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Soldi per non fare niente: così ci portiamo avanti col lavoro

Fatto031018Pare dunque accertato che il famoso reddito di cittadinanza stia diventando un sudoku piuttosto difficile da risolvere, con parecchi difetti. Per esempio andrà solo agli italiani e a chi abita qui da dieci anni, che è come dire che chi vive qui, poniamo, da cinque o otto anni, manda i figli a scuola, paga le tasse (se non l’irpef, perché è sotto le soglie, tutte le altre) ed è in difficoltà, cazzi suoi. Poi c’è l’altra regola: ai poveri non si danno in mano contanti, come si fece invece per i ceti medi degli ottanta euro renziani. Meglio di no, quelli sono poveri, non sono abituati, poi chissà che ci fanno, coi soldi. E se scialano? Poi diventa centrale il funzionamento dei centri per l’impiego, quelle strutture che forniscono lavoratori precari al mercato e che traballano perché hanno troppo precari al loro interno (comma 22). Segue complicata struttura di pagamenti elettronici (si scivola verso la social card di Tremonti). E segue ancora, esilarante, la proposta dei sedicenti economisti della Lega per cui lo Stato dovrebbe in qualche modo tracciare le spese degli italiani che ricevono il sussidio: se comprano prodotti italiani in negozi italiani bene (alalà!), se comprano la stufetta coreana su Amazon no (questa è di Claudio Borghi, uno forte nel cabaret, finito, invece che a Zelig, alla Commissione Bilancio).

Insomma, come tradizione riformista nazionale ci siamo in pieno: una macchina senza ruote che si dovrà spingere in qualche modo. Si dirà che la preoccupazione maggiore è quella – sacrosanta – di ridurre al minimo abusi e furbetti, giusto. E del resto sul funzionamento della macchina che gestirà e distribuirà qualche soldo a chi finora è stato tenuto fuori da qualsiasi anche minima redistribuzione, i Cinque stelle si giocano gran parte della loro scommessa e l’osso del collo.

Dunque è comprensibile che qualche obiezione al sistema, sia più che sensata, ma purtroppo non è questo il tipo di opposizione prevalente. “Farlo è giusto e bisogna farlo bene” è un po’ diverso da dire “farlo è sbagliato”. Eppure la critica al reddito di cittadinanza (10 miliardi, quello che costarono gli ottanta euro, meno di quello che si spese per salvare le banche, meno di quello che ci costa disinnescare la mina Iva ogni anno) vola verso altri lidi. Ancora una volta prevale un’impostazione classista che unisce pensatori di estrazione culturale omogenea (per dire: Matteo Renzi e Flavio Briatore), secondo cui il reddito di cittadinanza paga la gente per stare sul divano invece di sbattersi, lavorare, darsi da fare, industriarsi. C’è, dietro questa impostazione teorica, il vecchio vizio borghese di considerare i poveri unici responsabili della loro povertà, e (di conseguenza) la povertà una colpa, vecchio ritornello adattato ai tempi, ma ennesima versione dell’antico e italianissimo “i meridionali (e i poveri) non hanno voglia di lavorare”.

Cosa sorprendente, molti di quelli che avanzano questo nuovo antichissimo refrain sono gli stessi che riflettono (?) sulla veloce automazione del lavoro, sulle frontiere della robotica. Sanno benissimo, insomma, che tra dieci o vent’anni, metà dei posti di lavoro non ci saranno più, e che i lavoratori sostituiti dalle macchine dovranno comunque mangiare qualcosa, si spera tre volte al giorno. Un qualche reddito-chiamatelo-come-voleteche sostituisca il reddito da lavoro, insomma, sarà inevitabile e sarà la scommessa dei prossimi decenni. Cavarsela con “Uh, li paghiamo per stare sul divano” non è solo banale e rivelatore del nulla teorico che ci circonda, ma anche miope nei confronti del futuro: presto stare sul divano senza lavoro sarà una situazione assai diffusa per moltissimi, respinti nella povertà dal famoso “mercato” per la cui gloria – maledetti – i poveri non si sbattono abbastanza. Loro e il loro divano.

