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Tony Nelly: era una fake news, con tanti saluti alla propaganda

A proposito di propaganda e di fake news. Il pezzo su Tony Nelly pubblicato ieri su Il Fatto Quotidiano (lo leggete qui) ha avuto una rettifica, che metto qui sotto, come si deve ed è giusto fare. In pratica emerge che tutte le cose raccontate da Tony Nelly (si chiama Simone B.) sulla banca che non gli rinnova il contratto per colpa del decreto dignità sono stupidaggini inventate: se n’è andato dalla banca nel febbraio 2017, prima delle elezioni, quando il decreto dignità non esisteva. Una vera fake news, insomma, che però è stata usata in sede di propaganda (Ecco! Di Maio fa licenziare i lavoratori!). Spiace che chi ha messo in grandissima evidenza il caso, usandolo come caso di scuola, ci sia cascato con tutte le scarpe. Anche chi ha commentato (tifando per la banca contro il lavoratore, peraltro, pur di attaccare una norma che dice che bisogna assumere dopo 24 mesi di precariato e non dopo 36, incredibile) dovrà prendere atto che la bandiera che ha sventolato conteneva falsità grossolane. Il mio pezzo di ieri cominciava così: “Piccola storia di lavoro e propaganda, storia triste, ma anche istruttiva lezione sui media, minuscolo apologo su come va il mondo, o come lo si vorrebbe far andare”. Ecco, ora l’apologo è completo. Una lezione per chi (grandi giornali o semplici lettori) hanno preso un caso (falso) per sostenere una cosa che gli faceva comodo politicamente. A Simone B., nonostante il falso ideologico creato (con il suo tweet e con le successive interviste), auguro di trovare un lavoro al più presto, ma soprattutto di capire dove sta il nemico, senza fare lo zio Tom che sta con il padrone delle piantagioni. Istruttivo, parecchio.

Rettifica1

5 commenti »

5 Commenti a “Tony Nelly: era una fake news, con tanti saluti alla propaganda”

  1. Siamo all’assurdo,paghe da fame e guadagni vertiginosi,stage gratuiti dove anziché imparare una professione si fa produrre il malcapitato gratuitamente.

    Trentenni e quarantenni precari da decenni,e licenziati con la sindrome di Stoccolma.

    Se questo è il trend,chissà cosa ci riserverà il futuro,con gli androidi e i robot che ci sostituiranno.

    Viene davvero la voglia di mettere su famiglia con molti pargoli…

    da Ivo Serentha   - giovedì, 9 agosto 2018 alle 10:58

  2. Le segnalo che ancora oggi Repubblica insiste con la Fake News

    http://www.repubblica.it/economia/2018/08/04/news/tweet_decreto_dignita_licenziato-203354269/?ncid=fcbklnkithpmg00000001

    Aggiornamento del 9 agosto 2018. L’utente è un ragazzo biellese – Simone Bonino – che ha raccontato di lavorare in una società nel settore bancario-assicurativo dal febbraio del 2017, dopo la laurea in Giurisprudenza all’Università di Torino e qualche esperienza nel settore legale

    da Gallus   - giovedì, 9 agosto 2018 alle 17:04

  3. Infatti, chi avversa questo governo di decerebrati sbaglia ad usare i loro stessi metodi: propaganda e fake news.

    da pietro   - venerdì, 10 agosto 2018 alle 11:20

  4. Quelli che lei definisce ignoranti come la merda e dei quali auspica il silenziamento in ogni sede li trova anche tra gli abbonati e sostenitori del foglio su cui scrive. Lei chi ha messo a tacere tra i farabutti legastellati #iostoconzuccaro che per mesi hanno avvelenato i pozzi raccontando macroscopiche cazzate sul rapporto ONG-scafisti ? Che poi sono gli stessi che hanno voluto credere alla finta sorella della Boldrini e fanno spallucce per il vero figlio di Foa, se ne strafottono del patteggiamento per bancarotta del finto laureato Siri, stracciano la reintroduzione dell’art.18 e tanto altro schifo. Robecchi non faccia l’indignato per convenienza, un conto è far ridere, un altro rendersi ridicolo

    da Arturo   - domenica, 12 agosto 2018 alle 09:54

  5. il tema è rilevante qualche punto
    a) per quanto faccia schifo, la riduzione da 36 a 24 sta già riducendo le assunzioni. Lavoro in una grossa azienda, me l’han confermato altri amici che lavorano in altre grandi aziende. La gestione del personale mira a tenere quanto più possibile in piedi la situazione di precarietà anche in presenza di utili floridi
    b) al di là del punto a, la riduzione è positiva. Ma trattasi di pannicello caldo, non di grande innovazione; mi spiace sempre fare benaltrismo, ma non è il cambio di passo promesso rispetto al toscanaccio brutto, antipatico e amico di confindustria
    c) il DD pare l’antipasto di quello che sarà: riverniciatura di una cosa ritrita, spacciata x riforma di cambiamento. spero di sbagliarmi e che mi sorprendano con qualcosa di sx o postsx per il bene di tutti, ma temo non succeda. Altro tempo perso….

    da glk   - lunedì, 13 agosto 2018 alle 08:50

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