitori a causa del basso reddito e del lavoro precario (ma possono sempre ereditare la carta “Cazzi tuoi”). E’ a questo punto che le élite giocano la carta “Meritocrazia”.

Scambio di ruoli.Ciò che rende Popolo contro élite® imprevedibile e divertente è il possibile scambio di ruoli tra giocatori. Per esempio un giocatore élite può fingersi popolo, mandare in giro selfie in cui mangia la polenta, dire “sono come voi, amici, un bacione” e vincere con l’inganno. Più difficile il passaggio inverso (un giocatore popolo che diventa élite), ma può accadere, soprattutto quando un giocatore élite gioca la carta “Ma sì, fingiamoci democratici”. Come nel Monopoli, c’è la carta maledetta che manda in prigione, ma a giudicare dalla popolazione carceraria italiana, le élite non la pescano quasi mai. I giocatori della categoria “élite culturale” possono pescare la carta “Disprezzo” e giocarla ogni volta che un giocatore della categoria popolo gioca la carta “Rabbia”. Pronti? Bene, buon divertimento!

7 commenti »

7 Commenti a ““Popolo contro élite”, il gioco: il primo compra, le altre scrivono le regole”

  1. Divide et impera,mannaggia se sto gioco se lo inventavano i romani,la decadenza dell’impero sarebbe andata più a rilento,gli Unni,gli Ostrogoti e Attila avrebbero giocherellato anziché invadere e fare macerie…

    Comunque non me lo compro sto gioco,anche la versione economica in cartone,c’è quasi tutto gratis nella quotidianità…

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 13 febbraio 2019 alle 12:21

  2. Giocato, bellissimo, ho preferito tenere l’elite perchè cosa che forse non hai espresso chiaramente, l’elite vince sempre, basta con il buonismo di giocare per il gusto di partecipare! Battute a parte, bel pezzo, sempre grande!

    da Marco ferrari   - mercoledì, 13 febbraio 2019 alle 14:13

  3. Eh caro Ale…
    Per essere pronto, con un tirocinio di otto lustri di italica vita adulta… Son pronto altroché, ad una bella partita a “Popolo contro elite”!

    Ciò che risulta oltremodo ostico, in questo iper realistico gioco di ruolo è trovarlo, il divertimento… ;-C

    da degiom   - mercoledì, 13 febbraio 2019 alle 16:11

  4. Ogni tanto, tra una pausa e l’altra del gioco, salta fuori il solito buontempone che, con un sagace apologo, tende a rimarcare la sostanziale differenza di ruolo che deve sempre esistere tra i due contendenti. Uno di questi imbecilli fu un certo Menenio Agrippa con la sua proverbiale (si fa per dire) parabola delle membra e dello stomaco (organi umani scelti non a caso). Un vero coglione perché nemmeno con quella stronzata riuscì a farsi apprezzare dalla “élite”: morì poverissimo. Gli eredi dovettero pagare il funerale con una colletta.

    da Mauro   - mercoledì, 13 febbraio 2019 alle 22:23

  5. capolavoro!

    da federico_79   - giovedì, 14 febbraio 2019 alle 08:15

  6. Giusto parlando di brioche (essendo io un’ottimista) il popolo concorrente non potrebbe pescare la carta “1789 seconda parte, per chi non avesse capito la prima”? Da noi i Sanculotti potrebbero fare presa?…forse le pance non sono ancora sufficientemente vuote e, per il popolo che siamo, non lo saranno mai. C’è sempre qualcuno che acchiappa la brioche al volo, così si sente élite o qualcuno lo convincerà di questo.

    da Barbara   - giovedì, 14 febbraio 2019 alle 12:28

  7. A proposito Robecchi. Avrai certamente notato che ” invidia sociale” non è più un linguaggio dei liberisti classici ma di moltissimi che si definiscono di sinistra. Purtroppo.

    da Paolo   - giovedì, 14 febbraio 2019 alle 12:50

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