13 commenti »

13 Commenti a “Soldi per non fare niente: così ci portiamo avanti col lavoro”

  1. Peccato che pure Muhammad Yunus (ideatore e realizzatore del microcredito moderno, ovvero di un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali, vincitore del premio Nobel per la pace 2006), che spero tu non voglia ascrivere alla schiera dei pensatori di estrazione culturale omogenea, in una video intervista al corriere dica la stessa cosa: “il reddito di cittadinanza è una specie di carità, non è la soluzione. Se si vuole risolvere il problema della povertà, bisogna far venire fuori la creatività delle persone, non sopprimere la loro capacità di creare. Il reddito di cittadinanza crea una dipendenza: non si usano più le proprie personali capacità di credito, ma si dipende da soldi che arrivano da altri“

    da Pop   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 09:16

  2. Ma io sono d’accordissimo che questo non è un reddito di cittadinanza ma un sussidio, e non sono entusiasta dei sussidi. Quello che voglio dire è: se il sig Brambilla ha 100 operai e guadagna mille, quando avrà venti operai e dei robot guadagnerà ventimila. Quando 80 operai rimarranno a casa (sul divano) sostituiti delle macchine avranno bisogno un reddito. Secondo me glielo deve dare il sig Brambilla. Se lo prendi dai profitti è redito, se te lo dà lo stato è sussidio

    da Alessandro   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 09:22

  3. Non sono documentato,ma questo reddito o sussidio che sia viene elargito in altri Paesi,si prenda spunto dalle loro esperienze.
    Non ho idea su come si possa indirizzarlo senza che vada a finire nelle slot o bingo,ci provino,distinguere gli acquisti nostrani da quelli esteri è impossibile.

    Da quel che ho letto e sentito sarà un sistema molto rigido,obbligo di corsi e lavori comunali,chi non si schioda dal divano,bye bye eurini…

    Infine,dare un limite di qualche anno a chi è un neo cittadino italiano per riceverlo non mi pare un’aberrazione,e se si è Sinti o Rom,partecipino ai corsi e ai lavori e non c’è problema.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 10:51

  4. Ciao Alessandro
    Se non sbaglio, quando il signor Brambilla avra’ 20 operai invece di 100 e gli altri saranno robot, produrra’ merci di minor valore (perche’ il valore deriva solo dal lavoro umano), che potra’ vendere a prezzo minore come tutta la sua concorrenza, ma intaschera’ al netto un profitto minore per unita’ di merce (caduta tendenziale del saggio del profitto…)

    da federico_79   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 12:16

  5. Non è detto e non è automatico. Quando i magazzini Amazon avranno robot al posto degli uomini, il loro lavoro produrrà lo stesso valore

    da Alessandro   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 12:21

  6. Io rimando sempre a questo articolo che purtroppo una volta era disponibile in rete, una versione crackata credo, ora non lo trovo:
    “regalare soldi conviene” internazionale 1059, 11.7.2014.
    Alla base del discorso vi è proprio che chi riceve soldi “gratis” non li spende per droga e alcol (ma chi l’avrebbe mai detto!) ma li una per migliorare le prorie condizioni di vita, e spesso i propri consumi. Il risultato è che nelle comunità dove è avvenuto è diminuito il crimine (quindi meno gente in prigione…) diminuita la spesa sanitaria, diminuito il consumo di droga…
    Che Muhammad Yunus sia contrario non mi stupirebbe, la sua banca chiuderebbe il giorno dopo se vi fosse un reddito simile.

    da Sebastiano   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 14:14

  7. “distribuirà qualche soldo a chi finora è stato tenuto fuori da qualsiasi anche minima redistribuzione”
    Peccato che io redistribuzione non la veda, andare a deficit non lo è. Avessero pronunciato “patrimoniale” ok…

    Per il resto concordo. Il mio lavoro tra l’altro è proprio produrre disoccupazione. E già ora non si manda a casa gente perché non si può, ma la loro funzione lavorativa è già diventata “devo dire di sì aumento risultato generato da una macchina, e meglio che non dica di no perché lei è più brava di me”.

    da Stefano   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 15:11

  8. A quanto ne capisco, quando i robot faranno tutto il lavoro in automatico, le merci prodotte avranno valore nullo, perche’ solo il lavoro umano da’ valore alle cose. Per lo stesso motivo, le merci prodotte da quella sorta di robot non-umano che e’ la natura (l’ acqua dei fiumi e i frutti degli alberi) non hanno valore (sono gratis).

    da federico_79   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 15:51

  9. Analisi condivisibile. Non si vogliono affrontare i problemi del futuro (com’era? lo statista pensa alle prossime elezioni il politico alle prossime elezioni?) il provvedimento, con tutte le stue storture e i suoi limiti cerca di mantenere una promessa elettorale, potrei dire fatta per cercare consensi senza sapere dove poi sbattere la testa. Ho fatto parte, anni fa di una commissione per l’impiego, fu già tentato, poi abbandonato, il progetto di proporre lavori ai disoccupati, il primo problema che affrontammo fu l’alta richiesta per gli operatori cimiteriali, c’è bisogno ma ci vuole stomaco e ci furono molti rifiuti, decidemmo di scartare la figura dai lavori da proporre, non credo che oggi qualcuno abbia la voglia di fare tesoro delle tante esperienze che maturarono in quegli anni (inizio anni 80) così ti propongo 3 posti da becchino, li rifiuti e sei fuori. Non vedo soluzioni facili, non ne immagino di condivise dalla classe politica, tutta, per risolvere un problema vero.

    da Marco Ferrari   - mercoledì, 3 ottobre 2018 alle 19:37

  10. Non capisco questa levata di scudi contro il reddito di cittadinanza quando
    noi in questi meccanismi siamo all’avanguardia. Non paghiamo la maggior parte dei deputati anche quando sono platealmente assenteisti? Anzi gli forniamo buonuscita e pensione( in Sicilia anche tramandabile ai figli). Che sia una questione classista?

    da Eparrei   - giovedì, 4 ottobre 2018 alle 08:41

  11. a prescindere dallo stupidario politico (spese immorali, beni italiani…. e del resto CB……) Alessandro ha xfettamente ragione e il tema è rilevante. va oltre il lavoro riguarda addirittura il modello di civiltà (ci affranchiamo dal lavoro? e la chiesa che ne dice)

    quindi il discorso è serio. ma non grave. quindi vediamo come lo organizzano i 5S, magari hanno un consulente più bravo di Giggino. Il PD farebbe molto meglio a dire: l’avevamo fatto anche noi, loro ci mettono più soldi. bene. purché lo difendano a costo di rompere con gli altri. e purché funzioni (il metodo, come dice Alessandro)

    xché non sono i 10 o i 5 mld che spostano. il problema è una manovra con deficit elevato e con coperture ballerine. certo se l’accordo di governo è un libro dei sogni poi bisogna esser capaci di difendere il punto non contro i signori dello spread o i tecnici del MEF, ma contro i voraci compari (che i 7 mld della Fornero, non han senso in nessun caso. e la curva di Laffer, la ridicolizza oggi perfino il S24O)

    da glk   - giovedì, 4 ottobre 2018 alle 14:25

  12. qui c’è una buona analisi
    http://www.lavoce.info/archives/55322/reddito-di-cittadinanza-il-sussidio-piu-generoso-deuropa/

    da gis   - venerdì, 5 ottobre 2018 alle 12:42

  13. Secondo me il reddito di diritto dovrebbe scaturire esclusivamente da un’attività comunque prestata. Sostituire l’uomo con la tecnologia al solo scopo di impinguare le proprie casse aziendali è un peccato contro l’umanità. Chiunque dovrebbe avere il diritto di andare, per esempio, qualche volta a teatro o al cinema, il reddito di cittadinanza, da quello che per ora si sa, non lo ammette. Siamo arrivati al punto in cui sono le promesse a vincere le elezioni ed il popolo bue le trangugia a man bassa salvo poi pentirsene quando è ormai troppo tardi. Usiamo i pochi soldi che abbiamo a fare ospedali, scuole, servizi pubblici, asili… senza buttarli a pioggia su regalie poco trasparenti. Si determineranno così incrementi alla popolazione del mondo del lavoro con migliore garanzia di una buona qualità di vita per un numero maggiore di cittadini ivi compresi gli immigrati. Di questo passo si arriverà al punto in cui il povero non avrà neppure il divano a disposizione mentre disperato attende che qualcuno lo faccia lavorare, magari gratis.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 13 ottobre 2018 alle 10:38

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